Tra misfatti e allenamenti di Quidditch
"Drowning I'm drowning in that clown's mask
To make you laugh at my thousand flaws
Alone when I'm all alone I take my smile off
But your heartless words have left me scars"
La mattina seguente, Lucy venne svegliata da delle urla frenetiche provenienti dal letto di fianco al suo. Si destò in men che non si dica, preoccupata che fosse accaduto qualcosa alla sua compagna di stanza, ma Ginny era troppo impegnata a svuotare completamente il suo guardaroba per prestare attenzione allo sguardo perplesso dell'amica.
"Si può sapere che ti prende?"
"Non trovo l'uniforme!" esclamò Ginny, in preda al panico. Stava rovistando in ogni cassetto possibile e quella maledetta uniforme sembrava essere svanita nel nulla.
"Ma ce l'avevi indosso ieri..."
"Lo so bene, ti ringrazio Lucy..."
Lucy alzò gli occhi al cielo e si lasciò cadere sul cuscino. Aveva subito inteso la ragione del nervosismo dell'amica: quella mattina ci sarebbero stati i primi allenamenti della squadra di Quidditch della loro casata.
"Insomma! Dove mai l'avrò messa..."
Lucy si fermò a riflettere qualche istante, poi richiamò l'attenzione della rossa, che si voltò nella sua direzione sospendendo la sua ricerca disperata e sbuffando dall'esasperazione.
"Hai provato a vedere nel bagno del secondo piano?"
"Non mi spoglierei mai in quel bagno lurido..."
"Nella Sala Comune?"
"Ieri sera non mi ci sono nemmeno fermata per troppo tempo, dovevo solo parlare cinque minuti con Fred e George per quanto riguarda gli allenam-"
D'improvviso la ragazza si bloccò, con un'espressione esterrefatta dipinta sul volto. Lucy aggrottò la fronte, nel tentativo di comprendere cosa le passasse per la testa, ma Ginny si era già catapultata fuori della stanza, verso l'uscita del dormitorio, sbraitando a gran voce: "Quei due me la pagano questa volta!"
Lucy si affrettò subito a seguire l'amica, inconsapevole di quanto fosse appena successo. Le due si avviarono nella Sala Comune, che essendo prima mattina ancora non pullulava di studenti. Vi erano difatti solamente tre o quattro ragazzi, tutti giocatori di Quidditch, che confabulavano sulle sorti della squadra quell'anno. Lucy riconobbe rispettivamente Oliver, Fred, George e Angelina.
"Buongiorno sorellina" esclamò uno dei gemelli nel vedere le due ragazze fare il loro ingresso all'interno della sala.
"Dov'è?!" esclamò Ginny con tono minaccioso, avanzando imperterrita in direzione dei due fratelli, incurante che vi fossero altre due persone lì presenti, del tutto ignare di quanto stava accadendo.
"Qualcuno si è alzato con la luna storta..." borbottò l'altro gemelle, osservando la piccola Weasley digrignare i denti dalla rabbia.
"Vi conviene parlare prima che vi trasformi entrambi in Salamandre! Dove avete nascosto la mia uniforme?"
A quelle parole, i due fratelli si scambiarono un'occhiata sconcertata, non capendo se la rossa stesse facendo sul serio.
"Noi non abbiamo nascosto proprio nulla..."
"...sai bene che non è nel nostro genere"
Ginny cacciò un urlo disperato: "Vi odio!"
Subito dopo si voltò e tornò sui suoi passi verso la scalinata che conduceva al loro dormitorio.
Non sapendo bene cosa fare, Lucy rimase immobile al centro della sala, mentre gli sguardi dei ragazzi si posavano su di lei.
"Si può sapere che le prende?" ridacchiò Angelina, ancora incredula dell'accaduto.
"Vorremmo saperlo anche noi" ribatterono Fred e George all'unisono, sperando in una spiegazione da parte della giovane grifondoro.
Lucy si morse il labbro inferiore, per poi sorridere imbarazzata: "Dite che se la prenderà abbastanza quando scoprirà che sono stata io a far sparire la sua uniforme?"
Oliver strabuzzò gli occhi e Angelina assunse un'espressione ancora più confusa, mentre i due gemelli osservarono la ragazza con un misto di curiosità e ammirazione negli occhi: "Perché mai l'avresti fatto?"
"Non saprei" sussurrò la ragazza, resasi conto di quanto, agli occhi di altri, quel suo gesto potesse sembrare infatile, "pensavo sarebbe stato divertente"
Detto questo, si avviò anche lei su per le scale, pronta a ricevere una lavata di capo da parte dell'amica, che sicuramente aveva già mandato all'aria tutta la loro stanza alla ricerca della sua uniforme. Fortuna voleva che Romilda e Demelza fossero già scese a fare colazione, altrimenti si sarebbero sicuramente spaventate dinanzi quel momento di delirio da parte della loro compagna.
