8- L'ALBERO SECOLARE

Camminiamo da una buona mezz'ora, descritta da numerosi momenti di silenzio, domande senza risposta e un desiderio irrefrenabile di conoscere ogni segreto e ogni sfaccettatura di ciò che la mia mente sta nascondendo da troppo tempo.

L'idea che questa collana possa realizzare i miei desideri, non mi convince. Insomma, chi mi garantisce che non si siano messi d'accordo in qualche modo?
Non ho intenzione di scherzare o divertirmi e se non mi daranno la prova sulla veridicità delle parole di Cora, sarò costretta ad allontanarli, perché ciò significherà che non comprendono cosa sto passando.

E se invece fosse vero?
Che io non mi sia accorta dell'avverarsi già di alcuni aneliti?
Se così fosse, non avrei limiti, cadere nella follia sarebbe tremendamente semplice.

Risaliamo una stradina dipinta da un'infinità di alberi sempreverde e fiori, certamente ben curati. L'aria fresca e pulita riesce a placare di un minimo la folla di pensieri che mi perseguita.

Poi, come un fulmine a ciel sereno, una preoccupazione mi fa trasalire: se questo ciondolo può esaudiere la brama delle persone, chiunque potrebbe rubarlo, o usarmi per i loro scopi.

Ma la cosa peggiore sarebbe scoprire che questi due ragazzi, che mi hanno accolta amichevolmente, si sono avvicinati a me unicamente perché sono a conoscenza di questa assurda storia.

Dover mettere in discussione la loro onestà nei miei confronti, mi rattrista, ma non posso permettere che mi accadano altre calamità, devo difendermi se voglio riprendere in mano la mia vita.

Per quanto io sia ancora scettica, decido di fare un tentativo: 'Vorrei che queste persone fossero sincere con me'; dopodichè, rivolgendomi a entrambi chiedo:

"Quanto manca? Siamo arrivati alle colline della periferia",

Cora non distoglie lo sguardo dalla strada mentre Jeff, che fino a ora era in testa al gruppo, rallenta, e prosegue a fianco a me.

"Stai tranquilla, non manca molto. L'albero é in fondo al sentiero",

la sua voce é rilassante,
ma l'intensità del suo sguardo puntato sul mio volto, mi fa arrossire un po'. Così, per paura di essere scoperta rivolgo lo sguardo verso le foglie rosse e gialle che fanno da coperta al terriccio umido.

"Puoi fidarti di noi Emma. Non potremmo mai mentirti, mai, perché ti vogliamo bene e ci sei mancata da morire", afferma Cora, rompendo con un calore affettuoso il silenzio che stava per regnare nuovamente.

Un' affermazione del genere non può che accentuare esponenzialmente la mia curiosità: li ho già conosciuti?

A un certo punto, il viale alberato s'interrompe bruscamente, per lasciare spazio a un prato illuminato da caldi raggi, i quali, riflettendo sui fili d'erba, trasformano il verde ombroso in uno chiaro e brillante. Al centro di questa vasta area é presente un gigantesco, enorme e altissimo albero secolare, le cui radici fuoriescono dal terreno, mostrandoci la rete che stanno disegnando. I rami sono di tutte le misure e situati a tutte le altezze, decorati da centinaia, se non migliaia di germogli delicati.

"Forza, saliamo su" esorta Jeff,

"Come?" rispondo di conseguenza,

"Dobbiamo salire sull'albero" spiega Cora sorridente,

"Ma non possiamo parlare seduti qui?"

Ma non appena finisco di parlare, il ragazzo mi solleva, prendendomi dalla vita, facendomi sedere sul primo ramo.

"Ora capirai", dice aiutando adesso Cora, la quale, non appena sale, da a me una mano.

Raggiungiamo una fronda indubbiamente robusta, sulla quale ci accomodiamo tutti e tre.

"Allora Emma", inizia a parlare il ragazzo dagli occhi azzurri,

"Ciò che ti ha detto Cora sulla collana é reale, ma incominciamo dal principio: questo ciondolo é tuo da tantissimo tempo e ti appartiene a tutti gli effetti, nessun altro può utilizzare i suoi poteri, per il semplice fatto che é il tuo sangue a poterli attivare, come anche la sua volontà", fa una breve pausa nella quale osserva il mio sguardo palesemente scettico;
al chè Cora, dopo essersene accorta, cinge le mie spalle con il suo braccio.
Adoro questi suoi gesti.
Decido di ascoltare fino alla fine senza commentare.

