Occhi cerulei
"No fair
You really know how to make me cry
When you give me those ocean eyes
I'm scared
I've never fallen from quite this high
Falling into your ocean eyes
Those ocean eyes"
La nuova settimana iniziò senza troppe soddisfazioni.
Oramai era autunno inoltrato e gli alberi erano quasi tutti spogli; le temperature si erano fatte più fitte, rendendo necessario indossare una maglia in più per evitare di rimanere bloccati a letto colti dai sintomi dell'influenza.
Mancava ormai sempre meno alla prima partita di Quidditch e la squadra sembrava ancora non aver trovato la giusta sintonia per seguire alla lettera i piani del capitano e le tattiche di gioco da lui indicate durante gli allenamenti.
Fred e George erano stati gli unici in grado di mantenere alto il morale della squadra e non avevano sbagliato una sola azione da quando avevano messo piede in campo. Chiaramente il loro tentativo era quello di redimersi dalla litigata avuta luogo la settimana precedente.
Al contrario, Angelina era diventata ancora più indispettita dinanzi agli errori commessi dalle nuove arrivate, a tal punto che Baston aveva dovuto prenderla in disparte al termine dell'allenamento ed invitarla a mantenere la calma e concentrarsi sul proprio ruolo di Cacciatrice.
Persino dietro ai banchi di scuola la situazione si era fatta più ostile: dopo un mese di lezioni, i professori avevano iniziato ad assumere un ruolo maggiormente inquisitorio e a pretendere una maggior preparazione da parte degli studenti. Persino Percy aveva iniziato a fornire il doppio dei materiali alla giovane grifondoro, così da prepararla a dovere su quelli che sarebbero stati gli argomenti su cui i professori avrebbero maggiormente insistito nelle interrogazioni.
In balia dello stress generale causato da questo periodo, Lucy non aveva più avuto l'occasione di rivedere i gemelli al di fuori dei loro allenamenti di Quidditch, che ora avevano assunto una cadenza più frequente su desiderio del capitano. I tre amici si salutavano una volta arrivati nel campo e lo stesso facevano prima di congedarsi e fare ritorno al castello.
Questa situazione di stallo non aveva fatto altro che incrementare la curiosità della giovane Weasley, che non perdeva l'occasione per lanciare fugaci occhiate ogni qualvolta l'amica si rivolgesse ad uno dei fratelli o domandasse qualche informazione riguardo ai gemelli. Lucy spesso si indispettiva per questo, ma subito dopo scoppiava a ridere seguita a ruota dall'amica.
Il venerdì le due ragazze avevano deciso di studiare insieme in biblioteca dopo pranzo e poi dirigersi puntualmente al loro ultimo allenamento della settimana. Lucy aveva portato con sé la sua Moontrimmer per timore di dimenticarla nel dormitorio e dover tornarvi di corsa su rimprovero del capitano, com'era già successo in più di un'occasione.
Mentre la giovane era intenta a sfogliare svogliatamente il suo manuale di Incantesimi senza prestare troppa attenzione al contenuto, una chioma di capelli ricci catturò la sua attenzione; d'improvviso Romilda comparve all'interno della sala e spostò lo sguardo da una parte all'altra finché non intravide le due compagne di stanza. Agitò dunque una mano in segno di saluto e si avviò tutta trafelata nella loro direzione, mentre qualche studente sbuffava sonoramente al suono lampante dei tacchi che riecheggiava tra le pareti della biblioteca.
Una volta giunta presso il tavolo dove sedevano le amiche, Romilda si presentò con uno dei suoi sorrisi più raggianti: "Piton mi ha dato un Accettabile!"
Lucy e Ginny si scambiarono un'occhiata confusa che non passò inosservata agli occhi della ragazza; Romilda scostò dunque una ciocca di capelli che le era ricaduta per qualche secondo davanti agli occhi solleticandole la fronte, poi si affrettò a spiegare: "Oggi dovevo preparare la pozione Antilupo, quella di cui vi parlavo la scorsa settimana. Persino Piton è rimasto sorpreso dal mio netto miglioramento rispetto allo scorso anno!"
Lucy e Ginny fecero per congratularsi, ma l'amica non aveva ancora finito: "Lo devo soprattutto a te, Lucy. Se tu non mi avessi prestato il tuo libro, probabilmente non sarei riuscita nemmeno a completare la pozione!"
