L'ora del plenilunio

"For every second you been talking
I've been tryna count the lines around your face
'Cause I don't know if I'll ever be this close again"

"Abbiamo praticamente visitato tutti i negozi della High Street, dal negozio di scherzi di Zonko a quello di piume di Scrivenshaft, poi appena ha iniziato a fare buio ci siamo rifugiati ai Tre Manici di Scopa e Madama Rosmerta ci ha offerto due boccali di Burrobirra. Neville è stato molto carino, si è persino offerto di accompagnarmi a Mielandia dato che sapeva che non vedevo l'ora di andarci! È stato come un sogno, Lucy, vorrei tanto che tu potessi capire il mio stato d'animo in questo momento. Penso di essermi innamorata!"
Ginny Weasley si lasciò ricadere sul suo letto a baldacchino, con lo stesso sguardo sognante che aveva mantenuto per tutta la durata della cena. Lei e Neville si erano lanciati occhiate complici sin dal primo momento che avevano preso posto al tavolo, tuttavia non vi era stato alcun riferimento alla loro scampagnata per il piccolo villaggio a nord del castello.
Infine, quando la giovane Weasley aveva fatto ritorno nella Sala Comune Grifondoro in compagnia dell'amica, si era lasciata andare e si era cimentata nel racconto di ogni singolo istante trascorso assieme al ragazzo.
Ora le due sedevano sui loro reciproci letti, entrambe con lo sguardo fisso sul soffitto della stanza. Ogni due minuti, Ginny sospirava trasognata e si faceva venire in mente qualche dettaglio in più di quel pomeriggio da raccontare all'amica, mentre Lucy ascoltava in religioso silenzio.
O meglio, cercava di prestare attenzione alle parole della rossa, ma con scarsi risultati. Anche lei quella sera aveva la testa altrove e per tutta la durata del pasto aveva cercato di mantenere l'attenzione sul piatto dinanzi a lei, anziché sul ragazzo che sedeva poco distante e sulle cui gambe si era accomodata Angelina, come a voler marcare il proprio territorio.
Nessuno si era accorto del suo stato d'animo, d'altronde lei stessa sarebbe riuscita a fatica a spiegare i suoi sentimenti in quel momento. Si sentiva chiaramente spaesata, come se gli eventi di quel pomeriggio l'avessero trascinata in un limbo dove si erano pian piano racimolati tutti i suoi dubbi e le sue perplessità.
Tuttavia, anziché pensare a quegli attimi all'interno dello stanzino del quinto piano, Lucy aveva cercato di focalizzarsi su tutt'altro: con la mente cercava di ripercorrere la conversazione che lei e George avevano orecchiato prima che si scatenasse il putiferio (o quello che lei riteneva tale).
Lupin si era rivolto a Piton per qualcosa e lei credeva di aver capito di cosa il professore stesse andando in cerca. Aveva da poco iniziato a studiare un nuovo capitolo del suo manuale che riguardava gli usi dell'Aconito, una pianta i cui usi potevano variare dalla pozione Occhiopallato a quella Antilupo.
Incuriosita da quel nome, la ragazza aveva dunque cercato ulteriori informazioni all'interno di "Mille erbe e funghi magici", rimanendo poco sorpresa nel momento in cui si era resa conto che il libro non si soffermava su quella pozione in particolare. Si era dunque diretta in biblioteca, dove aveva recuperato qualche libro di pozioni del terzo anno, dov'era previsto un intero capitolo sull'antidoto per alleviare i sintomi della licantropia.
Lucy riteneva che questo fosse ciò di cui il professor Lupin andava disperatamente alla ricerca e, se tutte le informazioni in suo possesso erano esatte, quel fine settimana avrebbe subito la trasformazione.
"Lucy? Mi stai ancora ascoltando?" Ginny le rivolse uno sguardo di disappunto.
"Certo! Hai intenzione di uscire ancora con Neville nei prossimi giorni?"
"Ovvio! Domani è sabato e pensavamo di andare a fare un giro al lago Nero. Puoi venire con noi, se ti va"
Lucy comprese subito che l'amica aveva le migliori intenzioni, ma il solo pensiero di dover trascorrere delle ore ad assistere alle smancerie tra i due ragazzi le fece venire il voltastomaco.
