La Stamberga Strillante

"It's hard to keep your head above water,
So in love that you wanna drown.
Can anybody hear me calling?
Above the waves as they're crashing down"

Lucy si fece trovare alle otto e mezza puntuale all'ingresso del castello, come prestabilito. I due gemelli arrivarono poco dopo, più euforici che mai. Entrambi indossavano una giacca pesante e un berretto di lana, il che fece subito rimpiangere alla ragazza di non averci pensato a sua volta; la sua misera giacca a vento non sarebbe bastata contro le basse temperature al principio di un autunno che si stimava essere il più freddo negli ultimi dieci anni.
Alle spalle di Fred e George comparve Lee Jordan, che salutò la ragazza con un semplice cenno del capo. Lucy non ricambiò il saluto, ma rivolse invece un'espressione incredula ai due gemelli: "Per Merlino, si può sapere cosa ci fa lui qui?"
"Non serve agitarsi, Potter" esordì George con tono pacato.
"Ha promesso di coprirci nel caso in cui qualcuno si accorga della nostra assenza" spiegò Fred, mentre il ragazzo alle loro spalle sfoderava il suo miglior sorriso.
"Chiaramente non lavorerò gratis" intervenne Lee, lasciando a bocca aperta persino i due gemelli che non dovevano essere al corrente di quella richiesta.
"Che cosa vorresti? Sentiamo" domandò Lucy con fare esasperato, mentre afferrava lo zaino che George le aveva porto per infilarvi il mantello che teneva tra le mani.
"Non è che riusciresti a rimediarmi un appuntamento con la tua amica Romilda?"
A quelle parole, Lucy strabuzzò gli occhi ed osservò il ragazzo con uno sguardo truce. Lui non ribatté affatto, ma alzò le mani in segno di resa e nel giro di un istante si volatizzò dall'ingresso, accennando un rapido saluto ai tre.
"Devo dire che hai uno strano effetto sulle persone" commentò Fred una volta che rimasero soli.
Lucy sogghignò appena, poi rivolse ai due uno sguardo complice: "Nella mia scuola babbana mi chiamavano la vipera!"
"Dovevi stargli davvero molto simpatica..."
Tutti e tre scoppiarono a ridere, poi Lucy fece per mettersi lo zaino in spalla ma George la bloccò: "Dev'essere pesante" disse soltanto, cercando di sfilarlo dalle mani della ragazza. Lei in tutta risposta non lasciò andare la presa.
"Pensi che non sia in grado di portarlo perché sono una ragazza?"
"Certo che no, pensavo solo-"
"Beh pensavi male, Weasley"
Detto ciò la giovane si caricò lo zaino sulle spalle e si avviò verso l'uscita, mentre i due fratelli dietro di lei si scambiavano un'occhiata compiaciuta: non avevano ancora goduto di una presenza femminile così audace e grintosa al castello in tutti quegli anni.
I due Weasley si affrettarono dunque alle spalle della ragazza, che una volta giunta a metà del giardino antistante, sfilò il mantello dallo zaino che portava con sé e lo porse ai ragazzi.
"Sarà meglio non farsi notare in giro a quest'ora" commentò soltanto, mentre i due analizzavano l'oggetto appena ricevuto.
"Sai Potter, non credo che un mantello ambulante passi molto più inosservato" ribatté George con un'espressione confusa.
"Non se si tratta di un mantello che ti rende invisibile"
Alle parole della giovane, i due gemelli le rivolsero uno sguardo sconcertato e si affrettarono ad aprire i due lembi del mantello per osservarlo meglio.
"Sei sicura?", intervenne Fred, "perché a me sembra un normalissimo-"
Non fece in tempo a terminare la frase perché Lucy afferrò il mantello con un sonoro sbuffo e in pochi secondi se lo infilò sopra la testa, coprendosi tutto il corpo.
I due fratelli, che nel giro di un attimo avevano visto la ragazza scomparire sotto ai loro occhi, lanciarono un grido entusiasta.
"Favoloso!" esclamò Fred, allungando una mano verso il punto in cui aveva visto sparire l'amica e percependo tra le dita il tessuto del mantello.
Lucy si scoprì nuovamente il volto e rivolse ai due un sorriso soddisfatto: "Allora, ci diamo una mossa?"
