Oltre Ogni Previsione

"Clock's got his hands in the air as I'm fallin'
The clock's got his hands in the air as I'm calling out
Clock's got his hands by his sides
I'm still waiting"

Il professor Remus Lupin non era il tipo di persona che ogni studente avrebbe associato ad una materia come Difesa contro le Arti Oscure: all'apparenza ricordava un sempliciotto di campagna, sia per la parlata che per i suoi gusti nel vestire.
Aveva un viso che esprimeva fiducia, in cui si iniziavano ad intravedere i primi segni dell'età; gli occhi castani guizzavano da una parte all'altra dell'aula durante le sue lezioni, prestando attenzione ad ogni minimo movimento degli allievi dinanzi a lui. Mentre spiegava, teneva le mani congiunte dietro alla schiena e le spalle ritte, quasi in segno di superiorità; ma i suoi modi di fare erano tutt'altro che preponderanti, data la sua disponibilità e gentilezza nei confronti di qualsiasi persona si trovasse davanti.
Era inoltre decisamente portato per l'insegnamento, a tal punto che le sue classi erano quelle più frequentate; persino Fred e George si erano sforzati di prender parte alle sue lezioni.
Ginny lo elogiava di continuo, sia per il suo ruolo di insegnante che per il suo "fascino"; dovevano essere i suoi capelli brizzolati, le cui ciocche ricadevano disordinatamente sulla fronte, ad attirare le allieve più giovani, oppure le piccole fossette che comparivano sulle sue guance non appena il professore accennava un flebile sorriso: d'altronde il suo aspetto trasandato aveva un ché di attraente.
Dovendo ancora recuperare il programma del primo anno, Lucy non aveva ancora avuto l'onore di seguire una lezione con il professore durante le prime settimane; era stato stabilito che avrebbe intrapreso degli incontri pomeridiani in sua compagnia per iniziare la pratica con gli incantesimi.
Poco dire che Ginny, come anche metà delle studentesse di Hogwarts, aveva subito provato invidia per la sua posizione; difatti aveva insistito per andare a salutarla ogni volta al termine dell'allenamento, così da avere la possibilità di incontrare il professor Lupin.
"Tu sei matta!" aveva esclamato una volta Lucy, mentre l'amica si era imbambolata nel bel mezzo del corridoio in contemplazione del loro insegnante.
"E tu non sei molto meglio!" aveva ribattuto la rossa sogghignando.
Alle sue parole, la giovane grifondoro aveva risposto con una smorfia, comprendendo ciò che Ginny cercava di dire; qualche volta l'aveva sorpresa ad osservare Percy nel medesimo modo e aveva cercato di darle qualche scossone per far sì che distogliesse lo sguardo.
Quel pomeriggio al termine della sua lezione di Difesa Contro le Arti Oscure – durante la quale aveva appreso come utilizzare un'inutile maledizione chiamata "Mucus ad Nauseam" –, Lucy si era precipitata nell'aula del professor Vitious, impaziente di mostrare al professore la pergamena che aveva portato a termine. O meglio, quella che George aveva completato, senza troppi complimenti. La ragazza sperava con tutto il cuore che il gemello avesse fatto un lavoro dignitoso, almeno da garantirle la grazia del professore dopo quell'incidente con l'incantesimo di Levitazione.
L'aula di incantesimi si trovava al terzo piano ed era già gremita di studenti; Lucy prese posto in prima fila, senza prima depositare il foglio di pergamena sulla cattedra, dove il professore era intento ad organizzare i materiali per le lezioni. Non appena si accorse dell'oggetto lasciato lì sotto al suo naso, il professore afferrò la pergamena e la srotolò, iniziando ad analizzarne il contenuto.
Bastarono pochi istanti per far capire alla ragazza che non avrebbe ottenuto nemmeno un Accettabile quel giorno, poiché ciò che George aveva scritto nella pergamena non era sicuramente l'eseguimento dell'incantesimo di Levitazione, come richiesto dal professore; non appena il volto di quest'ultimo divenne paonazzo dalla rabbia, Lucy si sentì raggelare e desiderò più di ogni altra cosa conoscere un incantesimo per diventare invisibile.
