24. Just a chat


Narcissa Malfoy era in fondo la madre di Draco e meritava un certo rispetto, così prima di uscire dal bagno mi preoccupai di sistemarmi – probabilmente malamente dato che non avevo a mia disposizione una bacchetta – vestiti e capelli, che come al solito erano un groviglio privo di senso.

Mi rassegnai quasi subito, certa che non sarebbe cambiato molto; sia che fossi uscita elegante ed ordinata sia che fossi uscita con i capelli spettinati e semplici vestiti, lei avrebbe comunque fatto una smorfia altezzosa, trattandomi come la povera Sanguesporco che ero.

Presi un profondo respiro e abbassai la maniglia, uscendo dal bagno con l'espressione più fiera e indifferente che riuscii a trovare. Sapevo che con le serpi non ci si doveva mai mostrare deboli, con Draco avevo commesso un terribile errore ed ora ne pagavo le conseguenze...

Mi chiesi da quanto fossi diventata così melodrammatica, anche perché l'unico effetto collaterale era l'essere irrimediabilmente e totalmente innamorata di lui; intanto cercavo di non mostrare l'ansia che la presenza della signora Malfoy mi provocava e con passi misurati mi avvicinavo al letto, fino ad esserle di fronte.

«Buongiorno, signora Malfoy», dissi, cercando di superare l'imbarazzo e mostrare un minimo di gentilezza: «Vuole bere qualcosa? Del tè?», chiesi, mostrandomi quantomeno ospitale.

Gli occhi blu scuro della donna sembravano ridere, anche se la sua espressione non era minimamente cambiata, mentre mi fissava con uno sguardo di malcelato disprezzo.

«Un tè sarebbe gradito, grazie», disse con la voce calma ed educata.

Beh, almeno non stavamo litigando come due liceali, ma stavamo cercando si essere civili l'una con l'altra.

«Breedy», chiamai, senza distogliere lo sguardo dalla donna che mi era di fronte.

Era inquietante la somiglianza con Draco.

«La signorina Granger ha chiamato?», chiese l'elfo domestico, prima di notare la presenza della madre di Draco: «Oh, Padrona», disse, facendo un veloce inchino.

«Ci prepareresti del tè, per favore? Solo se non hai altri impegni incombenti...», gli dissi, sorridendogli appena.

«Breedy torna subito, signorina».

Dopo un veloce inchino ad entrambe l'elfo scomparve con un lieve "pop".

La signora Malfoy non disse niente, ma mi guardava attentamente, studiando ogni mio movimento e comportamento. Era come essere sotto osservazione o, meglio ancora, essere sotto interrogatorio in un'indagine di polizia.

«Ovviamente, signorina Granger non volevo spaventarla con la mia improvvisa e non preannunciata visita. In effetti speravo di trovarla sola, perché vorrei chiarire la mia posizione in questa faccenda... ah, e ovviamente anche quella di mio marito», disse, mentre accavallava la caviglia sinistra su quella destra e assumeva una posizione molto simile a quella che avevo visto in un film babbano, dove una ragazzina si ritrovava ad avere lezioni di bonton dalla nonna, che era la regina di un piccolo stato che si chiamava... com'è che si chiamava già? 1)

«Io e mio marito vorremmo essere utili alla causa, così che una volta che tutto questo sarà finito, sarà facile per noi andarcene per la nostra strada senza rispondere di delitti che non abbiamo commesso per nostro volere», continuò la strega, permettendomi di recuperare il filo del discorso.

Annuii alla sue parole, studiando le labbra arricciate in un'espressione di fastidio e gli occhi blu che studiavano il mio aspetto con la solita ilarità. Sembrava che stesse sottolineando la sua superiorità con quei suoi occhi da purosangue.

Era ufficiale, quella donna era irritante, ma non mi sarei mai e poi mai lasciata mettere i piedi in testa da lei, così sollevai ulteriormente il capo, approfittando del fatto che lei fosse seduta, per guardarla dall'alto e farla sentire piccola quanto una formica.

«Capisco le sue motivazione, signora Malfoy. È per questo che ha detto a suo figlio che intende collaborare nella ricerca degli Horcrux?», domandai, incrociando le braccia al petto, mentre raddrizzavo ulteriormente la schiena.

Un "pop" improvviso mi fece sussultare, mentre vedevo che Breedy aveva preparato un vero e proprio banchetto, non solo un po' di tè.