I due gemelli non se lo fecero ripetere due volte e si infilarono accanto alla ragazza sotto al mantello, che in quel momento sembrò persino allungarsi per adattarsi a quella nuova presenza.
I tre avanzarono dunque di qualche passo e, una volta giunti in prossimità del capanno di Hagrid, si nascosero alle spalle della casa in pietra e si fermarono qualche minuto per riprendere fiato.
Lucy si tolse per prima di dosso il mantello, tirando un sospiro di sollievo: "Diamine se si suda sotto quel coso!"
Fred e George fecero come lei e in un attimo tutti e tre si ritrovarono seduti in mezzo al campo di zucche del guardiacaccia con la schiena appoggiata alla parete in pietra.
"Qualcuno ha idea di dove siamo diretti?" domandò Lucy poco dopo.
"Nella Foresta Proibita", rispose Fred, "è il posto più isolato dove andare a nascondersi"
"Ma è anche quello più vicino alla scuola", ribatté la ragazza, "dici che Lupin si prenderebbe un rischio così grande?"
I due fratelli si ammutolirono, improvvisamente a corto d'idee. Poco dopo George si alzò in piedi come se avesse avuto un'ispirazione ed invitò gli altri due a seguirlo.
"Dove hai intenzione di andare?" esclamò Lucy mentre lei e Fred cercavano a fatica di tenere il passo del ragazzo.
"Oltre alla Foresta Proibita, c'è un solo posto nei d'intorni di Hogwarts il cui accesso è vietato agli studenti"
Lucy si volse verso Fred, nella speranza che lui avesse compreso le intenzioni del gemello. Il ragazzo ci pensò un po' su, poi il suo viso sembrò d'improvviso illuminarsi.
"La Stamberga Strillante" suggerì Fred e George gli rivolse uno sguardo d'assenso.
"Dite che potrebbe nascondersi lì?" esclamò Lucy, estasiata dall'idea avuta dal gemello.
"A meno che non si sia allontanato dal castello" constatò George, aumentando il proprio passo mentre gli altri due arrancavano alle sue spalle.
"Ma non è troppo distante la stamberga da qui?" domandò Lucy, memore di quello che le aveva detto Ginny in merito al villaggio di Hosgmeade.
"Si, ma noi conosciamo un passaggio segreto" le spiegò Fred, con un tono di ovvietà.
Lucy si lasciò scappare una piccola risata: "Ma che sorpresa"
I tre ragazzi si allontanarono dunque dal capanno di Hagrid e procedettero verso est, arrivando al confine della Foresta Proibita; in mezzo alla distesa di foglie si ergeva un albero più maestoso degli altri, che Lucy riconobbe immediatamente.
"Aspettate un attimo", esclamò non appena vide i gemelli procedere spediti, "noi non dovremmo avvicinarci a quel...coso"
"Stai tranquilla, Potter. Io e Fred ormai siamo di casa"
Subito dopo i due si avvicinarono al platano che, non appena udì il fruscio dei loro passi sul prato, si destò e cominciò a muovere i propri rami in direzione dei due intrusi.
Fred schivò il primo, mentre George fu un po' più lento e rischiò di inciampare, ma appena riprese l'equilibrio puntò la propria bacchetta in direzione dell'albero e urlò: "Immobilus"
Lucy assistette alla scena a dovuta distanza e non appena il gemello lanciò l'incantesimo, la ragazza con meraviglia osservò l'albero bloccarsi di colpo, i rami ancora sospesi a mezz'aria.
"Vieni, Lucy!" la richiamò Fred, facendole cenno di avvicinarsi.
Ancora un po' esitante, la giovane avanzò verso i due fratelli che le indicarono subito un ingresso seminascosto alla base del tronco.
"Conduce alla stamberga Strillante" le spiegarono i due, per poi avviarsi verso l'ingresso.
Quando tutti e tre ebbero messo piede all'interno del passaggio, l'incantesimo di George terminò e l'albero cominciò a muoversi nuovamente, emettendo dei sibili ogni volta che i rami sferzavano l'aria circostante.
Vedendo nient'altro che oscurità attorno a sé, Lucy estrasse la sua bacchetta e sussurrò: "Lumos" in modo tale da rischiarare il luogo in cui si trovavano.
