La nuova squadra
"I close my eyes and I can see
The world that's waiting up for me
That I call my own
Through the dark, through the door
Through where no one's been before
But it feels like home"
La settimana passò in fretta e, prima che Lucy potesse accorgersene, era già venerdì. Tra pergamene sull'Aconito e zanne di serpente (si era resa conto infatti che preparare la pozione Occhiopallato non era una cosa da niente), interi capitoli sul "Calderone Autorimestante" di Gaspard Shingleton, metodi per curare il morso di un lupo mannaro – di cui Lucy aveva ignorato l'esistenza fino alla sua prima lezione di Difesa Contro le Arti Oscure con un certo professor Lupin – e lezioni di Volo con la professoressa Hooch che strepitava perché la giovane grifondoro non alzasse piede dal suolo prima che il resto della classe non fosse stata pronta, Lucy si ritrovò venerdì mattina con lo stomaco in subbuglio in vista dell'allenamento di Quidditch di quel pomeriggio.
Avrebbe avuto l'ennesima lezione con Percy dopo pranzo, prima di poter correre in direzione del campo da gioco; nonostante stesse cercando di fare del suo meglio per ingraziarsi il giovane grifondoro, quest'ultimo sembrava diventare più pretenzioso giorno dopo giorno. Ogni volta che la ragazza arrivava preparata su uno dei suoi tanti argomenti di studio, lui l'avviliva ponendole delle domande assai complesse e facendole capire di non star studiando a dovere.
Il lunedì seguente avrebbe dovuto consegnare il suo Antidoto ai veleni comuni al professor Piton e ormai aveva fatto centinaia di tentativi nel bagno del secondo piano, guasto e infestato, dove Ginny le aveva assicurato non l'avrebbe disturbata nessuno. Aveva frantumato il Bezoar e ne aveva messi quattro misurini nel suo calderone assieme ad altri due misurini di ingrediente base, aveva riscaldato il tutto per circa cinque minuti, agitato la bacchetta come descritto nel manuale e atteso che la miscela fermentasse per qualche istante. Poi aveva aggiunto un'abbondante porzione di corno di unicorno, mescolato due volte in senso orario, aveva aggiunto precisamente tre bacche di vischio e in seguito mescolato nel senso opposto. Infine aveva agitato nuovamente la bacchetta per completare la pozione, che tuttavia aveva assunto un colorito biancastro anziché verdognolo come richiesto.
"Ti avevo detto di leggere con attenzione!" aveva esclamato Percy al culmine dell'esasperazione, una volta visto il risultato scadente, "devi mettere solamente due bacche di vischio, Potter!"
La ragazza si ripromise dunque di provare il procedimento quella sera, una volta terminati gli allenamenti. Voleva che Percy si accorgesse una volta per tutte di quanto si stesse impegnando, ma da quando gli aveva comunicato che le era stato concesso un tentativo per entrare nella squadra di Quidditch, era diventato improvvisamente più burbero e distaccato. L'aveva ammonita che lo sport non l'avrebbe portata da nessuna parte nella vita e che il Quidditch in particolare era un gioco per persone prive di lucidità e prontezza mentale, per poi incitarla a darci dentro con i compiti assegnati dai vari professori.
Lucy si era subito sentita delusa e avvilita; in quel momento il Quidditch era l'unica cosa in grado di entusiasmarla, nonostante le lezioni la stessero ovviamente appassionando moltissimo. Tuttavia si trattava sempre di doveri: pozioni da preparare, pergamene da redigere, manuali da consultare, incantesimi da eseguire. In più, la ragazza si ritrovava a scoprire nuovi aspetti del mondo in cui era stata catapultata un giorno dopo l'altro e non sapeva ormai se lasciarsi sorprendere o meno; era venuta a conoscenza dell'esistenza dei lupi mannari, dei draghi, dei vermicoli e delle fenici, lo stesso animale che aveva visto nell'ufficio di Silente il giorno del suo arrivo ad Hogwarts. Aveva visto i quadri del castello muoversi e rivolgerle la parola e persino qualche fantasma che, di tanto in tanto, si divertiva a svolazzare sopra le teste degli studenti e ad incutere timore in quelli più giovani.
