Storie di cuori spezzati
"Please could you be tender?
And I will sit close to you
Let's give it a minute before we admit that we're through"
Iniziò a percepire le gambe più deboli e incapaci di reggere il peso del suo corpo, così appoggiò la schiena allo scaffale alle sue spalle e si accovacciò ai piedi di esso, mentre le mani con cui stringeva il foglio di carta cominciarono a tremare lievemente.
Continuava a fissare quella lista di nomi scritta con una calligrafia storta e disordinata, incapace di realizzare completamente la scoperta appena fatta.
Come si sarebbe dovuta comportare? A chi ne avrebbe dovuto parlare? Ma soprattutto, avrebbe dovuto fidarsi di un foglio di pergamena trovato per casualità all'interno della biblioteca?
Certo l'avrebbero punita se avesse raccontato ai professori (o persino al preside) di aver messo piede lì dentro. E se poi fosse emerso che quanto da lei scoperto non corrispondeva alla realtà, sarebbe stato persino peggio.
Lucy provò a pensare a chi sarebbe stata la persona più adatta con cui condividere quell'informazione. Ginny no di certo, altrimenti l'avrebbe convinta in men che non si dica ad andare a parlare con i professori, perché questa era una "cosa più grande di lei". Avrebbe potuto provare con Percy, ma aveva la sensazione che anche lui non avrebbe preso troppo bene la notizia della sua scappatella all'interno del reparto proibito della biblioteca del castello, dove lui l'aveva ammonita di non metter piede appena qualche giorno prima.
Lucy sospirò, sentendosi sempre più spaesata. Ripiegò il foglio che teneva ancora stretto tra le mani, per poi infilarselo in tasca, dove lo avrebbe conservato in attesa di capire come comportarsi. Poi si alzò e fece per riporre il libro che aveva trovato nello spazio vuoto sullo scaffale di fronte a lei, ma l'ennesima occhiata alla copertina impolverata la convinse a portarlo, così da curiosare tra quelle pagine ammuffite e cercare di capirci di più.
Con la mano libera si ripulì la gonna dell'uniforme da qualche traccia di polvere, poi ripercorse i propri passi in direzione dell'uscita. Una volta fatto capolino nel corridoio principale della biblioteca (non mancava che qualche metro per raggiungere il cancello da cui era entrata poco prima), udì dei passi dirigersi nella sua direzione e riconobbe la voce di Gazza in lontananza.
La giovane grifondoro corse dunque a nascondersi alle spalle del busto di marmo di uno dei fondatori di Hogwarts di cui ancora doveva imparare il nome e si accasciò a terra, cercando al tempo stesso di trattenere il respiro e di non emettere il minimo rumore. I passi sembravano avvicinarsi sempre di più e con essi il chiarore della lanterna che il custode della scuola portava con sé.
Ginny aveva sin da subito messo in guardia l'amica sull'ostilità del custode e l'aveva intimata di tenersi alla larga da lui e da Norris, la sua gatta spelacchiata e piena di pulci.
Argus Gazza non era di certo un uomo malvagio, ma non vi era cosa che lo entusiasmasse di più che vedere gli studenti più indisciplinati della scuola ricevere le punizioni che meritavano. In quanto Magonò – ovvero una persona priva di poteri magici pur essendo nata da una famiglia di maghi – Gazza aveva sempre provato una forte invidia per gli studenti del castello e coglierli in flagrante durante alcune delle loro malefatte era uno dei suoi passatempi preferiti.
Le sue prestanze fisiche tuttavia non gli permettevano di rincorrere ovunque i malandrini della scuola; era difatti un uomo molto mingherlino e dall'età avanzata. Una gamba aveva smesso di funzionare, cosa che lo costringeva ad arrancare per i corridoi trascinando dietro quel pezzo di legno che non ne voleva sapere di piegarsi per compiere il minimo passo o salire i gradini delle ampie scalinate del castello. I pochi capelli superstiti erano oramai grigi tendenti al bianco perla, come quelli del preside, ma il custode non sembrava molto interessato all'aspetto fisico, motivo per cui la sua chioma ricadeva in folti grumi sulle sue spalle, dove indossava il suo solito cappotto raggrinzito ricoperto da un numero indefinito di toppe. I suoi occhi erano dello stesso colore dei capelli e facevano contrasto con la sua pelle pallida piena di verruche.
