5. Temporary safeness
(Draco's point of view)
La strinsi a me per qualche secondo prima di adagiarla lentamente su quegli stracci.
Avevo il cuore che batteva all'impazzata, e non solo per la paura di sbagliare qualcosa, ma soprattutto per il modo in cui si era fidata di me, quasi senza pensarci...
Mi accarezzai la guancia offesa e sorrisi.
La mia tigrotta era più in forma che mai, ma era meglio che la portassi via da quella cella.
Le rubai un capello e uscii, lanciando uno sguardo a sinistra e poi a destra, vedendo con soddisfazione Blaise che usciva dalla cella della Lovegood.
Sentii dei rumori di passi e feci segno al mio amico di procedere.
L'istante dopo avevamo entrambi ingerito la Pozione Polisucco.
Mi fecero male le ossa, ma resistetti alla sgradevole sensazione e, quando il dolore finì, mi ritrovai davanti il Mangiamorte a cui avevo rubato l'aspetto.
Tutto stava procedendo come previsto e sorrisi al sussulto dell'uomo che avevo di fronte, mentre allungavo la bacchetta e lo pietrificavo.
Non controllai Blaise, certo che anche lui stesse facendo lo stesso e tirai fuori dalla tasca altra Pozione Polisucco mettendoci il capello della Granger e, strappando la maschera al Mangiamorte, gli feci ingoiare l'intruglio maleodorante.
Ritrovarmi davanti la Mezzosangue pietrificata pochi secondi dopo mi fece uno strano effetto, non del tutto piacevole, ma scacciai ogni pensiero, spostando il Mangiamorte all'interno della cella, facendolo cadere a terra.
Gli feci ingurgitare un po' di Distillato della Morte Vivente e aspettai qualche secondo che la pozione facesse effetto.
Ritrovarsi nella stessa stanza con due Granger svenute e impossibilitate dallo schiaffeggiarmi mi fece sorridere, ma presto tornai serio, mentre mi occupavo di spogliare entrambe, scambiando i vestiti.
Sì, quella era davvero una situazione strana, che peggiorò ulteriormente quando il mio amico dei piani bassi sembrò svegliarsi di colpo, facendomi sembrare i pantaloni neri ancora più stretti di quanto già non fossero.
Mentre scambiavo i pantaloni mi resi conto che nella tasca di quelli della Granger c'era un galeone, pensai di lasciarli lì, ma poi mi resi conto che se Hermione aveva conservato quell'oggetto era perché doveva avere qualche valore. Così lo nascosi nella tasca dei miei pantaloni, pronto a restituirglielo quando si sarebbe poi svegliata.
Cercai di concentrarmi e di non pensare al corpo seminudo non di una, ma ben due Granger e alla fine riuscii a sollevare tra le braccia la vera Hermione vestita come un Mangiamorte.
Con la mia nuova costituzione robusta il corpo della Mezzosangue mi sembrava ancora più leggero, ma non mi persi in pensieri inutili ed uscii dalla cella, dove Blaise, o almeno intuii fosse lui, teneva in braccio la Lovegood.
«Dov'è?», chiese lui, sembrando parecchio spazientito, ma io gli feci gesto di tacere, mentre pronunciavo una semplice parola: «Breedy».
L'Elfo Domestico comparve all'istante e fece un profondo inchino.
«Tu sai cosa devi fare», appoggiai a terra la Granger e vidi Blaise, anche se avrei dovuto dire Mulciber, fare lo stesso con la ragazza bionda tra le sue braccia.
L'istante dopo la Lovegood e la Mezzosangue erano scomparse con Breedy.
Senza esitazioni infilai la maschera da Mangiamorte e, con Blaise alle calcagna, mi diressi con passo sostenuto verso lo "studio" della mia "cara zietta".
Davanti alla porta cercai di trattenere i tremori alle mani, anche se era più forte di me, continuavo ad essere terrorizzato da quello che stavo facendo, ma dovevo farcela a tutti i costi.
Non per me, ma per Hermione.