Tutto per lei era una novità e più di una volta Ginny l'aveva derisa per la sua faccia imbambolata dinanzi alle candele che fluttuavano nella Sala Grande, o i gufi che sopraggiungevano una volta a settimana per la consegna delle lettere. Anche lei avrebbe voluto spedirne una, ma non avrebbe saputo a chi. Di certo i suoi zii non si sarebbero presi la briga di leggerla, figuriamoci di risponderle.
In compenso, era riuscita finalmente a rivedere Hagrid e questo l'aveva consolata; dopo una settimana ricca di eventi e di novità, rivedere una faccia amica le era servito per sentirsi un po' più a suo agio nella vita all'interno del castello. Hagrid abitava nel capanno al limitare del bosco, lo stesso che Silente aveva indicato essere la residenza del guardiacaccia; fino a quel momento, Lucy aveva ignorato il ruolo di Hagrid all'interno della scuola, ma saperlo sempre lì nel caso di necessità l'aveva di gran lunga confortata.
Dunque, quando arrivò venerdì, Lucy si sentì notevolmente appesantita dalla sua prima settimana trascorsa nel mondo magico; la sua stanza era in disordine, i vestiti sparpagliati ovunque, la camicia dell'uniforme era tutta spiegazzata e le rimanevano diverse pergamene da completare per le lezioni di Incantesimi e Astronomia della settimana seguente. Per di più, si sentiva irrequieta all'idea di dover montare in groppa alla sua scopa quel pomeriggio; per tutti quei giorni non aveva fatto altro che pensare ai peggiori scenari, ovvero ad una sua possibile caduta, un fallo o un passaggio mal riuscito. Tutte ragioni per cui la McGranitt avrebbe potuto rifiutare un suo papabile ingresso all'interno della squadra.
Non aveva aperto bocca per tutta la durata della colazione, che aveva trascorso in piacevole compagnia di Ginny, Romilda e Demelza, mentre quest'ultima spiegava loro di come fosse intenzionata a presentarsi agli allenamenti quel pomeriggio, nonostante Baston fosse restio all'idea di averla all'interno della sua stessa squadra.
Al termine del pasto, aveva salutato le amiche e si era diretta in biblioteca a terminare la pergamena sull'Incantesimo di Levitazione che le era stata assegnata come punizione per aver fatto levitare il professor Vitious anziché la piuma messa a disposizione di tutti gli studenti per le esercitazioni. Mentre terminava di scrivere le ultime righe, una voce improvvisa la fece sobbalzare e sporcare d'inchiostro metà del foglio.
"Ma guarda un po' chi si vede..."
"...Non avrei mai detto che la nostra cara Potter fosse un topo da biblioteca"
Lucy maledette mentalmente il perfetto tempismo dei due gemelli, che non perdevano mai l'occasione per infastidire lei o qualsiasi altro studente della scuola, soprattutto se si trattava di un loro familiare.
"Non avete di meglio da fare che starvene qui a gironzolare?" li rimproverò la ragazza, accartocciando la sua pergamena e crogiolandosi al pensiero di doverla riscrivere dall'inizio.
"Non stiamo gironzolando" ribatté Fred, prendendo posto sulla sedia alla sua sinistra.
"...e poi nulla ci vieta a correre in aiuto di una bella donzella in difficoltà" aggiunse George, mentre un ghigno si faceva spazio sul suo volto nel vedere il foglio appallottolato di fronte alla giovane grifondoro.
"Cosa vorreste, sentiamo... Dovrei andare a spaventare qualche pivello del primo anno mentre voi completate la mia pergamena sull'incantesimo con cui ho fatto alzare in aria un professore?"
I due ragazzi scoppiarono in una fragorosa risata, memori del momento in cui gli era giunta voce del misfatto e di come tutta la loro casata ne avesse riso per giornate intere. Lucy non accennò nemmeno un sorriso, ma iniziò a raccattare tutti i suoi libri e a riporli dentro la borsa che portava con sé, decisa ad andarsene una volta per tutte.
