Mail-Order-Fairy

Ci sono molti modi per non sentirsi soli.

Leggi club i più disparati per passatempi i più vari - ad esempio.

Piccoli branchi di umani si ritrovano ogni domenica nel grande parcheggio del Baumann's, in fondo alla Woodruff, con i portabagagli delle loro automobili spalancati, per bullarsi a vicenda su quanto poderosamente spinga il loro nuovo sub-woofer. Roba da spenderci tre settimane di paga.

Forse però non sta scritto in cima alle tue aspirazioni il circondarti di questa varia umanità. Non sono le camicie a quadroni, i jeans slavati e sudici di terreno, sudore, grasso di motore, i dettagli evidenziati a doppio tratto nella lista dei desideri.

Nemmeno le bottiglie di birra stappate a morsi.

Nemmeno il marrone denso dei boli di tabacco risputato per terra.

Le donne che frequentano il parcheggio di Baumann's - un numero decisamente più alto di quello che la descrizione media lascerebbe supporre - non le trovi nella lista.

Dare una chance al calendario degli appuntamenti della Chiesa dell'Unione Metodista?  La sera, a "Oltre il ponte dell'arcobaleno" c'è pieno di gente che ha ancora bisogno di una mano a elaborare tristi storie come la dipartita di Reddyred - pesciolino rosso di settantotto giorni accidentalmente bollito da una distratta proprietaria troppo addormentata per distinguere il rosso dal blu nelle operazioni del cambio acqua. Carla Sanders frequenta "Oltre il ponte dell'Arcobaleno" il sabato e "Alcolisti anonimi" il lunedì. Non chiedete il senso, in un paese di ottocento abitanti, dell'aggettivo anonimi. Non chiedete se l'immagine rappresentata nel disegno che Carla Sanders ha appeso al muro della sala di catechismo in cui si tengono gli incontri corrisponda davvero al ritratto fedele del suo Malph, asino europeo con complessa distrazione delle sei vertebre toraciche. Carla frequenta gli incontri del lunedì per una ragione. Carla beve ancora troppo. Carla mescola birra e ansiolitici con troppa leggerezza; non esiste un asino con la coda arcobaleno. Con tutta probabilità, però, non è con una zitella acida che hai programmato di presentarti dietro i vetri del portico di casa dei tuoi per la cena del Ringraziamento.

Ci sono i social network. Che solitamente funzionano attraverso un rapporto diretto tra l'utente medio e tutta una lista di persone - c'è scritto bene: persone - che l'utente medio dovrebbe conoscere. Brutto affare se il quotidiano esercizio della solitudine impoverisce la lista dei contatti, limitandola ai più stretti familiari.

Leggi famiglia nucleare.

Leggi figlio unico.

Leggi un cugino solo. L'unico cugino: quello che qualsiasi sano di mente incoronerebbe vincitore nel contest provinciale per il coglione burino più credibile. Quello a cui, pure il giorno del matrimonio, la madre non trovò complimento migliore da fare se non "Sembri uno scaricatore di porto!"

La voce applicazione per cuori solitari sta nascosta da un tratto di penna bic passato e ripassato, fino quasi a strappare il foglio. Coi soldi che costa ci si paga una timbrata a settimana con Molly Mae che vende anche il sedere nella sua baracca con patio in Johnson Lane. Un grosso compromesso con l'estetica, certo. Almeno, un contatto - nel senso più fisico del termine - che sappia di vero. Che odori di vero. No: Teen Spirit non c'entra. Leggi sudore tra le chiappe.

Molly Mae, anche per meno di quanto intasca per dare via più o meno ogni orifizio, ci starebbe a presentarsi mano nella mano, sul patio dei tuoi, per la cena del Ringraziamento.

Non era una qualsiasi nell'insiemistica delle puttane da due soldi la voce scritta sulla lista sotto gli occhi, vero?

No, ma...