Bussai alla porta e la voce squillante e scocciata di Bellatrix Lestrange m'invitò ad entrare.
«Rowle, Mulciber, cosa ci fate qui?», chiese stupita e contrariata.
Ingoiai, sentendo il groppo in gola aumentare, come anche il sudore.
«Le prigioniere sono morte», dissi, cercando di mostrarmi abbastanza sconvolto, timoroso e sottomesso.
Tutti sapevano che mia zia aveva la fama di Cruciare per qualsiasi cosa e speravo che non decidesse di prendersela anche con noi.
«Quali prigioniere?», chiese, affilando lo sguardo.
«La Lovegood e la Granger», rispose Blaise, dandomi man forte.
«Che cosa?!», esclamò mia zia, avvicinandosi a noi, prima di scansarci e di uscire in corridoio come una furia.
Il Distillato della Morte Vivente avrebbe dovuto impedirle di capire che i due Mangiamorte fossero ancora vivi, ma sentii comunque un brivido ghiacciato corrermi lungo la schiena, mentre le andavo dietro, sostenendo senza difficoltà il suo passo, anche se Rowle aveva qualche centimetro in meno di me in altezza e quindi le gambe più corte.
Mi tenni ad una certa distanza con Blaise, mentre Bellatrix entrava nelle celle delle due ragazze ed esaminava i corpi.
Quando uscì era livida da quanto era furiosa: «Non ero ancora riuscita a scoprire niente da loro, com'è potuto accadere?!»
«Forse il veleno nel cibo le ha indebolite troppo», azzardò Blaise, recitando perfettamente la sua parte.
Vidi l'espressione di mia zia diventare meditabonda, prima che un sorrisetto sadico comparisse sulle sue labbra: «Va beh, non importa, erano solo feccia e poi erano troppo testarde, sarebbero comunque morte presto...»
Rise, mettendo in mostra la perfetta dentatura bianca, mentre gli occhi sembravano luccicare: «Quelle stupide ragazzine, mi dispiace solo di non averle uccise io!»
Quando ritrovò il controllo fece un veloce gesto con le mani: «Liberatevi di loro».
Annuimmo e prendemmo ognuno un corpo, allontanandoci il più velocemente possibile: non volevamo rischiare che cambiasse nuovamente umore.
Uscimmo da un'uscita secondaria del castello, non incontrando nessun'altro sul cammino e ci spingemmo fino alla Foresta Proibita.
Con le bacchette legammo entrambi i Mangiamorte ad un albero in una piccola radura.
Non ci eravamo inoltrati troppo tra gli alberi, anche perché se l'avessimo fatto avremmo rischiato di perderci, ma eravamo abbastanza lontani dai sentieri battuti, in modo che nessuno avrebbe potuto trovarli.
«Li uccidiamo?»
Fu la voce di Blaise a spezzare il silenzio, ma se non l'avesse fatto probabilmente mi sarei trovato io stesso a porgli quella domanda.
«Non voglio ucciderli, non ci riuscirei. Lasciamo che se ne occupino le creature della foresta».
Il mio amico annuì e, dopo aver controllato che le corde li tenessero ben ancorati all'albero uscimmo dalla Foresta Proibita.
***
Il mio sogno proibito si trovava sul mio letto, sdraiata a pancia in su, con le labbra socchiuse e i capelli sparsi intorno al volto.
Sfilai la maschera da Mangiamorte e mi avvicinai a lei.
Ormai gli effetti della Polisucco erano scomparsi ed ero riuscito ad entrare in camera mia senza problemi.
Non ero riuscito a portarla via da Hogwarts, ma almeno non era più in quella cella maleodorante e quello era già un passo avanti.
Pansy avrebbe tenuto nella sua stanza la Lovegood, anche perché ero certo che a Blaise non sarebbe piaciuta l'idea di avere la bionda in camera, anche se avrebbe dovuto occuparsene lui per un paio di giorni, dato che Pansy era partita senza preavviso per una missione fuori dalle mura di Hogwarts.
