3- LA FESTA

QUESTO CAPITOLO SARÁ DIVISO IN DUE PARTI

Siamo arrivate a casa da appena cinque minuti e Cora ha già iniziato ad osservare, correre ed introdursi in ogni angolo del salone, situato nell'entrata, come se non ne avesse mai visto uno.
Nel momento in cui i suoi occhi incontrano qualcosa, che ritiene interessante e assolutamente utile alla specie umana, esprime una raffica di domande e complimenti, per poi passare all'oggetto seguente.
Al che, un po' infastidita ma al contempo divertita dalla sua invadenza euforica, la fermo nel momento in cui inizia ad aprire in maniera casuale le porte.

"Hai una casa enorme!! È magnifica, Emma! Fammi restare qui per sempre!" mi dice nel frattempo che scaldo le lasagne,

"Ma tu fai sempre così nelle case altrui?" ribatto dilettata,

"Oh, scusa, hai perfettamente ragione. E'che non mi controllo quando sono particolarmente contenta!" spiega ilare.

Forse le manca la sua casa, avrebbe bisogno di ritornare in un ambiente familiare: magari per i weekend potrebbe venire da me.

"Ti va allora di passare i weekend qui con me?",

"Sarebbe bellissimo, ma vedi.. non posso lasciare Audrey da sola.",

"Beh, potrei chiedere ai miei genitori se accetta entrambe; così andrebbe meglio?"

"Dici sul serio?! Però non sanno ancora chi sono e potrebbero non fidarsi.."

"Tu lascia fare a me!" la rassicuro.

Dopo aver mangiato ci dirigiamo nella mia stanza e Cora inizia a sparpagliare libri, quaderni e appunti sulla scrivania; costringe me a fare lo stesso.

Il pomeriggio fluisce tra spiegazioni infinite ed esercizi di ogni materia.

Cora, ai miei occhi, si profila sempre più una ragazza in gamba e frizzante.

"Io, Emma Colemann, elargisco ai miei genitori il burro d'arachidi che nascondo gelosamente da tre giorni nel comodino, il mio peluches pandacorno delfinoso e ciò che resta della mia paghetta. Adesso potrò morire in pace, senza ripensamenti"attesto ironicamente,

"Sei stanca? Se vuoi ci fermiamo qui per oggi." dice Cora divertita,

"Grazie Dio, che l'hai fatta ragionare!" rivolgo le braccia al soffitto,

"Allora sistemiamo, che ti do una novità"annuncia Cora,

"Di che tipo?"

"Mettiamo in ordine e te lo dirò"

"Ma che fai? Mi tieni sulle spine?"

Io e la ragazza raccogliamo tutti i fogli svolazzanti e li riponiamo negli zaini in breve tempo. Solo alla fine mi accorgo che Cora si è diretta silenziosamente verso il mio comodino, alla ricerca della mia fonte primaria di vita.

"Cooooraaa...? Cosa stai cercando liiii?" pronuncio a voce bassa, per farle presagire che l'ho smascherata,

"Nuuuuullaaaa... eheh" si gira lentamente continuando con la mia stessa intonazione.

"Se ti prendo, ti friggo!"rido.

Ci rincorriamo per tutta casa, fino a quando, distrutte, decidiamo di scagliarci, per modo di dire, sul tappeto della sala e ridere come due cretine.

"Uffa! Volevo solo assaggiarlo!" protesta,

"Si dice sempre così, ma alla fine un cucchiaino tira l'altro, giusto?? Gne gne"

"E va bene, hai ragione. Uh, diamine! Sono già le sei!"

"E quindi?" domando perplessa,

"Allora, adesso tu ti prepari e ti rendi bellissima, perchè andiamo ad una festa di compleanno ed è invitata quasi tutta la scuola compresa la nostra classe. Mi è arrivato un' oretta fa il messaggio. Ci sarà da divertirsi e tu hai bisogno di svagarti. Perciò muoviti"

Ho un déjà vu...

"Non credo che sarei ben accetta.."

"La tua bellezza farà ricredere tutti!" mi rassicura eccitata,

"Non so cosa mettermi!"