Da quanto aveva detto Ginny, Gazza era da anni in combutta con i due gemelli Weasley, che non ne volevano sapere di lasciarlo in pace una volta per tutte. Gran parte dei loro scherzi era infatti diretta a lui e vederlo strepitare e andare su tutte le furie dava un sacco di soddisfazione ai due fratelli.
In quel momento tuttavia l'unico pensiero della giovane grifondoro era di riuscire a sgattaiolare fuori dalla biblioteca passando inosservata agli occhi del custode. Al momento l'uomo stanziava di fronte all'ingresso ed osservava inerme l'ingente castello, che in vent'anni che lavorava lì mai aveva trovato aperto, ma se si fosse mosso appena di qualche passo all'interno dell'ala buia, la ragazza avrebbe potuto raggiungere l'uscita senza che lui si rendesse conto della sua presenza.
Udì Gazza compiere qualche passo nella sua direzione e subito lasciò sprofondare la testa all'interno delle gambe, pregando con tutta sé stessa che quel nascondiglio la tenesse al riparo dallo sguardo circospetto del custode. Proprio quando oramai le sembrava che l'uomo fosse a pochi passi di distanza da lei, udì un rumore in lontananza e poi un improvviso fascio di luce illuminò tutta la sala. Vi fu un botto e poi un'improvvisa risata, seguita dal grido di rabbia dell'anziano custode.
"Weasley, questa volta non la passerete liscia!"
Prima che potesse rendersi conto di quello che stava succedendo, Lucy udì i passi di Gazza allontanarsi nella direzione opposta e ne approfittò subito per correre verso l'uscita, brandendo "La Licantropia come patologia cognitiva" a mo' di scudo, così da nasconderle il viso.
Il custode non sembrò accorgersi di lei, troppo impegnato a spegnere i fuochi d'artificio che oramai svolazzavano in giro per tutta la sala, e questo le diede tempo per ritornare all'interno della biblioteca, recuperare il suo calderone e filare via da quel luogo.
Una volta che si ritrovò nel bel mezzo del corridoio del secondo piano, la ragazza si appoggiò alla parete fuori dalla biblioteca e trasse un profondo respiro.
"Certo che per un attimo ce la siamo visti proprio brutta!" esclamò una voce alle sue spalle, che la fece sobbalzare. George Weasley si trovava lì accanto a lei, anche lui a corto di fiato e con l'uniforme coperta da uno strato impercettibile di polvere.
"Weasley! Si può sapere che vuoi?" domandò d'impulso la ragazza, nascondendo il libro che portava con sé all'interno del calderone.
"È inutile che lo nascondi Potter, ti ho vista all'interno della biblioteca. Si può sapere come sei riuscita ad entrare nell'ala proibita? Io e Fred sono anni che ci proviamo"
Lucy sbuffò, per poi iniziare ad allontanarsi dal gemello dirigendosi verso il bagno lì vicino. George tuttavia non mollò la presa e continuò a seguirla imperterrito persino quando lei mise piede all'interno del bagno delle ragazze.
"Non hai intenzione di rispondermi? Sappi che è grazie a me se sei riuscita ad evitare una punizione esemplare!"
"Se non l'avessi notato, Weasley, questo è il bagno delle ragazze!" esclamò lei, scagliando a terra il calderone incurante di vedere tutti i suoi libri finire riversarti su quel pavimento sudicio.
"Andiamo Potter, potrei andare a spifferare ad ogni singolo studente la tua avventura nell'ala proibita della biblioteca, e in pochi istanti lo verrebbero a sapere tutti gli insegnanti!" la punzecchiò il ragazzo, risultato ancora più insopportabile agli occhi della giovane.
"Avrei tante cose da raccontare su di te che basterebbero per la tua espulsione!" ribatté Lucy, aprendo il getto d'acqua dal rubinetto del bagno per poi iniziare a berne a fiotti.
"Questo è vero" ammise George, facendo spallucce.
Quando Lucy ebbe terminato di bere e si accorse che il ragazzo era ancora lì con lei, alzò gli occhi al cielo e gli rivolse uno sguardo torvo. Il ragazzo d'altro canto si era appoggiato alla parete lì vicino e la osservava con la sua solita espressione scaltra, le braccia incrociate all'altezza del petto.
"Prometti di non dirlo a nessuno?" domandò lei, scandendo attentamente ogni singola parola così che il giovane Weasley capisse che si trattava di qualcosa di serio.
