4- LA FESTA
"Su Emma, andiamo a divertirci. Adesso non ci pensare" mi incoraggia Cora.
Afferra il mio braccio e ci dirigiamo nella colossale casa.
All'esterno è totalmente bianca, in legno e il cancello principale evidenzia la sua bellezza.
Dentro, le persone vengono accolte in un'ampia sala, con tanto di tappeto blu; alzando lo sguardo, due scalinate in legno di colore mogano, portano ai piani superiori.
É presente un eccessivo numero di persone, che invade ogni spazio: da come vestono, pare che non ci sia un solo ragazzo che non provenga da una famiglia agiata.
Bevono, urlano, fumano, ridono.
Non sono sicura di resistere a lungo in questo ambiente.
Arriviamo ad un bancone addobbato in maniera pacchiana, sopra al quale vengono offerti cocktail di ogni genere; di fronte ad ogni bevanda é presente un piccolo cartellino con scritto 'Alcolico', oppure, 'Analcolico'.
Cora riempie il suo primo bicchiere con un piccolo mestolino.
Inizio ad avvertire sete anche io, perciò cerco con lo sguardo una bottiglia d'acqua, ma non c'è.
"Ehi bellezza, ti piace questa festa?" sento una voce provenire alle mie spalle,
"Oh si grazie.. solo che sono appena arrivata.." rispondo ad un ragazzo alto e dallo sguardo poco convincente,
"Vuoi che ti mostri le stanze di questa casa?"
"No, grazie, non so nemmeno chi sei"
"Ma io so chi sei tu. Comunque, mi chiamo Lucas"
Detesto questa situazione, non sopporto l'atteggiamento che le persone stanno assumendo nei miei confronti.
"Piacere mio Lucas, però adesso devo raggiungere una mia amica",
ma senza ascoltare ciò che gli ho detto, mi porge un bicchiere del quale ignoro il contenuto.
"Ecco a te, non fare complimenti"
Prima che lo possa prendere, senza intenzione di berlo, si intromette Cora:
"Ehi ragazzi, cosa state combinando? Devi scusarci, ma adesso dobbiamo andare, vedi, lei é la mia ragazza, siamo lesbiche, perciò smamma." afferma in tono divertito.
Lesbiche?
Il ragazzo si allontana, lasciandosi alle spalle un semplice "fate come vi pare".
Saliamo le scale ed entriamo nella toilette.
"Non dicevi mica sul serio?" le chiedo stranita,
"Ma cosa dici? Era solo un modo per fargli capire che non aveva speranze!" confessa sollazzata,
"Ma che... scema sei! Secondo te posso berlo?" le domando dubitante,
"Assomiglia allo sciroppo all'anguria, non è forte, ma non consumarlo tutto, sai che non ti conviene"
"Cora, questa situazione sta diventando pesante... Io non ricordo quasi nulla e nessuno... e il fatto che tutte queste persone assumano nei miei confronti atteggiamenti menefreghisti o deridenti mi fa sentire indesiderata, come un pesce fuor d'acqua",
"Ehi! Sei solo al primo giorno, non abbatterti così, e comunque hai trovato me. Basterà lasciar passare un po' di tempo e nessuno ci penserà più",
"Cos' è che tutti sapete, ma non dite? Nemmeno i miei genitori vogliono spiegarmi cosa ho combinato: 'lo ricorderai con il tempo, non affrettare il tutto', dicono. Siamo da sole ora! Dimmelo almeno tu! Ti prego.." la scongiuro
"Emma io, non so se sono la persona adatta..."
"Ma perchè non capite la mia frustraz.." le rispondo, alzando il tono, ma sono interrotta da una terza voce,
"Ragazze, non è permesso salire al piano di sopra. Lo avete letto il cartello? E soprattutto non voglio litigi, che poi iniziano le risse e tutte quelle cose lì, che ti fanno mettere in punizione dalla mamma e dal papà. Chi siete?"
"NON girarti" sussurra Cora, di fronte a me,
faccio ciò che mi dice.