Il Salvatore deve tutta la sua fortuna, in termini di marketing, ai modi incredibili e inaspettati in cui compare. Quelli della Chiesa dell'Unione Metodista ripetono che si tratta di una luce che s'irradia dalle vetrate a mosaico proprio dietro l'altare. Potrete trovare tracce di Salvatore sui fondi di una serie di bottiglie, nei serbatoi di una serie di condom annodati e lasciati a marcire sull'asfalto, nelle confezioni a tenuta stagna per i rifiuti ospedalieri speciali che conservano il pessimo male che qualcuno si è appena fatto tirare fuori.

Il Salvatore può comparire anche sul vostro browser di ricerca, sulla colonna destra del vostro social network preferito, quando ormai l'inizio del film del Ringraziamento che vi aspetta è l'immagine della vostra tormentata solitudine che cerca di districarsi l'ingarbuglio nervoso di dita dietro la schiena, sul patio della casa paterna.

Il Salvatore lampeggia dentro gli strass di una scritta in font "Gingerbread House" pt.14 effetto glitter. Il Salvatore si scrive Ordine e fa capolino tra le parole Posta e Fatina. Il Salvatore è l'evoluzione non troppo terrena del servizio di matrimoni via posta che ogni anno porta dentro i confini un numero non meglio precisato di signorine ucraine, bielorusse, russe, armene e georgiane. Il Salvatore è il catalogo di tutta una serie di splendori con educate orecchie a punta, abitini, bacchette e boccucce a cuoricino che solo su richiesta possono essere ordinate con l'aggiunta di ali di farfalla - solitamente vengono proposte senza per evitare incidenti e problemi ai varchi doganali. Il Salvatore fluorescente ha tinto i caschetti, le treccine, i tuppi, dei toni evidenziatore del rosa, del verdino, del celeste - o azzurro?

Il Salvatore, più di tutto, porta in dote la promessa di un diritto di recesso entro quattordici giorni: soddisfatti o rimborsati. Il Ringraziamento, ora, sta all'angolo opposto del ring, a ondeggiare e mulinare pugni con le sue troppe libbre e i suoi troppi piedi in più di quanti io ne possa sfoggiare. E poco sopra quel colosso spaventoso, il countdown grida che mancano otto giorni e spiccioli. Otto giorni e spiccioli al patio, alle nocche sulla porta a vetri, a madre, padre, zii e cugino zotico che fanno bella mostra di sé nella tragica foto presagio della famiglia attorno alla tavola imbandita.

Attorno al tacchino ripieno che, chissà per quale ragione, ha il culo trasbordante rivolto verso l'obiettivo.

Ci sono molti modi per non sentirsi soli.

Adesso, però, l'unico che davvero mi venga in mente è il tasto che implora disperatamente di essere cliccato sulla videata comparsa dopo aver aperto la finestra sulla colonna destra.

Scegli-La-Tua-MailOrderFairy.

Tutto quel che dovrei sapere sulla Fatina a domicilio sta scritto in una pagina densa di contenuti che si chiama Tutto-Quello-Che-Vuoi-Davvero-Sapere-Sulla-Tua-Fatina-A-Domicilio. I dettagli sono importanti. Soprattutto quando una brochure digitale ti ricorda che stai leggendo proprio quella pagina perchè sei davvero intenzionato a sapere "tutto quello che c'è da sapere sulla tua fatina a domicilio".

Si chiama indicizzazione: il Salvatore ne sa di come si vende.

Ci sono molti contenuti interessanti.

Informazioni che i canali di divulgazione scientifica scelgono di non trasmettere. A ben guardare, però, nemmeno nei libri di Melissa Marr ci stanno illustrati tutti, ma proprio tutti, questi dettagli.