«Sul tavolino, Breedy», disse, la signora Malfoy, mentre si alzava e mi sorpassava per andare a sedersi dove di solito io e Malfoy mangiavamo insieme.

Il suo comportamento da «Regina-suprema-di-ogni-cosa» mi faceva davvero andare fuori di testa, ma resistetti, anche perché senza bacchetta ero piuttosto innocua e mi voltai a mia volta verso il tavolino.

Seguii le mosse della donna e mi impegnai a sedermi con altrettanta grazia sulla sedia di fronte alla sua.

Aggiunsi un po' di latte alla mia tazza di tè, mentre cercavo di resistere ad afferrare i biscotti al limone che tanto amavo. Non potevo mica mostrare alla donna quanto fossi golosa!

Il modo in cui Narcissa Black in Malfoy beveva in tè era semplicemente perfetto. Aggiunse alla sua tazza mezzo cucchiaino di zucchero e, mentre ne girava il contenuto non si sentì il minimo suono molesto. Non aveva i gomiti appoggiati al tavolo, proprio come insegnava l'educazione, e le dita, pallide come il resto del suo incarnato, erano delicatamente appoggiate ai bordi della tazzina, mentre mi fissava col solito sorriso negli occhi.

«Come pensa di distruggere gli Horcrux?», chiese, mentre avvicinava la tazzina alle labbra e ne beveva un sorso senza fare il minimo rumore.

Dopo aver passato anni circondata da Harry e Ron e il resto della famiglia Weasley si tende a dimenticare che solitamente durante i pasti non si devono sentire grugniti, versi animaleschi di vario genere, urla, litigi, rutti e quant'altro...

«Servirebbe la Spada di Grifondoro, ma penso di essere in grado di reperire all'interno del castello un'arma altrettanto potente ed efficace», risposi, mentre allungavo una mano ed afferravo uno dei biscotti al limone.

Accidenti. La golosità era stata più forte della mia forza di volontà.

«E sarebbe?», chiese, con uno sguardo attento e guardingo, mentre ovviamente con gli occhi mi riprendeva per il modo meno che perfetto con cui stavo rigirando il mio tè.

Quella donna mi scatenava un istinto omicida che non pensavo di possedere.

«Per il momento non penso di voler condividere tale informazione», risposi, sorridendole nel modo più odioso che conoscessi.

Il sorriso negli occhi scomparve, sostituito da uno sguardo pieno di disprezzo e fastidio: «Non vedo perché non dovrebbe dirmelo, le devo forse ricordare che se non fosse per Draco lei ora non sarebbe qui?»

Strinsi forte tra le mani la tazzina e, dopo aver bevuto un lungo sorso di tè per cercare di tranquillizzarmi, la fulminai con un'occhiata: «Infatti, è stato Draco a salvarmi, non lei», dissi con tono pungente, afferrando un altro biscotto al limone.

La signora Malfoy non disse altro, sembrava che nel suo sguardo fosse tornato il sorriso e mi chiesi il perché; in fondo non le avevo detto ciò che lei voleva sapere, che motivo c'era di sorridere?

La donna finì il suo tè con una calma esasperante, mentre mi lanciava continuamente sguardi curiosi, irrisori o disgustati. Io intanto affogavo il mio disagio nella tazza del tè, facendo di tutto pur di non finirla a mia volta. Volevo che continuasse ad esserci silenzio; così io non avrei avuto modo di dire qualcosa che non avrei dovuto o voluto e lei non avrebbe avuto modo di insultarmi ulteriormente con le sue occhiate o di dirmi qualcosa di spiacevole.

La madre di Malfoy si alzò e mosse pochi passi lungo la stanza, osservando probabilmente il disordine del figlio, prima di accomodarsi nuovamente sul letto.

Finii a mia volta il tè, maledicendo le tazzine troppo piccole e non distolsi lo sguardo da quello di Narcissa Malfoy, anche se il sorriso nei suoi occhi mi innervosiva come non mai.

Quella donna era ancora più odiosa del figlio e del marito!

«Breedy!», chiamò lei, con un tono di comando che mi fece storcere il naso.

Quando l'elfo domestico arrivò, lei disse: «Ripulisci tutto, io e la signorina Granger abbiamo finito».

Né un "grazie" né un "per favore"; come si permetteva quella donna di trattare in quel modo un povero essere vivente?

Provai ad aiutare Breedy, ma lui in meno di due secondi aveva già preso tutto ed era scomparso con un veloce inchino e un sonoro "pop". In quei brevi attimi mi era sembrato che avesse paura della signora Malfoy e mi chiesi quale potesse essere il motivo.

