Reverse Pass

"If we're gonna stand, we stand as giants
If we're gonna walk, we walk as lions"

Ammaliata.
Così si sentì Lucy quando il mattino seguente varcò la soglia della Sala Grande e notò Percy agitare una mano nella sua direzione, per esortarla ad andare a sedersi al suo fianco.
Aveva lanciato una rapida occhiata a Ginny, che ancora stentava a credere a ciò che l'amica le aveva confidato quella mattina mentre si dirigevano insieme al bagno. Non poteva trattarsi di suo fratello, doveva esserci un malinteso. Percy si era sempre mostrato come una persona distaccata, la cui attenzione era attirata solamente dai libri, e sentire l'amica parlarne come se fosse la persona migliore che lei avesse mai incontrato le aveva causato non poco stupore.
Lucy si era dunque seduta al fianco del caposcuola, sotto gli sguardi indiscreti di tutta la casata. Tra loro non poteva mancare l'occhiata torva rivoltale da Penelope, che subito cercò di rivolgere la propria attenzione altrove, come se la questione non la toccasse.
"Dormito bene?" le aveva domandato Percy non appena la giovane grifondoro gli aveva rivolto un ampio sorriso.
"Direi proprio di sì" ammise la ragazza e per un attimo rimase lei stessa sorpresa da quelle parole. Non era mai stata una persona romantica, essere al centro dell'attenzione l'aveva sempre messa a disagio, eppure ora di sentiva sicura al fianco di Percy, come se il ragazzo con i suoi modi di fare cauti e gli sguardi affettuosi che le rivolgeva la facesse sentire come un cimelio assai raro.
La colazione procedette senza intoppi e dopo poco gli altri studenti si stufarono di mantenere l'attenzione rivolta verso i due e si concentrarono sul proprio pasto.
Chi non si stufò fu invece George Weasley.
Dall'altro capo della tavolata il gemello non aveva perso di vista nemmeno un secondo la ragazza, sin dal momento in cui aveva messo piede all'interno della sala e persino quando si era accomodata vicino al suo acerrimo nemico.
Non era possibile, non poteva essere vero. Nessuno si sarebbe mai potuto infatuare di una persona come Percy. Era altezzoso, saccente, puntiglioso e, peggio tra tutti, estremamente noioso.
Una persona spigliata come Lucy non si sarebbe mai potuta interessare a quel topo da biblioteca, che per di più si era ritrovato a dover chiamare fratello. Sarebbe stato un colpo troppo basso, persino da parte sua.
Eppure, quando il gemello notò le loro mani intrecciarsi sotto al tavolo, dovette ricredersi.
A quel punto si voltò in maniera stizzita e si ripromise di non spostare più l'attenzione verso quella parte del tavolo per tutta la durata della colazione. Cercò invece di concentrarsi sulle parole di Angelina, che, seduta come al solito vicino a lui, era immersa da più di dieci minuti in una conversazione con Katie Bell. Parlavano di unghie e cosmetici babbani, argomenti di assai poco interesse per lui.
Fred, che invece si trovava di fronte a lui, conversava animatamente con Baston riguardo agli ultimi preparativi per l'inizio del campionato. Una volta avrebbe ascoltato attentamente le direttive del capitano, essendo il Quidditch una delle poche attività che lo tenevano ancora legato ad Hogwarts, ma quel giorno non colse una virgola del lungo discorso che si tenne tra lui ed il fratello.
Perché era così infuriato? D'altronde non avrebbe potuto aspettarsi di più da parte della ragazza. L'aveva attirata a sé, si era divertito in sua compagnia e poi l'aveva illusa, com'era suo solito. Ora vi era la situazione ideale per entrambi: lui di nuovo con Angelina e lei felicemente innamorata di una persona che l'avrebbe sicuramente trattata con rispetto.
Allora perché nonostante ciò sentiva di non essere per niente soddisfatto?

Mercoledì, ovvero prima partita di Quidditch dell'anno.
Le mani della giovane grifondoro s'intrecciavano attorno al manico della sua Moontrimmer, ma di tanto in tanto la ragazza era costretta ad aumentare un po' di più la stretta, dato che la superficie sudaticcia della pelle scivolava lungo il legno della scopa.
Gli occhi di ogni singolo studente di Hogwarts si erano posati su di loro nel momento in cui la squadra dalla casata rosso porpora aveva messo piede sul campo da gioco, confrontandosi con gli sguardi taglienti della squadra avversaria, nientemeno che i Serpeverde.
