4. Wizard of Oz

<<Emmy e Tommy sono alla porta>>Annuncia la mia amica in preda al panico. I suoi occhi nocciola non fanno altro che saettare da me a mia madre, preoccupati e le sopracciglia poco curate, dall'aspetto di due bruchi scuri, che si muovono formando piccole rughe sulla sua fronte pallida.

Chiudo gli occhi bisbigliando tra me e me frasi di sconforto più totale, portandomi una mano sul viso. Solo questa ci mancava. Sapevo che il mio ritorno avrebbe comportato una serie di eventi che mi avrebbero devastato ancora. Il ritorno dei miei due fratelli è uno di questi, sembrerò banale oppure melodrammatica, ma sono due tornado. Dal momento in cui metteranno piede in questo appartamento la mia vita verrà sconvolta per la seconda volta nell'arco di una settimana circa.

<<Ma non erano in Francia>> borbotta mia madre grattandosi il naso, con la mano nella tasca del suo grembiule da cucina rosso e gli occhi puntati altrove. Un altro dei difetti di mia madre: il suo essere bugiardo. Mente spesso, ama negare l'evidenza con un sorriso d'accompagnamento. Distende le labbra e piccole rughe prendono a contornarle gli occhi, perchè secondo lei. Le bugie sono più credibili. 

<<Non ci posso credere! Tu lo sapevi!>> grido su tutte le furie guardandola sbalordita. Tutto ha un senso adesso. Il nodo si è sciolto, lei dovrebbe confessare, ma non lo fa, non ammetterà mai i suoi errori.

Non fa in tempo a rispondere che i due uragani di famiglia subentrano nella stanza, trascinandosi dietro due valigie e indossando un sombrero davvero osceno.

<<Buenos dias gente!>> saluta Tommy con frenesia. <<Eccoli>> bofonchia la mia amica incrociando le braccia. Piombano nella cucina annessa al soggiorno e devo ammettere che sembrano emanare luce, ma Dio, dove sono finita in una pubblicità di dentifrici dove io rappresento i batteri? No perchè sono l'unica ad avere una faccia da horror, oltre alla mia amica. Posano i trolley ingombranti e dall'aria di contenere molte cose, dopodiché le loro sopracciglia inarcate si rilassano e le loro guance si alzano in un sorriso che sanno fare solo loro, il loro marchio di fabbrica. 

<<Mamma ti siamo mancati?!>> i due biondini cingono l'esile donna tra le braccia, talmente esaltati da diventare ridicoli, per poi posare lo sguardo su di me.

<<Romy Davis, da quanto tempo>> Scherza Emmy in vena di fare battute come al solito. Come si dice "il lupo perde il pelo, ma non il vizio" 

<<Ops, volevo dire Williams>> ridacchiano all'unisono. Due dannati automi praticamente identici. Signori e signore vi presento i gemelli Williams, i miei fratelli maggiori.

Il mio sguardo cambia radicalmente al sentir la loro risata. Non credo di poter sopportare anche questo e se solo quello stronzo non mi avesse lasciato al verde mi sarei trovata un posto tutto mio senza dover sorbire le risate derisorie delle persone. Serro la mascella corrugando la fronte talmente tanto da mostrare piccole rughette sulla fronte, e con foga tiro la tazza che avevo ancora in mano contro le teste dorate dei miei fratelli, che si spostano lasciandola frantumare contro il muro, per nulla stupiti dal mio gesto.

 <<Nervosetta?>> si limita a dire Emmy arricciando il naso e inclinando il capo. In tutto ciò neanche mia madre si scompone, limitandosi a scuotere la testa col solito atteggiamento menefreghista.

<<Vaffanculo!>> I loro occhi si sgranano e la loro bocca prende la forma di una "O" , fingendo di essere offesi, ma è solo per un attimo infatti subito dopo come se nulla fosse, come se fossero a casa loro, si accomodano intorno al tavolo cominciando a ingurgitare tutto ciò che li capita a tiro. Be' in teoria è anche casa loro, quindi non avrei nemmeno il privilegio di cacciarli a calci in culo benché questa idea mi sia balenata in mente nell'esatto istante in cui Starr espresse a gran voce il codice dall'allarme rosso. Neanche a lei vanno a genio, fin da piccoli è sempre stata una sorta di gara costante. Loro due contro noi due.

