14. Draco's health
·≈· HERMIONE'S POV ·≈·
Mi allontanai dal capezzale di Malfoy solo quando Madama Chips mi intimò di uscire dall'infermeria, così da lasciarle lo spazio necessario per visitare il paziente.
Quei pochi minuti furono una tortura.
Eravamo riusciti a trasportare Draco al castello, solo quando Harry, la McGrannitt, Neville e Hagrid erano giunti alla Stramberga Strillante, seguendo il Patronus inviato da Ronald.
Era stato piuttosto facile a quel punto organizzarsi in modo da portare la professoressa Bing e Draco in infermeria mentre Ron, Harry e la McGranitt rimanevano a sorvegliare Bellatrix e Mulciber.
Ancora più facile fu consegnare nelle mani degli Auror i due Mangiamorte, quando giunsero al castello.
Appoggiata al corridoio di fronte all'Infermeria pensavo a quanto fosse stato tutto fin troppo facile, tanto da farmi sospettare che quanto avvenuto quel giorno fosse soltanto l'inizio.
Era probabilmente la mia paranoia a farmi temere ulteriori attacchi ad Hogwarts, o forse semplicemente il fatto che era successo talmente tante volte, che non mi sarei stupita se fosse accaduto di nuovo.
Presi a passeggiare avanti e indietro lungo il corridoio, non perdendo di vista la porta dell'Infermeria e torcendomi le mani per il nervosismo.
Sapevo che la situazione di Draco non era grave, eppure non potevo fare a meno di preoccuparmi.
"Se va avanti così finirò coll'avere i capelli bianchi prima dei vent'anni", pensai, sospirando amaramente.
In quel momento sentii un rumore di passi in avvicinamento e, alzando lo sguardo, vidi Luna Lovegood.
«Malfoy e la Professoressa Bing come stanno?», chiese la bionda, appoggiandosi al muro accanto a me.
A quelle parole non potei fare a meno di sentire una punta d'imbarazzo e senso di colpa.
Ero lì a tormentarmi al pensiero di cosa stesse succedendo a Draco in Infermeria in quel momento e non avevo dedicato nemmeno un pensiero alla nuova Professoressa di Pozioni che, sicuramente, era messa peggio del mio ragazzo.
«Madama Chips mi ha detto di uscire mentre li visitava, lo sapremo presto», dissi, abbassando lo sguardo sulle mia scarpe: «Spero non sia nulla di grave».
«Lo speriamo tutti», disse Luna, appoggiandomi la mano sulla spalla, sorridendomi appena.
Quel semplice gesto da parte sua riuscì a confortarmi all'istante: «Com'è andata ad Hogsmeade?», le chiesi, ricordandomi che anche lei aveva avuto modo di rischiare la vita quel giorno.
«Bene», disse con noncuranza, poi un sorriso le comparve sulle labbra e con un tono di voce basso, quasi cospiratorio, aggiunse: «Non pensavo che Daphne fosse così cotta di Padma».
Quelle parole erano proprio ciò di cui avevo bisogno per distrarmi e pensare a qualcosa che non fosse Draco.
«Cos'è successo?», chiesi, colma di curiosità.
«In realtà niente di particolare, ma il modo in cui Daphne guarda Padma è molto dolce», disse la Corvonero, l'espressione intenerita da uno sguardo sognante: «Padma ha sofferto molto, penso che le farebbe bene trovare qualcuno che la tratti bene e la rispetti».
Rimanemmo in silenzio per qualche secondo e non potei fare a meno di pensare alla Parkinson; anche lei meritava di essere felice, malgrado fosse convinta del contrario. Avrei voluto parlarle, una volta che mi fossi accertata dello stato di salute di Draco, ma avevo paura di peggiorare soltanto le cose.
«Blaise come sta?», chiesi alla Corvonero, rendendomi conto tardi di aver fatto la domanda sbagliata; lo sguardo prima sereno di Luna si adombrò alle mie parole.