Nell'andarsene non colse lo sguardo fugace dei due gemelli, che osservarono la ragazza come se fosse un cimelio raro: i due infatti avevano ben inteso che Lucy Potter non era una persona qualunque.
Qualche ora più tardi Lucy accompagnava una Ginny tutta immusonita sino al campo da Quidditch, dove si sarebbero svolti gli allenamenti. L'aria di primo autunno era gelida e sferzava sul viso delle due ragazze facendole rabbrividire; le due cercarono di ripararsi come meglio poterono sotto i loro ampi mantelli, ma una volta abbandonate le mura del castello, il vento si fece ancora più insolente.
"Sarà difficile volare con un tempo del genere" osservò Ginny, che non aveva aperto parola per tutto il tragitto e persino durante la loro colazione. Era ancora risentita per quanto successo quella mattina, ma Lucy aveva capito che prima o poi le sarebbe passata, avendo a che fare ogni giorno con le burle dei suoi fratelli più grandi.
"Sei ancora convinta di volerci provare?" le domandò l'amica, ricevendo un'occhiata infastidita da parte della rossa.
"Certo che sì. Ora più che mai"
Una volta giunte nei pressi del campo da gioco, Lucy poté osservarne con attenzione l'immensità: il campo, di forma ovale, era circondato da ingenti tribune riservate agli studenti e al corpo docenti, e da quattro anelli disposti alle sue estremità. Sulla destra vicino all'entrata si trovavano gli spogliatoi maschili e femminili, dove Ginny si diresse con decisione, trascinandosi appresso la vecchia Nimbus prestatale da Percy, che a sua detta non era un grande amante di quello sport.
Una volta che le due giunsero nei pressi dell'entrata, si ritrovarono di fronte l'intera squadra: Oliver apriva il gruppo, avanzando a gran passo e con sguardo fiero verso il centro del campo, brandendo in una mano la sua Firebolt – uno dei manici di scopa più veloci sul mercato, a detta di Hagrid – e con indosso la divisa della squadra: un ampio mantello rosso fuoco, una casacca dello stesso colore con al centro lo stemma della casata, pantaloni foderati e due paia di stinchi per braccia e gambe. Vi era poi anche un paio di guanti che il capitano si affrettò ad indossare prima di salire sulla propria scopa e prendere il volo.
Fred e George uscirono in quel momento dagli spogliatoi e seguirono Oliver in una perlustrazione del campo da gioco, per controllare che ogni cosa fosse al suo posto. Dietro di loro vi era Angelina, che, non appena si accorse della presenza delle due ragazze, scoppiò in una fragorosa risata.
"Non ditemi che siete qui per gli allenamenti della squadra"
"Io no" si affrettò a spiegare Lucy, osservando invece l'amica fare un passo avanti, con aria di sfida.
"Io si"
Angelina posò lo sguardo su Ginny, cercando di capire se la ragazza facesse sul serio. Rimase dunque in silenzio per qualche istante, poi le indicò l'ingresso degli spogliatoi: "Là dentro troverai la divisa e tutto il necessario. Vestiti e poi vieni sul campo"
Ginny annuì, un po' sorpresa da quel cambio di atteggiamento. Subito dopo salutò Lucy e si diresse verso l'entrata indicata dalla cacciatrice.
Rimasta sola, Lucy rivolse un sorriso nervoso in direzione di Angelina, che in risposta la guardò infastidita: "Vedi di levarti dai piedi tu"
Lucy decise di fare quanto detto e andò alla ricerca della postazione migliore sugli spalti per godersi tutta la durata degli allenamenti; faceva ancora abbastanza freddo e voleva trovare un luogo coperto dove il vento non la disturbasse.
Con sua sorpresa, notò che vi erano anche altri studenti giunti fin lì per assistere agli allenamenti, e altri ancora che stavano invece facendo il loro ingresso nel campo; Lucy capì che dovevano essere tutti esordienti, nel notare i loro movimenti impacciati e il loro sguardo spaesato.
Mentre Oliver si dirigeva verso il centro del campo seguito da Angelina e i due gemelli così da accogliere i nuovi arrivati, Lucy cercò di ricordare ciò che la McGranitt le aveva spiegato su quel gioco. Fred e George dovevano essere i due battitori, dato che entrambi reggevano nella mano destra una grossa mazza per tenere lontane i Bolidi dagli altri giocatori. Oliver, in qualità di capitano, ricopriva il ruolo di portiere, e Angelina doveva essere una cacciatrice. Ginny le aveva spiegato che fino all'anno prima la squadra aveva goduto di un cercatore eccezionale, che però ormai aveva terminato i suoi anni ad Hogwarts ed ora giocava per la lega britannica nel campionato nazionale.