Non vi era troppo spazio per muoversi ed il soffitto di pietra era notevolmente basso, cosa che costringeva i due gemelli a muoversi a gattoni.
"Andiamo" esordì George una volta che anche loro ebbero acceso un fascio di luce tramite le loro bacchette.
Lo stretto corridoio proseguiva dritto davanti a loro e i ragazzi dovettero camminare per quasi dieci minuti prima di giungere nei pressi di una scala di legno. A quel punto i gemelli poterono finalmente ergersi in piedi e a turno imboccarono la vecchia scala cigolante che li condusse dinanzi una porta.
George l'aprì per primo e varcò la soglia tenendo la bacchetta ritta davanti a sé. Fred e Lucy lo seguirono e in un attimo i tre si ritrovarono all'interno di una stanza spoglia dalle pareti ricoperte di ragnatele e assi di legno corrose dal tempo.
Il pavimento cigolava e il legno sembrava tremolare sotto i loro passi, ma vi era il rumore del vento che sferzava lungo la struttura della stamberga che copriva qualsiasi altro suono.
Lucy percepì un brivido improvviso e non seppe dire se era dovuto al freddo o all'atmosfera all'interno della casa. "È questa?" domandò titubante, mentre i due ragazzi davanti a lei annuivano con decisione.
"Benvenuta nella stamberga Strillante"
Vi erano solo quattro stanze all'interno dell'edificio e tutte quante rigorosamente vuote; a parte loro tre, non vi era anima viva.
"Miseriaccia", esclamò Fred, "dove potrebbe essersi diretto? Non ci sono altri luoghi nei dintorni del castello"
Mentre i due gemelli discutevano su quella che avrebbe potuto essere la meta prescelta dal professore, Lucy udì un frusciò alle sue spalle e si voltò in direzione della scalinata che avevano percorso per entrare all'interno della casa. L'atmosfera era tetra, ad eccezione che per il bagliore dei raggi lunari che filtrava tra le assi malmesse delle pareti, tuttavia la ragazza riuscì comunque a distinguere l'ombra dell'uomo che stava avanzando nella loro direzione.
"Colloportus!" esclamò la giovane, ripetendo a memoria la formula dell'incantesimo di chiusura che aveva imparato a lezione qualche settimana prima. In un attimo la porta di fronte a lei si chiuse con un botto, richiamando l'attenzione dei gemelli alle sue spalle.
Lucy si voltò nella direzione dei due e gli lanciò uno sguardo allarmato: "Non siamo soli"
Poi la giovane arretrò di qualche passo, ritrovandosi fianco a fianco dei due fratelli che a loro volta brandivano le bacchette, pronti a difendersi in caso d'imminente pericolo.
In quei brevi istanti udirono una voce profonda urlare "Alohomora" e la porta della casa si spalancò nuovamente, rivelando la figura del professor Lupin.
I tre ragazzi trattennero il respiro mentre il professore si avvicinava con uno sguardo assai irato.
"Si può sapere cosa combinate voi tre qui?"
Nessuno di loro osò aprire bocca, il che fece innervosire ancora di più l'uomo.
"Sono le nove di sera e voi non solo non vi trovate nella vostra Sala Comune, ma avete deciso di gironzolare lontano dal castello!"
Ancora una volta i ragazzi rimasero in assoluto silenzio, troppo intimoriti dalla presenza del professore per ribattere. Lucy iniziò a guardarsi intorno alla ricerca di una via di fuga, ma constatò subito che non ve n'era alcuna a parte quella da cui avevano fatto il loro ingresso prima e che si trovava alle spalle dell'uomo.
"Sono estremamente deluso, soprattutto da te Lucy"
Nell'udire il suo nome, la giovane trasalì e si fece piccola piccola tra le figure dei due gemelli, che per la prima volta in vita loro non avevano reagito dinanzi il rimprovero di un professore.
Tuttavia a lasciarli sbalorditi fu la scena a cui assistettero poco dopo; alle spalle di Lupin comparve il professor Piton, la cui espressione era ancora più accigliata.
Il professore di pozioni fece il suo ingresso all'interno della stamberga come se niente fosse e in un attimo si fermò al fianco di Lupin. "Vedo che sei riuscito a trovarli"
Lucy rivolse ai due un'espressione confusa, condivisa dai due gemelli: "Sapevate che eravamo qui?"
