Diverbi tra fratelli

"No we won't hesitate
To bring it like a hurricane"

"Il Dittamo è una potente erba dalle proprietà curative e rigeneratrici, che può essere consumata fresca per curare ferite superficiali. Il Muco di Vermicoli è una comune pozione addensante. L'Aconito è chiamato anche napello o luparia. Il Moly è una potente pianta magica che può essere ingerita per neutralizzare gli incantesimi e presenta un lungo stelo nero e fiori bianchi"
Lucy ripeteva le conoscenze apprese dal primo capitolo di "Mille erbe e funghi magici" senza degnare di un'occhiata il testo davanti a sé. Per giornate intere aveva ripassato senza sosta i paragrafi del libro di Erbologia ed era intenzionata a dare una buona impressione al ragazzo seduto di fronte a lei, che annuiva ad ogni sua singola affermazione.
Percy ascoltava attentamente le parole della ragazza e ne osservava i movimenti: i suoi occhi scuri vagavano in giro per la stanza, soffermandosi di tanto in tanto su un punto non preciso quando la giovane sembrava faticare a ricordare qualche dettaglio, continuava a giocherellare con le mani e a torturarsi i polpastrelli, che oramai erano diventati rossastri così come il labbro inferiore, che continuava a mordicchiare senza sosta.
Percy non aveva mai visto qualcuno così in difficoltà nel gestire l'ansia e lo stress, ma d'altro canto non poteva biasimarla: dati tutti gli avvenimenti di quelle ultime settimane, era normale che la ragazza si sentisse ancora abbastanza spaesata all'interno della scuola e faticasse ancora a prendere il giusto ritmo con i suoi studi. Tuttavia, da quanto aveva potuto constatare quel pomeriggio, Lucy stava davvero dando il meglio di sé, soprattutto in una materia come Erbologia che solitamente risultava noiosa a studenti spigliati e frenetici come lei. L'aveva immaginata chiudere il libro con un colpo secco e sbuffare esasperata – com'era solita fare durante le loro prime lezioni – invece alla sua richiesta di ripeterle tutti gli argomenti del primo capitolo, la ragazza aveva iniziato a recitare senza sosta tutto ciò che aveva appreso in quelle settimane, senza fermarsi nemmeno per accertarsi che tutto ciò che aveva detto fosse corretto.
L'aveva giudicata in maniera scorretta, questo Percy dovette ammetterlo. Aveva pensato ad una ragazzina capricciosa ed indisciplinata, invece si era trovato di fronte una persona matura e dinamica, che stravedeva per l'imparare ogni giorno qualcosa di nuovo. Certo non poteva dire di somigliarle caratterialmente, ma quel suo modo di fare grintoso lo attirava indubbiamente. Ora poteva vedere con sicurezza il grifondoro che c'era in lei.
"Cosa mi dici invece del Wiggentree?" intervenne il giovane Weasley non appena Lucy terminò il suo discorso.
"Il Wiggentree è un tipo di sorbo che protegge dall'attacco delle creature oscure chiunque tocchi il suo tronco" rispose prontamente la ragazza, tirando poi un sospiro di sollievo non appena si rese conto di aver terminato gli argomenti del primo capitolo.
Percy si lasciò scappare un'espressione meravigliata che non sfuggì però alla ragazza; il caposcuola spostò poi l'attenzione verso l'orologio da polso della giovane e le rivolse un sorriso indulgente.
"Puoi andare se vuoi" disse lui, cogliendo di sorpresa Lucy che si era già preparata psicologicamente alla solita ramanzina sulla sua scarsa preparazione.
"Davvero? Ma non abbiamo ancora ripetuto Storia della Magia e provato l'incantesimo per ammorbidire gli oggetti..."
"Non vorrai far tardi al tuo allenamento di Quidditch"
Lucy cercò dell'ironia nelle parole del caposcuola, ma non ve ne trovò; la sua espressione era serena e persino il suo modo di fare non sembrava essere stato minimamente colto dal minimo disappunto. Percy Weasley la stava veramente intimando a sacrificare un'ora di studio per non fare tardi ai suoi allenamenti con la squadra.
Vedendola ancora indugiare, Percy sospirò e si protese verso di lei: "So per certo che hai studiato e ti sei preparata a dovere. Ripeteremo questi argomenti domani, ora vai!"
Lucy si lasciò scappare allora un largo sorriso ed avvolse spontaneamente il ragazzo in un abbraccio frettoloso. Percy dal canto suo rimase immobile, come impietrito: non era abituato a manifestazioni d'affetto così istintive e inaspettate.
