Il nuovo tutor
"I turned to him said: Man help me out
I fear I'm on an island in an ocean full of change
Can't bring myself to dive in to an ocean full of change"
La lezione del professor Piton aveva conferito a Lucy ancora più agitazione di quanta non ne avesse già. Il professore non era di certo una figura che passasse inosservata: era un uomo alto, vestito interamente con abiti scuri, e dagli occhi e i capelli color pece, che facevano da contrasto con la carnagione pallida. Il suo sguardo non trasmetteva alcuna emozione, ed era proprio questo ad incutere maggior timore agli studenti.
"Io posso insegnarvi a imbottigliare la fama, distillare la gloria, addirittura mettere un freno alla morte... sempre che non siate una manica di teste di legno, come in genere sono tutti gli allievi con cui ho a che fare"
Per tutta l'ora aveva parlato di quanto lo frustrasse lo scarso rendimento scolastico della maggior parte dei suoi studenti in quegli ultimi anni – soprattutto dei grifondoro, per cui il professore non nutriva una profonda stima, a detta di Ginny – e di come fosse desideroso di vedere le cose cambiare una volta per tutti. Per questo, aveva deciso di mettere subito alla prova i nuovi arrivati: per la settimana seguente, avrebbero dovuto preparare un "semplice" Antidoto ai veleni comuni.
Lucy uscì da quell'aula più spiazzata che mai, stringendo tra le braccia il manuale di "Infusi e pozioni magiche", a cui il professore aveva fatto riferimento per la ricerca della preparazione assegnatagli. Come avrebbe fatto a preparare un antidoto qualunque senza essere nemmeno in grado di utilizzare ancora la propria bacchetta? Tutto ciò era semplicemente ridicolo, ma in ogni caso non aveva avuto il coraggio di obiettare in presenza del professore.
La ragazza era talmente immersa nei suoi pensieri da non accorgersi immediatamente di aver preso la scala per il quinto piano e di essere sbucata in un'ala del castello a lei ancora sconosciuta. Si guardò intorno nella speranza che vi fosse qualcuno nei paraggi a cui chiedere indicazioni, ma il corridoio sembrava deserto.
"Sono proprio imbranata, mannaggia a me" esclamò tra sé e sé, mentre osservava la scala alle sue spalle abbandonare il pianerottolo sui cui si trovava e muoversi in un'altra direzione.
"Perfetto"
Lucy sbuffò, avanzando con incertezza verso il corridoio che si estendeva di fronte a lei; d'improvviso tutto il vociferare degli studenti era sparito e nel castello regnava un silenzio totale. Sembrava persino che la temperatura si fosse abbassata, dato che la ragazza percepiva dei brividi di freddo.
Nell'esatto momento in cui si era decisa a muoversi con passo deciso in quell'ambiente semibuio, una voce alle sue spalle la fece sobbalzare dallo spavento.
"Si può sapere che ci fai tu qui?"
Lucy si voltò ad osservare quel ragazzo alto e dallo sguardo corrucciato che le si era avvicinato minaccioso: "Dovresti sapere ormai che questo piano è riservato ai Prefetti e ai Caposcuola"
"Mi dispiace" si affrettò a scusarsi la ragazza, impaurita dal modo di fare severo del giovane, che doveva avere sicuramente qualche anno in più di lei, "sono nuova e mi sono persa"
Nel frattempo Percy Weasley guardava con interesse quella ragazzina dall'espressione atterrita: era sicuro non potesse avere meno di tredici anni, eppure sembrava davvero disorientata dal modo in cui si guardava intorno e stringeva al petto il suo manuale di pozioni. Il giorno precedente aveva udito Penelope parlare con qualche prefetto Corvonero di una ragazza del terzo anno smistata con i marmocchi del primo, ma non aveva curiosato oltre; probabilmente si trattava di qualche nata babbana.
Tuttavia, dopo quell'incontro inaspettato, Percy intese che le voci dovessero essere vere: la giovane indossava un'uniforme nuova di zecca e persino il libro di testo che portava con sé sembrava non essere stato ancora sfogliato nemmeno una volta.
Per un istante, Percy si pentì dei suoi modi rudi ed ebbe compassione di lei, ma nel rivolgerle la parola cercò di non scomporsi; era comunque un Caposcuola, per Merlino.
"Ritorna da dove sei venuta e vedi di fare attenzione la prossima volta" le ordinò, per poi dileguarsi senza aggiungere altro. Era stato mandato a chiamare dal preside per una "questione di estrema importanza", e non poteva fare ulteriore ritardo.
Lucy dal canto suo rimase imbambolata per qualche istante, cercando di metabolizzare quanto era appena successo: che diavolo era un "Prefetto"? E un "Caposcuola"?
Mentre la ragazza si affrettava dunque a tornare sui propri passi e a raggiungere la biblioteca del terzo piano, dove nel giro di mezz'ora avrebbe dovuto incontrare il suo tutor, si domandò se fosse solo una coincidenza che quello strano studente che aveva appena incontrato avesse la stessa chioma rossiccia ed il volto cosparso di lentiggini come la sua compagna di stanza.
