Baby Shower - Seconda Parte
·≈· HERMIONE'S POV ·≈·
La festa iniziò ufficialmente quando arrivarono, a poca distanza l'uno dall'altra, Harry con Ginny e il piccolo James, Ron con Tatiana — una collega Auror con cui si era sposato da due anni circa — e la neonata Anastasia.
Mi ritrovai ben presto sommersa da baci, abbracci e congratulazioni.
Vidi con la coda dell'occhio, mentre cercavo di sopravvivere all'abbraccio di Ginevra, Draco portare Daphne al piano di sopra, probabilmente per permetterle di rinfrescarsi e calmarsi.
«Dove hai nascosto tuo marito?», chiese Tatiana, con il suo marcato accento russo, mentre cedeva la piccola Anastasia alle cure di Ron.
«Oh, Draco arriva, credo sia ancora in camera», dissi, scrollando le spalle.
Invitai tutti ad accomodarsi e iniziai subito a parlare con Ginevra del libro sulla maternità che mi aveva prestato, così da includere anche Tatiana, che ero certa le fosse stato imprestato lo stesso volume qualche mese prima di me, nella conversazione.
Harry e Ron stavano intanto facendo giocare James e Anastasia con un giocattolo a dir poco rumoroso, pescato dalla borsa dei giochi che Ginny si portava ormai dietro ovunque, e nel frattempo chiacchieravano animatamente di questioni di lavoro, che ogni tanto attiravano l'attenzione di Tatiana.
Proprio quando stavo per invitare tutti a mangiare qualche snack in cucina, comparve dalle fiamme del camino Pansy Parkinson, tra le braccia aveva un peluche a forma di orsetto con un enorme fiocco sulla pancia e sembrava molto poco felice di trovarsi circondata da ex Grifondoro.
«Pansy!», esclamai, avvicinandomi a lei: «Benvenuta e grazie per il peluche».
La nuova arrivata sorrise appena, ma sembrò tranquillizzarsi quando accanto a me arrivò Draco e la invitò a bere qualcosa in cucina.
Solo in quel momento, quando vidi Draco farmi l'occhiolino e salutare tutti quanti i nostri ospiti con un enorme sorriso, mi ricordai della scommessa, che avevamo fatto la sera prima, e mi ritrovai a sperare che, per quella volta, vincesse lui.
Non perché non vedessi l'ora di prendere un altro gatto, ma perché Pansy meritava un po' di felicità nella vita, così come la meritavano Neville, Padma e Daphne; e se poteva bastare l'aiuto di un amico — l'aiuto di Draco — a fare in modo che potessero sistemare le divergenze e tornare ad essere felici, come potevo non sperare che accadesse?
Seguii i nostri ospiti in cucina, dove il tavolo era stato riempito di biscotti, pasticcini e tartine salate, qualche bevanda analcolica e una bottiglia già iniziata di idromele.
«Scusate, mio padre è passato di qua prima di voi», disse Draco, con un sorriso dispiaciuto in volto.
Notai che Harry fece una piccola smorfia nel sentire menzionare il signor Malfoy, ma non disse niente e si limitò a prendere un biscotto per James e uno per sé.
Mentre intrattenevo gli ospiti, notai Draco prendere Pansy sotto braccio e accompagnala verso le scale, mentre le parlava a bassa voce.
Non avevo idea di quello che le stesse dicendo, ma potevo immaginare che stesse cercando di parlarle di Neville.
Nessuno, oltre a me, sembrò rendersi conto dell'improvvisa scomparse di Pansy e Draco, o, per lo meno, nessuno fece domande al riguardo.
Ginny aveva da poco lasciato le Holyhead Harpies, così da poter dedicare più tempo a James e alla sua nuova passione: insegnare Quidditch privatamente nell'enorme cortile di casa sua a giovani maghi e streghe.
Harry ogni tanto la aiutava, così da avere una scusa per tirare fuori la sua vecchia Nimbus e volare e James, che era ancora troppo piccolo per il Quidditch, si divertiva a guardare i suoi genitori fluttuare aggraziatamente in aria.
Appena chiesi a Ginny della sua nuova passione, la ragazza s'illuminò e iniziò a parlarmene, mentre Tatiana e Ronald si aggiungevano alla conversazione, entrambi a loro volta appassionati di Quidditch.