Quella mattina infatti ero stato costretto a chiedere a Goyle di sostituirmi, non potendo contare sulla mia ex fidanzata.
Mi sedetti sul letto accanto alla Granger e mi si strinse il cuore nel vederla così indifesa.
Le accarezzai il viso e sorrisi.
Mi sentivo un'imbecille mentre continuavo a guardarla dormire nel mio letto, così decisi di fare qualcosa di utile e mi diressi in bagno.
Presi alcuni flaconcini con all'interno shampoo e bagno doccia, allineandoli sul bordo della vasca da bagno, mentre aprivo l'acqua e controllavo che fosse abbastanza calda, ma non troppo.
Meno di dieci minuti dopo ero tornato in camera e mi aspettava la parte più difficile.
Spogliare una persona quando è addormentata non è affatto facile, soprattutto se tale persona è maledettamente attraente e ci si ritrova ad accarezzarle la pelle come un maniaco pervertito ogni due secondi.
Sospirai, mentre le sfilavo i pantaloni maschili e mi perdevo nella morbidezza delle sue cosce.
Avrei voluto fosse sveglia, per poter sentire i suoi gemiti ad ogni mio sfioramento.
Notando la sua pelle d'oca, decisi di non perdermi troppo a fantasticare, anche perché non volevo che l'acqua nella vasca si raffreddasse.
Ma mi dovetti nuovamente fermare, quando vidi scritto sul suo braccio sinistro: "Mezzosangue".
Rimasi a lungo a fissare quella cicatrice, che ormai tendeva ad un rosso sbiadito, ma ero certo fosse stato color vinaccia all'inizio.
Sfiorai la pelle sfregiata, sentendola ruvida sotto i polpastrelli e non più morbida come un tempo.
Una rabbia lacerante mi fece stringere forte le mani a pugno, certo che l'artefice ti quella scritta fosse mia zia.
Baciai la cicatrice, sfiorandone i contorni per qualche secondo ancora, prima di concentrarmi nuovamente sul mio lavoro e di tornare a spogliarla.
Fu emozionante ed eccitante toglierle il reggiseno e il resto della biancheria intima, anche se mi vergognavo di pensare a quanto fosse bella e desiderabile in un momento del genere.
Sapevo che mi avrebbe impedito di vedere il suo corpo per molto tempo, almeno fino a quando non mi avrebbe perdonato e fosse tornata a fidarsi completamente di me, quindi magari era per questo che mi godevo il più possibile la sensazione della sua pelle a contatto con la mia.
La sollevai tra le braccia, e la lasciai andare solo quando la depositai con delicatezza all'interno della vasca da bagno.
Presi in considerazione l'idea di spogliarmi e di entrare nella vasca con lei, ma la scacciai subito.
Volevo prendermi cura di lei e possibilmente sembrare meno maniaco sessuale possibile, quindi rimasi vestito.
La insaponai e sciacquai facendo attenzione a non farla annegare.
Fu stupendo massaggiarle la testa, sentendo i suoi capelli sporchi e crespi diventare molto più morbidi e lucenti.
Farle quel bagno non fu certo una passeggiata, se fosse stata sveglia sarebbe stato molto più semplice lavarla, eppure, non riuscivo a togliermi dalla faccia il mio solito sorrisino beato che solo lei riusciva a farmi avere.
Stavo diventando sempre più patetico, non solo non riuscivo a pensare ad altro che a lei, a desiderare altre che lei, ma addirittura ero follemente innamorato.
Ero diventato quello che non avrei mai voluto essere: romantico e devoto.
Mi facevo paura da solo...
Quando finii di lavarla decisi di usufruire dei poteri magici perché da solo non ce l'avrei mai fatta senza combinare qualche disastro, quindi usai l'incantesimo di levitazione per sollevarla, mentre l'avvolgevo in un enorme asciugamano verde.
Passai quasi tutto il pomeriggio ad asciugare i suoi capelli ed a pettinarli, ma non mi scoraggiai mai.
Era rilassante prendersi cura di lei, tenerla stretta tra le braccia mentre le spazzolavo i capelli, cercando di districare tutti i nodi, che erano fin troppi.
