13- UN BACIO PER CAPIRE

CIAO FAMIGLIA! AL FONDO DEL CAPITOLO C'È UNA NOTIZIA BOMBA PER TUTTI VOI! 🎊MA FORSE AVETE GIÀ INTUITO QUALCOSA DAL VIDEO SU IN ALTO! ❤😄

Quelle labbra fredde si separano lentamente dalle mie, ma gli occhi di Jeff, altrettanto glaciali, le fissano con insistenza.

"Sei un mostro", accenno con voce sommessa, per poi allontanarlo con veemenza e dirigermi rapida verso la porta.

"Basta scappare. E' proprio perché avevo il terrore di cosa avresti potuto ricordare che non volevo dirti tutta la verità, ma tu non mi hai lasciato scelta. Avevi bisogno di sapere e stavi male, cosa potevo fare? Non sono più un mostro." cerca di chiarire seguendomi,

"Mi fidavo di te, di tutti voi, ma adesso non ne voglio più sapere. Non cercarmi mai più. ", affermo con decisione,

"Deduco che hai rimembrato solo pezzi negativi del passato. Emma presto o tardi ricorderai ogni cosa e non la penserai più in questo modo.".

Questa frase mi incuriosisce a tal punto da farmi voltare istintivamente, ma Jeff è sparito.

Passeggio tra stradine mai viste mentre immagini scollegate scorrono nella mia testa, che inizia a pulsare sempre di più.

Scene di violenza, corpi agonizzanti, urla di dolore e una risata malefica di una figura da me conosciuta, fa da sfondo a tutto questo.

Un bacio per capire?
La mia vita si è trasformata in un groviglio complicato e prepotente di situazioni surreali; come un bambino viziato, che urla, schiamazza e rompe tutto ciò che trova finché non ottiene il giocattolo bramato, rendendo l'ambiente circostante un disastro cronico.

Ogni passo è più pesante, ogni suono diventa insopportabile e come in un ciclo vizioso la mia mente rievoca ombre deformate.
Ombre che hanno una sola cosa in comune: sono state assassinate da lui e marchiate da un sorriso scolpito con il suo coltello, lungo le loro guance.
Vittime innocenti che chiedono aiuto.

Perché vedo tutto questo? Cosa c'entro io?

Jeff, un serial killer dichiarato che irrompe nella mia vita fingendo di conoscermi, di essermi amico e di volermi bene.

E Cora? Lei lo sa, giusto?
Dovrei contattare la polizia?

Decido di chiamare mio padre, prima di fare qualsiasi altra cosa.
Dopo aver preso in mano il cellulare però, scorro la rubrica e in una frazione di secondo i miei occhi leggono 'Mamma'.

Mi manca da morire.

So di non poterla riportare qua con la collana, per il fatto che ho desiderato che se ne andasse lontano mentre dormivo, in modo inconscio. Ciò non può essere annullato.

La chiamo.

Uno squillo, un'altro, un terzo e così via fino al quinto.
Sento un respiro dall'altra parte, è pesante e anonimo.

"Mamma?" domando con voce tremante e stringendo con entrambe le mani il telefono; sperando in una risposta,

"Mi spiace, ha sbagliato numero. Io non ho figli", riattacca.

È la sua voce. Ne sono sicura.
Perché ha detto che non ha figli?
Provo a richiamarla, ma non risponde, così le lascio un messaggio in segreteria:

"Ho bisogno di te", urlo e non appena termino la frase, le lacrime invadono il mio volto.

Piango, camminando tra le vie buie della città, senza una meta, senza voler tornare a casa, con il mal di testa e ricordi orribili che non accennano a smettere di tornare a galla.

In preda alla disperazione chiudo gli occhi con forza, riuscendo quasi ad avvertire ogni piega che si viene a formare sulle mie palpebre e prendo una decisione che forse mi costerà cara: da questo momento non esprimerò mai più un desiderio.

Afferro il ciondolo, lo strappo con forza dal mio collo e lo lancio mantenendo gli occhi serrati.
Dopo averli riaperti m'impongo di non cercarlo con lo sguardo e corro dolorante e senza una meta precisa, finché non raggiungo una piazzetta.

È piccola e illuminata dalle forti luci dei lampioni, che tingono la strada e gli edifici di un arancione sfumato, a mio parere tetro.

Una piccola fontanella spenta occupa con grazia il centro della zona e poche, se non pochissime persone, per lo più adolescenti, ridono e scherzano in gruppo, passeggiando o stando seduti sulle panchine.

Continuo nel mio girovagare mentre controllo l'ora: le quattro e dieci del mattino.

Tra un'ora esatta dovrò essere a casa, o mio padre scoprirà che sono uscita di nascosto.

Mi dirigo verso una rapida discesa con l'intenzione di trovare una fermata dell'autobus, ma invano.

