15. Friends' advice




A svegliarmi dal sonno senza sogni in cui ero finita fu un forte suono, simile ad uno strappo.

Istintivamente mi sollevai di scatto dal letto, ignorando il forte giramento di testa causato dal brusco movimento, afferrai la bacchetta di Malfoy, puntandola di fronte a me.

Ci impiegai all'incirca cinque secondi prima di riuscire a mettere a fuoco la scena che avevo di fronte e la metà per abbassare di nuovo la bacchetta.

«Breedy? Luna?», sussurrai, confusa, mentre mi domandavo se fosse tutto un sogno o la realtà.

Prima che potessi decidere se considerare ciò che vedevo finzione o no, mi ritrovai le braccia della mia amica intorno al collo e i suoi lunghi capelli a solleticarmi il viso.

Ricambiai l'abbraccio, stringendo il suo corpo ancora più magro di quanto ricordassi e sorridendo nel sentire il suo odore di fiori primaverili.

Sentii un altro rumore forte e capii subito che Breedy se n'era andato, senza lasciarmi tempo di parlargli e chiedergli notizie su Draco.

«Hermione, sono così felice di vederti sana e salva», disse Luna, stringendomi maggiormente a sé.

«Anche io, Luna».

Rimanemmo per lunghi minuti in piedi abbracciate, dondolando appena prima su un piede e poi sull'altro, cullandoci a vicenda.

Senza che me ne rendessi conto eravamo entrambe in lacrime e ci sfregavamo la mano sulla schiena per darci conforto.

Quando riuscimmo a calmarci entrambe incominciammo a ridere, sedendoci sul bordo del letto di Malfoy, mentre continuavamo ad abbracciarci l'una all'altra.

«Sono riuscita a contattare Ron ed Harry questa mattina», le dissi, appena riuscii a ritrovare l'uso della voce.

«Come stanno?»

«Bene, stanno cercando un modo per sconfiggere l'Oscuro Signore e io vedrò di dare una mano per quanto mi sarà possibile...», risposi, annuendo tra me e me, mentre ripensavo alla conversazione avuta coi miei amici.

«Malfoy anche?»

«Cosa?», non riuscii a non sussultare nel sentire nominare il biondo Serpeverde, sentendomi ancora in colpa al ricordo di come lo avevo rifiutato e di quanto mi era sembrato triste in quel momento.

Tornando indietro probabilmente non avrei avuto tutta quella forza di volontà.

«Darà una mano?»

«Ancora non lo so... sinceramente non so nemmeno se posso fidarmi così tanto di lui...», ammisi, abbassando lo sguardo sulle coperte verdi del letto.

«Secondo me dovresti, in fondo ci ha tirati fuori da quella cella, no?»

Alzai il volto, incontrando gli occhi chiari di Luna, chiedendomi se avrei dovuto darle retta.

In fondo ogni volta che avevo seguito i suoi consigli ero sempre riuscita ad ottenere ciò che volevo, no?

«Ma se fosse tutto un piano architettato per trovare il nascondiglio di Harry e consegnarlo all'Oscuro Signore?»

«Allora non dirgli niente del Galeone, vedi prima se puoi fidarti di lui...»

«Gliene ho già parlato», ammisi, abbassando nuovamente lo sguardo e dandomi della stupida.

Perché non ci avevo pensato prima? Perché mi ero fidata di lui tanto da concedergli di sapere una cosa tanto importante, ma non abbastanza da fare l'amore con lui?

«Secondo me il tuo blocco nei suoi confronti è solo mentale, il tuo corpo in realtà si fida di lui...»

«Dici?»

«Io dico che hai solo paura di essere nuovamente ferita, ma che in realtà, nel profondo, sai di amarlo ancora»

Annuii distrattamente, torturando con le dita un lembo della coperta, prima di sollevare di colpo il viso, la mia attenzione concentrata sul verbo che aveva usato.

«Amare? Chi ha parlato di amore?», chiesi, con una smorfia in viso.

Sapevo di essere una pessima bugiarda, Malfoy me lo aveva ripetuto all'infinito, ma in quell'istante sperai che Luna ci cascasse e lasciasse cadere l'argomento.

«Hermione, è inutile che menti a te stessa. Secondo me ti farebbe bene ammetterlo ad alta voce, sai?»

Sospirai, sentendo chiaramente un peso all'altezza del petto abbandonarmi quando dissi: «Hai ragione, lo amo, ma non mi faccio troppe illusioni, so che lui...»

«Hermione?», m'interruppe Luna, prendendomi il viso tra le mani, in modo da impedirmi di abbassare nuovamente il volto: «Secondo me siete entrambi follemente innamorati, sai? Solo che avete paura che l'altro vi rifiuti».