"Prometto"
Lucy sospirò appena, poi fece cenno al ragazzo di avvicinarsi mentre lei esibiva il foglio che aveva trovato all'interno della biblioteca, con su scritta quella lista di nomi che tanto l'aveva turbata.
"L'ho trovato per caso all'interno di quel libro" spiegò lei, indicando il manuale che ora giaceva riverso a terra sul pavimento del bagno. George diede una veloce occhiata alla lista, poi raccolse da terra il libro e ne lesse curiosamente il titolo.
"La Licantropia come patologia cognitiva"
"Non so cosa significhi", si affrettò a spiegare la giovane, "ma ho visto il nome di Lupin su questa lista e ho pensato che non dovesse essere una coincidenza se quel libro si trovava nel reparto proibito della biblioteca della scuola. Qualcuno probabilmente stava cercando di nasconderlo"
George inarcò le sopracciglia, visibilmente sorpreso. Era la prima volta che Lucy lo vedeva a corto di parole.
"Devo ancora capire come tu abbia fatto ad entrare in quella parte della biblioteca. Da quel che so, Silente l'ha isolata tramite una miriade di incantesimi" spiegò il ragazzo, rivolgendo alla giovane un'espressione confusa.
"Non lo so, il cancello era aperto. Non avevo intenzione di curiosare, ma era come se qualcosa mi stesse conducendo lì"
I due rimasero in silenzio per qualche secondo, poi George restituì alla ragazza il foglio di pergamena e il libro dalle pagine ingiallite.
"Secondo te dovrei parlarne con qualcuno?" azzardò lei, ricevendo in risposta un'occhiata sbigottita.
"Assolutamente no. Altrimenti a cosa sarebbe servito che io ti abbia tirato fuori di lì?"
Lucy sorrise, poi corrucciò la fronte e osservò con attenzione il ragazzo: "Tu invece cosa facevi lì dentro?"
"Girovagavo più che altro. Ti ho vista entrare e ho pensato di non poter perdermi quell'occasione"
"Dunque mi hai seguita?"
George abbassò lo sguardo con imbarazzo, mentre le guance gli si coloravano di un rosso porpora: "Ero curioso, tutto qui"
Lucy non aggiunse altro, ma fece cenno al ragazzo di seguirla e i due si sedettero sul pavimento appoggiando la schiena al muro.
"Mi vuoi spiegare cos'è successo lunedì durante l'allenamento?"
"Scommetto che non aspettavi altro che chiedermelo"
Lucy scoppiò a ridere, poi la sua espressione si fece nuovamente seria: "Tu e Fred non siete tipi da litigare per qualche baggianata"
"Infatti non era una baggianata. Ultimamente mi riesce sempre più difficile sopportare i modi in cui si comporta"
"Per questo lo hai preso a pugni?"
"Ho solo perso un po' la calma... Le cose si sistemeranno, tornerà tutto come prima"
Nonostante il tono risoluto, Lucy percepì che nemmeno il ragazzo doveva essere troppo convinto da quelle sue stesse parole.
"Vi siete più parlati in questi ultimi giorni?"
"Diamine no, avevo altro a cui pensare"
"Tipo Angelina"
Quell'affermazione le uscì con così tanto disprezzo che il gemello si voltò verso di lei e la guardò sorridendo: "A quanto ho capito non deve andarti molto a genio"
Lucy fece spallucce, per poi rivolgere l'attenzione altrove. L'ultima cosa che voleva era aprire una conversazione sulla scelta di George in fatto di ragazze.
"Comunque non si trattava di lei, avevo delle cose da sistemare con delle pozioni che stiamo testando per i nostri ultimi scherzi. Anzi, a dire la verità penso proprio che anche lei oramai abbia iniziato a stancarmi"
"Non puoi liberarti delle persone come se fossero calzini sporchi, Weasley"
Quella frase fece scoppiare a ridere entrambi, ma George percepì che vi era pura e semplice verità in tutto ciò che la ragazza gli aveva detto finora.
"Comunque sia, possiamo fare qualche ricerca insieme", riprese poco dopo, "non so se sia vero che i professori stiano cercando di tenerci nascosto qualche segreto, ma quella lista che hai trovato deve per forza significare qualcosa"
"Se ne parlassimo con Percy? Magari lui potrebbe darci una mano" propose la ragazza, pentendosi subito di quell'affermazione non appena notò il volto del gemello rabbuiarsi nell'udire il nome del fratello.
