~L'urlo~

-Ehi Lu, devi preparare la valigia.- disse Altea non appena scese le scale, incontrando Ludwing.

-Quale valigia? – chiese allora preoccupato… non è che mi stanno cacciando? Si domandò.

-Tu non lo sai perché sei nuovo, ma ogni mese, abbiamo una settimana libera. La strega adesso non vuole che gironzoliamo per casa. “Cose da fattucchiera”.

Altea sorrise a quella frase detta con una vocetta strana.

-Anche la gioielleria è chiusa e Tictock messo a dormire, quindi sei libero anche tu.

Ludwing rimase un momento fermo a riflettere. Lui non aveva altro posto che quella casa, dove diavolo poteva andare? Rivivere di nuovo per strada? Davvero la strega non aveva pensato a lui?

-La signora Gorwel ha detto che puoi venire a stare da me se vuoi. La mia famiglia è tranquilla, è ad un giorno di…

-Scusa Altea… ma…

L’ultimo dei suoi desideri era quello di vivere una settimana con degli sconosciuti che lo osservavano per il colore della pelle.

-Ma…. Mi sono appena ricordato che avevo già preso accordi con Danfilio. Si, ora ricordo…

-Va bene, forse è anche meglio. Siete diventati molto amici voi. Io vado, ci vediamo mercoledì prossimo.

Salutato Altea, girando l'angolo Lu incontrò inevitabilmente Danfilio e Gascon con le loro valige.

-Ehi eccoti qui. Piccoletto, lo sai che sarai libero per sette giorni? Che farai questa settimana? Io porto Gascon nella mia città… se vuoi puoi venire anche tu! Così ti faccio finalmente assaggiare quella pinta!

-Emh… grazie Danfilio, - disse alzando le mani Ludwing.

-Ma… avevo promesso ad Altea di andare da lei, voleva farmi conoscere la sua famiglia.

-Ah…. Quanto vorrei conoscere anche io la sua famiglia! Però per altre vie, non so se mi spiego. – Danfilio diede una gomitata a Gascon che accennò a malapena ad un ghigno.

-Veramente no.

-Vabbè, noi andiamo prima che perdiamo la nave, ci scriviamo va bene? Fammi sapere se la mia nuova suocera è un’arpia.

Ludwing salutò Danfilio e Gascon…
Rimase finalmente solo… e lo preferiva mille volte. Aveva proprio ragione la strega… si rimane da soli nella vita, ed era meglio abituarsi a questo fatto. A lui non dispiaceva finché c’erano i libri a fargli compagnia. Avrebbe cercato di non fare rumore, era abbastanza bravo in questo, con le sue orecchie avrebbe percepito la presenza della strega e nascosto prima che lo scoprisse.

Avrebbe vissuto quella settimana in quel modo, di nascosto… era quasi un gioco per lui.

La casa era stranamente silenziosa, neanche una mosca volava quel giorno. Finito l’ennesimo libro sull’astrologia, Ludwing pensò al povero e solitario rapace. Chip era sicuramente nella sua stanza a morire di fame, pensando ciò, andò in cucina, staccò una coscia di pollo e girovagò per la casa.

Entrò nella camera di Chip, e si stupì di non trovarlo appollaiato sul suo trespolo.

All’improvviso, un urlo agghiacciante gli perforò le orecchie facendogli cadere il pezzo di pollo.

Cosa era stato? Ludwing si era come pietrificato ed il suo sangue fermato. Aveva sentito bene? Ovvio che aveva sentito bene! Aveva delle orecchie grandissime che potevano…

Un altro urlo, questa volta sembrava più uno sforzo.

Era la strega. Maire era in pericolo.
Dopo quel pensiero, il suo sangue ripartì più veloce che mai. Lui si mosse, corse ad una velocità di cui non credeva essere capace ed in un baleno si precipitò nel luogo dove aveva sentito l’urlo.

Era in una stanza grande, circolare, le finestre oscurate da pesanti e nere tende. Era buio, ma Ludwing poteva vedere benissimo la scena che era davanti.

La strega era al centro della stanza, seduta, ma digrignava i denti e le vene le stavano pulsano sulla fronte.

Sembrava facesse uno sforzo sovrumano… ed alla fine comparve.

Ludwing sentì una gran pressione sulle sue spalle, tanto da farlo accasciare terra. I suoi muscoli si irrigidirono, ed i suoi peli si rizzarono. Il suo istinto urlava pericolo a pieni polmoni, voleva piangere dalla paura, ma soprattutto per la sensazione di non capire cosa stesse succedendo.

Alla fine la paura si trasformò… in rispetto… cosa diavolo significava?

-È… è il mio re…

Ludwing si avvicinò a gattoni, passo dopo passo, la sua fedeltà verso qualcuno che mai aveva conosciuto stava prendendo possesso di lui. Si sentiva più forte, più libero, ma allo stesso tempo doveva cedere tutto se stesso a lui…

-Ludwing!

La strega urlò verso di lui risvegliandolo.

-Vattene via subito o giuro che stavolta…

Qualcosa uscì dal pavimento. Un essere oscuro, nero quanto la pece, ricoperto di piume e pelliccia si fece avanti dalle assi di legno. Aveva le corna lunghe ed affusolate, la stanza si ricoprì dell’odore dello zolfo.

La creatura si girò verso il bambino… occhi grandi e rossi lo guardavano.

-Lu… Ludwing… aiutami.

Il ragazzino… era cambiato. Il sangue gli ribolliva, le ossa si rafforzavano e cambiavano forma mentre i suoi denti si affilarono.

-Aiutami…

Ludwing allungò la mano verso quell'essere…

-Adesso basta! Mi hai stufato una volta per tutte!

Dalle braccia di Maire comparvero delle catene che imprigionarono la creatura. Rantolò in una lingua strana, grottesca e il pavimento lo stava risucchiando.

-Da bravo. So che fa male, ma devi rimetterti a dormire. – disse la strega digrignando i denti e concentrandosi.

Il mostro cacciò un ultimo urlo… e poi di nuovo silenzio.

Le catene erano sparite, il mostro non c’era più.

Ludwing era a terra, stremato che a malapena respirava. Aveva male dappertutto, soprattutto le ossa e le articolazioni gli dolevano sotto la pelle. Si girò verso la strega, anche lei a terra.

-Mia… mia signora?

Ludwing non ricevette risposta… c’era troppo silenzio.

-Maire!

Non ascoltando il dolore, Ludwing si avvicinò e girò il viso della strega. Era pallida e i suoi occhi non lo guardavano. Il battito… non c’era.

Le lacrime uscirono fuori.

-No! Non puoi farmi questo! Non puoi lasciarmi anche tu! Io ti odio! No… Non voglio stare solo… ti prego…

-Hai strappato la camicia… ormai non è più utilizzabile… peccato, ti stava così bene.

Il battito era ripartito.

-Sei viva!

-Ovvio, - disse alzandosi in piedi a fatica.

-Tu che diavolo ci fai qui! Questa è la mia settimana libera da voi scocciatori!

Ludwing si tranquillizzò, era tornata la solita strega.

-Cosa… cosa era quello?

-Di nuovo con le domande? Comunque non ti consiglio di muoverti più del dovuto.

-Perch… argh!

Il dolore mangiò quella domanda. Sentiva ancora dolore dappertutto.

-Ovvio che ti senti male… prima ti stavi trasformando in un demone completo. Ed ora la trasformazione a ritroso… beh… posso prepararti qualcosa per il dolore….

-Ma cosa diavolo era…

-A domani le domande! Oggi riposo, e vedi di ritornare più umano possibile.

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