A quel punto la ragazza appoggiò sulla superficie di legno il grosso manuale che teneva in grembo e di cui le due ragazze si erano a mala pena accorte. Quando Lucy lesse il titolo in copertina, dovette trattenere un grido di stupore.
"La Licantropia come patologia cognitiva" lesse Ginny ad alta voce, contemplando il libro che Romilda portava con sé.
"Credevo di averlo perso!" esclamò Lucy di tutta risposta, rivolgendo un'occhiata torva alla nuova arrivata che si mordicchiò il labbro inferiore con fare nervoso.
"Devi perdonarmi! L'ho visto sul tuo scaffale e pensavo che non ti sarebbe dispiaciuto se l'avessi preso in prestito per qualche giorno e poi riportato dov'era. Ma mi è stato così utile che non potevo non riconsegnartelo di persona!"
Lucy non trovò la forza di ribattere, ma mantenne lo sguardo fisso su quella copertina sgualcita che per giorni aveva cercato in giro per la stanza e in qualsiasi area del castello in cui avesse messo piede, finché non si era convinta che quella sparizione dovesse essere stata di responsabilità del professore di Difesa Contro le Arti Oscure, nonché un assai temuto lupo mannaro.
Vedendo le due amiche perse nei loro pensieri, Romilda si convinse che sarebbe stato meglio togliere il disturbo e si allontanò dalle due così come era arrivata, con il suo solito fare frettoloso.
"Questo è..." esordì Ginny, ma non fece in tempo a completare la frase che Lucy aveva già messo fine a qualsiasi suo dubbio.
"Il libro che ho trovato nel reparto proibito" bisbigliò la giovane grifondoro, senza distogliere lo sguardo dall'oggetto in questione.
Mentre Ginny rifletteva ancora su tutte le informazioni ottenute il fine settimana precedente da parte dell'amica e sui timori che quel libro e la lista al suo interno avevano generato, Lucy si affrettò ad alzarsi e a riporre il manuale all'interno del calderone, assieme al resto dei libri che portava con sé.
"Dove stai andando?" le domandò la rossa in preda alla confusione più totale.
"Devo cercare George. A quanto pare il professor Lupin non era la persona che credevamo"
Detto ciò, la ragazza indossò il proprio mantello e sollevò il proprio calderone, che ora si era fatto ancora più pesante.
"Ci vediamo negli spogliatoi?"
"Puoi contarci. Vedi di non fare tardi!" la ammonì Ginny, ma l'amica si trovava già all'esterno della sala, diretta verso il bagno del secondo piano. Era certa che lì vi avrebbe trovato due folte chiome rossicce alle prese con l'ennesimo esperimento che si sarebbe riversato sulle pareti antistanti.
Difatti fu proprio lì che Lucy incontrò George Weasley.
Il gemello era intento a perfezionare delle caramelle gommose che riteneva avrebbero sconvolto il mercato del Mondo Magico.
Durante il suo tragitto, Lucy aveva deciso che sarebbe stato meglio non dire nulla, ma mostrare direttamente al gemello l'oggetto appena ritrovato. Quando George la vide estrarre dal calderone il manuale che ormai avevano dato per perso, strabuzzò gli occhi e si avvicinò subito a lei.
"Lo hai trovato!"
Lucy sospirò senza troppa emozione: "Romilda lo aveva preso dallo scaffale senza dirmi nulla e oggi è venuta a restituirmelo. Le serviva per preparare una pozione per Piton"
George scoppiò immediatamente a ridere, ma si bloccò quando si accorse che l'amica non era per niente divertita.
"Devo riconoscere che avrei dovuto fidarmi quando mi hai detto di non averlo perso, Potter"
"Delle scuse sarebbero ben gradite in effetti"
Il gemello sogghignò ancora, poi si fermò ad osservare l'espressione spazientita della ragazza di fronte a lui.
"Mi dispiace"
"Era ora"
"...non per il libro"
Lucy lo guardò sottecchi e lo invitò a continuare.
"Per il bacio. Mi sono lasciato andare, era un momento di particolare foga"
"Non mi devi nessuna spiegazione, Weasley. Quel che è fatto, è fatto" tagliò corto la giovane grifondoro, che era immediatamente arrossita al ricordo dei momenti trascorsi in compagnia del gemello.