"Percy ci metterebbe soltanto nei pasticci, soprattutto se venisse a sapere che ci sono in mezzo anche io"
"Allora permettimi almeno di parlane con Fred", ribatté Lucy, "ci farebbe comodo un aiuto in più"
George sembrò pensarci qualche secondo, poi annuì senza troppo entusiasmo: "D'accordo, ma preferirei che fossi tu a parlargli. Io e lui abbiamo ancora una discussione in sospeso"
Lucy lo ringraziò, poi spostò lo sguardo verso il suo orologio e impallidì di colpo: "La lezione con Percy! Miseriaccia, tuo fratello mi farà fuori"
George osservò la ragazza correre a sistemare i libri all'interno del calderone e affrettarsi verso l'uscita.
"Potter" la richiamò lui poco dopo, non appena la giovane fu pronta ad andarsene, "mi dispiace di non essere in grado di relazionarmi con le persone" ammise, abbassando il volto com'era abituato a fare ogni qual volta la conversazione lo colpisse nel profondo.
"La verità è che non sei l'unico ad avere dei sentimenti e dovresti fare attenzione a non ferire quelli degli altri"
George annuì, per poi passarsi una mano sul viso e sospirare con frustrazione.
"Angelina mi piace, è in gamba, è carina..."
"...Presuntuosa, arrogante..."
George si voltò verso la giovane con un'espressione divertita: "Si può sapere perché la odi così tanto?"
"Ma non vedi come tratta le persone? Non vedi come ti tratta?"
Il ragazzo sospirò, passandosi una mano sui capelli, come a voler riordinare le idee.
"Hai ragione, talvolta esagera. Ma rimane una delle ragazze più carine della scuola"
Lucy sogghignò e aggiunse: "Pensavo avresti detto la più carina..."
"Non più" ribatté il ragazzo qualche istante più tardi, ma Lucy era già sparita oltre la soglia della stanza, diretta verso la biblioteca.
Nonostante l'ennesimo ritardo con cui si era presentata alla loro lezione, anche quell'incontro in compagnia di Percy era andato meglio del previsto. Il ragazzo rimaneva sempre più sorpreso dai notevoli miglioramenti della giovane grifondoro, che iniziava ad appassionarsi sempre di più alla ricerca degli ingredienti per un nuovo antidoto, alla memorizzazione delle formule degli Incantesimi e agli eventi base della storia del Mondo Magico, che ogni mago che si rispetti apprendeva sin dalla tenera età.
Al termine dell'ora di studio, i due si erano salutati e la ragazza aveva fatto ritorno al suo dormitorio, dove aveva trovato Ginny ad aspettarla.
"Ho deciso che andrò a parlare con Neville" aveva esordito la rossa non appena l'amica aveva messo piede all'interno della stanza.
Lucy, che dal canto suo era ancora impensierita rispetto agli eventi di quel pomeriggio, non aveva reagito subito alla comunicazione della giovane Weasley, finché quest'ultima non le aveva tirato uno scappellotto sul braccio.
"Mi hai sentita?"
"Si, scusami. Cos'hai intenzione di dirgli?"
"Che ho deciso di uscire con lui"
Lucy per poco non si strozzò con il succo di zucca che stava bevendo, dopo averne trovato un bicchiere pieno abbandonato sul suo comodino.
"Sei per caso impazzita? Stiamo parlando di Neville Paciock!"
"Lo so, Lucy, ma ho capito che forse sono stata io a giudicarlo male fino a questo momento. Voglio dargli una possibilità"
Lucy guardò l'amica ad occhi sbarrati: "Chi sei tu? Che ne hai fatto di Ginny Weasley?"
Ginny scoppiò a ridere, poi si avviò verso la porta della stanza: "Augurami buona fortuna! Sto andando da lui proprio in questo momento"
Quando la rossa la lasciò sola all'interno della camera, Lucy tirò un lungo sospiro: quella giornata si stava rivelando sempre più piena di imprevisti.
Nonostante sarebbe stato opportuno che si mettesse a preparare l'Erbicida a base di muco di Vermicoli per la lezione di Piton, la ragazza si sentiva più stanca che mai e percepiva chiaramente il peso del foglio di carta che ancora teneva ripiegato all'interno del mantello. Decise dunque di abbandonare i suoi libri di studio e di mettersi invece alla ricerca dell'unica persona in grado di tirarle su il morale in quel momento, ovvero il guardacaccia della scuola.