"Non cercare scuse!! Hai uno stupendo vestito viol...!"si blocca,

"E tu come lo sai? Non sarai mica andata a curiosare anche nel mio armadio? Sei una monella!" ribatto ironica,

"Eh? aah... sisi ahah, mi hai scoperta di nuovo, accidenti eheh" corrisponde esitante. " Adesso andiamo a prepararci. Mi presteresti qualcosa? Tipo il vestito bianco che... ops ahah di nuovo"

"Si... certo.."

Afferra il mio braccio e mi trascina su per le scale, dirette alla mia camera.

Sembra agitata e non ne comprendo il motivo, mi fido di lei e la trovo una persona piacevole. Forse dovrebbe darmi fastidio la sua sfacciataggine, ma c'è qualcosa in Cora che mi rassicura tremendamente.

Ci vestiamo e trucchiamo.

Cora indossa il mio abitino bianco panna: è corto e le arriva appena sotto la metà della coscia. Ha una sola spallina decorata in pizzo che le risalta occhi e lentiggini, inoltre la forma ondulata fluisce con i suoi pazzeschi ricci. La restante parte del vestito è attillata fino ai fianchi, mentre la gonna poggia, morbida e serpenteggiata, sulle sue gambe. Le dona moltissimo e non posso fare a meno che invidiare il suo fisico. Io invece vesto il mio abito preferito: è viola sulla fascia che avvolge il seno, arricchita da piccoli fiorellini bianchi e azzurri; la luce che colpisce il tessuto lo illumina creando delle sfumature di colore più chiaro, ma sfavillante; la gonna è, invece, molto ampia e semplice, giunge appena sopra al ginocchio, con un modesto merletto, il resto di essa è attorniato da un velo lilla.

"Emma, ma sembri una modella, anzi no, una principessa!" le brillano gli occhi,

"Ma non dire scemenze, potrei dire cento volte la stessa cosa di te" smentisco,

"Tra l'altro, come ci arriviamo? E' lontano?"

"Ci accompagna Byron Collins, è un nostro compagno di classe"

"Ma non avevi detto che doveva venirti a prendere tuo cugino?"

"No, gli ho detto di venire al ritorno"

"Certo che deve avere pazienza, con una cugina come te" la provoco,

"E con questo cosa vorresti dire?"ribatte scherzosa.

Una volta arrivato Byron, saliamo in macchina e scopriamo, con enorme sorpresa, che all'interno è presente anche Audrey.
Dopo le dovute presentazioni partiamo.

Byron è un ragazzo decisamente carino: è biondo, con gli occhi scuri e i suoi vestiti eleganti mettono in risalto il fisico magro e muscoloso. L'unico difetto è che è un po' bassino. Audrey, al contrario è slanciata e bella come la sorella, danno l'impressione di essere gemelle, se non fosse che tra le carte d'identità, sono presenti due anni di differenza.

Arrivati al luogo della festa, ci ritroviamo davanti un' enorme villa, con tanto di piscina e DJ;
mio malgrado scopro che il compleanno è della migliore amica della ragazza con la quale ho avuto quel piccolo scontro questo pomeriggio: Britney Hill.

"Forse è il caso che tu non beva cocktail questa sera; hai appena concluso il periodo di riabilitazione post-coma e l'alcol non aiuterebbe il recupero della tua memoria" mi consiglia Cora,

"Non ti conviene nemmeno avvicinarti troppo a Britney e alla sua amica Jessica: potrebbero non accettare la tua presenza qui o non averti perdonata" aggiunge Byron,

"Perdonata? Ma io non l'ho fatto apposta a pestarle il piede!" ribatto, convinta che si riferisca a ciò che è accaduto quest'oggi,

"Eh? Quale piede? Ma no, io mi riferisco a quello che hai fatto circa tre mesi fa. Voglio dire, non so bene la dinamica di quella situazione, ma mi hanno detto che è stata colpa tua"

"Che ho fatto, Byron? Io non ricordo! E non ricordo nemmeno Jessica e la sua amica!"

SPAZIO AUTRICE

Ed eccoci al terzo capitolooo! Come detto all'inizio, questo sarà diviso in due parti a causa dei numerosi eventi che farò capitare, per far iniziare bene la storia.

SPERO CHE VI PIACCIA ANCHE QUESTO CAPITOLO! SE VOLETE LASCIATE UN COMMENTO O UNA STELLINA O UNA CRITICA :) Alla prossima!♡♡♡

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