"Scusaci tanto, avevamo bisogno solo di un po' di privacy. Adesso ce ne andiamo"
"Oh ciao Cora, come stai?" la ragazza ha riconosciuto la mia amica,
"CORA?! La riccia che ha difeso oggi Emma?!" riconosco immediatamente questo acuto e i miei muscoli si pietrificano,
"Come sarebbe a dire Emma? Ma, aspetta, quella Emma? E' tornata e non mi hai detto nulla Britney?"
"Già, hai ragione Jessy, ma oggi era il tuo compleanno e non volevo tirare fuori l'argomento..", le due ragazze iniziarono a parlare, ignorandoci, al che Cora disse:
"Adesso noi ce ne andiamo, non vogliamo creare altri disagi"
"No, ferma lì, tu e la tua amica ci dovete delle scuse! Sia per essere salite qui, sia per aver difeso quella stronza di Emma!" ci aggredisce Britney,
"Prima la ragazza che non ci ha ancora rivolto la parola" continua Jessica,
"A chi hai dato della stronza?!" mi giro di scatto più nervosa che mai, e continuo,
"Senti TU! Non so che diamine ti ho fatto per essere trattata in questo modo e, finchè nessuno me lo dirà, tu non ti devi permettere di trattarmi così!"
Non faccio in tempo ad esaminare la situazione, che sento prima un suono e, successivamente, un bruciore seguito da formicolio sulla mia guancia.
"Come puoi dire che non sai niente?!" urla in tono isterico,
"Calmati Britney! Non è il caso, adesso vanno via".
Ancora incredula ed ammutolita, tento di portarmi a peso morto verso l'uscita del bagno. A fianco alla porta vedo un cestino e alzo il bicchiere con l'intenzione di svuotarlo lì dentro, ma..
"NO! Ti sei permessa di entrare qua dentro e adesso sprechi anche ciò che ti abbiamo offerto? Ora non esci di qui finché non lo bevi tutto!" mi impone, con tono imperativo,
"Non può! Lo bevo io per lei" Cora si avvina, ma Jessica la blocca al muro retrostante,
"Scusami Cora, ma è meglio così, ha bisogno di sfogare tutto il suo odio"
"Non posso.. io..."
"BEVILO! BEVILO! BEVILO!" Britney mi scaraventa con energia contro il lavandino ed io, non sapendo se meritarlo o no, inizio a berlo. Un sorso, due sorsi, tre, quattro.
"Se ti stacchi dal bicchiere giuro che ti arriva un calcio sull'addome"
"Smettila adesso! Non vedi che lo sta già facendo?" mi difende Cora,
Finalmente l'ho finito, ma lo sento bruciare nel mio stomaco vuoto.
"Potete andare schifose. Non mettete più piede qua dentro".
Cora mi aiuta a scendere le scale, ma ad ogni gradino avverto sempre di più nausea e la testa inizia girare.
Usciamo in giardino, ci sediamo su una panchina e vedo la mia amica digitare qualcosa sul telefono, dopodiché,
"Emma! Che ti prende? Resisti ancora un po'"
Non mi rendo più conto di dove sono e ho perso il senso del tempo.
Ad un certo punto sento qualcosa sollevarmi con facilità e stringermi. Vedo una persona, è un ragazzo, con degli occhi freddi come il ghiaccio.
Il rumore di un'auto messa in moto.
Infine buio.
SPAZIO AUTRICE
SALVE A TUTTI! MI SCUSO PER IL RITARDO, MA MI SONO CAPITATI NUMEROSI DISASTRI IN QUESTI GIORNI, COME LA SUBLUSSAZIONE AL GINOCCHIO DESTRO (+_+).
SPERO CHE ANCHE QUESTO CAPITOLO VI PIACCIA!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! FATEMELO SAPERE CON UNA STELLINA OPPURE UN COMMENTINO! GRAZIE A TUTTI COLORO CHE MI SEGUONO E CHE CONTINUERANNO A FARLO!!
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