<<Tu lo sapevi e non mi hai avvertita? Ma mi vuoi uccidere?>> ritorno a inveire contro mia madre che con perseveranza mantiene un atteggiamento di nonchalance, era fin troppo ovvio che qualcosa non andava e avevo ragione. Cucinare per un reggimento significava solo una cosa: i suoi figli preferiti stavano tornando a casa.

<<Romy datti una calmata, stai dando di matto>> dice sedendosi a capotavola.

<<Ma neanche per sogno, questi due arrivano sempre al momento sbagliato>> li fulmino con lo sguardo sedendomi di fronte a loro, non curante de cocci sul pavimento. Le braccia incrociate, gli occhi stretti e narici dilatate. Sembro un serial killer o Mercoledì Addams, non lo so, ma il disprezzo e l'astio che provo in questo momento fuoriesce da ogni poro della mia pelle. 

Sono rari i casi in cui i fratelli vanno d'accordo tra loro, perchè è più facile odiare che conciliare due caratteri troppo diversi. I nostri, sono incompatibili.

<<Romy Romy Romy >> Tommy scuote la testa con aria da saccente sbruffone. I miei fratelli non sono quel tipo di persone che ci tengono alla famiglia, o meglio ci tengono ma a me non particolarmente. Tre dannati anni di differenza e mi hanno provato a barattare per della coca, mi hanno chiuso nella gabbia delle scimmie allo zoo e a sedici anni mi hanno dato fuoco ai capelli. Erano bravi a fare solo una cosa: rovinare me e i miei sogni.

Papà, che in questa casa era l'unico che vedeva quei due mostri per quelli che sono, li mandò più volte dallo zio Marcus in Kansas, per evitarli la galera o semplicemente perché erano troppo..."irrequieti".

Ma che dico, irrequieti è un eufemismo, loro erano il male puro. A me piaceva definirla schizofrenia, anche se non ne erano affetti realmente.

Entrambi biondi, dagli occhi chiari e con la sorella sfigata. Per fortuna il loro non fu un ruolo incisivo nella mia vita da teenager nerd, non oso immaginare come sarebbe cambiata in peggio la mia esistenza al liceo se loro vi avessero trascorso tutti e cinque gli anni, per mia fortuna, mi toccò incontrarli per i corridoi solo al primo anno. 

Insomma, vanno e vengono, sono come il vento, il chè non li rende giovani avventurieri avvolti dal velo del mistero e con un'anima profonda da poeti del passato come crede mia madre, oh no, perché anche se erano distanti io sapevo sempre tutto. E hanno tutto, ma non un'anima profonda. Forse non hanno nemmeno un'anima.

<<Dai Tommy, lasciala stare, è una donna zitella ormai, più acida di prima>> prorompe Emmy con il suo solito tono da spocchiosa annoiata dalla misera vita che viviamo noi comuni mortali.

Corrugo la fronte e arriccio il naso. <<Io non sono zitella!>> inveisco ancora per poi prendere un respiro profondo e calmarmi. Non ne vale la pena con loro.<< Sentite perché non ve ne tornate da dove siete venuti? Siete qui da dieci minuti e già mi viene voglia di tagliarmi le vene.>> I due si scambiano un occhiata per poi scoppiare a ridere.

<<Sorellina, ci dispiace deluderti ma sta volta Lexington ci ospiterà più del solito>> le espressioni dei presenti mutano da persona a persona. Mia madre ha quel luccichio negli occhi di felicità inaudita, come se quelle parole fossero suoni melodiosi di trombe suonate dagli angeli all'ingresso del paradiso. Starr sembra non aver capito bene, mentre io... io ho quell'espressione di quando vorresti apparire impassibile e calma, ma la faccia si tinge di rosso, anzi cremisi e una vena sul collo inizia a pulsare visibilmente.

<<Vuoi dire che rimarrete qui per più di una settimana?>> interviene Starr che sembra aver afferrato.