Piton le lanciò un'occhiata truce, poi inarco il sopracciglio e osservò la ragazza con fare quasi divertito.
"Te l'ho detto, Potter. Devi imparare a concentrarti"
Lucy impallidì, poi sussurrò: "L'Occlumanzia"
"Ti sembra il caso di venire a ficcare il naso in affari che non ti riguardano?" continuò il professore alzando il tono di voce.
"Mi riguardano eccome! Voi ci avete mentito!" strillò la ragazza, facendo sobbalzare i due gemelli accanto a lei che osservarono il volto di Piton inasprirsi.
"Dimmi che cosa hai trovato" intervenne allora Lupin in maniera più docile.
Lucy infilò una mano in tasca e ne estrasse la lista che aveva trovato all'interno del manuale della biblioteca, per esibirla allo sguardo scrupoloso dei due uomini.
"Era all'interno di un manuale che ho trovato..." cominciò a spiegare, ma si bloccò subito quando si rese conto dell'errore appena commesso.
"Nel reparto proibito della biblioteca?" terminò Lupin, lasciando la ragazza senza via di scampo.
"Lo sai quante regole hai infranto nel giro di una settimana, Potter? Potresti essere espulsa per questo!" esclamò Piton su tutte le furie, ma Lupin gli passò un braccio sopra la spalla per intimarlo a trattenersi.
"I ragazzi meritano di sapere" continuò Lupin, per poi rivolgersi ai tre studenti che cercavano ancora di mantenere le distanze tra loro e il professore. "Chiedetemi tutto quello che volete sapere"
"È vero?", intervenne Lucy indicando il foglio che ancora reggeva tra le mani, "quello che c'è scritto sulla lista, è vero?"
"Si" ammise il professore, scatenando un'ondata di panico nei tre ragazzi. "Ma", continuò poco dopo, "non sarei venuto qui ad Hogwarts se non avessi ritenuto che sarei riuscito a contenere il...problema"
"E in ogni caso non è nulla di cui dobbiate preoccuparvi voi tre!" concluse Piton.
"È colpa mia" esordì Lucy, spiazzando i presenti, "sono stata io ad insistere per venirne a capo"
"Potrà spiegarlo al professor Silente, non appena si troverà nel suo ufficio" sentenziò il professore di pozioni, mentre alzava l'indice in direzione dell'uscita, "ed ora, fuori di qui!"

I tre ragazzi furono dunque riaccompagnati al castello, dove li attendeva la professoressa McGranitt. La strega si trovava dinanzi l'ingresso e, non appena li vide arrivare scortati dai due professori, assunse a sua volta un'espressione furibonda.
"Bene bene, ecco i tre malandrini di questa notte. Pensavate di farvi un bel giro fuori dal castello?"
I ragazzi non risposero, ma abbassarono lo sguardo non riuscendo a sostenere quello incollerito della direttrice della loro casata.
"Incominciamo col togliere dieci punti a grifondoro per ciascuno di voi", esordì la professoressa, "poi non appena avrete fatto ritorno dall'ufficio del preside, decideremo quale miglior punizione possa fare al caso vostro"
I tre grifondoro non ribatterono, ma seguirono il professor Piton verso la scalinata principale nel silenzio più assoluto. In meno di cinque minuti si trovavano di fronte alla porta dell'ufficio del professor Silente, che ormai Lucy aveva imparato a riconoscere fin troppo bene.
"Non tutti insieme!" esclamò Piton non appena i tre ragazzi mossero un passo all'interno della stanza. "Prima voi due Weasley. Potter, tu andrai dopo"
I ragazzi fecero come spiegato e Lucy lanciò un'occhiata desolata ai due gemelli, prima di vederli sparire dietro la porta d'ingresso.
Passarono almeno dieci minuti prima che la porta si aprisse nuovamente per rivelare le figure dei fratelli; sui loro volti vi si poteva leggere un'espressione quasi sollevata, che venne confermata dal largo sorriso che i due rivolsero all'amica, una volta che lei gli passò accanto. La mano di George sfiorò delicatamente la sua, ma la ragazza era troppo tesa per accorgersene.
Quando entrò all'interno dell'ufficio al posto dei due ragazzi, il preside si trovava già al centro della stanza in attesa del suo arrivo.