Si avviò dunque al piano terra, ma mentre stava per attraversare il giardino della scuola per dirigersi al capanno di Hagrid, s'imbatté in Fred Weasley.
Il gemello girovagava tutto solo senza una meta precisa e dal suo sguardo Lucy intese che il ragazzo dov'esse essere abbattuto.
"Fred!" lo richiamò la ragazza, agitando una mano in aria.
Il giovane Weasley si accorse subito di lei e le rivolse un sorriso, per poi ricoprire la distanza che separava i due e raggiungerla all'ingresso del castello.
"Lucy, ti trovo bene!"
Prima che i due potessero lasciarsi andare ad altre formalità, Lucy prese il ragazzo per la manica della felpa e lo trascinò in un angolo del giardino, lontano dagli sguardi indiscreti dei presenti.
"Devo parlarti", esordì lei poco dopo, "conosci un posto tranquillo?"
Fred le rivolse un'occhiata maliziosa: "Nessuno conosce questo castello meglio di me e della mia brutta copia. Seguimi"
Detto ciò, Lucy seguì il ragazzo all'interno del castello.
I due superarono la Sala Grande e procedettero verso il dipartimento di Trasfigurazione, percorrendone il chiostro e sbucando poco dopo nel corridoio che collegava il cortile interno all'ingresso del viadotto, ovvero una grande sala che collegava quest'ultimo alla scala che conduceva sino al corridoio degli arazzi del primo piano. Tuttavia, anziché imboccare le scale, i due proseguirono verso l'esterno nel cortile lastricato fino al viadotto, l'ampio ponte di pietra che si estendeva fino al Lago Nero. Una volta giunti lì, il giovane Weasley si fermò e lasciò che la ragazza avesse il tempo di contemplare il panorama.
Difatti Lucy non si era ancora spinta così in là nella sua visita al castello; da lì era possibile osservare la parte più a sud del lago, che confinava con la Foresta Proibita, le cui sagome degli alberi si rispecchiavano sulla superficie dell'acqua.
"Abbastanza isolato?" scherzò Fred, guardandosi intorno a sua volta ed ammirando la zona del castello dove i due si trovavano e che lui di gran lunga preferiva ai cortili affollati di studenti.
"Quello che ti dirò ora è strettamente confidenziale" cominciò la giovane, tornando immediatamente seria e spostando la propria attenzione verso il gemello accanto a lei.
"D'accordo, sono tutt'orecchi"
Lucy cominciò dunque a riassumere al ragazzo gli avvenimenti di quel primo pomeriggio, dalla sua visita all'ala proibita della biblioteca, al ritrovamento di quel manuale misterioso, sino al suo incontro con George e alla loro chiacchierata all'interno del bagno del secondo piano. Evitò prudentemente di fare riferimento alla loro conversazione in merito al litigio tra i due fratelli, così da non accendere futili rancori che in quel momento avrebbero solamente fuorviato da quella che era la questione principale per cui si era fatta condurre lì.
Non appena terminò il racconto, Fred la osservò con uno sguardo spaesato e per un momento Lucy credette che il ragazzo fosse in dubbio se crederle o meno.
"Caspita, Lucy. Diciamo che non riesci proprio a tenerti lontana dai guai", scherzò lui facendo sorridere entrambi, per poi aggiungere: "è stato George a chiederti di riferirmelo?"
Lucy scosse il capo con veemenza: "No, è stata una mia idea"
"E lui ne era d'accordo?"
Lucy alzò gli occhi al cielo, spazientita da quella situazione.
"Ascolta Fred, qui stiamo parlando di una cosa molto più importante che un litigio tra fratelli"
"Lo sai almeno cos'è successo?" sbottò lui, alzando il tono di voce. "Te l'ha detto?"
Lucy non aprì bocca, stupita da quell'improvviso sfogo di rabbia. Era sempre stata abituata a vedere Fred come il più pacifico dei due gemelli, quello che sicuramente avrebbe cercato di risolvere ogni disputa in maniera razionale.
Nonostante il suo silenzio, Fred si fece forza per proseguire: "Chiaro, non te l'ha nemmeno raccontato. Chissà se è perché se ne vergogna, oppure non la ritiene una questione di fondamentale importanza"
"Di che cosa stai parlando, Fred?"