<<Si mirtillo>> Tommy assume la voce da scoiattolo che ha sempre fatto cadere tutti ai suoi piedi. Okay sono carini, hanno charme, ma farsi ingannare da quegli occhi azzurri mi sembra il colmo. <<Dacci un taglio>> ribatte

<<Benissimo>> sbotto <<Rimanete per quanto volete, ma alla prima parola vi giuro che vi accoltello nel sonno. Voi due non dovete rivolgermi la parola>>

Mi avvicino ai loro volti digrignando i denti dalla rabbia. <<Si certo>> Taglia corto Emmy. Come se non sapessi che mi ammazzeranno prima loro.

<<Romy il colloquio>> mi ricorda mia madre risvegliandosi da quel sogno mortale e cercando di mettere fine a questi battibecchi continui, non ci è ancora riuscita.

<<Oh>>

<<Hai trovato lavoro?>> Domanda Starr <<Si, alla Lexington High>> ammetto con finto entusiasmo. Molto finto. Quest'idea è la più stupida e sbagliata che mia madre potesse propormi, ma le mie condizioni non mi permettono la libertà di scelta. Ora come ora sono disposta a tutto pur di fuggire di nuovo da qui, non mi piegherò sotto il peso dei ricordi che mi provoca questa città, non vincerà.

<<Non durerà un giorno>> il mio sguardo scatta su Tommy in piedi vicino al frigo, appoggiato con nonchalance, con la sua alta statura e il suo ciuffo ribelle, quante ragazze ha conquistato per poi mollarle senza alcuno scrupolo nei loro confronti. Dopo quella frase il silenzio incombe nella stanza, si sentirebbero solo le mie orecchie fischianti che per poco non emettono fumo. Un attimo dopo mi getto su di lui facendolo cadere a terra.

<<Mi hai rotto le scatole hai capito, stronzo che non sei altro. Tu e il tuo sosia femminile potete andarvene a quel paese>> inizio a malmenarlo venendo improvvisamente bloccata dalle sue mani possenti. La situazione precipita e da non so dove prendo un coltello e lo punto contro il biondino. A cavalcioni su di lui e con espressione colma di rabbia, risentimento e perfidia lo fisso in preda ad una crisi di impulsività.

<<Romy! Sei impazzita!?>> urla mia madre.

<<Rimangiatelo>>

<<Romy>> questa volta è lui a pronunciare il mio nome.

<<No Tommy, non ho intenzione di andare avanti cosi. Ti prego non peggiorate le cose>> bisbiglio in modo che solo lui possa sentire, le fiamme che avevo negli occhi si spengono repentinamente grazie al velo di lacrime che mi si sta formando adesso. I suoi occhi cambiano, non sono più coperti da quel velo di arroganza, sembrano diversi. Respiro affannosamente bloccandomi col coltello a mezz'aria.

Tommy me lo toglie dalle mani delicatamente e lo posa sul tavolo, alzandosi e guardandomi dall'alto con gli stessi occhi di prima, scuotendo poi la testa e assumendo la solita espressione.

<<Tesoro stai bene?>> mia madre lo raggiunge prendendogli il viso tra le mani, per controllare che non lo abbia ferito.

<<Si, si mamma sto bene.>> dice per poi sussurrare qualcosa all'orecchio di Emmy e lei gli lancia uno sguardo che ho visto tante di quelle volte, diverso dal solito. Quasi umano.

<<Noi dovremmo partire al più presto comunque, abbiamo molto lavoro da fare>> comunica la biondina alla mamma che non ha fatto altro che fissarmi in cagnesco, finché poi queste due parole non la catturano e in pochi istanti il suo sguardo si incupisce. Neanche se lo avessi mutilato, era un coltello per spalmare il burro.

<<Ma come? Non dovevate rimanere a lungo per tormentarmi ancora?>> domando acida alzandomi in piedi e fulminando tutti con lo sgaurdo per poi dirigermi verso la mia stanza cercando di non scoppiare a piangere. Crollerò ancora una volta, senza che nessuno se ne accorga o peggio, senza che nessuno riesca a fare niente.


03\02\2019

Bene carissimi lettori! Abbiamo conosciuto due nuovi personaggi, Emmy e Tommy. Che ne pensate? Scopriremo in seguito se sono davvero cattivi o fino a dove si spingeranno le loro bravate... Kiss kiss.


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