8. Cadillac
Oggi ho finalmente un giorno libero, dove potrò godermi una colazione come si deve, che farò seduta e con tutta la calma e la tranquillità che spero non si infranga nel corso della giornata. Mi stropiccio gli occhi ancora sdraiata a letto e sbadiglio assonnata. Mi metto a sedere agguantando un paio di pantaloni della tuta, abbandonati tristemente su quella che ormai non è più una sedia, ma una massa informe di vestiti e subito dopo lego i capelli in una coda per poi andare in cucina, da dove proviene un odorino invitante.
<<Ancora qui?>> mi limito a dire ai miei fratelli, comodamente seduti, che alle mie parole si scambiano un'occhiata sospetta. Già, scommetto che da gemelli quali sono stanno tramando chissà quale piano diabolico contro di me, ma oggi sono stranamente e insolitamente positiva, perciò niente potrà distruggere rovinosamente questo barlume di serenità che non sentivo più da tanto.
<<Ciao mamma>> dico avvicinandomi alla padella con le uova che stanno friggendo. Arriccio il naso avvicinandomi pericolosamente al fornello per cercare di captare meglio l'odore sgradevole. <<Oddio>> esclamo correndo verso il bagno, sentendo improvvisamente un conato di vomito. <<Tutto okay?>> mi chiede mia madre accorrendo subito dopo. Con le mani appoggiate sulla superficie fredda e gli occhi chiusi, prendo dei respiri profondi dopo aver vomitato anche l'anima qui dentro. <<Si, credo>> e non appena pronuncio queste parole mi ripiego sul water con un altro conato di vomito. Mi sciaquo la bocca, sotto lo sguardo schifato di mia madre che ha assistito a tutta la scena, e ritorno in cucina. Eh si, la positività è andata a farsi benedire.
<<Credo che quelle uova siano andate a male, solo l'odore è nauseante>> mi siedo versandomi del latte in una tazza e sorseggiandolo, fino a quando non lo sputo con uno strano presentimento. <<Oh ma che schifo!>> si lamenta Tommy, di fronte a me,spostando lo sguardo con il biscotto che stava inzuppando ancora a mezz'aria. <<...A meno che voi due non mi stiate avvelenando>> confesso i miei sospetti ad alta voce. I miei occhi si chiudono in due fessure e con sguardo sospettoso mi metto ad annusare il latte. E' questo il rischio che corro abitando con loro, ma sta volta non ci sarà il college che li tratterrà lontani da me. Nemmeno la fattoria di zio Marcus, sta volta sono in pericolo, e si, sono melodrammatica.
<<Dacci un taglio, sei paranoica sorella>> sbuffa Emmy arrotolando una ciocca di capelli biondi intorno al dito. <<Certo certo>> annuisco facendo una smorfia con il labbro superiore che mi farà apparire sicuramente come una papera.
Getto il latte nel lavandino, per sicurezza, e ad un tratto il telefono di casa prende a squillare. <<Pronto?>> rispondo con uno sbadiglio. <<Parlo con Rose Mary Williams?>>
<<Cosa? No, sono solo Romy>> prendo a controllarmi distrattamente le unghie aspettando che l'uomo dall'altro capo del telefono continui. <<Sua nonna è venuta a mancare qualche tempo fa, ma siamo riusciti a ricontattare i famigliari nel testamento solo adesso>>
<<Cosa?>> stringo il telefono corrugando la fronte. <<Questa sera alle 18.00 vi è la lettura del testamento a Charlottesville, vi preghiamo di non mancare.>> l'uomo al telefono sta per riattaccare quando mi risveglio dal mio stato di trance
<<E il funerale?>>
<<E' stato già svolto una settimana fa>>
<<E per quale motivo io lo so solo ora?>> sbotto al telefono. <<Di questo se ne sarebbero dovuti occupare i famigliari, io sono solo il notaio che deve leggere le volontà di sua nonna, buona giornata>> dice con tono freddo senza darmi il tempo di replicare. Ma poi buona giornata cosa?
Rimetto il telefono apposto con foga e incrocio le braccia al petto sospirando. <<Che diavolo è successo?>> chiede Tommy. <<Nonna Rose Mary è morta>> annuncio sedendomi.
<<O mio Dio, quando?>>
<<Una settimana fa e qualcuno della nostra famiglia cercava di nascondercelo>>
<<La zia Sandy, quel limone ambulante ha tentato di nascondervi la morte della nonna per il suo testamento. Evidentemente vi ha lasciato qualcosa di grosso.>> riflette ad alta voce la mamma con nonchalance, aggiungerei, per niente toccata dalla scomparsa di sua suocera.
<<Sul serio?>> a quelle parole ai miei fratelli si illuminano gli occhi, si scambiano uno sguardo entusiasta con gli occhi sgranati e dei sorrisi che vanno da un orecchio all'altro. Già, basta parlare di soldi o cose costose e il loro cervello si accende come una lampadina.