Si finisce per scoprire cose incredibili. Come che nella regione di Fairyland che va sotto il nome di HoneyFall le fatine sfrecciano con in spalla ali di ape, sfoggiano vitini di vespa e hanno mohicane con zebrature gialle e nere. Le fatine che hanno in testa caschetti azzurri sono quelle che vengono da Mermaidiana.  Fanno invece al caso di erotomani in cerca di una compagna di giochi esotica le fatine provenienti da Obscuria. Ali da pipistrello agganciate a corsetti in latex, tacco e plateau vertiginosi - trasparenti. Maestre di tutta una serie di servizietti niente male, bussano alla porta con due trolley. In uno c'è tutto l'armamentario per il depravato tipo. Non so se davvero chiunque vorrebbe cliccare e dare il consenso all'apertura di una foto catalogata come contenuto per maturi e consapevoli.

Prima di farlo, non avevo mai visto un dildo borchiato a forma di pugnale tattico.

Il sorriso di una MailOrderFairy con le freccine verde acido è quello che mi ha conquistato. Tutte le nozioni apprese nella pagina dedicata alla popolazione di Wonderdome mi ha convinto che doveva essere davvero la scelta giusta.

Le fatine di Wonderdome sono solo alla ricerca di un uomo buono, con una vita normale. Non dovrebbe trattarsi di pubblicità ingannevole. Anche quando la brochure assicura che il valore più importante è l'amicizia. Ed il compromesso è l'arte che esercitano meglio.

Anche a letto: c'è scritto chiaro. Proprio così.

Una goccia gelata sulla schiena, di solito, arriva a gridarti nelle orecchie che non hai ancora raggiunto il piede di pagina. Quello in cui di solito stanno scritti i prezzi accompagnati clamorosamente dagli avverbi solo-solamente-appena. Quello in cui, in caratteri illeggibili, ci sono le condizioni generali di contratto - sempre peggiori di ogni drammatica aspettativa. Il dildo della fatina di Obscuria vi ricorda qualcosa?

Millequattrocento dollari!

Solo millequattrocento dollari?

Sono appena l'accantonamento per il fondo sanitario del prossimo semestre.

I calcoli possono sempre farsi rapidi quando di mezzo ci sono più di cinque giorni di vantaggio tra la fine della cena del Ringraziamento e la scadenza del diritto di recesso.

Il Salvatore è quel click. Quel click sul box Ordina.

Il Salvatore è quel preciso scampanellio l'attimo dopo che fornisci il consenso all'operazione sulla tua carta di credito.

Il Salvatore è la silhouette nel satin del vetro sulla porta d'ingresso. Quelle treccine sparate sulle spalle. Il frullo d'ali che si intravede poco sopra le clavicole. Il Salvatore è il sorriso incastrato tra le labbra carnose che profumano anche a distanza di lecca-lecca alla mela. Il paio di occhi verde evidenziatore che ti fissa languido mentre una voce - che non sai da dove esce perchè sei perso nel fosforescente di quegli occhi - ti chiede se sei proprio tu quello che ha ordinato una Mail-Order-Fairy.

Il Salvatore sono le gocce di sudore di umano e fatina che si mischiano mentre le mani si cercano, si trovano, si aggrovigliano. Il Salvatore sono i piedini di lei che si fanno punte per issarsi ad altezza del tuo naso per incrociarsi e spiegarti che - esattamente come gi eschimesi - pure gli esseri fatati che vivono a Wonderdome si scambiano teneri baci così.

Questa è la parte della storia in cui le parole Troppo-bello-Per-Essere-Vero dovrebbero risuonarmi da qualche interfono divino dritte nella testa. Ma è anche il momento del film in cui lei tira fuori da un invisibile e magico spazio tra le ali dietro la schiena un moog intero di crema fredda cacao e cocco e con un dito m'impiastriccia la punta del naso.

Di colpo sa di vero tanto quanto quello di chiappone sudate di Molly Mae.