«Bene», disse, muovendosi a disagio.
«É successo qualcosa?», domandai, non riuscendo a trattenere la curiosità.
«Ho come l'impressione di non essere la persona adatta a lui», disse con un filo di voce Luna, giocando nervosamente con una ciocca di capelli che le era sfuggita dalla treccia: «A volte mi sento in colpa per non essere come lui avrebbe bisogno che io fossi».
Aggrottai le sopracciglia, confusa dal discorso della Corvonero: «Se lui avesse bisogno di altro non starebbe con te, Luna».
La ragazza non sembrò nemmeno sentire le mie parole, continuava ad avere lo sguardo perso a fissare il pavimento sotto ai suoi piedi, poi sorrise appena: «Dici che mi sto preoccupando per nulla?»
«Se la tua preoccupazione riguarda il fatto che Blaise possa volere un'altra persona, invece che te, sì, penso che tu ti stia preoccupando per nulla», la rassicurai, sorridendole calorosamente.
In quel momento Madama Chips fece la sua apparizione di fronte a noi, con la divisa bianca stirata alla perfezione e i capelli raccolti in uno chignon stretto.
L'espressione sul suo viso era seria, mentre parlava: «Sapete dove si trova la Preside?»
«L'ultima volta che l'ho vista, stava parlando con gli Auror nell'atrio della scuola», disse Luna, con sguardo pensieroso: «Ha bisogno che la vada a chiamare?»
Madama Chips sembrò rifletterci per qualche secondo, passandosi una mano sulla divisa immacolata: «Forse sarebbe meglio».
La poca calma, che avevo provato, fino a pochi secondi prima con Luna, evaporò all'istante, sostituita da una morsa di paura.
Possibile che avessi sottovalutato la condizione fisica di Draco? Possibile che stesse peggio di quanto pensassi?
Luna si allontanò dall'infermeria a passi veloci, ma non ci prestai molta attenzione, mentre osservavo il volto adornato da rughe di Madama Chips.
«É successo qualcosa a Draco?», chiesi, faticando io stessa a riconoscere la mia voce, da quanto era alterata dalla preoccupazione.
La donna spostò lo sguardo su di me e la rigidezza sul suo volto scomparve, sostituita da un'espressione quasi dolce, rassicurante: «No, cara, il signor Malfoy sta bene».
Bastarono quelle poche parole per far scomparire il peso che mi comprimeva il petto e sostituirlo con un senso di pace e leggerezza
«Posso entrare a fargli compagnia?», chiesi speranzosa, osservando la porta dell'Infermeria alle spalle della donna.
«Certo, al momento sta dormendo, ma gli farà di certo piacere avere qualcuno accanto quando riprenderà conoscenza», disse la donna, sorridendo teneramente: «Mi raccomando solo di non disturbare la Professoressa Bing».
Annuii, ringraziando Madama Chips, prima di entrare con passo deciso in Infermeria.
Trovai Malfoy nel lettino in cui l'avevo abbandonato pochi minuti prima, avvolto dalle lenzuola immacolate.
Il volto, tanto pallido da ricordarmi quello di un cadavere, era rilassato nel sonno. L'unica cosa che mi permetteva di capire che fosse vivo era l'alzarsi e abbassarsi del suo petto e il rumore lieve del tuo respiro che fuoriusciva dalle labbra socchiuse.
Mi sedetti sulla sedia che avevo lasciato poco prima accanto al suo letto e mi sporsi in modo da appoggiare il braccio al cuscino su cui era adagiato il suo capo.
Iniziai a giocare con le ciocche chiare dei suoi capelli, ringraziando di poter ancora compiere un gesto tanto semplice. Gli scostai alcuni ciuffi dalla fronte e non potei fare a meno di sorridere.
Ne avevamo passate molte negli ultimi mesi.
Il Mondo Magico aveva subito atroci perdite, ognuno di noi aveva sofferto per la morte di una o più persone care; ma il fatto di avere lui nella mia vita, di avere amici cari come Harry e Ronald, di avere persone che mi volevano bene come Luna e Ginny, mi trasmetteva un senso di conforto e appartenenza.