"Puoi realizzare qualunque cosa tu voglia, ma come per tutto bisogna rispettare dei limiti",riprende Jeff,

"perché per quanto tu possa controllarla, potrebbe dominarti nel momento in cui non sei cosciente, per esempio mentre dormi; è necessario quindi che tu la tolga ogni sera. Meglio non rischiare. Dovrai imparare a gestire le tue emozioni, a non permettere a esse di generare un desiderio inconscio che potrebbe distruggerti il presente. ", a questo punto Cora lo interrompe:

"Ed é questo il punto in cui mi voglio soffermare. Emma tu hai avuto una sorta di discussione con tua madre, no? E tu hai indossato il pedaglio tutta la notte. Il gioiello potrebbe aver avvertito un tuo disagio nei suoi confronti e aver agito di conseguenza... ma ritieniti fortunata per il fatto che hai ancora controllo di te stessa"

A sentire le ultime parole, il mio cuore si fermò.
Secondo la mia amica avrei cacciato io stessa mia madre di casa. Ma non é la prima volta che capita che sparisca... quindi perché? Avrò fatto lo stesso errore in passato? Da quanto sono in possesso di questo gioiello?

"Perciò, l'ho fatta andare via io di casa...? Potrei desiderare di farla tornare.." balbetto,

"No, non funziona in questo modo. Se é successo per questo motivo, tu in quel momento non eri lucida e ciò che decide la collana per te non lo puoi eliminare con un contro-desiderio. É un altro limite. Dovrai riportarla con le tue sole forze... mi dispiace Emma..." prosegue la ragazza riccia.

Sento l'aria mancarmi. Non posso essere stata io, non avrei mai voluto che andasse via un'altra volta...

Non posso crederci, sono tutte stupidaggini.
Ed é in questo momento che mi viene in mente di fare la cosa più logica che possa togliermi ogni dubbio: inizio a desiderare le prime cose che mi passano per la testa, senza dare più modo ai miei amici di parlare.

"Vorrei tre gelati alla crema" dico ad alta voce,

con mio grande stupore e con la gioia nei volti degli altri ragazzi, compaiono, sospesi in aria, ma senza un cono o una coppetta.

Tento di afferrarne comunque uno, ma precipitano tutti a terra dopo pochi secondi e mi sporgo amareggiata per guardarli schiacciati sul prato. Ammetto di essere stupita.

"I tuoi desideri devono essere molto dettagliati, perciò ti conviene principalmente pensarli, in modo da essere maggiormente a contatto con le tue emozioni e immagini mentali. Tranquilla, con l'esercizio migliorerai. Ah ecco, un'altra cosa: non si possono avverare i desideri che non riesci a visualizzare. Per esempio, prova a desiderare di volare ad alta voce, senza riflettere"

Faccio come dice Jeff, ma non accade nulla.

"Visto? Dovresti chiudere gli occhi e vedere te stessa che voli, avvertire le sensazioni più plausibili e la magia si avvererà" aggiunge.

Il mio obiettivo principale, in questo momento é ritrovare mia mamma. Anche se non posso raggiungerla immediatamente, posso provare a esercitarmi come dicono i miei unici amici e avvicinarmi pian piano a lei.

"Voi come fate a sapere tutte queste cose? Chi siete?" mi viene da chiedere all'improvviso,

"Io sono una tua normale compagna di classe e lui é mio cugino, ma ci siamo già conosciuti tanto tempo fa, in questo periodo" ammise Cora, con gli occhi stranamente lucidi.

"Come?" le rispondo stranita,

"Poco fa ti sei chiesta cosa ci facciamo su questo albero... bene... appoggia la mano sul tronco. Non spaventarti per ciò che accadrà" esorta Jeff.

Lo faccio.

Immediatamente il cielo raffigurato nel gioiello diventa rosso, rendendolo incandescente; il mio corpo è bloccato e sento i muscoli bruciare. La stessa sensazione che ho provato nell'incubo.

Sulla parte di tronco che copro iniziano a comparire dei segni incisi, che non riesco però a distinguere.

I vasi sanguigni nella mia mano iniziano a emanare una luce porporea che risale il mio braccio, il mio collo, fino alla tempia. Il sangue sembra fluire unicamente e con potenza in questa direzione.

Non resistendo più al dolore, la mia vista si appanna, fino a che tutto intorno a me, diventa buio.

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❤Un altro capitolo concluso!!❤
Spero di non avervi annoiato dato che é un pelino più lungo, ma era necessario per proseguire.
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