Prima che potesse rendersi conto di quanto stava succedendo, il professore iniziò a sbraitare agitando la pergamena nell'aria. Solitamente gli studenti cercavano in tutti i modi di non innervosirlo, per via della sua voce molto acuta che arrivava dritta nei timpani, nonostante la sua scarsa altezza – il professore aveva difatti spiegato loro di avere un lontano parente Goblin –, ma Lucy sembrava ormai averci preso gusto.
La rabbia del professore scatenò l'ilarità generale, ma Lucy non accennò nemmeno ad un sorriso mentre l'uomo la cacciava fuori dall'aula, restituendole indispettito il foglio di pergamena. Non appena la ragazza si trovò fuori del corridoio semivuoto, si affrettò a leggere il lavoro portato a termine dal giovane Weasley, che si rivelò essere un resoconto dettagliato della storia d'amore tra il professor Vitious e la professoressa Sprite (a quanto pare giunta al termine).
Quando la giovane rialzò gli occhi dalla pergamena, digrignò i denti e lanciò un urlo di frustrazione: gliel'avrebbe fatta pagare, eccome.

"Weasley!"
L'urlo della ragazza riecheggiò per tutto il giardino del castello e giunse subito alle orecchie dei due gemelli, che si voltarono intimiditi. Lucy avanzava con fare burrascoso nella loro direzione, agitando il foglio di pergamena nell'aria.
Fred comprese immediatamente la situazione e si affrettò ad alzarsi, sperando di riuscire a dileguarsi il prima possibile senza subire ritorsioni. Raccattò tutti i materiali che lui e il fratello avevano abbandonato sul terreno antistante mentre confabulavano sui loro prossimi scherzi e in un istante fu pronto ad andarsene.
"Ci vediamo dopo, Georgie" sussurrò al fratello, prima di iniziare a muovere qualche passo nella direzione opposta a quella della ragazza, che nel frattempo aveva raggiunto i due sotto al grande acero dove si trovavano.
"Dove pensi di andare?" esclamò Lucy, non appena comprese le intenzioni del gemello, "ora restate qui tutti e due"
Fred tentennò dinanzi l'espressione di disappunto della ragazza e guardò il fratello nella speranza che accorresse in suo aiuto; non lo avrebbe mai fatto, quello era certo. George in quel momento rivolgeva la sua attenzione solo alla giovane grifondoro di fronte a lui, che lo osservava furibonda. C'era voluto poco perché i due fratelli si facessero conoscere per le loro burle anche dagli studenti del primo anno, ma con quel gesto George era andato ben oltre, e Fred non sarebbe rimasto al suo fianco come se niente fosse, come se la cosa lo riguardasse.
"Mi spiace deluderti Potter, ma dovrai vedertela con la mia brutta copia, perché io non c'entro proprio niente in questa storia" spiegò Fred, alzando le braccia a mezz'aria in segno di resa.
"Non mi interessa chi si sia preso la briga di scrivere questa cosa" esordì la giovane, indicando la pergamena che teneva tra le mani, "ma vi assicuro che la pagherete molto cara. Tutti e due"
Alle parole della giovane, Fred rivolse un'occhiata timorosa al fratello, che al contrario non diede segno di agitazione, ma anzi scoppiò in una fragorosa risata.
"Ti ricordo che stai parlando con i Re degli scherzi in persona, Potter" ribatté il gemello, nel tentativo di provocare la ragazza, "dovrai impegnarti molto per riuscire a coglierci impreparati"
Fred continuò ad osservare quel teatrino con un misto di divertimento e perplessità: quei due avrebbero potuto benissimo continuare ad azzuffarsi per ore senza stancarsi un attimo.
Lucy avanzò ulteriormente verso il gemello, fermandosi a poche spanne dal suo viso e guardandolo con un'espressione ancora più minacciosa: "Non provocarmi, Weasley. Non sai di cosa sono capace"
"Bene bene, ma cosa abbiamo qui?"