"Grazie, Percy!" esclamò lei qualche secondo più tardi, non appena si fu allontanata dal ragazzo ed ebbe recuperato i suoi manuali. In quattro e quattr'otto, si ritrovò all'ingresso della biblioteca con il respiro affannoso e un sorriso soddisfatto che l'accompagnò sino al dormitorio, dove avrebbe recuperato il manico di scopa e l'uniforme per poi dirigersi al campo da gioco.
Nel frattempo Percy Weasley sedeva ancora al tavolo della biblioteca, più disorientato che mai: quell'abbraccio lo aveva lasciato perplesso ed al tempo stesso estasiato. Percepiva ancora le mani sudaticce e i brividi percorrergli il busto nella sua integrità, mentre le braccia della ragazza s'intrecciavano intorno al suo collo fin dietro alla sua schiena.
Senza rendersene conto aveva sorriso a sua volta non appena la giovane si era affacciata all'ingresso della stanza e aveva sventolato una mano in segno di saluto. Poi, non appena l'aveva osservata sparire all'esterno della biblioteca, aveva avvertito una strana sensazione, quasi malinconica.
Percy si alzò sbuffando appena. Qualunque fosse l'effetto che gli stava facendo la giovane grifondoro, era determinato a venirne a capo e prendervi subito le distanze. D'altronde era un caposcuola, lui. Non aveva tempo per frivolezze simili.

Lucy correva a perdifiato nel giardino del castello in direzione del campo da Quidditch. In una mano reggeva il suo manico di scopa e nell'altra i parastinchi che avrebbe infilato non appena avesse messo piede negli spogliatoi.
Mancavano diversi minuti all'inizio dell'allenamento, dunque si decise a fare una sosta al capanno di Hagrid, che intravide nel suo orto intento a raccogliere qualche zucca. Non appena si fu avvicinata a sufficienza, Lucy urlò a gran voce il nome del guardacaccia, che si voltò verso di lei e l'accolse con un ampio sorriso.
"Lucy!"
"Ciao Hagrid! Sono di fretta, a breve inizia il primo allenamento" spiegò la ragazza, esibendo l'uniforme della squadra che aveva indossato in tutta fretta una volta fatto ritorno al dormitorio.
"Ma è fantastico! Sei emozionata?" le domandò il gigante, abbandonando l'ingente zucca che teneva tra le mani per avvicinarsi alla ragazza.
"Un po', ma per fortuna c'è Ginny con me. Lei dice che Baston è molto comprensivo nei confronti degli studenti più giovani"
"Non ne so molto al riguardo, ma sono sicuro che non avrai nulla di che preoccuparti. Andrà benissimo!"
"Ti ringrazio, Hagrid. Ora devo proprio scappare, oppure la McGranitt mi farà secca. Ci vediamo!"
I due si salutarono con un veloce abbraccio, poi Lucy riprese la sua corsa verso il campo. Ginny si trovava già lì e la stava aspettando di fronte all'ingresso.
"Sei in anticipo!", esclamò la rossa non appena vide arrivare l'amica, "dimmi che hai fatto qualche stregoneria a mio fratello"
"In realtà no", ammise Lucy con soddisfazione, mentre seguiva la ragazza all'interno dello spogliatoio, "è stato molto concessivo"
Ginny rivolse un'occhiata sbalordita all'amica, mentre le due si accingevano ad indossare i parastinchi e gli ultimi pezzi della loro uniforme.
"Dici sul serio?"
"Assolutamente. Ha detto persino che si era accorto di quanto avessi studiato"
"Assurdo! Chissà cosa gli sarà mai preso. Probabilmente sarà finalmente riuscito a rifilare un appuntamento alla Clearwater..."
Lucy si bloccò e rivolse all'amica uno sguardo confuso: "Credevo che lui e Penelope fossero solo amici"
"Così dicono, ma secondo me lui si è preso una bella cotta! Non fa altro che parlare di lei dalla mattina alla sera quando siamo a casa e ho saputo che si sono scambiati lettere per tutta l'estate"
"Chi te l'ha detto?"
"Fred e George ovviamente. Da quel che so, una volta hanno intercettato una lettera che quell'imbranato di Errol avrebbe dovuto consegnare a Percy e hanno detto che si trattava di una lettera d'amore! Ci abbiamo riso per una settimana, ma vedendo gli strani comportamenti di Percy in questo ultimo periodo, forse non è proprio infondata come teoria..."
