L'arrivo al castello
"Lost in this world,
I even get lost in this song
And when the lights go down
That is where I'll be found"
Quando percepì di non essere più sobbalzata da una parte all'altra, Lucy si fece forza e pian piano riaprì gli occhi; la stanza che le si presentò davanti non era più quella spoglia dove si trovavano qualche istante prima, era invece molto più ampia e costeggiata da imponenti scaffali ripieni di libri. Dove le pareti di pietra erano libere, erano stati appesi ritratti di uomini dallo sguardo altezzoso e il portamento fiero; Lucy intese che dovesse trattarsi di qualche personaggio di rilievo.
Al centro della sala si trovava un tavolo ricolmo di giornali e scartoffie, buste di lettere appena scartate e abbandonate lì dove si trovavano, qualche calamaio in cui ormai vi erano solo pochi rimasugli d'inchiostro; sulla destra del tavolo invece vi era una gabbia che ospitava un uccello maestoso dal piumaggio rosso fuoco, che, non appena le due streghe mossero qualche passo nella sua direzione, alzò lo sguardo e si voltò a fissarle, proprio come l'uomo anziano al suo fianco.
Lucy non l'aveva notato fin da subito, troppo rapita dai decori presenti all'interno della stanza; tuttavia, non appena lui le rivolse un sorriso di benvenuto, comprese che dovesse essere in loro attesa.
"Benvenuta ad Hogwarts, Lucy Potter"
Dal modo in cui pronunciò il suo nome, sembrava che l'uomo la conoscesse da lungo tempo. In risposta, Lucy gli rivolse un sorriso imbarazzato, in attesa che la professoressa McGranitt si occupasse delle presentazioni. La strega dal canto suo era uscita dal camino dove le due erano appena state scaraventate e si era mossa in direzione del tavolo lì vicino, intenta a recuperare qualche oggetto sconosciuto alla ragazza.
Lucy abbandonò il vecchio camino e guardò disgustata lo strato di polvere che ricopriva i suoi abiti; presto avrebbe dovuto indossare l'uniforme della scuola, quindi non vi diede molta importanza, concentrandosi invece su quanto stava accadendo intorno a lei.
Nel tentativo di avvicinarsi all'uomo di cui ancora non conosceva il nome, la testa cominciò a girarle e dovette sorreggersi alla parete lì vicino; percepiva anche una lieve nausea, ma si fece forza per restare in piedi e non dare a vedere il suo malessere.
"Non ti preoccupare" intervenne l'uomo, come se le leggesse nel pensiero, "la nausea passerà tra qualche istante. Succede a tutti quando si prova per la prima volta la Polvere Volante"
Lucy sorrise rincuorata e gli si avvicinò; nonostante trovasse che la professoressa McGranitt fosse notevolmente alta – soprattutto per una donna della sua età –, si sorprese nel riconoscere che quell'uomo dovesse superarla di qualche centimetro (nessuno dei due tuttavia poteva essere minimamente messo a confronto con Hagrid).
Anche l'uomo era piuttosto anziano, ma il suo sguardo era vitreo e pieno di sicurezza. Portava i lunghi capelli grigi sciolti sulle spalle ed una barba altrettanto lunga sistemata all'interno di un elastico sottile; dietro a quella folta chioma vi erano degli occhiali a mezzaluna che mettevano in evidenza i suoi occhi azzurri, circoscritti dalle profonde rughe dovute all'età avanzata. Indossava un lungo abito color cincilla con ricami in madreperla che strusciava sul pavimento ad ogni suo passo e, sopra di esso, portava un ampio mantello come quello della professoressa McGranitt.
"Lucy, questo è il professor Silente, il preside della scuola" si affrettò a spiegare la professoressa, nell'accorgersi che quest'ultimo non aveva ancora rivelato il suo nome.
Lucy sbiancò subito e allungò la sua mano verso quella del professore pronta a stringerla, e aggiungendo: "È un piacere conoscerla, signore"
Silente osservò la mano minuta della ragazza, stringendola cordialmente: "Il piacere è mio. Dopo lungo tempo, finalmente sei giunta qui"
Nel realizzare di trovarsi all'interno della scuola di magia a lungo decantata da Hagrid per tutto il giorno precedente, Lucy percepì dentro di sé una leggera agitazione; presto tutto ciò raccontatole dal gigante avrebbe acquisito un senso e avrebbe camminato per gli stessi corridoi e visitato le stesse stanze frequentate dai suoi genitori anni prima.
"Quindi... questa è Hogwarts?" sussurrò ammaliata la giovane, facendo sorvolare nuovamente lo sguardo su tutta la stanza.