«Non ho intenzione di servirgli il mio cuore su un piatto d'argento», ammisi, riuscendo comunque ad abbassare lo sguardo.

Luna sospirò, lasciando il mio volto: «Non so se sei più orgogliosa o testarda».

Mi morsi il labbro a quelle parole, sapendo perfettamente di starmi comportando come una bambina piccola, ma non potendo fare altrimenti.

Avevo bisogno di controllare tutto quello che mi circondava, era una cosa più forte di me e, guarda caso, Malfoy era l'unico che non riuscivo a tenere sotto controllo e che riusciva sempre a sorprendermi in qualche modo.

Era una cosa che mi mandava letteralmente fuori di testa, anche se spesso la sensazione di perdere la ragione era piacevole e liberatorio, spesso mi portava a prendere decisioni troppo in fretta ed a sbagliare.

Come ad esempio quando avevamo fatto l'amore, anche se avrei forse avrei dovuto dire sesso.

Incredibile, proprio come avevo previsto, mi stavo pentendo di aver perso la verginità con lui e non sapevo se un giorno avrei potuto tornare a pensare l'opposto.

Mi strinsi le braccia intorno al corpo, all'improvviso colpita da brividi di freddo.

Non riuscivo più a capire ciò che provavo, sospinta verso due parti completamente opposte di me stessa da un vento che non riuscivo a controllare.

«Perdonare è difficile, lo so», sussurrò Luna, avvicinandosi e circondandomi tra le sue braccia.

Lasciai che poche lacrime mi bagnassero le guance, mentre fissavo intensamente la bacchetta che Malfoy mi aveva lasciato, chiedendomi se l'avesse fatto apposta oppure no.

«E fidarsi lo è ancora di più...», sussurrò contro i miei capelli: «Ma sai una cosa? Sono convinta che tu e Malfoy alla fine riuscirete a superare anche questo...»

«Come fai a dirlo?», singhiozzai, sentendo nettamente il mio cuore battere come un pazzo nel mio petto, mentre la mia razionalità provava in tutti i modi di imporsi sui miei sentimenti.

«Vi ho vista, sai? Quando vi guardate siete così carini... ti ricordi la festa di Lumacorno? Quando vi ho interrotto? Sembravate sul punto di mangiarvi a vicenda...»

Arrossii al ricordo, pensando a ciò che era poi successo in bagno rischiai di iperventilizzare.

Rimanemmo in silenzio a lungo, strette l'una all'altra, prima che riuscissi a riprendermi abbastanza da essere decentemente furba da spostare i riflettori verso la mia amica.

«E tu? Come stai? Draco mi ha detto che stai nella stanza di Pansy, giusto?»

«No, Pansy è in missione con Nott, quindi starò da Zabini per un po'...»

Non mi sfuggì il rossore che comparve sulle sue guance e ne approfittai per farmi un po' gli affari suoi: «Come ti trovi con lui? È gentile spero...»

«Oh, certo che lo è!», esclamò, annuendo di continuo, quasi non riuscisse a smettere.

«Perché sei così agitata?»

Sussultò alle mie parole, prima di ridere, ma in modo troppo forzato per poter pensare che fosse a suo agio: «Agitata? No, è solo che...»

«Ti mette in imbarazzo stare in stanza da lui?»

Non riuscivo a capire se la sua agitazione fosse dovuta alla schiettezza di Zabini o al fatto di stare nella stessa camera con un ragazzo...

Luna abbassò lo sguardo e, quando tornò a guardarmi, vidi che sembrava più padrona di se stessa: «Semplicemente non sono abituata... poi con tutto questo verde mi chiedo come riuscirò a prendere sonno», indicò con la mano destra le coperte del letto di Malfoy e non potei fare a meno di sorridere.

«Capisco perfettamente!», esclamai, fingendomi triste all'idea di dormire nella tana delle serpi.

Osservai il suo aspetto, contenta che sembrasse più solare rispetto al giorno prima: «Hai mangiato colazione, vero?»

Lei annuì, sorridendomi appena, mostrando il suo lato svampito e dolce insieme: «Non ho mai mangiato così tanto in vita mia. Non riuscivo più a smettere di ingozzarmi di cibo... chissà cos'avrà pensato Blaise...»

«Blaise?», chiesi con tono malizioso, sorridendole: «Da quando Zabini è diventato Blaise?»

Non mi aspettavo una vera e propria risposta, pensavo che avrebbe eluso la domanda spostando i riflettori nuovamente verso di me, invece le comparve una semplice smorfia sul viso, prima che mi rispondesse: «Più o meno da quando mi ha vista in mutande e reggiseno».

Dire che rimasi a bocca aperta è un eufemismo.

Quasi mi slogai la mascella per lo stupore.