Tatiana si offrì di dare una mano a Ginny ogni tanto e le due cognate iniziarono a parlare di aprire insieme una scuola per insegnare Quidditch e magari fondare una squadra di giocatori tutta loro.
Harry e Ron sembrarono entusiasti dell'idea delle rispettive mogli e proposero un brindisi, a quella che si prospettava un'interessante collaborazione.
In quell'istante giunse un rumore dal salotto e appena mi affacciai notai il volto sorridente di Neville apparire nel camino, ma prima che il resto del gruppo potesse rendersene conto — erano tutti troppo intenti a brindare e a ridere soddisfatti e orgogliosi della futura squadra di Quidditch, che avrebbero creato e plasmato — Draco comparve dalle scale, afferrò Neville per il braccio e lo trasportò al piano di sopra in tempi record.
«È arrivato qualcuno?», chiese Ron, sporgendosi a sua volta per controllare il salotto.
«Oh, mi era sembrato di sentire qualcosa», dissi, scrollando le spalle: «A quanto pare mi sono sbagliata».
«O forse no», disse Ronald, indicandomi il fuoco verde nel camino.
In quel momento comparve tra le fiamme il corpo minuto di Luna, seguito subito dopo da quello di Blaise.
Sorrisi felice e andai loro incontro: «Benvenuti, cominciavo a pensare che aveste avuto un contrattempo!»
«Blaise ha avuto un'emergenza e ha dovuto aiutare una mamma ippogrifo a partorire», disse Luna, sorridendo serena, mentre appoggiava il pacchetto del loro regalo insieme al cumulo di altri doni sul tavolino del salotto: «Hermione, sei sempre più bella!», aggiunse.
Scoppiai a ridere: «Sempre più enorme, vorrai dire», la corressi, accarezzandomi pensosamente la pancia: «Ho dimenticato ormai che aspetto hanno i miei piedi».
Zabini rise della mia battuta: «Scommetto che Draco, ovunque sia in questo momento, fatichi comunque a toglierti occhi e mani di dosso».
Mio marito scese in quel momento le scale e ci raggiunse con un sorriso malizioso in volto: «Un giorno, Blaise, dovrai spiegarmi come fai ad essere sempre inopportuno».
Il moro scoppiò a ridere e salutò Draco con un abbraccio: «Allora, medimago, come va il lavoro?»
«Sono un pozionista, più che un medimago, e lo sai benissimo», rispose lui, invitando il nuovo arrivato a bere un bicchiere di burrobirra con lui.
Rimasta con Luna e il resto del gruppo, invitai tutti ad accomodarsi in salotto; chi occupò il divano, chi prese delle sedie dalla cucina, chi occupò le poltrone.
Mentre Ginevra e Tatiana continuavano a parlare della loro nuova squadra di Quidditch e Ron ed Harry di lavoro e figli, ebbi la possibilità di chiedere a Luna come stessero andando i preparativi per il matrimonio.
«Oh, bene bene, in realtà se ne sta occupando molto più Blaise di me, io mi sto dedicando al mio nuovo libro e lo aiuto solo quando proprio non posso farne a meno. La prossima settimana però credo che andrò a vedere per il mio abito da sposa, la data del matrimonio è sempre più vicina e non posso permettermi di arrivare all'altare senza un abito bianco, Blaise non me lo perdonerebbe mai! Ti andrebbe di accompagnarmi?»
«Certo, volentieri! Hai già un'idea su che abito comprare?»
Luna scosse la testa e sorrise: «No, vedremo poi sul momento cosa attirerà la mia attenzione».
Sentii un forte rumore provenire dal piano di sopra e il mio sguardo corse subito a cercare il volto di Draco, che trovai accigliato a pochi passi dalle scale.
«Vado a controllare che vada tutto bene», disse, prima di salire i gradini due alla volta.
«C'è qualcuno di sopra?», chiese Harry, sistemandosi gli occhiali sul naso.
«Penso che Draco abbia chiuso nella stessa stanza Pansy e Neville».
«Neville? Quando è arrivato?», chiese Ron, con la fronte aggrottata, mentre Ginny scoppiava a ridere: «Ancora vi divertite a creare coppie?»
Sollevai le spalle e sorrisi: «Draco si diverte a fare Cupido».