«Sa, signorina Granger, potrebbe anche raggiungermi, così possiamo continuare la nostra chiacchierata, vorrei porle giusto un altro paio di domande...», aveva un tono di voce che a primo impatto poteva sembrare cordiale, ma in realtà era un comando bello e buono, anche se addolcito da alcune paroline di circostanza.

Sorrisi in modo terribilmente falso, fingendomi a mia volta benevola nei suoi confronti, e mi accomodai sul letto accanto a lei, anche se mantenni una certa distanza di sicurezza. Sia mai che la sua falsità mi contagiasse!

«Volevo chiederle: lei, per caso, è una delle tante scopate abitudinarie di mio figlio?»

Avrei voluto mantenermi impassibile, ma la sua domanda mi lasciò a bocca aperte e col viso arrossato per la vergogna e l'imbarazzo.

Come si permetteva di insinuare... anche se in effetti... però, no! Non ero solo una "scopata abitudinaria"!

«Cosa glielo fa pensare, signora Malfoy?», dissi, una volta che mi ripresi dal tremendo imbarazzo, col tono più gelido che avevo nel mio repertorio.

«Semplice, signorina Granger, lei ha chiamato mio figlio "Draco" e dal modo in cui l'ha detto ho capito che non era forzato, lei chiama mio figlio in quel modo solitamente; quindi prima deve esserle sfuggito, forse per sbaglio, forse intenzionalmente, per farmi avere dei dubbi a proposito del rapporto che c'è fra voi due. Ora, lei potrebbe essere una cara amica, un'amante o entrambe le cose. Guardando la stanza ho notato che il divano non è stato utilizzato come giaciglio ultimamente e questo significa che avete dormito insieme, nello stesso letto. Ha sedotto mio figlio, signorina Granger? Spingendolo a liberarla e rischiare in questo modo la sua vita per salvare la vostra?», chiese Narcissa Malfoy, con gli occhi ridenti e i lineamenti induriti in un'espressione di concentrazione e disprezzo.

«Io...», incominciai, pronta a dirle chiaramente che io e suo figlio stavamo insieme, ci amavamo e... "No, Hermione, che combini?", mi dissi, scuotendo la testa e distogliendo lo sguardo.

Non potevo dirle che io amavo suo figlio, non avrebbe capito, di sicuro non in quel momento. In un futuro lontano – forse – sarei stata accettata dai signori Malfoy come la ragazza del loro unico figlio, ma ero certa che nel particolare frangente in cui ci trovavamo non avrei ottenuto il riconoscimento da me sperato. Dovevo mantenere il mio sangue freddo e mentire alla donna che mi stava di fronte, dicendole chiaro e tondo che non avevo nessun tipo di relazione amorosa col suo adorato figlio, anche se non era affatto vero.

La porta si aprì di colpo, facendomi sussultare e voltare immediatamente da quella parte.

Sull'uscio comparve un sorridente e sereno Draco Malfoy: «Hey, ragaz...», il saluto s'interruppe di colpo, come se qualcuno gli avesse fatto un incantesimo "Silencio" e i suoi occhi si spalancarono, mentre metteva a fuoco la figura che era seduta acanto a me.

«Madre?», chiese, sconvolto, fissando negli occhi prima me, poi sua madre.

«Buongiorno, Draco», disse la donna, alzandosi per andare incontro al figlio, che si ricordò di chiudersi la porta alle spalle, prima di abbracciarla. I suoi occhi confusi rimasero incatenati ai miei mentre mi mimava con le labbra un: "Tutto bene?". Annuii per non farlo preoccupare, ma una volta che quella donna se ne fosse andata, gli avrei chiesto di non farmela più incontrare per almeno altri dieci anni.

«Cosa ci fate qui, madre?», chiese Draco, sciogliendo l'abbraccio, in modo da guardare negli occhi Narcissa Malfoy.

«Volevo chiacchierare con la signorina Granger. Prima che tu c'interrompessi stavamo giusto parlando di te, sai?», uno sguardo guardingo comparve sul viso di Draco, che mi lanciò un'occhiata perplessa, prima di tornare a sorridere alla madre: «Davvero?», chiese, accompagnando la madre verso il letto, in modo da sedersi tra me e lei.

Il calore del corpo di Draco a pochi centimetri da me mi provocò uno strano effetto, come se la mia pelle ricordasse il piacere che mi aveva donato durante la notte...