<<Potremmo ereditare quell'attico di cui parlava sempre papà>> ipotizza Emmy e il biondino annuisce per poi cominciare a fare una specie di balletto vittorioso accompagnato dalla sua metà. <<Ragazzi, vi prego è morta vostra nonna>> alzo gli occhi al cielo e loro continuano ad esultare con quel loro agitare le braccia.
[...]
La morte di un parente non è mai facile da affrontare, ma mentirei se dicessi che io abbia versato qualche lacrima per lei. Mio padre insistette per far si che ci incontrammo, nonostante avesse un pessimo rapporto con i suoi genitori e quelle due o tre volte che la vidi non mi fece una bella impressione. Ha sempre preferito i gemelli e non mi ha mai trattata come una nipote sangue del suo sangue, ma come una serva in stile cenerentola. Ora invece, mi trovo seduta in questa stanza assieme ai miei fratelli che non hanno fatto altro che ripetermi che la nonna mi avrebbe lasciato in eredità un bellissimo vaso da notte, quello che si poteva spostare da una parte all'altra. Cose molto gentili e per niente infantili.
Insomma, seduta in ultima fila con Emmy e Tommy che fantasticano sul loro "regalo" inizio a sbadigliare come un leone marino ascoltando di parenti lontani che hanno ereditato un tostapane e argenteria pregiata, quando poi, arriva finalmente il turno dei nipoti. E in questo momento c'è una sorta di gara tra noi e i tre figli della zia Sandy, sorella di mio padre.
<<Prendetevi il vaso da notte>> sputa acida Emmy dando il cinque a Tommy e catturando una decina di sguardi esterrefatti.
Volevo solo passare una giornata tranquilla, barricata in camera mia con le persiane chiuse per non far filtrare nemmeno un misero spiraglio di luce, guardando serie tv o leggendo o scrivendo... Invece il destino ha serbato ben altro per questa giornata...
<<A mia nipote Brandy Rowland dono il mio attico a New York con vista a Central Park>> e a quelle parole i miei fratelli fanno il muso, come se li fosse stato tolto il loro giocattolo preferito. <<C'è ancora la baita ad Aspen>> si illumina Emmy dando una pacca sulla spalla del gemello, che sta ancora facendo il muso accanto a me, stravaccato sulla sedia come se non fosse dotato di colonna vertebrale.
<<A mio nipote Randy Rowland lascio in eredità la mia baita in montagna ad Aspen>>
<<Oh andiamo!>> mio fratello si alza da posto ricevendo un'occhiataccia da tutti i presenti.
<<A mia nipote Mandy Rowland, lasciò in eredità il quadro originale di Kandinsky>> mia madre è seduta su una sedia, smanettando da quelle che a me paiono ore su quel cellulare. Emmy e Tommy sono intenti a mangiucchiarsi le unghie dal nervoso e sono certa che se su quel pezzo di carta non ci sia il loro nome accanto a qualcosa di tremendamente costoso o favoloso, qui, scoppierà una guerra. Io... io sono impassibilmente annoiata, controllando l'ora ogni secondo nell'attesa che questa messa in scena finisca. So di non essere stata nelle grazie di mia nonna, cosa diavolo ci faccio qui?
<<A mia nipote Romy Williams>> inizia a dire il notaio catturando la mia attenzione. <<Lascio in eredità la mia Cadillac, mentre ai miei nipoti Emmanuelle e Thomas Williams lascio...>> l'uomo si blocca guardando di sbieco i due che incrociando le dita sperano nella barca del nonno che per una serie di manovre burocratiche ha ereditato la nonna. Si, questi due si sono studiati tutto il patrimonio Williams.
<<Lascio in eredità il mio vaso da notte>> legge poi facendo sbiancare i gemelli che rimangono paralizzati.
Assottiglio lo sguardo confusa, guardo prima il notaio poi i gemelli e poi di nuovo il notaio per poi trasformare la mia espressione sbigottita in un ghigno malefico. Okay, questa cosa è... priva di senso, ma non posso non ridere.
<<Che cosa! No no no, lei la odiava non può averle lasciato la Cadillac!>> le urla alternate dei gemelli che si alzano in piedi e sbraitano contro tutto e tutti non fanno altro che farmi crogiolare nella mia presunta "vittoria". <<Datevi una calmata Williams>> anche Randy si è alzato, mantenendo a stento un sorriso e incrementando la rabbia e lo sgomento dei due biondini atomici che esploderanno da un momento all'altro... perché la scenata di poco fa non era niente ve lo assicuro.
[...]
<<Ancora non ci credo che lei ha ereditato la Cadillac, avanti la odiava non è possibile>> Tommy cammina avanti e indietro per il salotto interponendosi tra me e la tv, che sto cercando di guardare. Sembra disperato e, dicendolo potrei risultare meschina, ma sono felice che abbia ereditato davvero il vaso da notte. Insomma, nonna Rose Mary non era una facile, rude come uno scaricatore di porto, ma ricca come zio Paperone. Quando poi mio padre le ha detto che avrebbe sposato mia madre, una donna umile e di poco conto, senza alcuna notorietà lei lo ha praticamente diseredato. Avrebbe potuto ottenere un impero, non avremmo vissuto in una città di soli settemila abitanti, con nessuna opportunità di slancio per una vita agiata come quella della nonna. Ma non è colpa sua, d'altronde, cosa non si fa per amore.
