La strega era molto agitata.
Entrava ed usciva dal salotto, metteva un oggetto sul tavolino ed usciva, rientrava, vedeva l'oggetto, e lo toglieva per rimetterlo apposto nell'altra stanza.
-Metti su l'acqua per il tè...- ordinò Maire a Ludwing.
-E nel vassoio metti anche la boccetta azzurra, a lui piace corretto il suo tè... E credo che anche io ne avrò bisogno.
Era veramente agitata, a tratti stizzita, questo ospite doveva essere un vero scocciatore.
-Se è agitata... Perché non predice il futuro per capire se quest'incontro andrà bene?
-Oh, ma che rivelazione!
Disse in modo sarcastico Maire neanche voltandosi.
-Potrei utilizzare uno dei miei cristalli per capire come andrà questo schifo di giornata! Peccato che grazie a Illy non posso! Quella strega mi ha maledetto e non posso sapere nulla su cosa mi accadrà e...
Maire si fermò. Alle volte, quando era agitata, aveva questo strano vizio di dire tutto quello che pensava, anche le cose più segrete che doveva tenere per sé.
-Tu non hai sentito nulla! Comunque i soldi... Si, dovrebbero stare lì dentro... Le pietre, si eccole...
-Chi è l'ospite che sta per arrivare? - si azzardò a chiedere Ludwing.
Lei sospirò, stanca e nervosa, -Sta arrivando il mercante dai mille oggetti. Alastor. E come ogni anno è puntuale come un orologio.
Maire non aveva mai parlato dei suoi occhiali, ma grazie al diario, Ludwing sapeva che la strega poteva osservare le persone grazie a quell'oggetto creato grazie alla pietra stellare, rubato al re dei demoni. Sicuramente, con gli occhiali, aveva visto che stava arrivando il mercante.
E riguardo il mercante, Ludwing non lo aveva mai sentito nominare. Nel diario di Maire era apparso due volte, accennato, e Ludwing non sapeva nient'altro. Doveva avere molti anni se non si sbagliava. Poi si fermò un momento, stranito da ciò che aveva appena sentito.
-Arriva ogni anno?... Si sta per caso sbagliando? Ricorderei una persona così particolare.
-No, Ludwing, io non sbaglio mai, ho sempre ragione. Sei tu che lo scordi ogni volta.
La strega era come distratta e faceva avanti e indietro nella stanza.
-Questa sceneggiata l'avremmo fatta più di 10 volte. Tu che fai le tue stupide domande su Alastor, ti chiedi perché non te lo ricordi, ti dico che è una magia, tu chiedi perché non vuole farsi ricordare ed io ti rispondo male per evitare la domanda. Quest'anno salterei completamente questa patetica conversazione, dato che sono veramente stufa.
Ludwing rimase in silenzio con le domande già divorate dall'impazienza della strega.
Quindi questo fantomatico mercante lo aveva già conosciuto... E non se ne ricordava.
-Potrei almeno sapere che persona è, in modo tale da comportarmi di conseguenza ed evitare sorprese?
Maire rise, - Ah ah, ti sembrasse facile. Alastor è andato di testa, di sorprese oggi ne mostrerà parecchie! È eccentrico, imprevedibile. Per non parlare che è l'uomo più ricco del mondo intero e va in giro come un barbone! L'anno scorso aveva quella strana acconciatura che sembrava avesse un nido di uccello in testa... Mi davano proprio l'idea di sporco e... È arrivato.
Maire girò sui tacchi e si avviò alla porta.
-È perfino più ricco di lei?
Maire sorrise forzatamente, come se quella storia non le piacesse per nulla.
-È doppiamente più ricco di me.
Il campanello suonò, Ludwing si avvicinò alla porta e l'aprí.
Davanti a lui, un enorme zaino dalla moltitudine di tasche quasi lo aveva soffocato. Il gigante si girò e si rivelò essere un uomo normale, alto poco più di Ludwing. Aveva i capelli lunghi e luminosi quanto i raggi solari, il sorriso facile ed una corporatura robusta da viaggiatore. Peccato che sembrava essere appena tornato da un paese primitivo, alcune ciocche dei suoi capelli erano annodati sembravano tronchi, ma adornati da gioielli luminosi. L'abbigliamento faceva intravedere troppa pelle, e Ludwing si chiese se l'uomo più ricco del pianeta non avesse mai comprato una camicia.
-Salve piccolo Lu, ti sei fatto più alto.- disse scompigliandogli i capelli.