Stringo quelle mani. Stringo quelle mani e tiro a me la fatina dai capelli verdi di cui ancora non so il nome e la sollevo in un dolcissimo, delicatissimo abbraccio. Rotazione, come fossimo uno splendido fantastico corpo celeste. Rotazione seguendo l'orbita di un amore che di colpo si inventa concetti come sincerità, colpo di fulmine, amore della mia vita. Rivoluzione che dimentica tutti i piani fatti sul diritto di recesso e tutte le ragioni fondamentali per cui una assicurazione sanitaria è l'unica cosa che conti davvero nel paese dove vivo. Fino a che non siamo ai piedi del letto. Fino a che non copro imbarazzato la schermata della tv ventotto pollici gelata sul fermo immagine di uno sconquassante amplesso anale.

Il Salvatore, adesso, è la fantastica arte del compromesso in cui le fatine che arrivano da Wonderdome sono maestre. Il Salvatore è il suo perdono scherzoso, il suo sorriso gentile, la sua complice espressione maliziosa quando suggerisce che per quello, proprio per quel preciso "quello", c'è tempo. E chiarisce per una volta definitivamente a cosa si deve l'espressione Mano-Di-Fata. A cosa si deve l'espressione Boccuccia-Di-Fata.

E decidi che la solitudine può restare fuori della porta.

Come tutti i dettagli su quel che succede da quel momento fino a mattina tra le lenzuola del letto - che hanno decisamente visto tempi migliori.

Solitudine è la curiosità di chi legge e resta a bocca asciutta, come nelle recensioni che si lasciano su certi portali per dare un voto alle prostitute di cui ci si innamora.

"Quel che è successo è stato troppo bello per raccontarlo qui..."

Quel che il Salvatore di solito non ti racconta è che certe salvezze hanno la pessima abitudine di correre veloci. Certi incredibili istanti di gioia diamantina hanno il bruttissimo vizio di procedere per immagini sfumate, scenette in cui si inciampa con il sorriso inebetito perchè lo sguardo resta perso nei dettagli di zucchero e miele dell'attimo precedente.

Sei lì che ti godi i suoi trentadue denti scintillanti tra labbra di mela verde mentre prepara i pancake con indosso solo il grembiulino sexy della prima colazione che scopri essere la divisa nazionale delle MailOrderFairy di Wonderdome - almeno la prima mattina dopo la prima notte.

Sei lì che ti chiedi quanto sia bello guardare un film sul divano, se gli addominali flaccidi che hai sotto la maglietta sono il cuscino preferito per quella testolina e quelle treccine fosforescenti.

Sei lì che ti domandi se avessi mai sognato una doccia a due così perfettamente perfetta - anche chiusi in un box di plastica e finto vetro zigrinato, con tanto di evidenti macchie nere di muffa sulle guide e tra le fughe delle piastrelle.

Sei lì che vivi La-Tua-Storia con tanto di maiuscole a corredo e credi già di sapere che esiste - deve esistere - una soluzione per rimettere da parte in un mese e mezzo i millequattrocento dollari per la assicurazione sanitaria perchè tu quel diritto di recesso non vuoi più esercitarlo.

Sei lì, con gli occhi persi in quelli di lei quando squilla il telefono.

E sul display si manifesta l'apparizione mariana del volto di tua madre.

Chiede solo, soltanto, la conferma che ti presenterai sul suo patio, all'ingresso di casa sua, solo come sempre.

È il momento in cui ti godi il silenzio di diciotto secondi, dall'altro capo della comunicazione, sapendo bene che quel silenzio non è una interferenza o la ricezione del tuo cellulare crollata sotto il minimo sindacale.

È il momento in cui tua madre, dall'altra parte, affoga in una ridda di dubbi senza risposta, domande che non sa se può fare, punti interrogativi che zittiscono esclamazioni - forse premature - di gioia.

"Va bene... Vi aspettiamo, allora!"

Il sorriso della tua MailOrderFairy, quando riagganci e le dici che domani sarà davvero il gran giorno è la ragione per cui vale la pena di rischiare e di ritrovarsi senza assicurazione il giorno in cui una diarrea qualsiasi, ma di quelle particolarmente aggressive, ti sfonderà le budella e ti costringerà tremante a chiamare una ambulanza.

Il sorriso della mia MailOrderFairy, le sue treccine verdi.