<<Tommy, sta calmo>> il suo volto è rosso dalla rabbia e le mie parole non fanno altro che farlo infuriare di più. Dopo la rissa scattata nell'ufficio del notaio tra noi tre e i nostri tre cugini, si sono apparentemente calmati. E' stato tutto un prendersi a parole e accusarsi l'un l'altro, poi i due tsunami hanno preteso di leggere loro stessi il testamento. Ma vederlo con i propri occhi non è bastato, no, hanno cominciato a calciare le sedie e per giunta hanno accusato anche i parenti decrepiti di corruzione. Corruzione! Capite adesso perchè parlavo di schizofrenia.
<<Vedo il fumo uscirti dalle orecchie>> scherzo ridacchiando come una iena.
<<Considerati morta>> farnetica a denti stretti.
<<Aspetta prima faccio il testamento e ti lascio il cesso in regalo>> finisco la frase ed Emmy mi fissa come se volesse impiccarmi, mentre il gemello qui presente si passa una mano tra i capelli sconfortato. Sta per fare qualcosa di brutto, la vendetta va servita fredda certo, ma quando sono davvero incazzati potrebbero anche uccidermi all'istante.
<<Cavolo, abbiamo ventisei anni e litighiamo ancora come dei dodicenni>> ridacchia sedendosi accanto a me, con un'espressione davvero dispiaciuta, per poi porgermi la mano. <<Pace?>>
Guardo prima la sua mano e poi lui, che sorride come un ebete in attesa della mi risposta, ma i miei occhi sono sospettosi come al solito mentre la mia mente sta elaborando le diecimila opzioni che comporterebbe stringergli la mano. Si si, secondo lui sono così idiota da credere a questa messa in scena.
<<Hai ventisei anni, ma sei un bambino>> con la fronte corrugata e seduta con le ginocchia al petto cerco di mantenere il più possibile le distanze. In tutta risposta alza gli occhi al cielo con ancora la mano protesa verso di me.
<<Sai che non mi fiderò mai di voi, anche stringerti la mano potrebbe essere rischioso>> ammetto sinceramente.
<<Sta volta sono serio, non è vero Emmy>> Emmy è ancora meno affidabile di lui solo che preferisce fare le cose senza che tu te ne accorga, per esempio, quando a sette anni le ruppi per sbaglio la sua barbie preferita, lei fece finta di nulla. Poi una mattina, mi ritrovai al posto del dentifricio i colori a tempera. Mentre Tommy non è cosi bravo a nascondere ciò che prova, se è arrabbiato si capisce e agisce alla luce del sole. Entrambi poi, sono stati sempre fortunati, i tesori della mamma, i primogeniti dai lineamenti dolci e i capelli di grano. Qualcosa di estremamente melenso.
<<Certo>> Non so perché, non so come, ma sta volta sembrano davvero sinceri. State tranquilli non mi fiderò mai di loro due, ma qualcosa mi spinge ad accettare la proposta.
Mi alzo dal divano e poggio le mani sui fianchi. <<Avete ragione, avete ventisei anni e io solo tre in meno di voi, dobbiamo crescere oppure saremo divisi per sempre come lo erano la nonna e papà. Ma non vi assicurerò la mia fiducia. Mettete da parte l'odio e smettete di fare i ragazzini, basta spacciare, basta commercio clandestino o gioco d'azzardo>>
I due si scambiano un'occhiata sorpresa e mista all'inquietudine che ha suscitato questa mia frase. <<Come... che dici?>> Ridacchiano per farla sembrare una cosa assurda, ma le loro risatine si interrompono al vedere la mia espressione. Della serie "Non mi freghi con le tue stronzate"
<<Come fai a saperlo?>>
<<Vi prego, mamma ha due prosciutti sugli occhi quando si tratta di voi, ma io no. So che il lavoro che vi fa viaggiare così tanto è illegale>> arriccio il naso e apro le braccia.
<<Perchè non glielo hai detto, si beh potevi dirlo alla mamma>>
<<Oh non mi crederebbe, a meno che io non trovi le prove e state certi che se questa guerra non finirà, io non lo dirò alla mamma, ma all' FBI>> grido ormai dal corridoio lasciandoli spiazzati.
N/A
Ciaooo a tutti! Un aggiornamento mooolto atteso, ma meglio tardi che mai. Voglio augurare a tutti buone vacanze e voglio informarvi del fatto che mi sono iscritta ai Wattys2019 (so che non vi importa niente, ma vabbè) e niente, spero che questo capitolo non vi annoi. Kiss.
25/06/2019
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