"Magari un'altra volta. Devo incontrare Percy per alcuni argomenti che mi sono poco chiari" farfugliò la ragazza, consapevole che quel fine settimana avrebbe occupato il suo tempo in tutt'altro modo.
Sarebbe andata a caccia di un lupo mannaro.

Sabato mattina le due amiche si diressero a colazione in compagnia di Romilda, mentre Demelza si era dileguata un'ora prima, avendo in programma di trascorrere l'intera mattinata in compagnia di Baston a Hosgmeade.
"Ieri sera mi ha rivelato che lui aveva intenzione di portarla alla Sala da Tè di Madama Piediburro" aveva aggiunto Romilda, che in fatto di gossip era sempre quella più aggiornata, "molti lo chiamano anche il rifugio delle coppie felici!"
Mentre Ginny si accingeva a puntualizzare che anche lei e Neville vi si sarebbero presto diretti, le tre amiche fecero il loro ingresso nella Sala Grande e Lucy cominciò subito a spostare la sua attenzione sugli studenti seduti al tavolo della loro casata, finché non riconobbe due teste rosse e si affrettò a sedersi di fronte a loro.
Come al solito era presente anche Angelina, questa volta seduta di fianco a George mentre quest'ultimo le offriva l'ultima fetta di torta di Melassa.
"Ma insomma, Georgie! Vuoi vedermi ingrassare?" esclamò la ragazza non appena il gemello le porse gentilmente il piatto con la fetta di torta.
Lucy non badò molto a quella scena, ma rivolse invece un sorriso a Fred che fu il primo ad accorgersi del suo arrivo.
"Buongiorno, Lucy"
"Ciao, Fred"
Una volta che anche l'altro gemello si fu reso conto della presenza della giovane, si voltò verso di lei con il piatto ancora tra le mani e perdendo completamente interesse per la fidanzata.
"Potter, vuoi della torta di Melassa?"
Lucy posò lo sguardo sul ragazzo di fronte a lei e per un attimo si sentì avvampare al ricordo degli avvenimenti del giorno precedente. Poi, memore di come quel dolce fosse il preferito del gemello (Ginny glielo aveva rivelato quando stava meditando ad un modo per vendicarsi dello scherno del ragazzo nei confronti del professor Vitious), gli rivolse un sorriso riconoscente e disse: "Ti ringrazio, ma penso opterò per del cheesecake al cioccolato"
Il ragazzo fece dunque spallucce e appoggiò il piatto sul tavolo, avventandosi senza esitazione sul suo contenuto.
Nel frattempo Ginny si era seduta poco distante e Lucy osservò l'amica impegnata in un'intensa conversazione in compagnia di Neville, mentre quest'ultimo la imboccava in maniera scherzosa di quello che le sembrò un crumble di mele.
"Avete programmi per questo fine settimana?" domandò la giovane rivolgendosi ai due gemelli.
Fred scosse subito il capo incuriosito da quella richiesta, mentre George rivolse una rapida occhiata alla ragazza seduta al suo fianco, che lo osservava con uno sguardo di disappunto.
"Georgie e io siamo impegnati" si affrettò a precisare Angelina, appoggiando una mano sulla gamba di George che in tutta risposta di spostò leggermente verso il fratello.
Lucy allora spostò la sua attenzione verso il ragazzo, dal cui volto era possibile comprendere quanto fosse stato messo a disagio da quella situazione.
"Accidenti", continuò allora la giovane, "mi sarebbe davvero piaciuto darvi una mano con quel... progetto che avete in sospeso"
A quelle parole, Angelina si rivolse verso il fidanzato: "Di che cosa sta parlando?"
Vedendo George in evidente difficoltà, Lucy si affrettò a specificare: "Come le avete chiamate? Pastiglie Cascabraccia?"
Fred dovette soffocare una risata che si tramutò in un colpo di tosse, mentre George azzardò un semplice sorriso: "Esatto, sono la nostra nuova creazione. Potter ci sta dando una mano ad ultimarne la ricetta"
Angelina lanciò ai tre uno sguardo non troppo convinto, che si trasformò in un'espressione disgustata: "Non voglio neanche sapere a quali schifezze stiate lavorando adesso" dopodiché la ragazza stampò un bacio sulla guancia del fidanzato, sussurrandogli qualche imposizione a non far tardi nella Sala Comune quella sera, dove i due erano soliti incontrarsi non appena il resto degli studenti aveva fatto ritorno ai suoi dormitori, concedendogli un po' di privacy.