Quella certezza al gusto di mela e cannella che non dovrò mai scoprirmi solo.

La consapevolezza che sono finiti i giorni in cui mi chiedo se non sono destinato davvero a farmi piacere l'idea di mettermi in casa una quasi cinquantenne a cui nessuno dedica più un sorriso - nemmeno per sbaglio - da molti lustri prima della menopausa.

La leggerezza con cui penso che finalmente potrò disdire tutta una serie di account premium per la visione totale di tutta una serie di canali variamente indicizzati che spiegano l'accoppiamento tra esseri umani senza passare dalla dicitura "Divulgazione scientifica".

Niente più chiappone sudate di Molly Mae.

Niente più segni della croce, come quando mani decisamente grasse e ruvide mi accompagnavano dietro labbra che sapevano molto più di orinatoio che di dentifricio.

Più di tutto, niente più facce tristi di Ma' o facce severe di Pa' alla solita domanda su quando, esattamente, mi sarei deciso a trovarmi una ragazza.

Una per bene.

Una diversa dalle dodici simil Carla Sanders che ho avuto il pudore di non portare mai a cena.

Una della mia età, a differenza delle Frigide Ancelle che all'età di mia madre non hanno ancora ben chiaro cosa sia un orgasmo clitorideo.

L'avete capito, no?

Una per la quale mai e poi mai tua madre e tuo padre avrebbero storto il muso, turato il naso, scosso la testa con rughe di disperazione ad arare la fronte.

Una da far restare quel coglione burino di tuo cugino con la mascella pendula per tre o quattro giorni. Una che tuo zio e tua zia... Una che tuo zio e tua zia si sognano. Si dovrebbero sognare ogni volta che ripensano alle colleghe di Molly Mae con cui loro figlio si accompagnava.

Chiaro, come concetto, no?

Sono questi i pensieri con cui salgo mano nella mano le scale della veranda della casa dei miei.

Sono queste a grandi linee le cose a cui penso quando sorridendo spicco ancora un bacio alla mia fantasmagorica MailOrderFairy prima di bussare alla porta. Sono le cose cui penso mentre la nascondo con un occhiolino complice dietro la mia sagoma, frapponendomi tra la porta d'ingresso e le sue treccine verdi evidenziatore, i suoi occhi mela, le sue labbra verdi al sapore di cannella ed il ricordo di quanto profumi di buono ogni volta che facciamo l'amore... quanto profumi di buono proprio lì.

Sono le cose che penso, mentre la maniglia scende e apparecchio il miglior sorriso che conosco senza che mi venga nemmeno un minimo dubbio su come la presenterò...

... Perchè solo adesso mi è venuto in mente che non so nemmeno come si chiami, lei, la mia MailOrderFairy di Wonderdome.

Ci pensiamo dopo... i nomi sono solo purissimi accidenti...

Ci sono mamma e papà davanti, incorniciati dagli stipiti in legno della porta.

Ho i loro occhi curiosi davanti, il sorriso di mamma che scoppia oltre le guance e le orecchie, la mano tesa di papà...

È il momento, è il mio, il nostro momento.

Un salto di lato.

Ta-Dàn!

È l'effetto sonoro che mi scappa dalla bocca, l'unico che mi venga in soccorso.

E poi c'è l'espressione di mia madre perplessa.

E poi c'è la mano di mio padre che resta ferma a mezz'aria, indugia lì sospesa, non sa se restare lì davanti in attesa di qualche colpo di scena o tornare in tasca dietro uno sbuffo indispettito.

"Ma ve l'avevo detto che era tutta una cazzata, no? È fuso di testa, quello..."

È la voce di mio cugino, da dentro.

"Ma che cazzo ti dice il cervello? Si può sapere? Ci hai fatto comprare il servizio da otto, lo sai?!" È il rimprovero di mia madre.

C'è qualcosa che non va!

Ti volteresti indietro anche tu, non mentire!

Sì, ma... Dove cazzo si sarà nascosta?

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