«Com'è potuto accadere?», domandai, forse con una voce leggermente più stridula del solito a causa della sorpresa.

« Diciamo che non aspetta di ricevere risposta prima di entrare in bagno», disse con tono divertito ed

imbarazzato, mentre giocava con una ciocca dei suoi biondi capelli.

«Oh, Merlino! Davvero?»

Non riuscivo a credere a ciò che stava succedendo, soprattutto al modo in cui Luna stava arrossendo.

«Sì, beh è stato parecchio strano...»

Fu un attimo, ma vidi comparire sul suo viso quel tipo di sorriso che ultimamente a me spuntava di continuo. Quel sorriso che mi ritrovavo in faccia ogni volta che pensavo a Malfoy, anche se avevo appena litigato con lui...

Non era difficile da capire ciò che stava succedendo e che presto anche la piccola e dolce Luna sarebbe stata colpita dalla freccia di Cupido.

Speravo solo di poterle essere vicina allo stesso modo in cui lei lo era sempre con me.

Senza pensarci le gettai le braccia intorno al corpo, stringendola in un forte abbraccio.

«Sai che per qualsiasi cosa io sono qua, vero?»

La sentii ridacchiare in modo sforzato: «Lo terrò a mente».

Quando ci separammo cominciammo a parlare di quanto fosse strano condividere la stanza con due Serpi, sottolineando i lati positivi e negativi.

Inutile dire che erano molti di più i lati negativi rispetto a quelli positivi.

«Vuoi qualcosa da mangiare?», le chiesi, indicando col capo il vassoio del pranzo su cui alcuni piatti di biscotti e dolci erano ancora intatti.

«No, grazie».

Mi alzai comunque, prendendomi un bicchiere d'acqua fresca.

Quando mi voltai verso il letto lo sguardo mi cadde sul comodino, dove facevano bella mostra di sé la bacchetta di Malfoy e il galeone.

Osservando attentamente la moneta notai come lungo la circonferenza ci fosse una scritta.

"Non dare retta a quello stupido di mio fratello, Malfoy ormai è cotto a puntino, stendilo!"

Sorrisi, convinta che non potesse essere altri se non Ginny, felice che fosse riuscita chissà come a rubare il galeone o ad Harry o a Ron per di scrivermi.

"Qualche consiglio?", chiesi per scherzo, prima di voltarmi verso Luna, che mi osservava con gli occhi colpi di curiosità.

«Quello è il famoso galeone?», domandò allungando appena il collo.

Le mostrai la moneta, annuendo.

«Che c'è scritto?»

«Ginny dice che devo darmi da fare per conquistare Malfoy», ammisi, leggermente imbarazzata.

Luna cominciò a ridere: «È tipico di Ginny, direi».

Risi con lei, prima di sentire la moneta bruciare nel palmo della mia mano.

"Stuzzicalo!"

"Come?"

"Prova a sfruttare la terza abbondante di reggiseno che ti ritrovi, secondo me funzionerà".

"Non so se fidarmi ancora di lui, Ginny"

"Hermione, ti ha salvato la vita, rischiando la propria. Cos'è che non ti convince della sua sincerità?"

"È se fosse tutto un piano architettato per farmi fidare di lui per poi tradirmi?"

"Pensi che Malfoy ne sia in grado? Ma hai visto come ti guarda?"

"In che senso?"

"Hermione, ma non lo capisci? È innamorato di te!"

Avrei voluto risponderle qualcosa di brillante, ma non ci riuscii.

Di nuovo dentro di me si svolse una battaglia all'ultimo sangue, nella quale il cuore e la mente sembravano essere equamente equipaggiati.

Era ovvio che mi fossi accorta di come mi guardava, insomma non ero poi così tanto cieca.

Eppure la mia parte razionale mi aveva sempre spinto a non dare troppo peso alla faccenda ed in fondo pensavo che fosse un bene.

Non volevo essere una di quelle ragazze che si nutrono di speranze vane nella vita ed avere come massima aspirazione un matrimonio con un bel ragazzo.

Non volevo dare troppa corda alla vocetta nel mio cuore che analizzava quanto Malfoy fosse dolce e attento nei miei confronti, forse perché non mi piaceva illudermi.

Certo, ero anche io una sognatrice, anche se spesso prevaleva in me il lato razionale, non voleva dire che non avessi mai pensato, anche solo per un istante, che mi sarebbe piaciuto rimanere tra le braccia calde e protettive di Malfoy per tutta la vita.

Ma fino a quando non avessi avuto la conferma che i miei sentimenti erano ricambiati in qualche modo non sarei riuscita ad espormi.

Perché avrei dovuto rischiare di venir derisa da lui?

E sa anche lui pensasse lo stesso?

Strinsi forte le mani a pugno, persa nei miei pensieri.