George annuì appena poi, non appena Angelina lo salutò per avviarsi all'esterno della sala in compagnia di Alicia Spinnet e Katie Bell, si passò un tovagliolo sulla guancia per rimuovere i residui di lucidalabbra che la ragazza gli aveva lasciato.
"Pastiglie Cascabraccia?" intervenne allora Fred, il cui viso era ancora paonazzo dalla risata.
"È la prima cosa che mi è venuta in mente!" si giustificò Lucy con uno sguardo altrettanto divertito.
George seguì la risata dei due ragazzi, poi spostò lo sguardo sulla giovane di fronte a lui e sussurrò: "Geniale"
Lucy cercò di mascherare le sue emozioni alle parole del ragazzo e si focalizzò sul motivo per cui si era presentata lì: "Comunque ho davvero bisogno di voi due"
"Hai intenzione di cospargere la scuola di Caccambombe? Perché è proprio quello che io e George avevamo in programma per questo fine settimana"
"In realtà ho in mente qualcosa di più eccitante" affermò Lucy con uno sguardo malizioso che attirò subito l'attenzione dei due gemelli.
Lucy allora si guardò intorno, per verificare che nessuno fosse in ascolto della loro conversazione; di fianco a lei vi era solo qualche alunno del primo anno, intento a rimediare agli effetti di qualche BonBon Esplosivo, mentre vicino ai due fratelli sedeva Lee Jordan, che in quel momento si voltò nella loro direzione.
"Ragazzi miei, dovrò chiedervi un'intervista per il debutto del campionato! Si dice che i Serpeverde siano i favoriti quest'anno, solamente perché Baston si è arrischiato a prendere due novelline"
Non appena i gemelli rivolsero a Lee uno sguardo torvo e il ragazzo si rese conto della presenza della giovane grifondoro, si affrettò a farfugliare qualche parola in rimedio per l'errore commesso.
"Sai Lucy, non intendevo dire che tu e Ginny non foste all'altezza del compito, ma come ben sai il Quidditch è uno sport..."
"Complicato", concluse la ragazza con un sorriso comprensivo, "Non devi preoccuparti Lee, io e Ginny cercheremo di dare il meglio di noi in campo"
Lee sembrò allora riacquisire il suo solito entusiasmo e puntò l'indice in direzione della giovane: "Vedi? È proprio questo a cui mi riferivo! C'era bisogno di qualcuno che portasse un po' di grinta all'interno della squadra"
Fred e George alzarono gli occhi al cielo, per poi intimare l'amica a non badare alle parole di Lee.
"Mi raccomando, non dimenticatevi dell'intervista! E' per il giornale della scuola, dobbiamo farci vedere sicuri di noi stessi" concluse Lee, prima di abbandonare a sua volta la sala avendo terminato la sua colazione.
Fred e George lo salutarono con un cenno del capo, ignorando completamente le parole del ragazzo. Non appena se ne fu andato, i due fratelli riportarono la loro attenzione sulla ragazza lì presente.
"Allora..."
"...qual era il piano..."
"...di cui stavi parlando?"
Lucy scoppiò a ridere, poi fece cenno ai due ragazzi di protendersi verso di lei, così da poter abbassare la voce e fare in modo che nessun altro sentisse. I due fecero come indicato e la giovane cercò dunque di spiegargli il suo piano quanto più brevemente.
"Lucy", intervenne Fred non appena la ragazza ebbe terminato, "non abbiamo la certezza che Lupin sia... quello che crediamo che sia... Magari quella lista si sbaglia o è tutto uno stupido scherzo"
Lucy rivolse una rapida occhiata a George, che comprese subito cosa avesse in mente; era tutto collegato alla loro avventura del giorno prima, quella di cui Fred non era ancora stato messo al corrente.
"Che avete da guardarvi voi due?" intervenne Fred, interrompendo i loro sguardi fugaci.