Sentii una strana sensazione, un forte dolore alle tempie e capii all'istante che qualcuno stava cercando di leggermi la mente. Non mi lasciai prendere dal panico e schermai all'istante i miei pensieri, guardando con stupore verso la signora Malfoy, che continuava a sorridere con gli occhi.

«Ma come si permette!», esclamai a denti stretti, continuando a tenere alte le barriere per timore di perdere la concentrazione e lasciarle vedere qualcosa che non avrebbe dovuto.

«Granger?», chiese Malfoy, guardandomi stupito.

«Sta provando a leggermi la mente», dissi, rivolgendole lo sguardo più assassino che possedessi.

«Hai qualcosa da nascondere, ragazza? Un amore segreto, forse?», domandò Narcissa Malfoy, affilando lo sguardo. Questa volta non sembrava divertita.

«Madre, smettetela di infastidire e minacciare Hermione!», disse Draco, rivolgendo occhiate di fuoco alla donna alla sua sinistra.

La signora Malfoy interruppe i suoi tentativi di assalto e guardò il figlio con uno sguardo vagamente allucinato: «Non ci posso credere, allora avete davvero una relazione», disse con un filo di voce, spostando velocemente lo sguardo da uno all'altra.

«Cosa dite, madre?», chiese Draco, accennando una risata divertita.

Guardandolo credetti che fosse davvero ferito, anzi oltraggiato, dalle insinuazioni di sua madre e che cercasse di nascondere tali sentimenti con quella semplice risata.

"Accidenti a te, Malfoy!", pensai: "Sei davvero più bravo di me a mentire..."

Narcissa sembrava confusa dalla performance impeccabile del figlio e iniziò a guardare prima me e poi lui, come se si dovesse accertare della sincerità di entrambi.

«Penso che ora sia meglio che vada», disse, alzandosi in piedi nel solito modo impeccabile ed elegante. Mi chiesi se non avesse per caso sangue Veela, altrimenti come spiegare razionalmente tanta grazia?

Draco si alzò ed io feci lo stesso: «Certo, madre. Vi auguro una buona giornata», disse lui, dando un bacio sulla guancia alla donna che gli sorrise teneramente.

«Anche a te, Draco», disse, con un tono di voce strano, come se avesse voluto dire o chiedere qualcosa ma non ne avesse avuto il coraggio: «Spero di rivederla presto, signorina Granger».

Draco la accompagnò alla porta e sentii che la madre gli sussurrava qualcosa all'orecchio, lui irrigidì le spalle e sospirò, rispondendole con un tono di voce altrettanto basso.

Due secondi dopo lei era sparita e la porta era stata nuovamente chiusa a chiave.

Tirai un sospiro di sollievo e mi lasciai cadere sul letto, passandomi le mani tra i capelli un paio di volte, prima di sollevare lo sguardo verso Malfoy.

Quando incrociai i suoi occhi chiari, non potei fare a meno di sorridere in modo triste: «Mi odia», dissi semplicemente, sdraiandomi sulla schiena e coprendomi il viso con le braccia.

«Cosa te lo fa pensare?», chiese lui, coricandosi accanto a me.

«I suoi occhi hanno riso di me tutto il tempo», dissi semplicemente, voltandomi verso di lui, accarezzandogli il viso: «Le assomigli», mormorai piano, avvicinandomi per lasciargli un lieve bacio a fior di labbra.

Avrei voluto essere forte, resistere alla curiosità e non chiedergli cosa si erano sussurrati sulla porta, ma sentivo che sarei scoppiata entro poco.

«Ti ha fatto sentire molto a disagio?», chiese, rispondendo al bacio con altrettanta dolcezza.

«Ho cercato di non darle molta soddisfazione e ho risposto al disprezzo con altrettanto disprezzo», dissi, affondando le dita tra i suoi capelli: «Cosa ti ha detto?»

Ecco, la mia curiosità aveva preso il sopravvento.

«Quando?», domandò con tono distratto, mentre mi fissava il petto, probabilmente più interessato al mio seno che a quello che stavo dicendo.

«Prima che se ne andasse, vi siete detti qualcosa», specificai, appoggiando due dita sotto il suo mento, in modo da fargli alzare lo sguardo.

«Oh, sei furba Granger... prima mi tenti coi baci e poi mi chiedi di riferirti conversazioni private...», mormorò con il suo sorrisino da schiaffi stampato in faccia.

Io sbarrai leggermente gli occhi: «Non è vero!», esclamai, con finto tono offeso, cercando di allontanarmi da lui.