"Ma come siamo permalosi...", esclamarono i due all'unisono, bloccando la strada alla giovane, "noi vogliamo solo aiutarti"
"Non ho intenzione di stare ai vostri giochi" sentenziò Lucy, divincolandosi dalla presa di George che le aveva afferrato il polso e non sembrava intenzionato a lasciarla andare.
"Non dovrai fare nulla in cambio, questa è una promessa" concluse Fred, iniziando a giocherellare con il foglio di pergamena, "lasciaci solo darti una mano"
La ragazza osservò dubbiosa le espressioni incoraggianti sui volti dei due ragazzi, cercando di capire dove fosse la fregatura. Quei due non aiutavano mai nessuno, per di più senza chiedere qualcosa in cambio.
"D'accordo" si arrese poco dopo, facendo esultare i due fratelli, che si scambiarono il cinque e si misero subito alla ricerca di un calamaio e di un nuovo foglio di pergamena.
"Non te ne pentirai, vedrai...", l'assicurò Fred, "questa pergamena ti garantirà come minimo un Oltre Ogni Previsione!"
Dopo pranzo, Lucy si incontrò con Percy per la loro lezione, durante la quale la giovane grifondoro gli mostrò quanto aveva appreso in merito alla mappa stellare e provò un paio di volte l'Incantesimo di Levitazione, riuscendo questa volta a far svolazzare la piuma davanti a sé. Percy osservò compiaciuto i risultati ottenuti dalla ragazza, ma riuscì tuttavia a trovare ancora una volta il modo di scoraggiarla, ricordandole di tutti i compiti che aveva ancora in sospeso.
"Oggi pomeriggio devi terminare la pergamena di Incantesimi e la pozione Occhiopallato" le disse il giovane caposcuola, mentre la ragazza lo osservava accigliata.
"C'è l'allenamento di Quidditch questo pomeriggio..." sussurrò Lucy qualche istante più tardi, temendo la reazione da parte del ragazzo. Come previsto, lui reagì in malo modo, rivolgendole un'occhiata insoddisfatta: "Perdere tempo in questo modo non ti aiuterà per niente a recuperare tutti i corsi quest'anno"
"Lo so bene, sto cercando di fare del mio meglio" ribatté la ragazza, giunta al culmine della pazienza.
"A quanto pare non è abbastanza!" esclamò Percy stizzito, chiudendo con un tonfo il manuale di Incantesimi. Mentre Lucy lo osservava esterrefatta, lui sospirò lievemente per poi ricomporsi.
"Ci sono ancora tante cose che devi imparare, Potter... una di queste è a dare la giusta importanza allo studio"
"La vita non è fatta solo di libri da studiare e compiti per casa, Weasley" lo canzonò la ragazza, pentendosene subito dopo nell'accorgersi della sua espressione afflitta.
Percy abbandonò il suo posto al tavolo della biblioteca e si dileguò dalla stanza, lasciando la giovane grifondoro tutta sola. Lucy si passò una mano tra i folti capelli ricci, desiderando di non aver mai risposto in quel modo al proprio caposcuola; cosa le era preso, accidentaccio? Quel pomeriggio si sarebbe dovuta andare a scusare, magari presentando al ragazzo l'Antidoto contro i Veleni comuni completato.
La giovane strega sbuffò, per poi riporre tutte le sue cose nella borsa e dirigersi nel suo dormitorio per recuperare il necessario in vista degli allenamenti di Quidditch per cui aveva atteso un'intera settimana. Indossò l'uniforme che le era stata recapitata da Baston qualche giorno prima, recuperò il suo manico di scopa e si diresse a rotta di collo giù per le scale sino alla sala comune, dove vi trovò la sua compagna di stanza già agghindata che la aspettava impaziente.
Le due intrapresero dunque la strada verso il cortile del castello e poi in direzione del campo da gioco, mentre Lucy raccontava all'amica del battibecco avuto con Percy poco prima. Tuttavia, invece di sembrarle sorpresa, Ginny sollevò gli occhi al cielo, com'era solita fare quando si parlava dei suoi fratelli.