"C'è qualcosa che dobbiamo raccontarti" ammise Lucy, osservando l'espressione di George farsi sempre più dubbiosa. Il gemello temeva chiaramente che la giovane avesse intenzione di raccontare l'accaduto soffermandosi su ogni singolo dettaglio.
Le sopracciglia di Fred nel frattempo si erano inarcate e la sua fronte corrugata: il gemello attendeva sempre più impaziente che uno dei due si decidesse di raccontargli ciò che gli passava per la testa.
"Aspetta", intervenne allora George, nelle cui mani era apparso un lieve tremolio, "non qui"
I tre abbandonarono dunque il tavolo della colazione e imboccarono la scalinata principale; durante il loro tragitto fino alla torre di Astronomia, che quella mattina avrebbero trovato indubbiamente vuota data l'assenza di lezioni, Fred osservò il comportamento del gemello che gli parve subito più strano del solito.
Era successo qualcosa, poteva ben intenderlo. E, al di là di quello che quei due gli avrebbero raccontato, sentiva che non lo avrebbero mai messo al corrente dell'intera verità, altrimenti avrebbe già saputo tutto dal fratello, che invece per tutta la serata precedente era rimasto ad osservare la parete della camera in religioso silenzio.
Non appena i tre fecero il loro ingresso nella torre di astronomia, George si affrettò a chiudere la porta per mezzo di qualche incantesimo che gli permettesse di non avere visite inaspettate. Quando furono finalmente pronti, Lucy lanciò un'ulteriore occhiata al gemello, che le fece cenno di cominciare il racconto.
"Ieri ho fatto la mia prima lezione di Occlumanzia con Piton" esordì la ragazza, cogliendo di sorpresa entrambi i gemelli.
"Ma non è questo ciò che conta", si affrettò a continuare lei, spegnendo il loro entusiasmo, "al termine della lezione ho incontrato Malfoy nei sotterranei e ho dovuto usare uno di quei passaggi segreti della mappa per sfuggire a quei due scimmioni dei suoi amici"
"Dovevamo riempirgli il cuscino di caccabombe quando potevamo..." sussurrò George con un'espressione furiosa, mentre il fratello annuiva a sua volta.
"Mi sono ritrovata nel bagno dei Prefetti e ho cercato di non farmi vedere lì, rifugiandomi nel reparto proibito della scuola, dove ho trovato lui"
Lucy spostò lo sguardo su George, che nel frattempo si era accomodato su uno dei banchi liberi e aveva iniziato a giocherellare con un planisfero collocato lì vicino. Alle parole della ragazza, Fred gli rivolse uno sguardo accigliato.
"Che diavolo ci facevi nel reparto proibito? Mi avevi detto che dovevi incontrare Lee per un progetto" esclamò Fred, il cui volto si faceva sempre più corrucciato.
"Era così, poi mi trovavo per caso sulla scalinata diretta al dormitorio ed ho visto lei" George spostò lo sguardo sulla giovane grifondoro, che arrossì appena.
"Sapevo che stava per mettersi nei guai, così ho deciso di seguirla"
"Quindi pensi che non sappia cavarmela da sola?"
"Non ho detto questo"
"Ma lo hai fatto intendere!"
I due iniziarono a discutere senza badare alla presenza dell'altro gemello, che tutt'a un tratto lanciò un urlo esasperato: "La volete piantare?"
I due si ricomposero, mentre Lucy si affrettava a continuare il racconto lasciato in sospeso.
"Ci siamo incontrati lì e, nel tentativo di nasconderci da Gazza, abbiamo sentito una conversazione tra Piton e Lupin"
In quel momento Fred comprese dove la ragazza voleva arrivare e le fece cenno di andare avanti.
"Lupin aveva qualcosa in mano, a prima vista avrei detto un'ampolla, ma non sono riuscita a vedere chiaramente. Era qualcosa che Piton gli aveva dato e Lupin voleva accertarsi che fosse potente abbastanza da..."
Lucy si fermò, non sapendo bene come continuare. Tra i tre ragazzi calò un improvviso silenzio, mentre ciascuno di loro cercava di rimuginare sulla situazione.