Quell'anno Oliver si ritrovava dunque alla ricerca di due cacciatori e di un nuovo cercatore per la sua squadra; Lucy si domandò quanto sarebbe durato l'allenamento, dato che sul campo si era presentata almeno una ventina di studenti per ricoprire quei ruoli.
La mattinata in effetti passò lentamente; per un pezzo Lucy cercò di seguire i movimenti dei giocatori e capire qualcosa di più sul gioco, ma dopo un po' iniziò ad annoiarsi e iniziò a consultare il manuale di Erbologia che aveva portato con sé: il giorno precedente aveva partecipato alla prima lezione con la professoressa Pomona Sprite, una donna non molto alta e dall'età avanzata, che però si era dimostrata fin da subito molto comprensiva nei suoi confronti. Le aveva offerto delle pergamene di approfondimento sugli argomenti che avrebbero affrontato quel primo trimestre e Lucy era intenzionata ad eccellere nella sua materia, visto l'affetto che già provava nei confronti della professoressa.
Nel bel mezzo della lettura sulle caratteristiche del dittamo come primo ingrediente nelle pozioni rigeneratrici, Lucy venne interrotta da un urlo in lontananza. Assieme a tutti i presenti, alzò lo sguardo in direzione del campo di gioco, dove si accorse subito che qualcosa non andava: uno dei ragazzi che provavano per il ruolo di cercatore aveva perso l'equilibrio dopo essere stato colpito da un Bolide ed ora penzolava dalla sua scopa a cui era rimasto aggrappato con una mano sola.
Il ragazzo distava qualche metro da dove si trovava Lucy, che subito iniziò a guardarsi intorno freneticamente, nella speranza che qualcuno sopraggiungesse e desse una mano al malcapitato. Tuttavia, tutti gli altri giocatori sembravano non essersi resi conto dell'accaduto, data l'ampiezza del campo dove si trovavano e le urla di Oliver che osservava i nuovi arrivati cercare di rubare la Pluffa dalle mani di Angelina.
Nessun altro oltre a lei sembrava intenzionato a fare qualcosa, mentre le dita del giovane grifondoro iniziavano a scivolare pian piano dal manico della scopa; a quel punto Lucy balzò in piedi e, una volta abbandonato il manuale "Mille erbe e funghi magici" sugli spalti, si affrettò verso i confini del campo, sbracciandosi a più non posso nella speranza che qualcuno notasse infine i suoi movimenti. Urlò persino il nome dei due gemelli Weasley, ma anche loro erano troppo impegnati a seguire i movimenti dei Bolidi per prestarle attenzione.
Infine, presa dal panico, decise di agire senza pensare alle conseguenze: afferrò la sua bacchetta e, con un movimento della mano, imitò un incantesimo che aveva visto compiere da un ragazzo del quarto anno il giorno prima a cena.
"Accio manico di scopa!"
Nel pronunciare quelle parole, cercò di ricordare dove avesse lasciato la sua scopa, nella speranza che fosse un posto facilmente raggiungibile e che l'oggetto riuscisse a giungere da lei nel minor tempo possibile. In effetti, la sua Moontrimmer non ci mise più di qualche secondo per piombare sul campo da gioco, attirando l'attenzione degli studenti impegnati negli allenamenti, che si voltarono subito nella sua direzione per assistere alla scena.
Lucy non aspettò un secondo e montò in groppa alla sua scopa come se fosse la cosa più normale del mondo, per poi alzarsi in volo ed avvicinarsi al ragazzo in difficoltà, sospeso ad almeno otto metri di altezza.
"Afferra la mia mano!" lo incitò la giovane grifondoro, tendendo una mano verso di lui e cercando di reggersi con l'altra al suo manico di scopa, per evitare di stramazzare al suolo a sua volta.
Il ragazzo fece quanto detto e Lucy si affrettò a tirarlo su, in modo tale che potesse ritornare in a sedersi sulla scopa, a cui si aggrappò con fermezza una volta che fu di nuovo in equilibrio.
"Ti ringrazio" mormorò lui mentre cercava di riprendere il fiato. Lucy gli rivolse uno guardo soddisfatto, finché non udì una voce alle sue spalle sbraitare il suo nome.
"Potter! Che diavolo combini?"
Quando Lucy si voltò non notò solo l'espressione furibonda sul volto di Oliver Baston, ma anche quella attonita del resto dei giocatori. Fu a quel punto che si guardò intorno e si rese conto di aver volato per la prima volta: si trovava in sella alla sua scopa a diversi metri di altezza e per di più dopo aver compiuto un incantesimo concesso solamente agli studenti più grandi. Quelli sarebbero stati guai seri.
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