Lucy rimase in silenzio, rimuginando sulle parole dell'amica. Prima che vi potesse ribattere, lo spogliatoio venne riempito dalle urla e gli schiamazzi di Angelina, che fece il suo ingresso in compagnia di George.
"Nel caso non ve ne foste accorti, questo è lo spogliatoio delle ragazze!" esclamò Ginny alla vista del fratello che avanzava all'interno della stanza avvinghiato alla ragazza di fronte a lui, un braccio a cingerle i fianchi e l'altro all'altezza dell'addome.
"Quanto sei noiosa, Weasley!" ribatté Angelina, avvicinandosi ancor di più al gemello che le lanciava occhiate maliziose.
"A quanto pare dovremo rimandare tutto a più tardi" sussurrò George nell'orecchio della ragazza, facendo accapponare la pelle alla sorella lì presente.
Lucy non badò molto alla messa in scena dei due, ma si affrettò invece a recuperare il proprio manico di scopa e dirigersi all'esterno, così da non dover assistere alle smancerie dei ragazzi. Ginny si affrettò a seguirla, non dopo aver lanciato qualche occhiata risentita in direzione del fratello, che in risposta le rivolse invece un sorriso scaltro.
"Quei due sono disgustosi!" sentenziò la rossa non appena le due si furono allontanate abbastanza dallo spogliatoio.
"Possibile che a George possa piacere una così?" domandò Lucy, mentre accennava un rapido saluto a Demelza che si trovava già al centro del campo in compagnia di Baston.
"Non mi sorprende in realtà, sono uno più perfido dell'altro!" ribatté Ginny, salutando a sua volta l'amica che nel frattempo si era avviata nella loro direzione.
"Ciao ragazze! Allora, siete pronte?"
La domanda di Demelza scatenò qualche espressione irrequieta da parte delle due amiche, che iniziarono a percepire un po' di tensione in vista dell'inizio imminente degli allenamenti. Tuttavia entrambe cercarono di mostrarsi più tranquille di quanto non fossero e impazienti di salire a cavallo delle loro rispettive scope.
"Prontissime"
"Non vediamo l'ora!"
Demelza sorrise compiaciuta ed esortò le due ad accompagnarla al centro del campo, dove il capitano attendeva intrepido l'arrivo del resto della squadra.
Mentre si affrettava alle spalle di Ginny e Demelza, Lucy udì un richiamo alle sue spalle e si voltò per incontrare il sorriso smagliante di Fred.
"Fred! Non ti avevo visto arrivare"
"Per caso hai visto la mia brutta copia?"
Lucy intese subito che il ragazzo dovesse essere alla ricerca del gemello e, senza troppi scrupoli, gli indicò con un cenno del capo gli spogliatoi dove aveva incontrato George poco prima.
"E' lì dentro con Angelina"
A quelle parole, l'espressione di Fred si fece di colpo più cupa ed il suo sorriso si spense nel giro di pochi attimi. Tuttavia, non appena incontrò lo sguardo inquisitorio della ragazza, il gemello fece finta di nulla.
"George mi ha detto che lo hai aiutato con il nome di uno dei nostri migliori prodotti"
"Gli ho solo dato qualche idea" spiegò Lucy, confusa da quell'improvviso cambio di conversazione.
"Hai molta inventiva a quanto pare. Non sarebbe male se ogni tanto ci dessi una mano con qualche nuova invenzione"
Lucy strabuzzò gli occhi e cercò di capire se il ragazzo si stesse prendendo gioco di lei o stesse dicendo sul serio.
"Davvero?"
"Certo, ci farebbe davvero comodo un cervello in più. Anche perché, a detta di nostra madre, noi ne condividiamo a malapena uno!"
La ragazza scoppiò a ridere, poi portò la sua attenzione sul giovane Weasley che era visibilmente scalpitante per una risposta affermativa da parte sua.
"Mi farebbe davvero piacere"
Fred lanciò un pugno a mezz'aria in segno di vittoria, facendo sorridere nuovamente la ragazza di fronte a lui. Prima che però il gemello potesse aggiungere altro, George comparve alle sue spalle con Angelina sottobraccio e Fred si irrigidì immediatamente alla vista dei due.
"Che si dice ragazzi?" esclamò George, spostando lo sguardo tra il fratello e la giovane grifondoro.
Prima che qualcuno di loro intervenisse, Baston li richiamò a gran voce, così da far riunire l'intera squadra prima dell'inizio degli allenamenti.