«Cupido? E chi è?», chiesero Ronald e Tatiana insieme, facendomi ricordare che i maghi ne sapevano ben poco delle divinità mitologiche romane.
«Si diverte a formare coppie», spiegai, con un sorriso indulgente sulle labbra.
In quel momento dal camino emersero le figure di Calì e Padma Patil, che vennero accolte calorosamente dal resto degli invitati riuniti in salotto.
Ricevetti da entrambe un pacchetto e un caloroso abbraccio, poi le accompagnai in cucina, seguita da Luna e Blaise, per permettere loro di servirsi da bere e prendere qualcosa da mangiare.
«Padma, potrei parlarti brevemente?», chiese ad un certo punto Blaise, indicandole con il capo le scale: «In privato».
L'ex Corvonero annuì e seguì il moro.
Osservai la scena con una punta di curiosità, poi mi resi conto che Draco doveva aver chiesto una mano a Zabini per il suo piano malefico e sospirai.
«A quanto pare il mio futuro marito e il tuo continuano ad essere complici», disse Luna, scuotendo sconsolata la testa.
«Complici?», chiese Calì, con espressione curiosa.
Le spiegai brevemente il piano di Draco e la ragazza scoppiò a ridere: «Se Malfoy dovesse riuscire a far ragionare mia sorella, meriterebbe una medaglia. Ho provato anche io a parlarle, ma dice che non capisco e che non capirò mai. Invece capisco benissimo che ha paura di dire ai nostri genitori di essere innamorata di un'altra strega perché teme il loro giudizio, ma dovrebbe imparare a godersi la vita!»
«Un po' come fai tu?», le chiesi, alludendo agli anni in giro per il Mondo e alla sua nuova marca di profumi che stava avendo un enorme successo.
Calì sorrise e annuì: «Esatto! Un po' come faccio io; deve buttarsi, altrimenti si ritroverà piena di rimpianti tra qualche anno e chi dovrà sopportare le sue lamentele e i suoi musi lunghi? Io».
Luna le diede subito ragione e Calì, con un bicchiere di idromele in una mano e un pasticcino nell'altra, sembrò prendere un'improvvisa decisione: «Vado a dare manforte a Malfoy, sento che potrei fare la differenza: quando si tratta di mia sorella so quali sono i suoi punti deboli».
Senza darci la possibilità di poter dire altro, ci abbandonò in cucina, dirigendosi con passo spedito al piano di sopra.
«Speriamo che nessuno si faccia male là sopra, Padma aveva un paio di Mantrigli sulla spalla», disse Luna, con le labbra arricciate per la preoccupazione.
Incerta se chiedere a Luna di spiegarmi ancora una volta cosa fossero i "Mantrigli" o se limitarmi a darle ragione, dissi un semplice: «Già», sperando che potesse bastare.
Quando tornai in salotto, accompagnata soltanto da, Ron e Harry mi chiesero dove avessi perso le gemelle e Zabini e dovetti ammettere che sembravano esser stati tutti quanti risucchiati nel piano di Draco.
Anastasia, che si era precedentemente addormentata tra le braccia del papà, scelse proprio quel momento per risvegliarsi e Tatiana interruppe la chiacchierata con Ginny, per recuperare la bambina e allattarla.
«Anastasia è come un orologio babbano», disse Ron, sorridendo intenerito: «Ogni quattro ore piange perché ha fame».
«La notte deve essere un incubo, allora», disse Ginny, lanciando un'occhiata colma di compassione a Tatiana: «James sembrava voler sempre giocare e mai dormire, un po' come adesso, solo che quando sono neonati e hanno tutta questa energia, sono difficili da gestire».
«Appena ha iniziato a camminare, però le cose sono andate meglio», disse Harry, lasciando un buffetto sulla guancia alla moglie: «Ora si stanca più facilmente, basta lasciarlo libero di correre in giardino».
Ginny annuì e sorrise: «Un mese fa l'abbiamo trovato addormentato tra i tulipani, tutto pieno di terra: la parte difficile è stata fargli il bagnetto».
«Sì, ricordo», disse Harry, ridendo divertito.
Si sentirono voci concitate al piano di sopra e dopo poco Draco, Blasie e Calì tornarono in salotto.
«Come sta andando la missione?»
Draco mi raggiunse e scosse il capo: «Non bene temo», borbottò, lasciandomi un bacio sulla fronte: «Sono testarde, l'unico tranquillo è Neville».