Non appena fece il suo ingresso nell'ufficio del preside, Percy si meravigliò nel trovarvi riuniti quasi tutti i professori. Un po' dubbioso, avanzò verso di loro schiarendosi la voce, per annunciare il suo arrivo.
La professoressa McGranitt gli sorrise e lo ringraziò per essersi presentato con così poco preavviso: aveva un debole per lui e Percy lo sapeva bene. D'altronde, era uno studente impeccabile ed un Caposcuola modello.
Ciò che tuttavia gli venne richiesto da parte dei professori, lo lasciò senza parole; si trattava una cosa mai successa prima, una richiesta che non era mai stata fatta a nessuno prima di lui. Per questo motivo, si sentì ancora più onorato, se pur un po' infastidito: quell'anno avrebbe dovuto affrontare i M.A.G.O. ed era pure diventato Caposcuola... cos'altro si aspettavano da lui, per tutti i Vermicoli!
Nonostante ciò, decise di accettare; lo sguardo dei professori si era fatto supplichevole nel vederlo esitare così a lungo, dunque decise di assecondarli.
Dopo essere rimasto una buona mezz'ora in compagnia del corpo docenti, discutendo programmi e materiali didattici e procurandosi gli strumenti necessari, Percy Weasley fece ritorno al suo dormitorio, che condivideva con Penelope Clearwater, l'altra Caposcuola di quell'anno. La sua compagna di studi in quel momento era assente e Percy tirò un sospiro di sollievo nel constatarlo: almeno si sarebbe risparmiato delle spiegazioni su tutti gli oggetti e i libri di testo che portava con sé.
Una volta che ebbe finito di mettere tutto in ordine – la sua stanza doveva essere come sempre impeccabile – abbandonò nuovamente la sua stanza, diretto alla biblioteca, ripetendo a mente il nome della studentessa che avrebbe dovuto incontrare: Lucy Potter.
Non appena lo sguardo dei due si incrociò, Lucy ebbe una reazione inaspettata.
Quando la ragazza era arrivata, la biblioteca era semivuota, ad eccezione che per qualche ragazzo dell'ultimo anno alla ricerca di libri di testo i cui soli titoli erano indecifrabili per la giovane. Aveva dunque provato ad immaginarsi come sarebbe stato questo suo tutor: probabilmente era una ragazza, più grande per l'appunto, con il viso nascosto dietro un paio di occhiali enormi, e la solita aria sapientona. Le avrebbe detto che si sarebbe dovuta impegnare se avesse voluto passare l'anno senza materie arretrate, e che lei non le avrebbe fatto da babysitter, ma l'avrebbe solamente aiutata con lo studio. Lucy ne aveva conosciute tante di persone così nella sua breve ma travagliata carriera scolastica nel mondo babbano, e la irritava il solo pensiero di dover aver a che fare con un'altra persona di questo genere.
Tuttavia, non appena intravide il ragazzo del quinto piano fare il suo ingresso all'interno della sala, Lucy sbiancò improvvisamente e i batti le si fecero più celeri; quel ragazzo la intimidiva non poco e sarebbe stata una buffa coincidenza se fosse stato proprio lui la persona che stava cercando.
La grifondoro intese che doveva essere proprio così non appena i loro sguardi si incrociarono e il ragazzo si avvicinò a lei, cercando di nascondere un'espressione colma di sorpresa.
"Lucy Potter?"
Lucy annuì, chiedendosi come mai il destino dovesse sempre essere così crudele con lei. Quel ragazzo l'avrebbe incenerita non appena avesse scoperto il suo scarso interesse per lo studio.
"Mi chiamo Percy Weasley e sono il tuo nuovo tutor. Sicuramente i professori ti avranno già spiegato quanto necessario"
Weasley.
Non poteva non essere così, la chioma rossiccia era inconfondibile. Stessa carnagione chiara, occhi a mandorla, nel suo caso di un azzurro sbiadito, e per concludere una bella spruzzata di lentiggini su gran parte del volto. A differenza dei fratelli, lo sguardo di Percy era più autorevole e non vi era il minimo accenno di un sorriso.
"La professoressa McGranitt mi ha anticipato le materie di quest'anno ed in particolare di questo primo trimestre" iniziò a spiegare la ragazza, non appena riacquisì la capacità di parola.
Percy seguì con attenzione il suo discorso, annuendo di tanto in tanto. Di certo ora Lucy capiva perché i professori avevano scelto proprio lui per farle da tutor: era una delle persone più responsabili e ponderate che lei avesse mai conosciuto. Qualche minuto più tardi ripensò al suo incontro con i gemelli quella stessa mattina e si ritrovò a chiedersi se per caso non fosse stato adottato.