George la osservò con un po' di indecisione, ma la ragazza non voleva saperne di guardarlo direttamente negli occhi. Teneva lo sguardo fisso a terra, dove le sue scarpe da ginnastica raschiavano tra il sudiciume proveniente dal calderone a cui lui e Fred stavano lavorando.
Prima che il giovane Weasley potesse aggiungere altro, la porta si aprì e vi comparve Fred, con in mano una serie di pergamene che Lucy dubitava avesse preso in prestito dalla biblioteca della scuola.
"Georgie, penso che questa formula dovrebbe... Lucy!" s'interruppe il ragazzo, accorgendosi solo qualche istante più tardi della presenza inaspettata dell'amica.
"Ciao Fred. Scusa il disturbo, ero solo venuta per scambiare due parole" spiegò la giovane, senza mai spostare lo sguardo in direzione del gemello al suo fianco.
Fred invece osservò con attenzione la reazione del fratello, che d'altro canto non riusciva a distogliere l'attenzione dalla ragazza.
"Nessun problema, ero solo andato a recuperare qualche pergamena per il nostro ultimo esperimento. Pare che vi sia qualcosa che non vada nella formula finale... Ti andrebbe di darci una mano?"
Lucy tentennò, ma non riuscì a cedere allo sguardo supplichevole del ragazzo: "Certo, perché no. Basta che non arriviamo in ritardo al campo da Quidditch, altrimenti Ginny mi trasforma in un troll"
Fred scoppiò a ridere, per poi aggiungere: "Si, in effetti nostra sorella ne sarebbe proprio capace!"
I tre rimasero all'interno del bagno per quasi un'ora, finché non furono tutti troppo stanchi per continuare a leggere la lunga lista di ingredienti necessaria per la preparazione di quelle "caramelle dagli effetti speciali" (Fred e George si erano trattenuti dal rivelare all'amica quali fossero questi effetti, sostenendo che la giovane lo avrebbe scoperto nel momento in cui i loro Bon Bon fossero stati pronti).
Erano quasi le cinque e mancava appena mezz'ora all'inizio dell'allenamento, dunque i tre si concessero qualche minuto di pausa in cui chiacchierarono animatamente e Lucy presentò al secondo gemello il manuale restituitole da Romilda.
Non parlarono a lungo di quella questione, ma cercarono invece di divagare e scambiare qualche risata. George raccontò dello scherzo teso a Draco Malfoy qualche giorno prima, che aveva lasciato il biondo con una coda da ermellino che spuntava dal retro dei jeans. Lucy scoppiò a ridere e si complimentò con il gemello, che non mancava mai di idee originali per i suoi scherzi.
Qualche minuto dopo, mentre i tre erano ancora intenti a raccontare le loro peggiori sventure di quella settimana, Fred lanciò una proposta.
"Che ne direste di andare a Hosgmeade questo fine settimana?"
Lucy ci pensò un po' su e rivolse ai due un'espressione poco convinta; sin dai primi giorni al castello Ginny l'aveva sempre intimata a seguirla nel piccolo villaggio a nord di Hogwarts, per fare qualche compera e godersi una squisita burrobirra al pub "I tre manici di scopa". Tuttavia, dopo essersi confrontata con Percy – che, in qualità di caposcuola, era il solo che avrebbe potuto darle le indicazioni migliori –, aveva compreso che sarebbe stato difficile per lei ottenere il permesso da parte della responsabile della casata. Infatti non solo era un'orfana, e dunque non aveva nessun genitore che potesse firmarle il consenso, ma nel concreto era ancora considerata un'alunna del primo anno e ciò le precludeva qualsiasi possibilità di mettere piede al di fuori del catello.
Lucy riportò ai gemelli le medesime parole pronunciate dal caposcuola quando si era rivolta a lui poche settimane prima, ma, nel sentir pronunciare il nome del fratello, Fred e George si scambiarono un'occhiata complice.
"Non devi temere, Potter"
"Io e George abbiamo i nostri stratagemmi per portarti con noi"
Lucy aggrottò la fronte e fece per chiedere spiegazioni, ma prima ancora che potesse aprire bocca, tastò il contenuto della tasca del proprio mantello e vi estrasse la Mappa del Malandrino.