«Dove scappi, Hermione?», mi strinse più forte a sé e iniziò a ridere, mentre io cercavo di divincolarmi. Alla fine però vinse lui, schiacciandomi tra il materasso e se stesso.

Aprì la bocca per dirmi qualcosa, ma il rumore di una porta che veniva aperta ci fece sussultare ed allontanare all'istante l'uno dall'altra. Per fortuna non era quella d'ingresso ad essersi aperta, ma la porta del bagno, dalla quale uscì un'imbarazzata Luna Lovegood.

Cavolo! La presenza della signora Malfoy e, successivamente, quella di Draco mi avevano fatto totalmente dimenticare della mia amica Corvonero ancora chiusa nel bagno.

«Mi dispiace interrompere, ma ho pensato che voleste un po' di privacy, Breedy magari potrebbe accompagnarmi nella mia stanza», propose, grattandosi il collo in modo imbarazzato.

Io arrossii e scossi la testa: «Ma no, Luna, che ne dici di mangiare qua con noi? Potremmo allungare il tavolo, trasfigurare qualcosa in sedia e...»

Qualcuno bussò alla porta, interrompendo il mio discorso.

«Chi è?», chiese, Draco, tirando fuori dalla tasca la bacchetta.

«Sono Blaise», disse l'inconfondibile voce del moro.

Notai con un sorriso che Luna era arrossita al sentire quelle parole.

Draco aprì subito la porta e lo fece entrare nella camera: «Sei venuto a prendere la tua coinquilina per pranzo?», chiese il biondo, prima di passarmi distrattamente una mano intorno alla vita e fare uno di quei suoi ghigni malefici alla Malfoy.

«Sì», disse Blaise, allungando una mano verso Luna: «Andiamo?»

Lei sorrise, stringendo le sue dita tra quelle del moro: «Va bene. Buon appetito, ragazzi», disse, rivolta a Draco e me, mentre faceva "ciao" con la mano.

Luna e Blaise sparirono oltre la porta in pochi secondi e nella stanza cadde il silenzio.

«Dov'eravamo rimasti?», chiese Malfoy, voltandosi verso di me con un sorrisino sghembo che gli incurvava le labbra: «Ah, già», disse, spingendomi piano verso il letto: «Tu stavi sotto e io sopra, se non sbaglio».

Risi alle sue parole, schiaffeggiandogli scherzosamente il braccio, prima di afferrarlo per i capelli, abbassandolo alla mia altezza per tempestarlo di baci: «Sei terribile», mormorai contro la sua bocca, mordendogli il labbro inferiore: «Terribilmente irresistibile».

«Sei troppo vestita», ridacchiò, tirando verso l'alto la mia maglietta.

Resistetti e lo spinsi verso il letto, facendocelo cadere sopra. Lo raggiunsi all'istante, sedendomi a cavalcioni su di lui, iniziando a fargli il solletico e ricevendo a mia volta la stessa tortura.

Un sonoro "pop" annunciò la presenza di Breedy, che ci guardava dispiaciuto, probabilmente non voleva interromperci... o magari era imbarazzato per il nostro comportamento infantile.

«Breedy è dispiaciuto, non voleva interrompere, Breedy deve parlare col padroncino», disse, torcendosi le mani in modo contrito.

Feci per spostarmi, ma Malfoy mi trattenne, accarezzandomi lentamente e in modo tremendamente sexy i fianchi: «Parla, Breedy, ti ascolto», disse, sollevandosi sui gomiti per baciarmi appena sopra il bordo della maglietta.

«Il padrone Lucius ha detto di parlare solo col padroncino», disse l'elfo domestico, spostando il peso da un piede all'altro, mentre continuava a sfregarsi le mani, intrecciando le dita tra loro.

Mi irrigidii a quelle parole e provai nuovamente a scostarmi dal mio ragazzo, ma lui non mi lasciò nuovamente andare, stringendo semplicemente la presa intorno ai miei fianchi.

«Hermione non se ne va da nessuna parte, Breedy», il tono di voce di Draco era calmo e freddo, maledettamente simile a quello che Narcissa Black in Malfoy aveva usato con me durante la nostra chiacchierata.

«Breedy non può disubbidire, padroncino, Breedy deve...», Draco alzò una mano e lo interruppe: «Va a dire a Lucius che io ed Hermione siamo una squadra e che per risolvere la situazione e tornare alla pace nel mondo magico abbiamo bisogno del suo cervello. Tutto quello che devi riferirmi può ascoltarlo anche lei».

