~Lu E La Strega~
Questa storia parla di una strega, ma inizia grazie al piccolo Lu, bambino condannato fin dalla nascita a causa del suo aspetto.
Lu era amato dalla madre mortale, donna di fede ed amorevole che lo considerava come la sua piccola luce, ma abbandonato da suo padre, creatura maligna ed oscura che aveva rubato l'ingenuità della povera donna.
Era nato incompleto, non era né un umano, né un demone, ma viveva comunque in quell'equilibrio costante grazie alla protezione dell'unica persone che lo amava, almeno finché la morte non la portò via da lui.
Lu non aveva neanche 9 anni quando vagò da solo per il mondo; con il suo aspetto, nessuno si avvicinava, nessuno lo aiutava, nessuno lo voleva.
Un giorno, dagli altri bambini e ragazzi vagabondi, abbandonati sulla fredda strada, ma dall'intelletto fino e la mano lunga, sentì grazie alle sue grandi orecchie che la città di nome Niifer, la vita era migliore.
Strade illuminate da strani alberi con appese pietre luminose, l'aria così pulita che ricordava una fragranza di arance, nessuna povertà, nessun odore marcio, e la cosa che più aveva attirato Lu era che tutti potevano percorrere quelle strade.
Non importava chi fossi, di che razza o religione facessi parte, lí eri accettato per quello che eri.
E tutto ciò era grazie a Tiresio Niifer, lo stregone che aveva fondato quella città in una piccola isola lontana e irraggiungibile, che con l'aiuto di un'altra strega di nome Gorwel, con un incantesimo avevano ampliato quel terreno creando una nazione ed eretto ponti per legarlo alle regioni circostanti.
Sembrava così magnifico, così incredibile, che il piccolo Lu non poté fare a meno di non andare a vedere di persona.
Si incamminò, accompagnato solo da quella speranza di libertà, ricercando la pace che aveva perduto.
Arrivato al ponte, si disse che le descrizione che aveva sentito dai ragazzini di strada non potevano racchiudere quella maestosità fatta di legno e di marmo; un ponte talmente lungo di cui non si vedeva la fine, calpestato dalle più variegate razze e maghi.
Lu, incerto, si incamminò verso Niifer, percorrendo quella linea dritta ed immaginaria che si era creato...
Ma non ricevette l'accoglienza sperata.
Esattamente come tutte le altre città, Lu era quello indesiderato, non aveva cognome, non aveva soldi, non aveva una storia, lui non era nessuno e nessuno lo voleva come aiutante o garzone.
Quella città era sicuramente più bella, ma era come tutte le altre... con gli stessi abitanti...
Tranne per una persona.
In un giorno dove il cielo piangeva per il piccolo Lu, ormai stremato e abbandonato in un angolo, una donna si avvicinò per osservarlo meglio.
Non era impietosita, non era addolorata, non era commossa.
Era solamente curiosa.
Osservò quel bimbo, quella tonalità bluastra, quel color cobalto che risaltava sui capelli color del grano sporco. Poi studiò quelle orecchie da pipistrello, grandi e sensibili ad ogni rumore.
Alla fine posò il suo sguardo sull'occhio destro, dal quale nasceva una brutta cicatrice che fortunatamente non aveva rovinato l'occhio color verde smeraldo.
La donna si avvicinò ancora di più, cercando di non spaventarlo, lo coprì dalla piaggia con il suo ombrello e lo riscaldò con il suo caldo mantello.
Il piccolo Lu non si mosse, rimase impietrito da quella signora, da quella dama così gentile, ma soprattutto rimase sbalordito dallo scintillante vestito che indossava, o era lei stessa ad emanare luce?
Non rispose alla sua ingenua domanda che svenne con l'immagine della signora che chiamava un'altra persona, che diceva qualcosa, e che venne preso in spalla e portato dentro una carrozza.
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