Quella voce improvvisa fece sobbalzare tutti e tre i ragazzi, che si voltarono di sorpresa; Angelina si trovava a qualche metro da loro in compagnia di Alicia Spinnet e Katie Bell, ed osservava la scena con vivo interesse.
"Non ti è bastato rovinarmi gli allenamenti, Potter? Ora cerchi pure di rubarmi il ragazzo?"
A quell'affermazione, Lucy diventò paonazza e iniziò a gesticolare convulsamente, mentre si allontanava da George: "Ti assicuro che non stavo-"
"Certo, come no" la interruppe la cacciatrice, avvicinandosi a lei, "ti credi la migliore, non è così?"
"Angelina, stavamo solo parlando" intervenne Fred, cercando di dissuadere la ragazza che nel frattempo aveva afferrato la giovane grifondoro per il bavero dell'uniforme.
"Non mi sembra di averti interpellato" tagliò corto lei, per riportare la sua attenzione su Lucy, che si dimenava dalla sua presa, "questa è una faccenda tra me e Potter"
Per tutto questo tempo, George non aprì bocca, osservando la scena con divertimento, finché il gemello non gli tirò una gomitata per esortarlo ad intervenire. A quel punto il ragazzo sospirò e si avvicinò a sua volta alle due litiganti.
"Mia bella, lo sai che io ho occhi solo per te"
Con quella melensa dichiarazione, il gemello accolse tra le sue braccia Angelina, che gli si avvinghiò senza troppa parsimonia subito dopo aver lasciato andare la giovane grifondoro. I due ragazzi iniziarono a scambiarsi dunque smancerie sotto gli occhi dei presenti e sotto lo sguardo disgustato di Lucy, che approfittò della distrazione per allontanarsi da quel luogo.
"Non finisce qui, Potter" sentì proferire Angelina qualche secondo più tardi, mentre la ragazza si allontanava imboccando il primo corridoio nei paraggi. Ogni qual volta si trovava in una situazione difficile, c'era sempre di mezzo un Weasley.

Il resto della settimana passò regolarmente, senza troppi imprevisti.
Piton rimase impressionato dalla preparazione dell'Antidoto ai Veleni Comuni consegnatogli dalla giovane grifondoro, ma come al solito fece di tutto per non darlo a vedere; rivolse invece alla ragazza uno dei suoi soliti sguardi sprezzanti alla sua esclamazione di gioia nel venire a conoscenza della sua valutazione: Oltre Ogni Previsione. Forse avere Piton come professore non sarebbe stato così male: vi era sempre pochissima aspettativa da parte degli studenti, dunque ogni risultato che non fosse negativo era visto come un piccolo successo.
Lucy rimase molto impressionata anche dalle sue lezioni di Trasfigurazione: la professoressa McGranitt le aveva assicurato all'inizio del corso che le ci sarebbe voluto un po' prima di imparare a maneggiare la bacchetta a dovere, senza commettere errori madornali (soprattutto quando si trattava di trasformare un calderone in un piccolo calamaio). Tuttavia, dopo appena due settimane, la ragazza era già riuscita ad ottenere risultati ben più avanzati rispetto ai compagni ed era persino in grado di far sì che qualsiasi animale di piccola taglia venisse trasformato in un oggetto comune, come un libro o un calice.
Era persino riuscita a tenersi al passo con i compiti assegnati dalla professoressa Sprite – una pergamena sulle proprietà delle foglie di Aconito, alquanto tossiche – e dal professor Vitious, che dopo quanto accaduto l'ultima lezione aveva cercato di metterla a dura prova: quella settimana le era stato chiesto di eseguire un Incantesimo di Riparazione e di Animazione degli oggetti, e in entrambi i casi la ragazza era riuscita a portarli a termine alla perfezione, senza conoscerne minimamente la formula o lo svolgimento. Tutto ciò sembrava incuriosire notevolmente il professore, che tuttavia non aveva mai accennato a porle alcuna domanda su quella sua inspiegabile abilità. D'altro canto, Lucy non sarebbe stata in grado di fornirgli una risposta soddisfacente: le era estraneo come la sua mente fosse in grado di ricordare tecniche e formule mai sentite prima.