"Non puoi cercare di convincere Percy che il Quidditch sia più importante della scuola", le spiegò la rossa, "a dire il vero, per lui niente è più importante della scuola!"
"Non era mia intenzione offenderlo, ma certe volte risulta davvero pesante" si giustificò l'altra ragazza, mentre le due giungevano nei pressi degli spogliatoi della squadra.
"Devi solo aspettare che gli passi, poi tornerà come prima"
"Scorbutico come prima?"
Le due amiche scoppiarono in una fragorosa risata, mentre si accingevano a fare il loro ingresso nel campo da gioco; in quel momento Angelina uscì dagli spogliatoi, rivolgendo alle due un'occhiata torva: "Dev'essere proprio disperato Baston quest'anno"
"Fatti un po' gli affaracci tuoi, Angelina" esclamò Ginny, cogliendo di sorpresa Lucy e la diretta interessata, che si avvicinò alle ragazze con fare minaccioso.
"Non usare quel tono con me, ragazzina"
"Bene bene, vedo che state già facendo amicizia!"
La voce di Baston interruppe quel momento di tensione creatosi tra le tre ragazze e subito Angelina si voltò verso il capitano con un finto sorriso dipinto sul volto: "Finalmente un po' di presenza femminile all'interno della squadra, Baston. Non potevi fare scelta migliore"
"Vedi di calmarti Angelina, sono qui solo in prova. Sarà la McGranitt a decidere per loro"
Lucy rabbrividì appena nel rendersi conto che la professoressa avrebbe assistito a tutto l'allenamento, ma cercò di non dar a vedere la propria preoccupazione. Qualche minuto più tardi li raggiunsero Fred, George, un paio di ragazzi che Lucy riconobbe dal primo allenamento ed infine Demelza.
All'arrivo della ragazza, Baston assunse un'espressione contrariata: "Che ci fai tu qui?"
Demelza lo squadrò dall'alto al basso, rispondendogli a tono: "Per quanto mi riguarda, faccio ancora parte della squadra, che ti piaccia o meno"
"Questo è da vedere"
All'arrivo della professoressa McGranitt, venne dato il via all'allenamento; Fred e George si posizionarono ai lati opposti del campo ed iniziarono subito a muoversi non appena vennero rilasciati i due Bolidi. Angelina si alzò fino a centro campo con la Pluffa tra le mani, mentre Oliver si sistemò in difesa di tre dei sei anelli a bordo campo, invitando i nuovi arrivati a comportarsi come in una vera partita. Ciascuno di loro avrebbe dovuto tentare di rubare la Pluffa alla cacciatrice della squadra, senza cadere dalla propria scopa o commettere un fallo.
Lucy e Ginny si scambiarono un'occhiata complice e, non appena la professoressa McGranitt fischiò l'inizio del primo tempo, le due si tuffarono nella medesima direzione, puntando Angelina ed in particolare la palla che teneva stretta tra le mani. La cacciatrice rimase ferma al suo posto finché tutti i ragazzi non giunsero a qualche metro di distanza da lei; a quel punto, con uno scatto improvviso, volò via sotto lo sguardo confuso dei presenti, che dovettero dare il via ad un vero e proprio inseguimento.
Non c'era nessuna tecnica da parte dei più giovani; pochi di loro erano infatti a conoscenza delle strategie classiche utilizzate durante il gioco e chi di loro le conosceva si era appena reso conto di quanto il gioco reale fosse ben diverso da quanto letto nei libri. Non c'era troppo tempo per pensare, bisognava solo puntare l'avversario e non lasciarselo scappare via.
Da questo punto di vista, Lucy aveva un gran vantaggio: si ricordava a malapena le regole classiche di gioco, dunque non rifletté molto nello scagliarsi in direzione di Angelina, che la schivò di qualche centimetro. La giovane grifondoro seguiva solamente l'istinto ed osservava i movimenti dei ragazzi accanto a lei, così da evitare di prendere in pieno qualcuno.
