~Il Primo Lavoro~
Nessuno aveva detto niente, tutto era stato deciso.
Il piccolo Lu avrebbe vissuto a casa Gorwel, una villa immensa con infinite stanze, segreti, ed una storia di più 100 anni che solo quelle pareti potevano raccontare.
Una villa grande, ma vuota, abitata solamente dai servi, fra cui una cameriera molto cordiale di nome Altea che si occupava delle faccende domestiche, il cuoco di nome Danfilio, tanto bravo a preparare i piatti quanto a corteggiare Altea, difatti Lu aveva avuto molti problemi di stomaco quei giorni, ed un orco alto due metri e dieci di nome Gascon, addetto alla manutenzione ed al giardino.
Adesso c'era anche Lu in quella strana combriccola, il che non fu strano per gli altri.
Si sapeva che Maire Gorwel si circondava di demoni, come servitori personali, cioè, quando andava a fare compere e qualcuno gli doveva tenere la borsa e faccende simili.
L'ultimo a ricoprire questo ruolo, un demone bicentenario caduto in disgrazia più di cento anni fa a causa di una battaglia persa, aveva abbandonato alzando le mani, urlando che Maire a cui non gli andava mai bene nulla e che non ne poteva più.
Il piccolo Lu rimase sorpreso da ciò... un lavoro così all'improvviso! Era una manna dal cielo... in compenso.
-Lu è troppo breve come nome, da oggi in poi ti chiamerai Ludwing.
-Come scusa?
-E non avrai una paga, almeno finché non raggiungerai un età adeguata per compiere dei veri e propri lavori. Per il momento sarai il mio schiavetto personale, ma i tuoi compiti saranno estremamente semplici.
Maire, dopo essersi messa del rossetto e sistemato i capelli, accompagnò il piccolo Lu, ormai battezzato Ludwing, in una stanza buia.
-Ma a me piace il nome Lu, mia madre dice che significa luce e...
-Non mi interessa cosa dice tua madre, ora ci sono io, e ti chiamerai Ludwing. Fine della discussione.
Maire scostò decisa delle pesanti tende per illuminare la stanza. Molte gabbie erano accatastate in un angolo, dalle varie misure ed al centro, silenzioso e forse addormentato, un maestoso è corvino volatile era al centro appollaiato e legato ad un palo.
Le sue piume erano nere e lucide, mentre il suo becco arcuato ed affilato. L'unica cosa che stonava era il collare con un fiocco rosa.
-Ma perché dovrei cambiare nome?
Scocciata da quella situazione, Maire schioccò le dita più volte davanti al viso del bimbo.
-Adesso non è il momento delle lamentele, c'è in cucina una cassetta apposta per questo che non revisiono mai. Ora stammi bene a sentire.
Gli posò un libro fra le mani, abbastanza vecchio ed impolverato.
-Sai leggere?
Ludwing accennò di sì.
-Bene, vedi quel pennuto lí?
In quell'esatto momento, l'animale si svegliò e si pulí le penne, per poi osservare i due visitatore e, Ludwing poteva giurare, sbuffare e girarsi dall'altra parte.
-Lui è Chip. È antipatico, ed è soprattutto violento; trovi tutto quello che devi sapere in questo libro. Stai attento, ai tuoi predecessori ha staccato più dita lui che.... Non mi viene in mente nessuna battuta. Peccato che erano umani e non gli ricrescevano ahahah.... Comunque ho dovuto riaggiustate tutto io. Non chiedere, tanto sangue e spreco di tempo. Allora; tu ti occuperai di lui. Ora devo andare, ho altro da fare.
La strega finì quella valanga di parole e se ne stava andando dalla stanza.
-Ah! Ha fame, dagli da mangiare.
E Ludwing la vide andarsene insieme a quel tacchettio provocato dai tacchi.
Il piccolo Ludwing rimase fermo, forse non avendo capito cosa stava davvero accadendo.
Da che era un vagabondo, ora era uno schiavo, o meglio, una balia di uno stupido uccello.
Uno stupido e pericoloso uccello che già lo stava guardando male, spaventandolo e facendolo nascondere dietro il libro.
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