"Lucy, vieni pure" la invitò ad entrare il professore, indicandole le due sedie poste davanti al caminetto. La giovane si affrettò a prendere posto in una delle due e il preside fece lo stesso, poi per qualche istante calò un grave silenzio tra loro.
"Mi dispiace di aver infranto le regole, professore", esordì la ragazza non appena ebbe preso coraggio, "in realtà penso di aver infranto buona parte del regolamento, ma pensavo di avere le migliori intenzioni per farlo"
"Temevi che Lupin fosse una spia di Voldemort" constatò il preside e Lucy si domandò se in fondo in fondo Silente non fosse in grado di leggerle nel pensiero.
"Esatto, sono saltata subito a conclusioni affrettate. Avrei dovuto parlarne con lei prima"
"Devo ammettere che ho apprezzato questo tuo spirito d'iniziativa", la interruppe il professore, "ed hai avuto anche notevole coraggio nell'avventurarti nella stamberga Strillante assieme ai tuoi due amici"
Lucy ascoltò inerme le parole del preside, non capendo dove volesse andare a parare.
"Tuttavia devi capire che qui ci sono un sacco di persone che stanno facendo di tutto per proteggerti. Sei stata catapultata in questo mondo nel giro di una settimana, ti sono state rivelati segreti sul tuo passato che mai avresti ritenuto essere veri... Devi fare i conti con una verità straziante e ti è concesso avere dubbi e perplessità rispetto a ciò che ti circonda. Ma ricorda che è sempre bene confrontarsi con qualcuno più grande di te prima di prendere decisioni avventate. Se fossi venuta prima nel mio ufficio, ti avrei spiegato che è vero che il professor Lupin soffre di licantropia, ma io mi fido di lui e so che non farebbe mai alcuna cosa che potesse mettere a repentaglio la sicurezza dei suoi studenti. E si dà il caso che fosse pure un gran amico dei tuoi genitori al tempo della scuola"
Lucy ascoltò accuratamente il lungo discorso del preside e, nel momento in cui nominò i suoi genitori, si voltò di scatto verso di lui con un'espressione sbigottita.
"Lupin conosceva i miei genitori?" ripeté la giovane per accertarsi che quanto udito fosse vero.
"Avrà di certo molte cose da raccontarti su di loro", confermò Silente con un sorriso indulgente, "ora però voglio che tu torni nel tuo dormitorio e ti metta una volta per tutte a dormire. Ne avete avuto abbastanza di avventure per questa notte"
La ragazza annuì a sua volta, poi si alzò dalla sedia e si avviò verso l'uscita. Prima di abbandonare una volta per tutte l'ufficio del professore, si voltò verso l'anziano mago e aggiunse: "Professore, si ricorda quella notte che sono venuta qui dopo il mio incubo?"
"Certo"
"Ecco, c'era una cosa che volevo dirle da un po'. Penso di aver sentito il nome di uno di quegli uomini nel sogno... i due in compagnia di Voldemort, dico"
Lo sguardo del professore cambiò d'improvviso e si fece subito più teso: "Dimmi il nome, Lucy"
La giovane deglutì, come se le riuscisse difficile pronunciare quel nome: "Codaliscia"
Se Silente fosse stato sorpreso da quella rivelazione, Lucy non seppe dirlo; il preside della scuola non espresse alcuna emozione alle parole della ragazza, ma le rivolse soltanto un timido sorriso.
"Molto bene. Ora torna nella tua stanza"
Lucy ricambiò il sorriso, poi si diresse verso l'uscita e, una volta giunta ai piedi delle scale della torre, si ricongiunse con i due gemelli che l'attendevano impazienti in compagnia di Piton e della McGranitt.
"Domattina dovrete presentarvi da Hagrid alle nove in punto, pronti per portare a termine qualsiasi compito lui vi darà" spiegò la direttrice della casata Grifondoro, con un tono stizzito, "ed ora tornate immediatamente nel vostro dormitorio e vedete di restarci"
I tre giovani fecero quanto detto e, una volta che ebbero svoltato l'angolo e si furono ritrovati nuovamente soli, George tirò una lieve gomitata sul fianco della ragazza.
"Hai visto, Lucy? Con me e Fred il divertimento è garantito!"

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