"L'altro giorno a Erbologia ho letto qualcosa sull'Aconito", riprese la ragazza, "una pianta che viene usata anche per il preparato per la pozione Antilupo"
"Non vorrai dirmi che..." intervenne George, la cui frase fu terminata dalla giovane.
"Lupin si trasformerà questo fine settimana e aveva bisogno della pozione Antilupo che Piton gli ha preparato"
Fred scoppiò in una fragorosa risata, ma si fermò non appena notò gli sguardi seri dei due ragazzi.
"Magari era soltanto una pozione Scacciabrufoli!"
"Questo fine settimana c'è la luna piena, Fred!", esclamò Lucy, che si stava spazientendo di fronte all'indifferenza del gemello, "non può essere una coincidenza"
"Quindi il tuo piano sarebbe di seguire Lupin ovunque vada finché non lo vediamo trasformarsi in un lupo mannaro?" intervenne George, che a sua volta non apparve molto convinto.
"Esatto. Così avremo la prova che quanto scritto su quella lista era vero" affermò Lucy.
I due gemelli si scambiarono uno sguardo pensieroso, come se condividessero l'uno le preoccupazioni e i dilemmi dell'altro.
"Lo sai che i lupi mannari sono aggressivi?" azzardò Fred, ricevendo in cambio un'occhiata stizzita da parte della giovane.
"Ci serve un buon piano" continuò allora George, cercando di dimostrarsi quanto più conciliante possibile.
"Per questo ve ne ho parlato, non posso fare tutto questo da sola" concluse Lucy, osservano i due fratelli con un'espressione afflitta.
Fred sospirò appena, mentre George si passò una mano tra i capelli che oramai erano talmente lunghi da sfiorargli le spalle. Né lui né il fratello sembravano avere il minimo interesse per curare il loro aspetto, anzi spesso la loro chioma rossiccia era talmente arruffata che l'unico rimedio era porvi un cappello di lana sotto cui nasconderla.
"D'accordo", esordì Fred poco dopo, "Ti aiuteremo"
"D'altronde glielo abbiamo promesso entrambi, no?" aggiunse George, scambiando uno sguardo d'intesa con il fratello.
Lucy lanciò un grido entusiasta e si affrettò a ringraziare i gemelli, che sembravano divertiti dalla sua reazione.
"Abbiamo creato un mostro, Fred"
"A chi lo dici, George. Dovremo ravvederci dal condividere con questa pulce altri nostri segreti, o potrebbe rubarci il titolo di malandrina della scuola!"

Quella sera i tre ragazzi si erano dati appuntamento all'ingresso principale, da cui si sarebbero messi alla ricerca di un luogo isolato dove il professore di Difesa Contro le Arti Oscure si sarebbe potuto dirigere durante la luna piena.
Per tutto il pomeriggio Lucy non fece altro che occuparsi dei preparativi: non aveva intenzione di portare troppe cose con sé, ma voleva accertarsi di avere tutto il necessario. Bacchetta, Mappa del Malandrino e qualche foglia di Aconito che aveva rimediato nella serra della scuola.
Prima che la giovane potesse abbandonare la sua camera per dirigersi nella Sala Grande in vista della cena – Ginny vi siera già diretta mano nella mano con Neville – qualcuno bussò alla sua porta.
Non appena si voltò per verificare di chi si trattasse, Lucy trasalì nel riconoscere la figura di Percy Weasley.
"P-Percy!" esclamò la ragazza, occupandosi subito di nascondere la mappa all'interno della gonna dell'uniforme.
"Perdonami, ma avevo bisogno di parlarti e Ginny mi ha detto che ti avrei trovato qui" spiegò il ragazzo facendo qualche passo all'interno della stanza. "Ho parlato con Silente questo pomeriggio ed ho qualche novità in merito alle tue lezioni"
Lucy rivolse al caposcuola uno sguardo sorpreso: "Qualcosa non va?"
Percy scoppiò a ridere e Lucy giurò di aver colto dell'entusiasmo nei suoi occhi.
"Ho parlato con i professori dei tuoi progressi e siamo tutti d'accordo che prima di Natale potresti procedere con gli esami del primo anno"
Lucy rimase a bocca aperta e cercò nel volto del ragazzo il minimo segno che le facesse intendere che stava scherzando, tuttavia non ve ne trovò alcuno.