Quando fu nuovamente venerdì, Lucy si preparò all'ennesima giornata estenuante, tra noiose lezioni di Astronomia, allenamenti di Quidditch ed uno dei suoi soliti incontri in biblioteca in compagnia di Percy. Ultimamente, le lezioni con il ragazzo la mettevano in uno stato d'ansia tale da riuscire a malapena ad aprir bocca quando lui le poneva qualche domanda. Non era la stessa sensazione che provava all'inizio non appena i due si erano conosciuti e, in quanto caposcuola altamente autoritario, il giovane le aveva trasmesso alquanto timore; quella era un'emozione diversa, come se la ragazza nutrisse talmente tanto rispetto nei confronti del giovane Weasley da cercare in tutti i modi di dare del suo meglio durante quelle ore di studio, così da non deluderlo.
In più, Lucy si sentiva ancora in imbarazzo per quanto successo con George nella Sala Grande la settimana precedente. Non riusciva ancora a spiegarsi il motivo della sua reazione avventata nei confronti del gemello, ma ciò che la metteva ancor più in agitazione era l'idea di doverne parlare apertamente con Percy. Non era riuscita ad ammettere i suoi sentimenti a sé stessa, figuriamoci ad una persona esterna che per di più non aveva idea del caos che alleggiava all'interno della sua mente.
Fortunatamente il ragazzo non aveva mai dato idea di voler far luce sull'accaduto; aveva mantenuto un atteggiamento calmo e impassibile, ed i due avevano discusso solamente di ciò che concerneva la scuola e le lezioni. O almeno, fino a quel giorno.
Quando Lucy fece il suo ingresso in biblioteca quel venerdì, avvertì immediatamente che vi era qualcosa di diverso nell'aria. Ciò che non riuscì a determinare era se ciò fosse dovuto all'espressione timorosa sul volto di Percy o al suo continuo tic di sistemarsi l'orologio da polso ogni tre secondi, cosa che rendeva la giovane grifondoro ancora più nervosa. Era evidente che qualcosa lo agitava; o forse, lo agitava di più non riuscire a comunicare quale fosse la ragione di quel suo turbamento.
"Qualcosa non va?" azzardò la ragazza non appena i due ebbero chiuso i libri e terminato l'ora di studio. Il ragazzo cercò in tutti i modi di fingersi sorpreso a quella sua domanda, ma era evidente che per tutto quel tempo era solo rimasto in attesa del giusto momento per esternare i suoi sentimenti.
"Volevo ringraziarti per essere intervenuta quel giorno nella Sala Grande"
A quelle parole, Lucy diventò altrettanto irrequieta dovendo richiamare alla mente gli eventi di quella giornata.
"In realtà penso sia stato un po' fuori luogo" ammise lei, abbassando lo sguardo, "...ho tirato uno schiaffo a tuo fratello"
"Si, hai ragione. È stato del tutto fuori luogo" affermò Percy, riacquisendo il suo solito tono perentorio: "Ma non era mai successo prima che qualcuno si preoccupasse per me ed intervenisse quando Fred e George si prendono gioco di me"
Lucy rivolse un sorriso rassicurante al ragazzo: "Anche io avrei voluto che qualcuno intervenisse ogni qualvolta mio cugino ne faceva una delle sue e gli zii lo difendevano a spada tratta..."
La ragazza non aggiunse altro, ma si sorprese nel vedere Percy poggiarle una mano sulla spalla e sorriderle a sua volta: "La prossima volta che avrai bisogno di aiuto, non esitare a chiedere"
Detto ciò, i due recuperarono le loro cose senza aprire più bocca, finché non furono costretti a salutarsi per affrettarsi nelle loro rispettive stanze.

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