«Hanno caratteri forti», dissi, accarezzandogli il braccio: «Ma se ce l'abbiamo fatta noi, penso che ce la faranno anche loro; hanno solo bisogno di un po' di tempo».
«Concordo, ecco perché ho chiuso a chiave Padma e Daphne in camera nostra e Neville e Pansy nella stanza degli ospiti».
«Hai fatto cosa?», chiese Harry, sconvolto, mentre il resto degli ospiti scoppiava a ridere.
«Oh, Draco», dissi in un sospiro, prima di dirigermi verso le scale: «Andiamo a liberarli, non mi sento a mio agio all'idea di avere delle persone prigioniere in casa mia».
«Ci penso io», disse Draco, bloccando la mia avanzata, prendendomi per un braccio: «Tu pensa ad aprire i regali, ci penso io ai nostri ospiti difficili».
Mi lasciai convincere e mi sedetti sul divano, lanciando una veloce occhiata alla figura di Draco che scompariva su per le scale.
Ero abbastanza certa che non si sarebbe arreso così facilmente e che avrebbe trovato un altro modo, per spingere le due coppie al piano di sopra a parlare sinceramente e ad appianare ogni lite.
«Prima il nostro!», urlò Ginny, prendendo un pacchetto dal cumulo di doni e porgendomelo con un sorriso a trentadue denti.
Il regalo di Harry e Ginny conteneva un buono per un negozio di giocattoli di Diagon Alley e un pacco da venti pannolini magici riutilizzabili, facilmente pulibili con un "gratta e netta" e perfetti per non inquinare l'ambiente.
Il presente di Ronald e Tatiana si rivelò essere una scacchiera magica giocattolo, fatta apposta per permettere ai bambini di giocare e divertirsi.
Il pacchetto di Luna e Blaise conteneva invece l'intera serie di libri per bambini scritti da Luna negli ultimi anni, dove i protagonisti delle storie erano Gulippe, Gorgosprizzi, Mantrigli e altre creature, al resto del mondo invisibili, che Luna sembrava essere l'unica in grado di vedere. Quei libri illustrati stavano avendo un enorme successo e Luna doveva spesso girare le librerie di tutto il Regno Unito e l'Irlanda per presentare la sua serie.
«Mi è stato detto che sono perfetti per far addormentare ogni bambino», disse la scrittrice, attirando l'attenzione di Ginevra, che disse di voler provare a comprarne uno o due e vedere se avrebbero potuto far addormentare anche il piccolo ed energico James.
Hermione stava per aprire l'enorme pacco che le era stato consegnato dai suoceri, quando un rumore di passi sulle scale la fece voltare.
Draco, seguito da Neville, Pansy, Daphne e Padma, si unì al resto degli invitati che stava assistendo all'apertura dei regali.
Daphne aveva tra le mani una bottiglia di idromele vuota e faticava a reggersi in piedi, per questo Padma la aiutava, tenendole un braccio intorno alla vita, accanto a loro, Pansy e Neville si lanciavano ogni tanto qualche occhiata veloce, che non riuscivo in nessun modo a decifrare, indecisa se fosse complicità o imbarazzo.
Aprii il regalo del signori Malfoy e rimasi senza parole alla vista del cavallino a dondolo in legno, magistralmente dipinto che si trovava all'interno.
«È bellissimo», mi lasciai sfuggire, cercando con lo sguardo Draco, che sembrava stupito e affascinato da quel presente quanto me.
«Se avevo dei dubbi prima, ora non ne ho più: appena diventeranno nonni perderanno quel minimo di ragione che gli è rimasta: questo cavalluccio deve essere costato una fortuna!», disse mio marito, raggiungendomi per osservare più da vicino il regalo.
«Sembra che i signori Malfoy non vedano l'ora di diventare nonni», disse Blaise, con gli occhi sbarrati.
«Mamma, anche io», disse James, gli occhi puntati sul cavalluccio e le mani protese, pronte ad afferrarlo.
Harry lo prese prima che potesse saltare sul giocattolo e gli disse che se si fosse comportato bene, gliene avrebbero comprato uno uguale.
Ginny lanciò uno sguardo allarmato al sentire quelle parole e cercai di tranquillizzarla, dicendole che avremmo potuto prestarglielo qualche volta.