"Gli esami del primo anno?" ripeté lei a corto di parole.
"Si, dato che siamo già a buon punto con le lezioni ho pensato che-"
Percy non fece in tempo a terminare la frase perché la giovane grifondoro iniziò a saltellare in giro per la stanza, finché non giunse nel punto in cui si trovava il ragazzo e con un salto gli piombò addosso e lo strinse in un abbraccio.
"Ma è fantastico! Ti ringrazio davvero Percy!" esclamò lei, per poi rendersi conto di essere stata un po' troppo invasiva ed allontanarsi immediatamente dal caposcuola, che la guardava esterrefatto.
Percy le rivolse un sorriso imbarazzato, poi tornò immediatamente serio: "Tuttavia è bene che tu continui a studiare e a impegnarti come hai fatto finora"
"Lo farò", promise Lucy senza alcuna esitazione, "sarai fiero di me, te lo assicuro"
Percy osservò attento quella massa di capelli scuri e quel sorriso estasiato, pensando tra sé e sé: "Lo sono già". Non pronunciò quelle parole ad alta voce, ma si limitò ad annuire per poi congedarsi con un breve saluto.
Lucy continuò a saltellare in preda all'euforia anche dopo che il ragazzo se ne fu andato. Non appena si accorse che a breve avrebbe avuto inizio l'ultimo pasto della giornata, nascose sotto al letto la Mappa del Malandrino con l'intenzione di tornare a prenderla una volta terminata la cena. Non appena posò il foglio di pergamena sul pavimento, si accorse di un altro oggetto abbandonato lì sotto: era il misterioso mantello che aveva ricevuto per posta qualche giorno prima.
Lucy lo estrasse e lo osservò sotto la luce degli ultimi raggi di sole della giornata: era davvero bello e si domandò in quale occasione avrebbe potuto indossarlo. Magari in occasione della festa di Natale, che Ginny le aveva assicurato essere un vero spasso.
Si sfilò dunque il mantello nero dell'uniforme per indossare quello color porpora, lasciando che le ricadesse dietro le spalle. Poi se lo avvolse intorno e si avvicinò allo specchio appoggiato vicino alla porta d'ingresso per rimirare la sua immagine.
Ciò che vide la fece urlare di terrore, o meglio ciò che non vide: metà del suo corpo era difatti sparita e la sua testa alleggiava nell'aria senza alcun sostegno.
La ragazza lasciò andare il mantello per portarsi le mani davanti alla bocca in segno di sgomento e, nel momento in cui i due lembi del mantello si aprirono, il suo corpo comparì nuovamente sulla superficie di vetro.
La giovane trasse un sospiro di sollievo, poi tornò a concentrarsi sulla sua immagine riflessa; afferrò le estremità del mantello e se lo passò sopra alla testa, così che la coprisse interamente. In quell'istante il suo corpo sparì completamente dallo specchio e, per accertarsi che non vi fosse qualche trucco, la ragazza allungò una mano fuori dal tessuto e come prima notò che l'arto si spostava nell'aria in completa assenza del resto del corpo.
"Ma è...magico" sussurrò, per poi togliersi di dosso quel manto misterioso, domandandosi chi mai avrebbe potuto farle un regalo simile.
Decise che lo avrebbe portato con sé quella sera, in caso di necessità. Avrebbe dovuto prima accertarsi di capire come funzionava davvero – magari per un lupo mannaro sarebbe stato comunque possibile vederla nascosta sotto al mantello – ma era sicura che in qualche modo le sarebbe tornato utile, o almeno l'avrebbe rassicurata un po'.
Lo ripose nuovamente sotto al letto, assieme alla mappa che le avevano regalato i due gemelli. Poi con un balzo si rimise in piedi e si diresse nella Sala Comune Grifondoro, dove gran parte degli studenti si stava mobilitando per andare a cena.
Nel frattempo fuori dal castello il sole tramontava, lasciando spazio all'oscurità. Non appena ogni luce del giorno si spense e il cielo cominciò a riempirsi di stelle, un enorme disco bianco comparve dietro le nuvole e la sua luce si rifletté sulla superficie del lago.
Era giunta l'ora del plenilunio.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top