"I passaggi segreti..." sussurrò la ragazza, facendo sorridere i due fratelli.
"Vedo che cominci ad imparare, Potter" ribatté George, ammiccando nella sua direzione.
Lucy rivolse ai due uno sguardo emozionato: "Quando andremo?"
"Sabato sera, quando i negozi saranno chiusi. Possiamo fare un giro veloce al negozio degli scherzi di Zonko e poi fermarci per qualche spesa a Mielandia. Che ne dici?"
Lucy annuì con convinzione e poi si alzò e si avvicinò ai due gemelli, per avvolgerli in un caloroso abbraccio.
"Siete la cosa migliore che mi potesse capitare!"
I tre si allontanarono poco dopo, un po' frastornati da quell'improvviso gesto d'affetto. Tuttavia nessuno di loro smise per un secondo di sorridere.
Racimolarono le loro cose e presero con sé i propri manici di scopa, diretti al loro ultimo allenamento. Lucy fremeva all'idea di visitare per la prima volta Mielandia, che le era stata tanto decantata dai due fratelli nelle settimane passate, ma nel momento in cui intravide la figura di Baston sul campo si convinse a concentrarsi al meglio su quella che sarebbe stata la tattica di gioco che avrebbero provato quella sera.
Quelli proposti da Baston erano tutti schemi semplici, facili da seguire. Nonostante ciò, per Lucy era diventato difficile muoversi in sincronia con le altre due Cacciatrici, che in confronto a lei avevano ben più anni di esperienza di volo.
Non appena i due gemelli si accorsero che l'amica si era bloccata all'ingresso del campo ed osservava scrupolosamente i movimenti del capitano, si avvicinarono a lei e Fred le pose una mano sulla spalla: "Vedrai che andrà tutto bene"
"Angelina mi incenerirà se le faccio perdere la prima partita della stagione"
"Dovrà prima vedersela con noi, se così fosse" ribatté George, il cui sguardo si era fatto un po' più serio.
Lucy ringraziò i due ragazzi, poi si avviò in direzione degli spogliatoi, dove Ginny la aspettava impaziente; anche lei era agitata in vista dell'inizio dell'ultimo allenamento, ma le parole di incoraggiamento che il capitano rivolse alla squadra nel momento in cui si riunirono tutti al centro del campo servirono per stimolare tutti quanti a dare del loro meglio sin dal momento in cui avrebbero staccato i piedi da terra.
Al termine dell'allenamento Lucy si diresse tutta soddisfatta nel dormitorio, con l'intenzione di cambiarsi e di indossare degli abiti puliti per presentarsi a cena. Ginny la seguiva per i corridoi saltellando di gioia ed esibendo dei buffi passi di danza che facevano sorridere la ragazza davanti a lei; l'allenamento era andato meglio del previsto e persino Angelina non aveva avuto alcuna critica da rivolgere alle due novelline una volta che le ragazze si erano ritrovate nello spogliatoio.
Nel tragitto in direzione della Sala Comune Grifondoro, le due amiche s'imbatterono in Neville, che andava proprio alla ricerca della piccola Weasley. Ginny condivise subito con il ragazzo la gioia per l'allenamento appena concluso e l'eccitazione in vista dell'inizio del campionato.
Neville ascoltava pazientemente e di tanto in tanto si lasciava scappare un piccolo sorriso; intanto Ginny prese il ragazzo a braccetto ed iniziò a lasciargli teneri baci sulla guancia, gesto che fece intendere a Lucy che ai due non sarebbe dispiaciuta un po' di privacy.
La giovane grifondoro aumentò dunque il passo lasciando i due ragazzi alle sue spalle ed imboccando l'ennesima scalinata pochi secondi prima che questa iniziasse a muoversi in un'altra direzione. Nel frattempo la ragazza iniziò a slacciarsi i guanti e rimuovere le ginocchiere, mentre teneva il suo manico di scopa stretto tra le gambe; tuttavia, in un movimento un po' goffo, la scopa le scivolò a terra e cominciò a rotolare giù dai gradini.
La giovane si voltò in preda al panico e si lanciò all'inseguimento, ma mentre iniziava ad immaginare il suo manico di scopa spezzato in due riverso sul pavimento d'ingresso, qualcosa bloccò la caduta dell'oggetto in questione. La Moontrimmer regalatale da Hagrid era ferma a terra, in attesa di essere recuperata dalla proprietaria.