"Benissimo, vedo che non ci sarà bisogno di spiegarti nulla" concluse lui poco dopo, una volta che Lucy gli ebbe illustrato quanto spiegatole dalla McGranitt il giorno prima. "In ogni caso mi aspetto che tu ti rivolga a me non appena dovessero esserci dei dubbi di qualsiasi natura. Siamo intesi?"
Lucy annuì con convinzione, mentre il ragazzo dinanzi a lei si avvicinava ad un tavolo lì vicino, recuperando carta e penna. Subito dopo le porse un calamaio, invitandola a scrivere.
"Entro domani mi aspetto che tu mi scriva tutto ciò che non ti è chiaro dei tuoi corsi di studio. Un incantesimo mal riuscito, il dosaggio sbagliato degli ingredienti di una pozione, che cosa sia il Tranello del Diavolo. Tutto, insomma. Partiremo da lì"
Percy Weasley non aggiunse altro e non accennò nemmeno un segno di saluto prima di abbandonare la sala, proprio come aveva fatto in occasione del loro primo incontro.
Lucy si guardò intorno stranita, per poi rivolgere una veloce occhiata alla pergamena che teneva tra le mani. Di certo la lista sarebbe stata tutt'altro che corta.
Quando si presentò nella Sala Grande per il pranzo, Lucy addocchiò Ginny agitare una mano in lontananza e si diresse in quella direzione. L'amica le aveva riservato un posto al tavolo in compagnia di Romilda e Demelza, che avevano già terminato da un pezzo il loro pasto e confabulavano allegre sui nuovi corsi di quell'anno.
"Allora? Com'è andata la prima mattinata di lezioni?" le domandò la rossa, porgendole un piatto ancora caldo ripieno di salsicce di maiale e patate bollite.
Lucy prese subito a mangiare con gusto, prima di rispondere alla domanda dell'amica.
"È andata bene, credo. La Mcgranitt mi piace, Piton invece è un po' fuori di testa"
Ginny sorrise divertita: "Vedi? È proprio come ti avevo detto. Ma raccontami invece del tuo tutor! È un ragazzo carino?"
Udendo quelle ultime parole, Romilda e Demelza si voltarono a loro volta in direzione della nuova arrivata, intenta a riempirsi il piatto con alcune uova sode. Tuttavia Lucy diventò subito paonazza e trovò difficoltà a guardare Ginny negli occhi, mentre le rivelava il nome del diretto interessato.
"Si chiama Percy..."
"Quel Percy?" l'esclamazione di Ginny richiamò qualche occhiata curiosa da parte degli altri studenti seduti a quel tavolo. "Mio fratello?"
Lucy annuì, facendo spallucce: "Non è male, devo dire. Ma non mi sembra di stargli particolarmente simpatica"
"In verità..."
"...è difficile trovare qualcuno che gli vada a genio"
Le voci dei due gemelli giunsero immediatamente alle loro orecchie nel momento i cui i due ragazzi si presentarono di fronte a loro e presero posto al tavolo.
"Ma dicci, come mai ti serve un tutor?" domandò uno dei due poco dopo. Lucy attese qualche istante prima di rispondere, nel vedere gli sguardi di Romilda e Demelza farsi altrettanto curiosi, ma venne interrotta dalla voce di Ginny.
"Si può sapere perché non riuscite mai a farvi gli affaracci vostri?"
I due gemelli sogghignarono: "Siamo i re del gossip, cara sorellina!"
Ginny alzò gli occhi al cielo concentrandosi sul suo pasto, mentre i due ragazzi spostarono la loro attenzione sull'amica della sorella, che si affrettò a spiegare loro l'intera situazione.
"Sono indietro di due anni e... devo recuperare un bel po' di cose"
"Per le mutande di Merlino..."
"...certo che ne devi recuperare un bel po'!"
Lucy sorrise all'esclamazione dei due ragazzi, ma si senti un po' affliggere da quella constatazione.
In seguito ciascuno di loro continuò il proprio pasto, mentre Ginny aggiornò Lucy sull'impressione che aveva avuto di quel primo giorno di lezioni e dei corsi del secondo anno.
Al termine del pranzo, le due ragazze si alzarono in contemporanea dal tavolo, desiderose di spendere qualche minuto nel giardino del castello, prima di dover far ritorno nelle loro rispettive aule per le lezioni di quel pomeriggio.
"Domattina ci saranno i primi allenamenti di Quidditch" esordì Ginny, mentre guidava l'amica all'esterno delle mura del castello, "che ne dici se ci andassimo insieme? Mi farebbe davvero piacere averti lì"
Lucy ci pensò un attimo, poi annuì: "Penso che si possa fare... non dovrei avere lezioni"
"Magnifico!" esclamò la sua compagna di stanza, iniziando a saltellare allegra, "avrò proprio bisogno del tuo supporto. Devo riuscire a sbalordire Oliver Baston... rimarrà incredulo dalle mie prestazioni!"
Lucy scoppiò a ridere, seguita subito dopo dalla rossa. Probabilmente anche lei era consapevole di star sognando un po' troppo in grande.
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