Secondo la descrizione della pozione sarebbe stata addormentata all'incirca diciotto ore, prima che l'effetto del Distillato della Morte Vivente svanisse, ma dato che vi avevo mischiato insieme una pozione che serviva per rigenerare tessuti e qualsiasi proteina utile al corpo non ero sicuro di quanto avrebbe dormito.
Mi faceva impressione non sentire quasi il suo battito ed il suo respiro, che erano talmente sottili, da sembrare inesistenti. Per non parlare del suo inusuale pallore...
Non avevo vestiti femminili nella mia camera e presi in considerazione l'idea di lasciarla sola qualche minuto per rubare qualcosa all'armadio di Daphne, ma scacciai quel pensiero e decisi di imprestarle qualcosa di mio.
Trasfigurai un paio dei miei boxer in semplici mutande femminili, molto simili a quelle che aveva indossato la prima ed unica volta che avevamo fatto l'amore.
Il ricordo di quella notte mi fece gemere piano, mentre le facevo indossare una mia maglia e la stringevo a me.
Avevo commesso una marea di errori, ma avrei fatto ammenda di tutto e non l'avrei più lasciata andare.
Controllai l'orologio e strinsi forte le mani intorno a lei, mentre l'adagiavo sotto le coperte del mio letto.
Anche se mi sarebbe piaciuto molto restare tutto il pomeriggio accanto a lei, stringendola a me, avevo dei compiti da svolgere che Goyle non sarebbe stato in grado nemmeno di capire.
Gli ero grato per avermi sostituito nella ronda dalle undici alle tredici, ma non avrebbe potuto andare al mio posto a parlare con Piton.
Mi cambiai di vestiti, dato che quelli che avevo in precedenza erano fradici e lanciai un'ultima occhiata alla Granger, addormentata nel mio letto, prima di chiudere a chiave la porta.
Per i sotterranei non c'era molto gente, ma incontrai Goyle che, con un piatto colmo di pasticcini si stava abbuffando con Tiger. Lo ringraziai per avermi sostituito, dicendogli che ero stato male e lui annuì, come un bravo soldatino.
Ero piuttosto orgoglioso di avere un tale potere su quei due, soprattutto quando la loro fedeltà, che non si poteva certo definire amicizia, mi era utile.
Passai oltre e raggiunsi l'aula di Pozioni, dove Piton stava aspettando, dietro alla cattedra.
«Draco, la puntualità non è mai stata il tuo forte», mi riprese bonariamente, mentre apriva davanti a sé un libro, senza alzare lo sguardo.
«Ho avuto un contrattempo», dissi, e in effetti era quasi del tutto vero: «Di cosa mi volevate parlare?»
Piton sospirò, alzando finalmente lo sguardo su di me: «Sei sicuro che è ciò che vuoi?»
Aggrottai le sopracciglia, avvicinandomi di ancora qualche passo: «Non so di cosa stia parlando», ammisi, cercando di nascondere le mani che mi tremavano appena.
«Sei un ottimo pozionista e so che vuoi intraprendere la carriera di medimago, ma sei sicuro di volerlo fare per aiutare il Signore Oscuro?»
«O forse qualche altra opzione?»
«Ci sono sempre più opzioni, Draco».
Abbassai lo sguardo, sapendo perfettamente che aveva ragione.
«Allora mi aiuti a trovarle», anche se il mio tono era freddo, ero certo che avesse notato la nota di supplica che c'era sotto.
Annuì, congiungendo le mani sulla cattedra: «Questo non è un luogo sicuro per parlarne, ma sono certo che, mentre io cercherò un luogo dove nessuno possa sentire la nostra conversazione, tu rifletterai su quel poco che ti ho detto. Ora va».
Annuii, felice che quell'incontro fosse stato breve: «Certo, professore».
«Ah, Draco», mi richiamò, facendomi fermare quando ormai ero alla porta: «Hai visto per caso Mulciber? Tuo padre lo stava cercando».