Il regalo successivo era da parte di Neville.
Appena lo spacchettai una piccola smorfia mi comparve in viso: «Mancava effettivamente un giocattolo rumoroso», dissi, osservando tutti i colori di quello xilofono per bambini.
«È incantato in modo che i genitori possano scegliere se sentire o meno il bambino giocarci», spiegò Neville e Draco, accanto a me, tirò un sospiro di sollievo: «Meno male».
«Avete già aperto il mio regalo?», chiese Daphne, biascicando appena, ancora sorretta da Padma.
«No», la tranquillizzai, prendendo successivamente il pacchetto dai colori sgargianti che aveva portato lei, al cui interno c'erano delle tutine invernali e un biglietto da visita del negozio in cui erano state comprate, nel caso avessimo voluto cambiarle.
Gli ultimi regali si rivelarono essere, oltre al peluche da parte di Pansy, un puzzle, da parte di Padma e un soggiorno in un lussuoso albergo a Saint-Vincent, in Italia e due ingressi per le terme magiche del posto, da parte di Calì, che immaginava avremmo avuto bisogno di una fuga dopo le prime settimane da neo genitori.
Ringraziammo uno ad uno i nostri ospiti per quei bellissimi regali e mi preoccupai di spedire subito un biglietto ai signori Malfoy, per ringraziarli del generosissimo cavalluccio in legno, facendo sapere loro che ci era piaciuto molto.
Trascorremmo il resto del pomeriggio tra la cucina e il salotto, chiacchierando affabilmente tra di noi.
Draco non tentò più di rinchiudere i nostri ospiti nelle stanze al piano di sopra e, ben presto, ogni tensione sembrò svanire.
Daphne si addormentò mezza sdraiata su Padma sul divano e rischiai di piangere, quando notai il modo inconsapevolmente dolce con cui Padma accarezzava, ogni tanto, i capelli di Daphne o il suo viso arrossato per l'idromele.
Scoprii Neville e Pansy appoggiati al bancone della cucina che parlavano a bassa voce, durante una delle mie veloci capatine a rubare qualche stuzzichino o dolcetto. Non li disturbai in nessun modo e mi limitai a prendere da mangiare e tornare subito in salotto.
Luna chiese anche a Padma, Ginny, Tatiana e Calì di accompagnarla a scegliere l'abito da sposa la settimana successiva e decidemmo ben presto di organizzare un'intera giornata di sole donne.
Blaise iniziò poi a lamentarsi dei troppi dettagli che c'erano da stabilire nell'organizzare un matrimonio e Calì si offri di dargli una mano, dato che il suo sogno era sempre stato quello di essere una wedding planner.
Durante una delle mie numerose fughe in bagno, incrociai Pansy e senza pensarci, la invitai a chiacchierare brevemente da sole.
«Volevo chiederti scusa per il modo in cui si è comportato Draco, mi aveva detto che voleva provare a far parlare te e Neville, ma non avrei mai immaginato che il suo "piano" fosse quello di chiudervi in una stanza a chiave».
Pansy scrollò le spalle e sorrise appena: «I modi di Draco sono sempre poco delicati, ma forse era quello di cui avevo bisogno».
«Quindi stai bene? Va tutto bene?»
Pansy annuì e osservò brevemente il suo riflesso nello specchio del bagno: «Sì, Granger, sto bene. Prima o poi avrei dovuto parlare con Neville, continuare a ignorarlo non era più fattibile ormai, quindi potremmo quasi dire che Draco ci ha fatto un favore oggi».
«Vuoi parlarne?», le chiesi, cercando di tenere a bada la mia curiosità.
«Non so chi è più ficcanaso tra te e Draco», borbottò Pansy, un sorriso scocciato sulle labbra: «Non sono più la ragazzina fragile di un tempo, Granger, sono cresciuta e maturata e, fidati, non esiste essere umano più forte di una donna distrutta, che ha raccolto i pezzi e si è ricostruita giorno dopo giorno. Per questo ho allontanato Neville qualche mese fa, perché ho pensato di poter essere abbastanza forte da poter stare da sola. Ho scoperto che avevo ragione; sono abbastanza forte e in pace con me stessa da poter stare da sola, solo che sentivo la mancanza di Neville e la chiacchierata di oggi mi ha permesse di scoprire che anche Neville ha sentito la mia mancanza; quindi abbiamo deciso che cercheremmo di trovare un nostro equilibrio ed essere felici».