Se non fosse stato per loro non sarei stata la donna che ero diventata.
E dovevo tutto a momenti specifici dei miei anni ad Hogwarts, che mi avevano permesso di entrare a far parte della vita di persone così speciali; primo fra tutti l'incidente con il Troll di montagna nel bagno delle ragazze.
Se non fosse stato per quell'episodio, probabilmente la mia amicizia con Harry e Ronald non si sarebbe tramutata in un sentimento di fratellanza tanto forte.
Accarezzai il volto di Malfoy e il sorriso mi si allargò.
Se non fosse stato per la scommessa di qualche mese prima, io e lui avremmo continuato a vivere le nostre vite separate, continuando ad insultarci e a disprezzarci per abitudine, senza superare il pregiudizio che ci ancorava a pensieri bigotti.
Sentii un rumore di passi e, alzando lo sguardo, vidi la Preside e Madama Chips entrare con passi veloci in infermeria, parlando tra loro con tono concitato.
«La Professoressa Bing necessita di cure specifiche, temo di non poterle fornire tutto il supporto di cui potrebbe avere bisogno una volta sveglia, sembra che le maledizioni Cruciatus possano averle danneggiato la mente. Sfortunatamente non posso esserne certa, per questo dovrebbe essere trasferita al San Mungo».
«Certo, Poppy, provvederò subito al trasferimento», disse la Preside, prima di abbassare il tono di voce e confabulare ancora per qualche secondo con l'infermiera.
Non riuscii a sentire quello che si stavano dicendo, ma non ci feci troppo caso, tornando a prestare tutte le mie attenzioni a Draco e al suo volto che sembrava, lentamente, riprendere un po' di colorito.
Le due donne attirarono nuovamente la mia attenzione quando la Preside disse con tono di voce abbastanza alto e comprensibile: «Ne riparleremo presto Poppy, scusami ma oltre al trasferimento della professoressa Bing devo anche trovare un sostituto o una sostituta disposto a prendere il suo posto per il resto dell'anno. Troppe cose da sistemare e troppo poco tempo per occuparsi di tutto».
Dopo aver posato la mano sulla spalla di Madama Chips per qualche secondo, la Preside si allontanò.
L'infermiera dopo aver sospirano amaramente, andò nel suo ufficio, dove erano contenute le scorte di pozioni medicinali e tomi di medicina e anatomia impolverati.
Osservai da lontano la Professoressa Bing che, sdraiata su un letto dalla parte opposta della stanza rispetto a dove si trovava Draco, sembrava respirare affannosamente, come se l'aria che inspirava non bastasse a riempirle i polmoni.
Ero profondamente dispiaciuta da quanto le era successo. Anche se non la conoscevo bene — avendola avuta come docente per solo una settimana — mi era sembrata una donna molto ben preparata e entusiasta di insegnare, proprio il tipo di professoressa che avrei voluto avere per ogni materia scolastica. Mi ritrovai a sperare che i timori di Madama Chips fossero infondati e che le maledizioni Cruciatus, che aveva dovuto subire, non avessero provocato alcun danno alla sua mente.
Percepii un movimento accanto a me e, voltandomi verso il letto sul quale ero appoggiata, notai che Draco si era leggermente mosso, spostando il capo nella la mia direzione.
Mi sorse spontaneo un sorriso, mentre pensavo: "Non ti stavo prestando abbastanza attenzioni, furetto?"
Tornai a giocare con i suoi capelli fini e morbidi, in attesa che aprisse gli occhi.
Ero tentata di cercare qualcosa da leggere o qualcos'altro da fare, mentre attendevo che si svegliasse, ma non volevo che riprendesse coscienza da solo in Infermeria, così decisi di non abbandonare il suo capezzale.