Un brivido freddo mi attraversò la schiena, ma riuscii a fingermi indifferente quando dissi che non l'avevo visto quel giorno.
Una volta uscito dall'aula di Pozioni tirai un silenzioso sospiro di sollievo e camminai a passo spedito verso la Biblioteca.
Avevo bisogno di un volume della Sezione Proibita per fare in modo che tutti pensassero che Mulciber e Rowle fossero morti durante una missione o qualcosa del genere.
Annuii tra me e me, mentre mi chiedevo come avevo fatto a non pensarci prima.
Salutai con un cenno il Mangiamorte che aveva preso il posto di Madama Pince e mi dispiacque non vedere la solito bibliotecaria zitella e puntigliosa che ti riprendeva ad ogni respiro troppo rumoroso.
La mia ricerca non diede molti risultati, ma trovai comunque due volumi vecchi ed ammuffiti che avrebbero potuto aiutarmi a trovare una soluzione al problema.
Nel tragitto verso la mia camera incontrai Daphne e la salutai con un cenno.
La ragazza mi affiancò all'istante, anche se stava andando dalla parte opposta del castello rispetto a me.
«Missione compiuta?», mi chiese.
Sentii chiaramente una nota di disgusto nella sua voce, ma finsi di non accorgermene.
«Certo. È filato tutto liscio».
«Un giorno mi dirai cosa ci trovi in quella Mezzosangue, Draco».
Io sorrisi: «Forse».
La sentii ridere, mentre se ne andava per la sua strada, lasciandomi solo.
Daphne era l'unica ragazza di cui mi fidavo senza esserci mai stato a letto insieme.
Avevo sempre pensato che l'amicizia tra uomo e donna non potesse davvero esistere, ma lei ed io eravamo la prova del contrario.
Lei e Blaise erano stati gli unici a conoscere in anticipo la mia stupida ossessione per la Granger e, se Blaise l'aveva presa sul ridere, Daphne invece era quella che mi aveva guardato con lo sguardo pieno di stupore misto a ribrezzo mentre mi chiedeva se fossi impazzito.
Ma in fondo entrambi mi avevano appoggiato nella mia pazzia ed ero loro grato per questo.
Tornato in camera dalla Granger, la trovai ancora addormentata ed al sicuro.
Mi resi conto di aver avuto un peso al cuore fino a quel momento, ma ora che potevo constatare che stesse bene ero più tranquillo.
Passai il resto del pomeriggio e parte della sera a studiare i due volumi di pozioni ed incantesimi.
Mi resi conto di aver saltato la cena quando sentii chiaramente il mio stomaco brontolare, così, dopo aver chiamato Breedy gli chiesi di portarmi qualcosa da mangiare.
Oltre al cibo l'Elfo mi porto un unguento che aveva "accidentalmente" preso in Infermeria e che aiutava a cicatrizzare le ferite.
Lo ringraziai e, dopo aver messo qualcosa sotto i denti mi occupai delle ferite della Granger, facendo attenzione a non dimenticarne nemmeno una.
Verso le undici di sera era stanco morto, tanto che faticavo a tenere gli occhi aperti così indossai il pigiama e mi misi sotto le coperte.
Approfittai della situazione per stringere tra le braccia Hermione, che cominciava a poco a poco ad avere la pelle un po' più rosea, anche se ci sarebbero volute ancora delle ore prima che si svegliasse.
«Buona notte», dissi, anche se sapevo che non mi avrebbe potuto né sentire, né rispondere.
Affondai il viso tra i suoi capelli e mi sentii subito in paradiso.
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Buon pomeriggio :)
Come vi è sembrato questo capitolo? Il piano di Draco sembra aver funzionato... So che vi aspettavate lui ed Hermione per i boschi, lontani da Hogwarts, ma sarebbe stato troppo complicato, quindi sono ancora al castello xD
Il prossimo capitolo avrà un pov a sorpresa e non vi dico altro (sono crudele, lo so) xD
Grazie per il vostro continuo sostegno! :D
Un bacione ❤️
LazySoul_EFP
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