Senza pensare a quello che stavo per fare, inglobai il corpo di Pansy in un abbraccio: «Non sai quanto mi faccia piacere sentirtelo dire. So che non è stata facile per te e sono felice che finalmente sia arrivato anche per te il momento di essere felice!»
Pansy rispose timidamente all'abbraccio, poi lo sciolse, leggermente in imbarazzo: «Okay, ora basta però. Torno di là».
Mi lasciò sola in bagno e mi resi conto di essere davvero entusiasta per quella bellissima notizia, tanto felice da dimenticarmi di dover fare la pipì per ancora qualche lungo e interminabile secondo.
Prima che me ne rendessi conto arrivò per tutti il momento di andare.
I primi furono Tatiana e Ronald, con la piccola Anastasia nuovamente addormentata, poi fu il turno di Harry e Ginny con James e di Calì, che aveva una cena di lavoro a cui non poteva mancare.
Luna mi disse che mi avrebbe fatto presto sapere i dettagli della giornata solo donne, che aveva intenzione di organizzare entro la settimana successiva e Blaise disse a Draco che dovevano vedersi assolutamente ancora prima della nascita del bambino.
Pansy e Neville ci ringraziarono per l'ospitalità, prima di andare, chiedendo però di non essere più rinchiusi nella stessa stanza in futuro, in caso le cose tra loro due non avessero funzionato.
Alla fine rimanemmo in compagnia di Padma e Daphne. Quest'ultima si era da poco svegliata e aveva un terribile mal di testa a causa della sbronza e Padma si sentiva in dovere di starle accanto e capire se sarebbe riuscita a tornare a casa sana e salva, prima di prendere la metropolvere.
«Se volete rimanere, potete avere la camera degli ospiti», proposi, fin troppo consapevole che usare la metropolvere da ubriachi fosse poco sicuro.
«Gentilissima, ma non ce ne sarà bisogno, posso permettermi senza problemi una stanza in un hotel», disse Daphne, con un tono di voce triste e monotono
Aggrottai le sopracciglia a quelle parole, non capendo a cosa si riferisse, dato che ero abbastanza certa avesse una casa, quando Padma si alzò di colpo dal divano, spaventando tutti quanti con quel gesto repentino.
«Per quanto ancora avrai intenzione di comportarti così?», disse l'ex Corvonero, osservando con gli occhi lucidi la compagna.
Daphne si sfregò il volto con aria triste, poi rispose: «Fino a quando non ti deciderai a dire ai tuoi genitori che mi ami, credo. O forse non vuoi dirglielo perché è una bugia?»
«Credo che io e Draco dovremmo lasciarvi un po' di privacy», dissi, facendo un cenno a mio marito di seguirmi al piano di sopra.
Draco mi guardò con gli occhi leggermente sbarrati: «Cosa? No!»
Daphne si alzò in piedi e dovette sostenersi allo schienale del divano, per non perdere l'equilibrio: «Tranquilli, ce ne andiamo».
Padma bloccò la propria ragazza, in modo da guardarla negli occhi: «Torna a casa con me».
Daphne sorrise tristemente: «Mi piacerebbe, ma sono stanca di nascondermi Padma. Ti amo e non mi vergogno di amarti, perché tu non puoi fare lo stesso?»
Assistetti con il cuore stretto in una morsa e gli occhi lucidi a quella dichiarazione d'affetto, mentre intrecciavo con forza le mie dita a quelle di Draco.
«Perché non ho la tua forza», sussurrò la ragazza, con lo sguardo basso: «Ma ti amo e lo sai. Torna a casa con me e cerchiamo una soluzione insieme».
Daphne sembrò arrendersi, prese la mano di Padma e si lasciò guidare da lei verso al camino.
«Grazie di tutto», disse Padma, prima di scomparire tra le fiamme verdi del camino.
Daphne ci fece un semplice cenno del capo, poi si lasciò inghiottire a sua volta dal fuoco.
«Credo di aver vinto la scommessa», disse Draco, appena rimanemmo soli.
Scoppiai a ridere e lo abbracciai: «Vorrà dire che prederemo un gatto».