Dopo qualche minuto mi raggiunsero anche Harry e Ron in Infermeria, ai quali raccontai che la Professoressa Bing sarebbe stata trasferita al San Mungo, mentre Draco era stato fortunato e si sarebbe ripreso presto.
I miei due amici mi raccontarono invece nei minimi dettagli le espressioni stupite degli Auror, quando arrivati ad Hogwarts si erano ritrovati i due Mangiamorte già pronti per Azkaban.
«Peccato che tu non li abbia visti, Herm!», esclamò il rosso, appoggiandomi la mano sulla spalla: «Tu rimani qua?»
Annuii, spostando lo sguardo sul volto addormentato di Draco: «Aspetto che si svegli, poi vi raggiungo».
Harry mi sorrise: «Ci vediamo in Sala Grande allora, la McGranitt ha detto di voler fare un discorso».
«Dici che dobbiamo per forza ascoltarlo?», chiese Ronald con espressione affranta, facendo ridere Harry.
Sospirai: «Sei sempre il solito, Ron».
Quando se ne furono andati riflettei su cosa avrebbe potuto dire la Preside a tutta scuola. Voleva forse chiudere prima delle vacanze di Natale e riprendere poi le lezioni con l'anno nuovo? Avrebbe potuto aver senso, dato che al momento eravamo a corto di un docente. O forse avrebbe annunciato che le lezioni sarebbero continuate, tranne quella di Pozioni?
Il respiro regolare che aveva cullato i miei pensieri fino a quel momento cambiò, attirando la mia attenzione.
Draco emise un gemito di dolore, portandosi una mano alla fronte, poi i suoi occhi chiari si socchiusero appena: «Dov'è zia Bella?»
«Degli Auror la stanno accompagnando ad Azkaban», lo rassicurai, poggiando la mano sulla sua guancia tiepida: «Come stai?»
«Potrei stare meglio», si lamentò, una smorfia ben visibile sul suo volto pallido: «Quindi è tutto finito?»
«Sembra di sì».
«Finché Potty rimarrà in vita ci sarà sempre qualche lunatico che vorrà farlo fuori», borbottò Draco, chiudendo gli occhi per qualche istante.
Quando tornò ad aprirli li puntò nei miei: «Se non ricordo male tu mi avevi promesso "tutti i baci che voglio"».
Socchiusi le labbra, sorpresa che non avesse dimenticato le mie parole, poi sorrisi: «E li vuoi ricevere ora?».
«Posso?»
Mi sporsi sul letto, avvicinandomi: «Certo che puoi».
Poggiai le mie labbra sulle sue per un veloce bacio a stampo, poi mi ritrassi: «Sono felice che tu stia bene».
Gli diedi un altro bacio e poi un altro ancora.
Quando stavo per scostarmi di nuovo, la mano di Malfoy si appoggiò sulla mia nuca, impedendomelo, così da approfondire il bacio.
«Merlino, temevo che non l'avrei più potuto fare», sussurrò Draco a pochi millimetri dalle mie labbra.
«E invece ti toccherà sopportarmi ancora per un po'», gli dissi, sorridendo.
«Lo dici come se fosse una condanna».
«E non lo è?», chiesi per stuzzicarlo, baciandogli la punta del naso.
«No, non lo è», sussurrò, sporgendosi per far scontrare le nostre labbra ancora una volta.
*****
Buongiorno!
Eccoci alla fine di un altro capitolo.
Come avete letto, tutto sembra essersi sistemato, Lestrange e Mulciber sono stati trasferiti ad Azkaban, la Professoressa Bing riceverà cure specifiche al San Mungo e Draco sta bene.
Siamo vicini alla fine della storia, ancora non so quanti capitoli rimangono nello specifico (perché la scaletta che mi sono preparata potrebbe cambiare), ma vi terrò aggiornati.
Se volete seguirmi su Instagram vi ricordo che mi potete trovare sempre con lo stesso nome (lazysoul_efp).
Al prossimo capitolo!
Un bacio,
LazySoul_EFP
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