"Questo è solo l'ufficio del preside", precisò Silente, "ma presto ti riunirai i tuoi compagni e vi preparerete per la cena"
Cena?
Lucy si voltò in cerca di un orologio, ma con scarsi risultati; le sembrava fossero passate appena poche ore dal suo giro di acquisti in compagnia di Hagrid, possibile che si fosse già fatta sera?
"Dovrai indossare la tua uniforme", aggiunse la professoressa McGranitt poco dopo, "e dopo mi seguirai al piano terra, dove verranno accolti tutti gli studenti del primo anno in attesa dello Smistamento. Siamo intesi?"
Lucy annuì e seguì le indicazioni alla lettera. Meno di un'ora più tardi si trovava all'ingresso del maestoso castello in compagnia di una cinquantina di ragazzi emozionati tanto quanto lei. Tutti indossavano le uniformi della scuola sotto i loro lunghi mantelli, e qualcuno stringeva in mano la propria bacchetta, pur senza conoscere ancora alcun incantesimo, ma solo per conferirsi un senso di sicurezza.
"Benvenuti ad Hogwarts!" esclamò la professoressa McGranitt quando tutti i ragazzi furono radunati dinanzi la porta d'ingresso. "A breve varcherete questa porta alle mie spalle, che vi condurrà all'interno della Sala Grande, dove sono già riuniti tutti i vostri compagni e professori. Tuttavia, prima che prendiate posto ai tavoli, verrete smistati nelle quattro casate della scuola: Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Chiamerò ciascuno di voi a turno e, quando sentirete il vostro nome, dovrete venire dinanzi a me ed ascoltare le parole del Cappello Parlante. Sarà lui a stabilire a quale casata apparterrete"
Lucy non ascoltò attentamente le parole della professoressa, avendo già recepito tutte le informazioni necessarie ed essendo troppo attratta dalla meravigliosa ala dove si trovavano. Prima però che potesse focalizzare la sua attenzione sui quadri presenti sulle pareti – anch'essi infatti sembravano avere vita propria come il cervo alla locanda di Arthur – il gruppo aveva già iniziato a muoversi in direzione delle porte lì di fronte, che nel frattempo si erano spalancate rivelando un ampio salone.
Lucy era certa di non aver mai visto niente di simile in vita sua: la sala presentava quattro lunghe tavolate disposte al centro, alle quali sedevano centinaia di studenti che, nel veder avanzare il piccolo gruppo, iniziarono a sporsi per osservarli con curiosità. Sul fondo della sala era presente un altro tavolo un po' più piccolo e disposto orizzontalmente, a cui sedevano maghi e streghe di mezza età; Lucy rifletté che doveva trattarsi del corpo insegnanti, al centro del quale si trovava il preside.
La McGranitt condusse i nuovi arrivati sino al centro della stanza, dove era collocato uno sgabello ed un vecchio cappello a punta sgualcito sopra ad esso. La professoressa fece poi cenno ai ragazzi di fermarsi a qualche metro di distanza e loro fecero quanto detto.
Non appena la professoressa esibì un rotolo di pergamena con su scritti i nominativi di tutti i nuovi studenti, un profondo silenzio calò su tutta la sala, mentre il resto dei presenti osservava incuriosito l'inizio della cerimonia dello Smistamento.
"Kalyn Brown"
La professoressa McGranitt cominciò a chiamare ad uno ad uno gli studenti come anticipato, e a turno questi prendevano posto intimoriti sul piccolo sgabello, lasciando che la professoressa poggiasse sulla loro testa il vecchio cappello; sotto lo sguardo stupido di Lucy, questo prendeva parola non appena poggiato sul capo del malcapitato, scandendo a gran voce il nome della rispettiva casata. Subito dopo, il ragazzo abbandonava la sua postazione in preda all'euforia, per andare a sedersi al tavolo della sua nuova casata, dove lo attendevano impazienti tutti i compagni più grandi. Subito dopo, calava nuovamente il silenzio, in attesa di vedere dove sarebbe stato smistato lo studente successivo.
"Phineas Powell"
A mano a mano che il gruppo di studenti si riduceva, Lucy percepiva l'ansia aumentare e si sentì in imbarazzo di fronte agli sguardi dei compagni e dei professori, che osservavano ostinatamente la scena.
"Calanthia Rogers"
Lucy si domandò che differenza vi fosse tra le varie casate. La professoressa McGranitt si era premurata di illustrarle la storia di ciascun fondatore, eppure non comprendeva il significato di quello smistamento. A chi sarebbe interessato se fosse audace e fiera come una grifondoro, se avesse una mente acuta e sensibile come una corvonero, se fosse astuta e determinata come una serpeverde o generosa e socievole come una tassorosso?