«Che ti dice Ginny?», chiese Luna, lanciandomi un'occhiata preoccupata, probabilmente si era resa conto della mia tensione.

«Dice che Malfoy è innamorato di me», sussurrai, alzando lo sguardo per studiare la reazione della mia amica.

Luna abbassò per un attimo lo sguardo.

«Sai, credo che», incominciò, torturando con le dita l'orlo del suo golfino: «Ginny non sia del tutto nel torto».

Sbarrai gli occhi alle sue parole: «In che senso?»

«Ecco, vedi...»

La porta si spalancò di colpo, prima di richiudersi velocemente.

Ci voltammo entrambe verso l'ingresso della camera, dove Zabini e Malfoy ci stavano guardando a loro volta.

Blaise fece un cenno di saluto ad entrambe, prima di allungare una mano, invitando la mia amica a raggiungerlo.

Malfoy continuava a fissarmi, gli occhi chiari colmi di tristezza mista a quel tipo di dolcezza che dedicava sempre a me.

Se mi amasse davvero?

Pensai, non riuscendo a mia volta ad abbassare lo sguardo.

Luna mi fece un veloce cenno della mano, prima di avvicinarsi ai due ragazzi.

L'istante dopo era già uscita, seguendo Blaise oltre la porta.

Appena rimanemmo da soli in stanza, la tensione tra noi divenne sempre più pesante ed imbarazzante, tanto che non riuscii più a sostenere il suo sguardo e mi ritrovai a studiare il pavimento.

Cercai la più veloce via di fuga e, individuando la porta del bagno alla mia sinistra decisi di sfruttarla.

«Vado a farmi una doccia», dissi, riuscendo a mantenere un tono di voce ed espressione neutra.

In realtà non volevo fare altro che saltargli al collo ed abbracciarlo, contenta che fosse tornato da me, anche se quella mattina l'avevo allontanato da me tanto brutalmente.

Guardandolo negli occhi non potevo fare a meno di chiedermi come cavolo fossi riuscita a rifiutare le sue avance quella mattina. Come cavolo c'ero riuscita?

Lui era così bello, dolce e seducente...

Strinsi forte le labbra, imponendomi di non cedere e di continuare a mantenere le distanze.

Che poi non riuscivo a capire perché continuassi ad allontanarlo, quando in realtà l'unica cosa che volevo era stringerlo tra le mia braccia tanto da fargli male.

Era paura quella che mi teneva distante? Paura di soffrire per un suo rifiuto?

«Brava, continua a scappare».

Le sue parole ed il tono pieno di rancore e tristezza mi fecero immobilizzare, prima che mi voltassi per affrontarlo, pronta a dimostrargli quanto in realtà si sbagliasse.

Era più vicino di prima, non abbastanza da risultare una minaccia, ma quanto bastava per permettermi di percepire chiaramente la sua presenza vicina.

«Non sto scappando», dissi tra i denti.

«Dimostramelo allora».

Mi ci vollero alcuni minuti prima di capire che la sua era una sfida: se avessi indietreggiato gli avrei dimostrato di essere una vigliacca, ma se fossi rimasta ferma sarei comunque finita tra le spire di un serpente.

O forse avrei dovuto dire di un furetto?

Quando fu abbastanza vicino mi prese il mento tra le dita, alzandomi il viso con delicatezza.

«Cosa devo fare con te, mmh?», sussurrò, prima di baciarmi piano vicino alle labbra.

Sentii qualcosa dentro di me incrinarsi pericolosamente e capii di star cedendo.

Avrei voluto rispondergli qualcosa di brillante, ma la mia mente era offuscata dalle emozioni e dal desiderio irresistibile di baciarlo.

«Legarti al letto?», chiese piano, con gli occhi pieni di tristezza.

«Mi dispiace», sussurrai, pensando che quelle due parole pesassero un macigno, rendendomi però conto di quanto fosse stato semplice farle scivolare fuori dalle mie labbra.

La tristezza sul suo viso si dissipò a poco a poco, scomparendo quasi del tutto: «Sì, penso che ti legherò al letto».

Avrei voluto rispondere alle sue parole con qualcosa di arguto, ma mi ritrovai le labbra impegnate in un bacio inaspettato che divenne improvvisamente profondo e necessario.

L'istante dopo ero contro la porta col suo corpo che mi schiacciava contro il legno e la mente che non riusciva ad elaborare nessun pensiero razionale.

L'unica cosa che sapevo in quel momento era che non avevo intenzione di fermarlo.


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Buongiorno :)

Ecco a voi un nuovo capitolo, che ne pensate? Mi raccomando commentate numerose, è sempre bello sapere il vostro parere a proposito della storia ^^
Un bacione 😘❤️
LazySoul_EFP

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