«Lo sai che ti amo, vero? Anche se non te lo ripeto ogni giorno, lo sai, sì?», sussurrò Draco contro i miei capelli, prima di lasciarmi un bacio sulla fronte.
«Lo so, e tu lo sai che ti amo, vero?»
«Sì, lo so».
·≈· DRACO'S POV ·≈·
Un mese dopo, 22 Settembre 2005
La mia rinascita avvenne nel momento esatto in cui la medimaga che aveva assistito Hermione al parto, mi mise tra le braccia il corpicino piagnucolante di mio figlio, avvolto in una copertina gialla.
Percepii con fin troppa chiarezza il calore, il peso e l'odore di quella creatura delicata contro il mio petto, mentre muovevo i pochi passi che mi separavano da Hermione.
Non esisteva più il Draco Lucius Malfoy di una manciata di secondi prima, ora ero diventato padre e il centro dell'Universo non ero più io, ma il neonato che stavo porgendo a Hermione, in modo che potesse allattarlo.
Distolsi lo sguardo dagli occhi chiari del bambino e dal suo visetto rubicondo, bagnato dalle lacrime, per osservare il volto stanco di Hermione.
Mi sporsi per baciarle la fronte e poi le labbra, incapace di dirle a parole le emozioni che provavo in quel momento; emozioni talmente forti da farmi male al petto.
Hermione rispose al bacio, poi guardammo entrambi nostro figlio, incapaci di staccargli gli occhi di dosso, mentre piagnucolava tra le braccia della madre.
«Sembra che abbia vinto tu questa scommessa», realizzai, pizzicando giocosamente la guancia di mia moglie, che scoppiò a ridere.
«Sembra proprio di sì, ricordi cos'avevamo scommesso?», mi chiese, puntano i suoi grandi occhi stanchi, ma colmi di felicità, nei miei.
Scossi il capo: «No, non ricordo».
Hermione si slacciò abbastanza il camice per poter allattare il nostro bambino, poi tornò a guardarmi con gli occhi colmi di lacrime e le labbra che le tremavano appena: «Dobbiamo scegliere un nome».
«Un nome...», ripetei, annuendo distrattamente, mentre cercavo di ricordare uno qualsiasi delle centinaia di nomi che avevamo letto, negli ultimi mesi, nelle missive di mia madre.
Guardai il bambino, quasi mi aspettassi un suggerimento da parte sua, poi Hermione sussurrò un nome e tutto quello che potei fare fu scoppiare a piangere e ripetere quello stesso nome: «Antares».
«Benvenuto, Antares», sussurrò Hermione, accarezzando la guancia di nostro figlio.
***
Buonsalve popolo di Wattpad!
Eccoci alla fine del capitolo bonus, che spero vivamente vi sia piaciuto!
Non so se in futuro riuscirò a scriverne altri, dato che ho mille altre idee per la testa che vorrei realizzare, quindi per il momento penso che segnerò questa storia come conclusa e vedremo se avrò ispirazione in futuro per altri capitoli.
Spero che abbiate tempo e voglia di farmi sapere cosa pensate di questo piccolo bonus con qualche commento!
Vorrei approfittare di questa spazio per ringraziarvi di cuore per tutti i commenti, le stelline e le semplici visualizzazioni a questa mia storia (e alle due precedenti della serie) e per aver sopportato le mie continue assenze e crisi d'ispirazione.
Grazie di cuore! ❤️
Per chi fosse interessato ad altre mie Dramione, basterà spulciare tra le mie storie, oltre a questa serie esiste una duologia "Gioco di Sguardi" e "Momenti Rubati" (che sto valutando se far o meno diventare una trilogia) e una storia a sé stante dal titolo "Perdonami".
Mi potete trovare anche su Instagram, il nome dell'account è lazysoul_efp; e potete trovarmi anche su Ko-fi, il link per la mia pagina è nella mia bio. Vi consiglio di guardare ogni tanto la mia pagina Ko-fi, dato che lasciò qualche anteprima di capitoli futuri o altre notizie che potreste trovare interessanti e, nel caso in cui voleste farmi un regalo di Natale, ma non sappiate come, potete sempre donarmi un caffè su Ko-fi tramite PayPal!
Vi auguro una buona giornata e una buona festa dell'Immacolata!
Un bacio,
LazySoul_EFP
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