Quando furono tutti disposti a cerchio attorno al capitano, Oliver si apprestò a rispiegare qualche tecnica ai nuovi arrivati e a ribadire alcune parti del regolamento che a quanto pare non sembravano troppo chiare ai due battitori. In tutta risposta, Fred e George si scambiarono un'occhiata fugace, che Lucy colse al volo; quei due non avrebbero mai seguito una singola regola in vita loro.
Qualche minuto più tardi, ci fu il fischio di inizio e tutti loro si alzarono in volo a cavallo delle loro scope. Baston si sistemò di fronte agli anelli nell'area di punteggio, mentre tutti gli altri giocatori prendevano le loro posizioni nel centrocampo, dove Demelza si accingeva a liberare i due Bolidi, il Boccino ed infine a lanciare la Pluffa.
In pochi secondi, il gioco era iniziato; come stabilito in precedenza, Lucy e Ginny avrebbero giocato contro Angelina e Demelza nel tentativo di segnare qualche punto negli anelli difesi dal capitano.
Non appena la Pluffa entrò in gioco, Lucy si avventò su di essa, sfiorando di poco il corpo di Angelina, che si era tuffata a sua volta in direzione della palla. Quando le due si allontanarono nuovamente, Angelina stringeva con forza la Pluffa tra le mani e si dirigeva senza esitazioni in direzione dell'area di punteggio difesa da Baston.
"Weasley, datti una mossa!" sbraitò la cacciatrice non appena notò Ginny ferma a qualche metro di distanza. La rossa si affrettò subito in direzione della compagna di squadra, ma prima che le due potessero effettuare il passaggio, Demelza piombò tra di loro e prese il possesso della palla, che si affrettò subito a consegnare nelle mani di Lucy che attendeva poco distante.
La ragazza volò a sua volta in direzione degli anelli, continuando a controllare lo spazio intorno a lei per verificare dove si trovassero le avversarie. Quando giunse in prossimità dell'aera di punteggio, scagliò la palla con quanta più forza aveva in corpo, ma questa venne tuttavia bloccata da un rapido colpo del portiere.
"Niente male Potter, ma cerca di tirare più dritto" esclamò il capitano, mentre Lucy gli rivolgeva uno sguardo frustrato.
Nel frattempo, sia Demelza che Angelina si avviarono a recuperare la palla e la seconda ragazza riuscì infine ad avere la meglio e afferrò la Pluffa pochi istanti prima che questa colpisse terra. Una volta risalite all'altezza di gioco, Angelina si avviò a sua volta verso gli anelli e riuscì a segnare i primi punti.
"Molto bene Angelina" si complimentò Baston, mentre la ragazza già sorrideva vittoriosa in direzione delle altre cacciatrici.
"Non la sopporto" sussurrò Ginny una volta che lei e Lucy si furono avvicinate.
"Dovremo farci l'abitudine, è una nostra compagna di squadra"
"Lo so, ma il fatto che vada pure a letto con mio fratello rende il tutto più difficile!"
Lucy ridacchiò, poi fece cenno all'amica di tornare nella sua posizione.
Nel frattempo i due gemelli sorvegliavano l'intera partita dall'imminente arrivo dei due Bolidi, che sorvolavano l'intero campo avvicinandosi di tanto in tanto ai vari giocatori, per essere poi rispediti in lontananza dai colpi di mazza dei Battitori.
Lucy osservava i movimenti simultanei dei due ragazzi, percependo infine il motivo per cui Baston doveva aver deciso di far giocare entrambi i fratelli; erano praticamente sincronizzati e sembravano comprendere all'istante l'uno la strategia dell'altro. Niente sarebbe mai andato storto se ciascuno di loro fosse rimasto concentrato e vi fosse stata la medesima intesa tra i due gemelli.
Tuttavia, verso la fine dell'allenamento qualcosa iniziò ad andare diversamente. Nel momento in cui Ginny si apprestava a scagliare la Pluffa dentro uno degli anelli e segnare il punto vincente, un Bolide la colpì in pieno petto, facendole perdere per un attimo l'equilibrio. Per cercare di ristabilizzarsi, la ragazza mollò la presa dalla Pluffa e afferrò con entrambe le mani il manico della propria scopa, mentre Lucy correva a recuperare la palla per segnare il punto finale.
"Si! Grande Lucy!" esclamò in quel momento Demelza, battendo le mani in segno di vittoria.
Dall'altra parte del campo, Angelina lanciò invece un urlo di frustrazione: "Weasley! Possibile che tu riesca sempre ad essere così incapace?"