Lucy si affrettò dunque ad afferrarla, poi rivolse lo sguardo verso l'alto dove incontrò due occhi azzurri ed una chioma di capelli rossi.
"Sei proprio impacciata, Potter" esordì Percy Weasley rivolgendole un sorriso divertito.
Lucy non seppe cosa rispondere, ma una volta scesa dalla scala e avvicinatasi al caposcuola, si affrettò a ringraziarlo per sua prontezza.
"Com'è andato l'allenamento?" le domandò lui, spiazzando per qualche secondo la ragazza. Percy non si era mai azzardato a porle delle domande sul Quidditch e la giovane si era sempre trattenuta dal parlargliene, ben consapevole per la sua repulsione nei confronti di quello sport.
"Bene, credo... La prima partita è la prossima settimana"
"Lo so, verrò a vederla. Faccio il tifo per te!"
Con quelle parole, il ragazzo si congedò e fece ritorno al suo dormitorio.
Lucy rimase ferma per qualche istante, rimuginando sulle parole del caposcuola. Ginny le aveva assicurato che il fratello non si era mai presentato ad una sola partita in tutti quegli anni e la giovane si ritrovò a domandarsi cosa lo avesse spinto a prendere quella decisione così inaspettata. Probabilmente era emozionato per l'esordio della sorella più piccola, anche se non lo avrebbe mai ammesso.
A cena Lucy prese posto in compagnia di Ginny, Neville e Demelza e i quattro conversarono animatamente per tutta la durata del pasto.
Ginny rimase per tutto il tempo appiccicata al ragazzo accanto a lei e i due non perdevano l'occasione di scambiarsi effusioni anche davanti ai compagni della casata.
Lucy domandò a Demelza qualche consiglio su come migliorare la sua tecnica di volo e, mentre la compagna di stanza le illustrava quali fossero i movimenti migliori da fare per prendere più velocità e al contempo evitare di perdere l'equilibrio, Lucy percepì degli occhi puntati su di lei.
Si voltò immediatamente in direzione dei due gemelli, ma i ragazzi si trovavano nel bel mezzo di una conversazione con un paio di alunni del primo anno, che, ignari di ciò che stavano per fare, stringevano tra le mani le stesse caramelle che i Weasley avevano testato per tutto quel pomeriggio nel bagno del secondo piano.
Lucy spostò dunque la sua attenzione verso Romilda, ma anche lei era distratta da un acceso dibattito in compagnia di Dean Thomas.
A quel punto, percependo un brivido percorrerle la schiena, prestò attenzione al tavolo degli insegnanti alla sua destra, ma anche il professor Lupin sembrava essere totalmente preso da una conversazione con la professoressa Sprite, che sedeva al suo fianco.
Quando si stava per arrendere, si voltò verso il tavolo dei prefetti ed incrociò lo sguardo del diretto interessato. Percy Weasley abbassò immediatamente gli occhi sul suo piatto, mentre le guance gli si coloravano di un rosso porpora che faceva contrasto con la sfumatura più chiara dei suoi capelli.
Lucy aggrottò la fronte, ritenendo il comportamento del caposcuola ancora più curioso. Decise che più tardi quella sera ne avrebbe parlato con Ginny, dato che la ragazza aveva sempre la risposta pronta quando si trattava dei suoi fratelli.
Terminata la cena, la giovane si diresse di nuovo verso il proprio dormitorio, lasciando Ginny e Neville di nuovo soli. Demelza la salutò dopo essersi alzata dal tavolo, spiegandole che lei e Baston si erano dati appuntamento per una breve passeggiata in riva al lago quella sera.
Lucy cercò dunque con lo sguardo i due gemelli, ma anche loro erano in compagnia di Angelina – avvinghiata come sempre al braccio di George – e Katie Bell, per cui la ragazza si convinse che sarebbe stato meglio tenersi alla larga da quel gruppo.
Si ritrovò quindi a vagare per i corridoi tutta sola, mentre il resto degli studenti si riversava nei rispettivi dormitori. Ripercorse il corridoio degli arazzi che si trovava al primo piano, dove assieme ai tappeti dai ricami di tonalità differenti vi erano anche i ritratti dei maghi più importanti nella storia del Mondo Magico.