Ginny, che camminava disinvolta al suo fianco, ebbe un fremito non appena riconobbe il volto pallido del giovane Malfoy contrarsi in una smorfia malefica nel momento in cui il ragazzo rivolse l'attenzione alla sua chioma rossiccia.
Sarebbe stata una sfida interessante, quello dicevano i pronostici. Tuttavia Lucy percepiva un'atmosfera completamente diversa quella mattina. Tra i giocatori della squadra vi era un evidente malumore condiviso a cui nessuno però aveva il coraggio di accennare.
La rivalità tra le due squadre venne resa ancora più evidente da quel lungo scambio di sguardi che ebbe luogo non appena ebbero messo tutti piede sul campo da gioco.
Il professor Piton, arbitro della prima partita della stagione, attendeva impaziente al centro del campo, dietro di lui il baule contenente le palle da gioco.
Marcus Flint, capitano dei Serpeverde, avanzò di qualche passo e lo stesso fece Baston, per poi scambiarsi una stretta di mano tutt'altro che amichevole.
Nel frattempo la folla strepitava dagli spalti, chi per urlare il proprio sostegno alla casata di appartenenza, chi per avvilire gli avversari.
Sulla destra vi era una tribuna più alta delle altre su cui sedeva tutto il corpo insegnanti e, al centro di esso, emergeva la figura del preside. La professoressa McGranitt si trovava al fianco di Silente ed osservava le dinamiche del campo con uno sguardo inquisitorio.
Quando tutto fu pronto, Piton fece cenno ai giocatori di librarsi in aria, mentre lui si voltò verso il baule e con un colpo di bacchetta ne svitò il chiavistello. Nel giro di qualche attimo i due bolidi scattarono in aria, seguiti poco dopo dal piccolo boccino d'oro, obiettivo della giovane Weasley.
Infine, il professore di pozioni afferrò la Pluffa e al fischio iniziale la lanciò in aria, lasciando così che i Cacciatori vi si precipitassero.
La partita iniziò più velocemente del previsto e per i primi dieci minuti risultò difficile per Lucy seguire tutte le azioni in campo. Angelina e Demelza inseguivano gli altri Cacciatori con maestria e astuzia, mentre lei cercava di posizionarsi ai lati del campo, in attesa che una delle due ragazze entrasse in possesso della Pluffa e gliela potesse passare.
Adrian Pucey, uno dei Cacciatori più in gamba che Hogwarts avesse mai visto, non sembrava voler concedere un attimo di respiro alla squadra avversaria. Conosceva le loro tecniche di gioco, conosceva i punti deboli dei singoli giocatori e sapeva fin troppo bene che, se si fosse subito lanciato in una corsa senza sosta, Angelina Johnson avrebbe faticato a stargli dietro. Era veloce, ma non aveva troppa resistenza.
Al contrario, Demelza era più lenta, ma molto più attenta alla tattica di gioco; gli sarebbe bastata una minima svista per ritrovarsi la ragazza a pochi metri da lui, a bloccargli la via sino agli anelli.
La nuova arrivata invece non gli aveva destato la minima preoccupazione; faceva fatica a seguire i movimenti della palla e si era posizionata alle estremità del campo, in attesa che il gioco riprendesse a favore dei grifondoro. Baston non si sarebbe mai dovuto arrischiare a prendere una pivella così.
Mentre riformulava questi pensieri, Pucey si allontanava dalla presa della Johnson, che aveva cercato di affiancarlo e di allungare una mano verso la Pluffa. Il ragazzo ghignò, consapevole che quell'anno sarebbe stato più facile del previsto mettere le mani sulla coppa.
Una volta che il giovane serpeverde si trovò nelle vicinanze dell'area di tiro, Baston avanzò nella sua direzione, lasciando il terzo anello – quello di più piccole dimensioni – scoperto e dunque bersaglio ideale per chi avesse una mira perfetta come la sua.
Purcey scagliò la Pluffa con quanta più forza avesse in corpo, segnando così i primi punti della partita, che vennero annunciati a gran voce da Lee Jordan, a cui spettava la telecronaca di tutto il campionato.
"Maledizione Potter, fa' qualcosa!" esclamò allora Angelina, che si era già accorta che la partita stava prendendo una brutta piega per la squadra.
Tuttavia, prima ancora che Lucy potesse mettere mano sulla Pluffa, a cui anche Demelza aveva provato ad avvicinarsi, Graham Montague, ormai da due anni Cacciatore per i Serpeverde, ne era già entrato in possesso ed era riuscito ancora una volta a segnare dieci punti, ingannando Baston.