"Theo Harvey"
Ormai mancava una manciata di studenti e le sue gambe cominciavano a farsi stanche. Era affamata e, nel vedere quelle tavolate ricolme di pietanze di ogni genere, le era venuta l'acquolina in bocca. Chissà se sarebbe riuscita a fare amicizia con qualche altro studente, o se sarebbe rimasta sola come le succedeva di frequenza nella sua scuola babbana.
"Lucy Potter"
Il tono della professoressa non variò e lei non si scompose di una virgola nel pronunciare il nome della ragazza. Senza che quest'ultima se ne accorgesse, troppo immersa nei pensieri più disparati, era rimasta la sola in piedi nel bel mezzo della sala. Nel sentirsi chiamare, mosse qualche passo verso lo sgabello e vi prese posto, percependo poco dopo qualcosa sfiorarle la testa.
"Bene bene, questa sì che è una sorpresa..."
Lucy strabuzzò gli occhi nell'udire quelle parole e si domandò se fosse stata la sola a sentirle o se la voce del cappello fosse giunta alle orecchie di tutti i presenti nella Sala Grande.
"...Lucy Potter" mugugnò con sorpresa il vecchio cappello, mentre la ragazza attendeva il verdetto con il fiato sorpreso.
"Vedo tanto coraggio, risolutezza, ma anche un po' di impetuosità..."
Quella lunga attesa iniziò a dare i nervi alla giovane maga, che si guardò intorno esasperata, chiedendosi perché il cappello dovesse metterci così tanto.
"Scegli e basta!" pregò mentalmente, sentendosi a disagio sotto lo sguardo incuriosito dei suoi compagni di scuola.
"Bene, bene, abbiamo anche molta impazienza qui. Credo però di essere giunto ad una decisione..."
Lucy chiuse gli occhi e strinse le mani attorno ai bordi dello sgabello, tanto che le nocche diventarono bianche e i palmi iniziarono a dolerle.
"Grifondoro!"
All'esclamazione del cappello, la tavolata corrispondende a quella casata esplose in un urlo di gioia. Lucy riaprì gli occhi incontrando lo sguardo della professoressa McGranitt, che le rivolse un rapido sorriso d'incoraggiamento e le fece cenno di unirsi con i suoi compagni.
A quel punto la giovane si affrettò verso il tavolo indicatole e vi prese posto non appena riuscì a trovare uno spazio rimasto libero. Al suo fianco si trovava uno dei ragazzi smistato assieme a lei poco prima e una ragazza dalla folta chioma rossiccia che doveva essere di qualche anno più grande. Fu quest'ultima a darle il benvenuto e a presentarsi per prima: "Mi chiamo Ginny Weasley"
Lucy le sorrise di rimando, presentandosi a sua volta.
"Sicura di essere del primo anno?" le domandò il ragazzo seduto di fronte a loro, intromettendosi nella conversazione.
"Sembra che tu abbia più di undici anni" continuò un altro studente seduto lì vicino, mentre parte della tavolata ormai si era voltato nella sua direzione. Tutti sembravano improvvisamente curiosi di scoprire la verità.
"Ne ho tredici" ammise Lucy, un po' imbarazzata per tutti quegli occhi che la fissavano.
"E come mai sei arrivata così tardi?"
"Frequentavi un'altra scuola?"
Non riuscendo a dare risposta a quella miriade di domande, Lucy spostò lo sguardo altrove, desiderando di trovarsi in tutt'altro posto. Detestava essere messa al centro dell'attenzione e l'interesse degli altri grifondoro si era fatto sin troppo insistente.
"Va bene, ora basta, lasciatela mangiare" sentenziò la ragazza seduta al suo fianco, che comprese quanto Lucy dovesse sentirsi a disagio nell'essere la nuova arrivata.
Lucy mormorò un "grazie" e spostò la sua attenzione verso i piatti presenti di fronte a loro; non aveva mai visto così tanto cibo in vita sua e soprattutto di una tale varietà.
"Devi scusarli" intervenne Ginny poco dopo, addentando una coscia di pollo, "sono solo molto curiosi, tutto qui. Scommetto che non dev'essere il massimo essere smistati con i ragazzini del primo anno"
"In realtà no" ammise Lucy, mentre si accingeva a versare della zuppa all'interno del piatto.
"Comunque io sono del secondo, mi ricordo bene quanto mi sentissi disorientata non appena arrivata qui. Se mai dovessi avere bisogno di aiuto, non esitare a chiedere"
All'affermazione della ragazza, Lucy rispose con un'espressione colma di riconoscimento: "Ci puoi giurare"
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