Dopo appena cinque minuti dal fischio iniziale, una persona riuscì a rubare la Pluffa dalle mani di Angelina: la ragazza si voltò frustrata per vedere chi fosse l'artefice di quella mossa vincente e non si stupì nel riconoscere il sorriso di Demelza che la osservava con un'espressione vittoriosa.
"Ti distrai ancora troppo facilmente"
"E tu parli troppo"
Le due iniziarono a rincorrersi l'un l'altra, rendendo difficile al resto degli esordienti tenere il loro passo e seguirne il gioco. Ad un certo punto Lucy si bloccò, cercando di capire quale direzione prendere per cogliere le due impreparate; mentre tutti gli altri studenti si affrettavano alle spalle delle due, lei cambiò giro e si posizionò di fronte a loro. Mancavano ancora pochi metri e Angelina si accorse troppo tardi della presenza della giovane grifondoro; cercò in tutti i modi di virare per evitarla, ma la distanza tra le due era minima, così Lucy dovette agire d'impulso: con un balzo si staccò dal proprio manico di scopa e rimase sospesa in aria al passaggio delle due cacciatrici. Calcolando il giusto istante in cui le due passarono sotto ai suoi piedi, tese le mani con decisione e le strinse attorno alla superficie liscia della Pluffa, rischiando quasi di farla cadere.
Il tutto durò appena qualche millesimo di secondo e subito dopo Lucy ricadde sul suo manico di scopa, a cui si avvinghiò con una mano sola, mentre nell'altra reggeva quello che le parve un trofeo. Dietro di sé notò Angelina osservarla con uno sguardo corrucciato, mentre Demelza le sorrise di rimando, complimentandosi per l'azione.
Al termine dell'allenamento, tutti i giocatori si diressero al centro del campo, dove la professoressa McGranitt li attendeva con un foglio di pergamena tra le mani; lei e Baston si consultarono per qualche minuto, per poi voltarsi in direzione del resto degli studenti che attendeva impaziente il verdetto finale.
"Weasley, voi rimarrete i battitori della squadra" annunciò la professoressa ai due gemelli, che esultarono scambiandosi un cinque.
"Johnson, Robins"
Demelza e Angelina alzarono lo sguardo verso la professoressa nel sentire pronunciare i propri cognomi: "Anche voi rimarrete nella squadra come cacciatrici"
Le due ragazze si strinsero la mano in maniera formale, mentre Ginny e Lucy corsero a congratularsi con la propria compagna di stanza. Nel frattempo, Baston assisteva alla scena con un'espressione corrucciata.
"Weasley"
Ginny si bloccò, osservando la professoressa in attesa che concludesse la frase.
"Tu sarai la nuova cercatrice"
La ragazza cacciò un urlo, mentre la notizia scatenò uno stupore generale. Lucy abbracciò l'amica e le due scoppiarono in una risata, mentre i due gemelli accorrevano in direzione della sorella e le scompigliavano i capelli in maniera scherzosa.
"Potter"
Di nuovo calò il silenzio sulla squadra, mentre Lucy guardò speranzosa la professoressa McGranitt, che fino a quel momento non si era scomposta di un millimetro.
"Sarai la nuova cacciatrice assieme a Johnson e Robins. Baston sarà il difensore della squadra, nonché vostro capitano. Ora vi voglio tutti qui intorno, abbiamo qualche discorso da farvi prima che possiate rientrare"
Lucy si guardò intorno esterrefatta, mentre Ginny la assaliva a sua volta, e tra un urlo e l'altro le ripeteva: "Hai visto? Te l'avevo detto che ce l'avresti fatta!"
In quel caos generale, nessuno badò molto alle constatazioni di Angelina, che commentava sbalordita le scelte fatte dalla Direttrice della casata. Invece, tutti si diressero a complimentarsi con le due ragazze, Baston incluso.
"Dovrai lavorare tanto, Potter" sussurrò il capitano alla ragazza, una volta che riuscì a prenderla in disparte, "ma abbiamo visto tutto di cosa sei capace. Preparati, sarà una stagione interessante"
La ragazza lo ringraziò, per poi tornare a festeggiare assieme a Ginny. In quel momento le parole che Percy le aveva rivolto quella mattina avevano perso completamente significato.
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