Così entro in un bar alla mia destra per chiedere informazioni . È abbastanza vuoto e silenzioso, ma accogliente.

"Ehi, bella signorina cosa posso portarti?", domanda il barista,

"Nulla grazie, purtroppo non ho il portafoglio con me e devo raggiungere casa, ma non so quali autobus passano a quest' ora.", ammetto imbarazzata avvicinandomi al bancone,

"E cosa ci fai qui da sola? Non ti sarai mica persa?", il barista ha un'aria gentile e adesso incredula,

"Purtroppo si, ed è strano perché non penso di essere particolarmente lontano da casa.", continuo, mentre osservo le mani del signore preparare un bicchiere con acqua e menta,

"Tieni. Offre la casa.", me lo porge facendomi l'occhiolino, "Dove abiti?",

"Grazie. A Fort Lawton in Discovery Park. Nel distretto storico nazionale delle case di Seattle." , spiego sorseggiando la bevanda fresca,

"Accidenti! Quelle case sono meravigliose. Comunque tesoro, sei finita nella periferia e distante solo tre chilometri da casa. Mi sembra strano che tu non conosca il posto.". Poi guarda il suo orologio da polso: "So che la linea 23F porta li e passa tra 10 minuti esatti a una fermata qua vicino."

In poco tempo mi descrive la strada ed esco dal locale, dopo i dovuti ringraziamenti.

Inizio a seguire le indicazioni fornitemi, quando tre ragazzi fischiano e urlano 'Ehi bella', per attirare la mia attenzione.

Li ignoro senza guardali, ma sento dei passi svelti avvicinarsi alle mie spalle.

Svolto immediatamente l'angolo e mi nascondo dietro una colonna a muro, con la speranza che si arrendano.

"È sparita!", afferma una voce brilla,
"Dai John lascia perdere, sei ubriaco, magari aveva fretta",
"Si avete ragione. Simon torniamo alla nostra panchina".

Li sento allontanarsi e non appena ne sono certa esco dal mio nascondiglio.

"Immaginavo fossi li", una voce mi sorprende e mi giro di scatto; un ragazzo alto e magro mi sorride,

"Ian! Che stai facendo?", urlano i suoi amici,

"Dai vieni", dice afferrandomi la mano e iniziando a correre.

"Devi andare da qualche parte?", chiede con il fiatone, ma sempre con il sorriso in volto,

"Alla fermata più vicina per la linea 23F", rispondo dubitante.

"Perfetto", sentenzia svoltando a sinistra.

Raggiungiamo la destinazione e con il fiatone ci sediamo sulla panchina.

"Grazie..", balbetto,

"Lo sai cosa fa un orso su un iceberg?", domanda guardandomi, "rompe il ghiaccio".

La battuta più stupida che potessi sentire. Ma la sua espressione così buffa e divertita mentre mi tende la mano, mi fa scoppiare in una fragorosa risata.

"Sei serio?", ironizzo,
"Almeno ti ho fatta sorridere. Comunque dovrei ringraziarti io, non ne potevo più di stare con quei due rincoglioniti mezzi ubriachi. Dove devi andare?", mi spiega,

"Devo raggiungere Fort Lawton in Discovery Park."

"Ottimo, avremo 20 minuti per conoscerci", dice mentre allunga lo sguardo alle mie spalle per avvertirmi dell'arrivo del pullman.

Sembra un ragazzo frizzante e senza cattive intenzioni, così animata dal fatto che considero lui probabilmente come l'unico elemento positivo e simpatico che abbia incontrato oggi, decido di stare al gioco.

Nel tragitto scopro che è un artista perché ama scrivere canzoni e disegnare; ha un gatto di nome Giotto e abita non troppo lontano da casa mia.

Di me racconto poco e alla domanda: 'Cosa ci facevi li da sola?', invento una situazione a caso.

Circa a metà strada, siamo seduti a conversare interessati, quando un dolore lancinante pervade la mia gamba destra: sento le ossa sgretolarsi ripetutamente, arrivando quasi a toccare il mio ginocchio, la sofferenza è tale da farmi perdere completamente i sensi.

L'ultimo ricordo che ho, è lo sguardo di Ian, preoccupato e stupito come me.

(NOTIZIA RIMOSSA IN QUANTO IL CONCORSO È STATO CHIUSO)

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(Per chi non sapesse cosa è Telegram: è un' app gratuita e il gruppo a cui accederete dalla mia bio è un posto dove posso scrivere solo io e vedrete i miei disagi quotidiani! Con l'aggiunta di spezzoni inediti della storia MWS (questa). Sarete sempre aggiornati su ogni cosa! Spero vi faccia piacere! Partecipate in tanti e facciamo crescere la family😀)

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