Ginny non badò alle parole della ragazza, ma si voltò verso i due gemelli – ovvero gli autori di quell'incidente inaspettato – aspettandosi di vederli sorridere nella sua direzione, proprio come quando ne combinavano una delle loro. Nessuno si era accorto fino a quel momento che i due ragazzi avevano mollato a terra le loro mazze e stavano facendo a botte a cavallo dei loro manici di scopa.
"Fred, George!" esclamò la rossa, volando in direzione dei due fratelli. Anche il resto dei presenti fece lo stesso, mentre si potevano già udire in sottofondo i rimproveri di Baston.
"Weasley! Che diavolo state combinando?"
Quando infine riuscirono a separare i due ragazzi, George aveva un occhio nero e Fred un labbro spezzato.
Tutti osservarono i gemelli con stupore e l'unico in grado di aprir bocca fu Baston, che spedì i due ragazzi in infermeria garantendo loro che avrebbe informato la direttrice della casata su quanto appena accaduto sul campo da gioco.
"Potter", chiamò il capitano una volta che ebbe concluso la ramanzina, "accompagnali in infermeria e dì a Madama Pomfrey che li voglio fuori di lì il prima possibile. Voglio delle spiegazioni"
Lucy annuì decisa, poi seguì i fratelli che nel frattempo si erano già avviati verso l'uscita, mantenendo una distanza di qualche metro tra loro e non rivolgendosi minimamente la parola.
"George, ti accompagno!" esclamò Angelina, che però non fece in tempo a muoversi di un millimetro che venne richiamata dal capitano.
"Johnson, tu resti qui. Faremo una revisione dell'allenamento con Robins e Weasley"
Angelina sbuffò contrariata, poi seguì le indicazioni di Baston e si avviò con il resto dei presenti verso il centrocampo.

Non appena mise piede a terra, Lucy dovette correre un po' per raggiungere i due fratelli, che stavano già risalendo la collina in direzione del castello.
Indecisa se parlare o meno, rivolse uno sguardo alle espressioni corrucciate dei due, per poi decidere che sarebbe stato più saggio optare per il silenzio. Così i tre continuarono il loro tragitto fino all'infermeria senza proferire parola, finché Madama Pomfrey non li accolse con delle parole di riguardo.
"Ma insomma, siete sempre voi tre!"
"Lei non c'entra nulla" si affrettò a spiegare George, indicando la ragazza al suo fianco, "ci accompagna e basta"
Lucy rivolse un'espressione sorpresa al ragazzo, ma non ebbe tempo per fare domande perché i gemelli vennero subito sistemati su due letti separati e lei dovette rendersi utile per spiegare a Madama Pomfrey l'accaduto.
Una volta che ebbe terminato di ascoltare, la donna rivolse ai due ragazzi un'espressione esasperata: "Siete proprio due teste calde! Vi meritereste di finire in punizione!"
"Non sarebbe la prima della nostra vita" sussurrò Fred, facendo sorridere Lucy che nel frattempo si era seduta al suo capezzale.
"Hai intenzione di spiegarmi cos'è successo?" domandò la ragazza poco dopo, mentre George era distratto dall'anziana strega che cercava in tutti i modi di convincerlo ad essere un po' più collaborativo.
"Abbiamo solo litigato" la liquidò Fred, senza fornire ulteriori spiegazioni.
"Questo penso l'avessero capito tutti"
Fred non ribatté ulteriormente, ma voltò lo sguardo altrove, facendo intendere alla ragazza che quello non era il momento né il luogo adatto per quella conversazione.
Lucy dunque si arrese dinanzi la cocciutaggine del gemello e restò a far compagnia ai due finché non giunse all'interno della sala la professoressa McGranitt, seguita da Baston che indossava ancora l'uniforme della squadra e portava con sé il suo manico di scopa.
"È incredibile che, qualsiasi cosa succeda, ci siate sempre di mezzo voi Weasley!" esclamò la strega non appena ebbe posato lo sguardo sui due ragazzi, che sedevano su due letti separati l'uno di fronte all'altro.
"Questa non mi è nuova" sussurrò George, facendo sogghignare ancora una volta Lucy, ma non la direttrice della casata che invece si fece ancora più furibonda.
"Potter, torna nel tuo dormitorio!"
Lucy fece quanto detto e rivolse un cenno di saluto ai due gemelli, che ricambiarono subito con un'espressione riconoscente. Non appena li avrebbe incrociati per i corridoi del castello, avrebbe cercato in tutti i modi di farsi spiegare cosa fosse accaduto quel pomeriggio sul campo da Quidditch.

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top