Il gemello sospirò, facendo comprendere alla giovane che quella storia che era in procinto di raccontarle non era affatto piacevole per lui.
"Abbiamo conosciuto Angelina al nostro primo anno. Io e George avevamo sempre la testa per aria, ancor più che ora, e ciò a cui dedicavamo gran parte del nostro tempo erano i nostri scherzi. Poi un giorno l'ho vista a lezione di Trasfigurazione e ho iniziato a prestarle delle attenzioni"
Lucy rabbrividì per la piega che quel discorso stava prendendo, ma non osò interrompere il ragazzo.
"Non devi immaginare Angelina come la vedi ora, all'epoca era tutt'altra persona. Era sempre disponibile con tutti e sembrava non voler mai smettere di sorridere. Per qualche settimana siamo usciti insieme ed eravamo sul punto di considerarci a tutti gli effetti una coppia, finché un giorno non l'ho scoperta del corridoio del secondo piano avvinghiata a George. Io e lui abbiamo litigato, finché lui non mi ha assicurato che non si trattava di nulla di serio e che avrebbe cercato di dimenticarla per preservare il nostro rapporto. Io ovviamente gli ho creduto e per un po' è tornato tutto come prima, ma quando siamo tornati a scuola l'anno successivo loro uscivano ufficialmente insieme"
Lucy percepì gli occhi farsi sempre più umidi e dovette trattenersi dal correre ad abbracciare il ragazzo di fronte a lei, che sembrava raccontarle quei dettagli con il cuore in mano e un groppo in gola.
"Da allora ho cercato di prendere le distanze e non farci caso. Il loro è stato tutto un tira e molla e lei non ha fatto altro che prendersi gioco di lui sin dal primo giorno, cambiandolo caratterialmente. Entrambi sono diventati due persone che a malapena riconosco"
Fred si ammutolì per qualche secondo, cercando di frenare le lacrime che minacciavano di rigare il suo volto tempestato di lentiggini.
"L'altro giorno gli ho rinfacciato di come quella con Angelina non sia che una messa in scena e che lei lo stia solo usando per i suoi comodi. Lui si è arrabbiato e mi ha aggredito. D'altronde penso che sappia meglio di me di non meritare di essere trattato in questo modo"
Terminato il discorso, tra i due ragazzi calò il silenzio più assoluto. Fred oramai tratteneva a stento le lacrime, mentre Lucy rimuginava sulle parole più adatte da dire in quel contesto.
"Mi viene difficile da credere che tuo fratello ti farebbe una cosa simile. Mi dispiace così tanto, Fred"
Il ragazzo sospirò, per poi rivolgerle un'espressione avvilita: "In questi anni ho imparato a convivere con il fatto che Angelina non fosse interessata a me. Ma non ho ancora imparato a convivere con tutto il male che mi ha fatto lui"
"Ne avete mai parlato faccia a faccia?"
"Centinaia di volte, ma George ha sempre avuto paura del confronto. Ha questo costante timore di deludere le persone al punto da alzare dei muri attorno a sé e far credere a tutti di essere invincibile, quando in realtà non è che incredibilmente fragile"
Lucy si avvicinò di qualche passo, per poi avvolgere il gemello in un caloroso abbraccio. Lui ricambiò la stretta e in un secondo il suo corpo iniziò ad essere scosso da forti singhiozzi e la spalla della ragazza si bagnò delle sue lacrime.
Rimasero in quella posizione per qualche minuto, poi si allontanarono l'uno dall'altra e Fred si passò una mano sulle guance per asciugarle.
"Ti aiuterò, comunque" esordì poco dopo, lasciando Lucy a bocca aperta.
"Non devi sentirti in dovere di-"
"Lo faccio perché sei una delle persone migliori che abbia conosciuto fino a questo momento, non perché mi senta costretto" specificò subito lui, rivolgendole un sorriso sincero che venne ricambiato dalla ragazza.
"Ed io non avrei potuto chiedere un amico migliore" concluse lei, portando un braccio sopra la sua spalla.
I due procedettero così in direzione del castello, l'uno sostenuto dal peso dell'altro, con un largo sorriso dipinto sul volto e fermandosi di tanto in tanto per ammirare gli ultimi scorci di quell'incantevole paesaggio che li circondava.
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