Lucy sbuffò per la frustrazione e rivolse una rapida occhiata all'amica, qualche metro sotto di lei: si era cimentata in un vero e proprio duello corpo a corpo con Draco Malfoy, mentre entrambi si erano lanciati all'inseguimento del boccino.
La giovane spostò nuovamente la sua attenzione sul gioco, cercando di schivare i Bolidi che saettavano attorno a lei seguiti da Fred e George, nel tentativo di scovare una tattica che risultasse inaspettata ai tre Cacciatori avversari.
"Angelina!" gridò la ragazza tutto d'un fiato, richiamando l'attenzione della compagna di squadra.
Nel frattempo si udì un fischio dalla tribuna dei professori, segno che un giocatore doveva aver commesso qualche fallo. Si trattava infatti di Malfoy che, poco curante del regolamento, aveva commesso un "Blurting", ovvero aveva cercato di incrociare il suo manico di scopa con quello della giovane Weasley, nel tentativo di deviare la sua rotta.
Lucy non prestò attenzione a quel richiamo, ma si concentrò sulla compagna di squadra che la osservava in attesa di capire le sue intenzioni. Dal momento che anche Pucey stava analizzando i gesti che le due si scambiavano, Lucy alzò una mano a mezz'aria e disegnò un cerchio.
Per un po' la giovane temette che Angelina non avesse compreso il significato di quel gesto, poi i suoi occhi si illuminarono e la vide annuire lievemente, per poi iniziare a spostarsi dall'altro lato del campo.
Manovra di Porskoff.
Lucy non sapeva se avrebbe funzionato, ma ne aveva letto e riletto le modalità in tutti i manuali sul Quidditch che aveva studiato e pensava valesse la pena tentare.
Così, al fischio della ripartenza, vide Angelina affrettarsi subito verso la Pluffa, cogliendo di sorpresa Montague che rimase inerte a guardarla scappare via.
Lucy puntò dunque la sua Moontrimmer verso est e si avvicinò alla compagna di squadra, che le passò la Pluffa con uno sguardo intimidatorio. "Vedi di riuscirci" dicevano i suoi occhi e la giovane recepì chiaramente il messaggio.
Mentre si avvicinava agli anelli della squadra avversaria, vide Pucey avvicinarsi a lei con gli occhi che seguivano ogni suo singolo movimento. Probabilmente aveva già capito quello che aveva in mente, dunque doveva cercare di usare l'immaginazione per ingannare il Cacciatore.
Nel giro di pochi secondi, le venne in mente un'idea che Baston avrebbe considerato tanto originale quanto pericolosa.
La giovane rallentò visibilmente, in attesa dell'arrivo di Angelina che seguiva la sua traiettoria qualche metro più sotto, impaziente che la ragazza le passasse infine la Pluffa, come prevedeva la manovra che avevano testato durante gli allenamenti.
Lucy si abbassò dunque al livello della compagna di squadra, rimanendo davanti a lei di qualche passo e lanciando poi la Pluffa all'indietro, oltre la sua spalla.
In quella frazione di secondo, la giovane pregò con tutta sé stessa di aver compiuto un buon lancio e che l'altra Cacciatrice fosse pronta a ricevere la palla. La conferma arrivò presto dal boato che esplose dagli spalti e dalla voce di Lee Jordan che annunciava i primi dieci punti per la squadra grifondoro.
Lucy si voltò verso Angelina, che sorrideva trionfante alla folla in delirio. Quando poi si rivolse al resto della squadra, percepì degli occhi puntati verso di lei; George non applaudiva la fidanzata, troppo impegnata a salutare le amiche sedute sugli spalti per accorgersi della scena, ma osserva colei che aveva appena risollevato l'animo della squadra con un'azione tutt'altro che scontata.
"Continua così, Potter!" le urlò Baston agitando una mano nella sua direzione. A quelle parole Lucy si sentì più leggera e si convinse ad affrontare la partita con più decisione.
Dopo quel Reverse Pass compiuto alla perfezione, la giovane grifondoro cercò di mettere in pratica tutto ciò che aveva appreso dalle ore trascorse sui libri, ormai senza più esitazione. Lei, Angelina e Demelza riuscirono persino a disporsi in formazione a freccia e a volare in direzione degli anelli in maniera alquanto intimidatoria, senza che i serpeverde riuscissero mai a contrapporsi tra loro e l'obiettivo.