L'elfo scomparve in un baleno, lasciandomi perplessa a guardare Draco sotto di me: «Non è un problema», gli dissi, accarezzandogli il viso: «Potrebbe voler dirti qualcosa di personale, che una Mezzosangue come me non potrebbe capire o non dovrebbe sentire...»

Malgrado volessi sembrare calma, non potei trattenere una punta di ironia e amarezza.

«Granger, sappiamo entrambi quanto tu odi essere ignorata o tenuta all'oscuro di qualcosa... ah, a proposito, oggi ho incrociato la mia adorata zietta che mi ha fatto assistere all'interrogatorio di Lumacorno. Quello stupido di un professore si è lasciato sfuggire che Sfregiato è a conoscenza degli Horcrux, mia zia ha fatto due più due e ha capito che i tuoi amichetti stanno cercando di indebolire Voldemort privandolo di tutti i suoi pezzi di anima. Bellatrix mi ha chiesto di chiamarle mio padre, che penso voglia comunicarmi l'esito del loro colloquio...»

Annuii, insultando Lumacorno e la sua incapacità di mantenere delle informazioni simili, prima di sorridere: «Magari tuo padre ha scoperto qualcosa di interessante... ah, più tardi, se non ti dispiace, vorrei provare a contattare Harry per parlargliene».

Draco ricambiò il sorriso: «Certo».

Un sonoro "pop", fece voltare entrambi verso il suono, dove Breedy continuava a torcersi le mani: «Il padrone non sembrava contento, ma ha detto a Breedy di parlare anche con la signorina Granger, perché si fida di padroncino. Padrone ha detto che Bellatrix Lestrange è andata alla Grincott a ritirare un oggetto importante. Padrone ha detto che l'oggetto è la Coppa di Tassorosso e che presto sarà a Hogwarts, dove la signora Lestrange la terrà al sicuro», disse l'elfo, cominciando a torturarsi le orecchie.

«La Coppa di Tassorosso ce l'aveva lei?», sussurrai, guardando prima uno poi l'altro: «Perfetto! Ora dovremmo solo togliergliela da sotto il naso e distruggerla!», sorrisi e mi alzai in piedi, abbandonando un deluso Malfoy sdraiato sul letto da solo: «Grazie, Breedy», esclamai, voltandosi verso l'elfo: «Dì al signor Malfoy che abbiamo ricevuto il messaggio e che siamo lieti della bella notizia».

Mi voltai verso Draco: «Finalmente qualcosa va nel verso giusto!»

«Il padrone ha anche detto di dire che padroncino dovrà decidere presto una moglie purosangue tra quelle presenti in questo elenco», disse l'elfo, allungando una pergamena a Draco.

Il sorriso mi morì sulle labbra e una smorfia di tristezza comparve al suo posto, mentre vedevo il mio ragazzo prendere l'elenco senza protestare.

«Grazie, Breedy», disse Draco: «Ora puoi andare».

Avrei voluto dire qualcosa per riempire il silenzio, avrei voluto chiedergli se avesse davvero intenzione di lasciare che suo padre lo limitasse nelle scelte in quel modo, se su quella pergamena ci fossero almeno dei nomi che conosceva, se per lui quello che c'era tra noi non avesse nessun significato...

Ma tutto quello che riuscii a fare fu allontanarmi e chiudermi la porta del bagno alle spalle; avevo bisogno di rimanere sola per qualche minuto.




1) Non so se avete presente il film "Pretty Princess", ma Narcissa mi ricorda la nonna, sempre elegante ed impeccabile in ogni cosa.


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Buonasera a tutti!

Chiedo venia per il terribile ritardo e per avervi fatto aspettare tutto questo tempo, ma devo ammettere di aver avuto problemi di ispirazione, oltre ad avere degli esami da preparare :(

Comunque, in questo capitolo abbiamo scoperto che Bellatrix sta recuperando la Coppa di Tassorosso (particolare molto importante), Narcissa ha capito che c'è qualcosa tra Draco ed Hermione, Lucius insiste nel voler far maritare Draco con una purosangue e Hermione, poveretta, ha bisogno di due minuti da sola per riprendersi da tutte le notizie.

Il prossimo capitolo sarà dal punto di vista di Pansy, vedremo come procede la sua missione con Nott e Greyback! ;)

Un grazie di cuore a tutti voi che continuate a leggere e a commentare e a votare le mie storie, siete stupendi ❤️😘

Un bacione ;)

LazySoul_EFP

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