Così come in qualsiasi dipinto all'interno del castello, i personaggi all'interno delle cornici si muovevano e conversavano amichevolmente tra di loro. Lucy avanzava senza fretta, dirigendosi verso il Ponte di Pietra, il cui ingresso si trovava alla fine del corridoio.
Una volta giunta all'esterno, respirò a pieno polmoni l'aria gelida di quella sera di autunno, desiderando di trovarsi nel centro di Londra, quando tutti i negozi iniziavano ad essere addobbati dalle decorazioni di Halloween e i bar servivano cioccolata calda con un ampio strato di panna sopra di essa.
Non indossava il mantello, ma solo il maglione dell'uniforme, per cui cominciò a percepire i brividi di freddo nell'esatto istante in cui mise piede all'esterno. Qualche minuto più tardi decise che sarebbe stato più saggio rientrare, così da evitare di ritrovarsi a trascorrere il fine settimana nell'infermeria; tuttavia, quando mosse qualche passo in direzione della torre del Ponte di Pietra, una forza improvvisa sembrò trascinarla via da quel luogo.
Fu un movimento brusco, ma il suo corpo non si mosse di un centimetro dal punto in cui si trovava. Al contrario la sua mente non era più ad Hogwarts, ma dinanzi agli occhi della giovane si estendeva un ampio giardino costeggiato da file di larici le cui foglie giacevano nel prato circostante.
Al centro del giardino si ergeva una villa immensa, che, avvolta nell'oscurità della notte, appariva ancora più tenebrosa.
Lucy si accorse solo poco più tardi di non essere sola: delle figure avanzavano davanti a lei, dirette verso l'ingresso della dimora. Vi erano una donna dai capelli corvini raccolti in una crocchia disordinata, le mani adunche strette intorno ad una bacchetta ricurva e lo sguardo segnato da una smorfia. Accanto a lei vi era un uomo notevolmente barbuto, i cui occhi dai tratti felini sembravano risplendere nella notte.
I due camminavano a passo svelto, tanto che Lucy fece fatica a stargli dietro. Una volta giunti in prossimità dell'ingresso, la giovane notò altre due figure in procinto di aspettarli.
"Come osate fare tardi!" esclamò uno degli uomini fermo davanti all'entrata. Indossava una lunga veste nera, su cui risplendevano i suoi lunghi capelli biondo platino. Accano a lui vi era una donna dai capelli grigi, che non aprì bocca per tutto il tempo.
"Lui è qui?" domandò la donna dai capelli corvini che Lucy aveva seguito fin lì.
"È dentro. È ancora molto debole, ma presto le sue condizioni fisiche miglioreranno. Sappiamo dove trovare la ragazza" spiegò l'uomo dai capelli biondi, conducendo i nuovi arrivati all'interno della villa.
Lucy si trattenne per qualche istante all'esterno, infine si convinse ad entrare a sua volta. Come nel sogno precedente, sembrava che nessuno si fosse accorto della sua presenza.
L'ingresso era ampio e adornato da lampade ad olio che illuminavano il pavimento di marmo e le pareti scure.
Il gruppo si diresse verso una stanza lì vicino e la giovane non attese un secondo di più, affrettandosi nella loro direzione. Quel posto le metteva i brividi, ancor più delle persone presenti al suo interno.
Cambiò immediatamente idea non appena posò lo sguardo sulla stanza dove si erano diretti quegli uomini misteriosi; anch'essa era spoglia, illuminata semplicemente dal chiarore delle lanterne, ma al centro di essa giaceva una creatura le cui sembianze non erano umane, ma certamente nemmeno riconducibili a qualsiasi animale di cui Lucy fosse a conoscenza.
Tutti i presenti si inginocchiarono al cospetto di quell'essere e per un attimo Lucy fu tentata di fare lo stesso. L'atmosfera all'interno della sala era diversa da quella che la giovane aveva percepito all'esterno; non tirava un filo d'aria lì dentro, eppure la ragazza riusciva a mala pena a reggersi in piedi a causa dei brividi veementi che le facevano accapponare la pelle.
"Mio Signore...", esordì la donna dai capelli corvini, "siete tornato!"
La creatura aprì la bocca emettendo un suono simile al sibilo di un serpente, ma Lucy riuscì comunque ad interpretare le sue parole.
"Portatemi la ragazza"
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