La partita si fece alquanto emozionante e, dopo quasi un'ora e mezza di gioco, le due squadre si trovarono quasi con lo stesso ammontare di punti: 90 punti per Grifondoro, 110 per Serpeverde.
Mentre Lucy si trovava in procinto di passare per l'ennesima volta la Pluffa nelle mani di Demelza, così che la compagna di squadra potesse prendere ulteriori punti grazie ad una mira decisamente migliore della sua, si udirono due fischi consecutivi e poi un lungo fischio finale che determinò la fine della partita.
Tutti i giocatori volsero allora lo sguardo intorno al campo, alla ricerca dei due Cercatori, e subito gli spalti dove si trovavano gli alunni con le uniformi adornate di verde smeraldo esplosero in un urlo di gioia.
Draco Malfoy sedeva comodamente sulla sua Firebolt – uno dei manici di scopa più veloci sul mercato (nonché anche uno dei più costosi), utilizzato persino dai giocatori delle squadre nazionali della Coppa del Mondo di Quidditch – e, nell'avanzare verso il centro del campo, agitava nella mano sinistra quell'oggetto che a lungo lui e Ginny si erano contesi durante la partita: il Boccino d'Oro.
Ginny giaceva avvilita qualche metro più sotto, passandosi le mani sul volto per la stanchezza ed avviandosi lentamente verso gli spogliatoi.
Non appena mise piede a terra, Lucy si affrettò a seguire l'amica, che però apparve sin da subito inconsolabile.
"Lascia perdere, Lucy. Ho bisogno di stare sola. Ci vediamo dopo a cena"
E con quelle parole, la giovane Weasley si diresse tutta sola in direzione degli spogliatoi, iniziando a disfarsi di quella casacca troppo stretta che le aveva tolto il respiro per tutta la durata del gioco.
Lucy rimase inerme sul terreno di gioco, non sapendo bene come comportarsi. Tuttavia non ebbe troppo tempo per riflettervi, perché poco dopo sopraggiunse il resto della squadra, mentre i serpeverde ancora volteggiavano sopra agli spalti godendo degli applausi e degli incoraggiamenti del pubblico.
"Comunque sia andata, siete stati bravissimi" esordì Oliver non appena tutti si furono riuniti attorno a lui.
"Lucy è stata fenomenale" sottolineò Fred, facendo arrossire la più piccola.
"Geniale l'idea di cambiare tattica, davvero. Pucey ci avrebbe fatte fuori altrimenti" aggiunse Demelza, dando una lieve gomitata ad Angelina che, a sua volta, sforzò un sorriso e si complimentò con la nuova arrivata.
"Bel lavoro, pivella"
Lucy sorrise entusiasta, poi il ricordo del malumore di Ginny la riportò con i piedi per terra.
"Dov'è Weasley?" domandò Baston, come leggendole nel pensiero.
Lucy allora indicò l'ingresso dello spogliatoio e il capitano si affrettò in quella direzione, lasciando i componenti della squadra soli a confrontarsi sulle dinamiche della partita.
"Potter" chiamò George qualche secondo dopo, mentre Fred, Angelina e Demelza rivolgevano sguardi di disprezzo e commenti malevoli nei confronti della squadra avversaria, che aveva passato una buona mezz'ora a svolazzare in aria atteggiandosi come se già avesse vinto il campionato.
La giovane si rivolse allora al gemello: "Weasley! Che dire, complimenti per la partita. Ti ho visto davvero a tuo agio lassù"
George arrossì appena, dettaglio che sfuggì alla ragazza di fronte a lui.
"Sei stata davvero in gamba oggi. Per un attimo ho pensato non fosse la tua prima volta sul campo"
Lucy sorrise nuovamente, non sapendo bene cosa dire.
"Comunque", continuò lui, "volevo farti le congratulazioni per te e Percy. Penso siate davvero una bella coppia"
A quelle parole la giovane si bloccò e gli rivolse uno sguardo interrogatorio: "Io e Percy non siamo una-"
"Lucy!" intervenne allora un'altra voce poco distante da loro.
I due si voltarono ed il volto della ragazza s'illuminò subito non appena riconobbe quello del caposcuola.
"Percy!" urlò lei in risposta, precipitandosi tra le braccia del ragazzo, che l'accolse con un enorme sorriso.
I due cominciarono dunque a conversare riguardo alla partita appena terminata, mentre George, rimasto a distanza, non poté che concedersi una smorfia di delusione.
Quando Angelina lo tirò per una manica esortandolo a seguirla all'interno degli spogliatoi, il ragazzo non ribatté ma si limitò a fare quanto detto a testa bassa.

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