-Eh no, anche questa volta niente camicia, ti prometto che il prossimo anno la metterò.
Ludwing si stupì sgranando gli occhi. Doveva stare attento, quell'uomo leggeva nel pensiero.
-E no, non leggo nel pensiero, è che me l'hai già detto più volte!
Il mercante sembrava di casa, girò ad un corridoio e stava per abbracciare Maire quando lei lo fermò all'istante.
-Non ti azzardare nemmeno.- enunciò sorridendo. Quanta fatica stava facendo.
-Chissà da quale paese sudicio sei scappato...
-Uno che credo tu conosca molto bene, era vicino al villaggio di Querver, nel continente Memeric...
Lei sorrise, ma una note di fastidio macchiò quella recita.
Si accomodarono in salotto dove il tè era già pronto, Ludwing lo servì e si mise in disparte.
-Come vanno le cose, strega Gorwel? Ho saputo che quest'anno...
-Bando ai convenevoli. Credo che tu sia un uomo impegnato, Alastor, sarebbe meglio passare subito agli affari.
Da dietro il divano prese la valigetta che aveva preparato un momento fa, sostenendo che c'erano i soldi all'interno, e la consegnò all'uomo.
-Metà come al solito?
-Come al solito, io ho sempre rispettato il patto.
-È per questo che sei la mia cliente preferita. Come va con l'anello?
Maire si tolse il guanto sinistro e mostrò l'anulare. Era un anello che Maire non aveva mai tolto, con una fantasia che ricordava una catena.
-Durerà ancora per molto tempo. - sostenne Alastor.
-Ed anche gli occhiali mi sembra, non li usi molto spesso eh?
Ludwing, solo in parte aveva capito quella conversazione.
Sapeva che le stelle, le pietre magiche dal quale scaturiva la magia, potevano durare per un certo periodo di tempo, e poi diventavano solo polvere. Quella persona, Alastor, doveva essere un esperto in materia, e forse era un mercante proprio di stelle e manufatti magici.
-E sono anche uno strabiliante astronomo e cartografo, ma, come al solito, non lo dire in giro.- disse dal nulla Alastor facendo l'occhiolino a Ludwing. Il ragazzo fece fatica a nascondere il disagio.
Maire riattirò su di sé l'attenzione.
-E dimmi, fantomatico astronomo, quando sarà la prossima pioggia di stelle che devo rifornire il negozio.
-Oh, vuoi anticipare la concorrenza, che furbetta. È proprio scaltra la tua padroncina.
Disse sorridendo.
-Molto presto, ma prima... Ho una cosa davvero molto importante da farti vedere... Una sorpresa, e so che voi le amate. Una gallina che ti sorprenderà.
-Le "galline" che hai tu poche volte mi interessano, voglio più che altro materie prime per...
Alastor rise tirando fuori una sorta di voliera dal suo zaino e l'appoggiò sul tavolino.
Maire era confusa e guardava la gabbia e l'uomo allo stesso momento.
-Pensavo fosse una metafora. Hai davvero appena messo una gallina sul mio tavolo da tè?
Alastor alzò il coperchio... Ed una gallina attirò l'attenzione di tutti i presenti. Se era uno scherzo, Ludwing non ne capì l'iralità. Stava per avvicinarsi quando si accorse che la strega era immobile a guardare la gallina.
-Non... Non è possibile.
-Ed invece lo è, l'ho trovata nel continente Memeric, proprio vicino a Querver, non ti dice nulla?
Maire guardò Alastor per poi ripuntare i suoi occhi sull'animale.
Ludwing si avvicinò di poco, gli sembrava una gallina normale, ne aveva ammazzate molte in cucina... Ma poi lo colse, uno sbrilluccichio, una scintilla luminosa.
-È una stella... E si sta muovendo sul mio tavolino da tè. Non è mai stato documentato! Le stelle o sono...
-O sono liquide come il mercurio, solide come la pietra o copiano un oggetto già preesistente... Questa stella, quando è caduta, ha preso le sembianze di una gallina. E adesso è una gallina vivente.
-Non... Non è possibile, è una sorta di scherzo o...
Alastor la interruppe di nuovo, si chinò in ginocchio e prese la mano di Maire, lanciando una proposta che avrebbe cambiato ogni cosa.
-Questa gallina va in una sola direzione, va verso nord, sicuramente vuole raggiungere un punto preciso di questo mondo e adesso ti chiedo... Vuoi tu, Maire Gorwel, seguire questa gallina e scoprire dove sta andando?
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