15. Rapunzel

Se gli sguardi potessero uccidere e bla bla bla... Non sto qui ad omologarmi alla massa con una stupida frase fatta, resta però il fatto che queste persone davanti a me vorrebbero ridurmi in cenere. Insomma, guai a screditare la loro immagine con un commento del genere.

Grayson serra la mascella riducendo gli occhi in due fessure, Valery arriccia quel suo naso plastificato innalzando un sopracciglio, ma ciò che rende strano questo quadretto delizioso è Marleen. Quest'ultima non pare affatto offesa o turbata dalle mie ultime parole pungenti. No, lei sta sorridendo e sono piuttosto certa che la sua lugubre mente stia organizzando la mia umiliazione in grande stile. 

<<Ehm... vado a prendere da bere.>> avverto dopo quei lunghi secondi di tensione straziante, avente come sottofondo una stupida canzone di Justin Timberlake. Mi alzo bruscamente provocando un rumore stridente con la sedia. Mi allontano verso il tavolo delle bevande cercando di apparire ai loro occhi sicura di me e per niente spaventata, quando in realtà, un moto di paura mista all'ansia, che è magicamente ricomparsa, mi sta divorando.

 <<Champagne>> chiedo al ragazzo dietro al tavolo: Brian Portman un mio vicino di casa, un ragazzino mingherlino dalle orecchie a sventola e uno spiccato talento per il cadere dalle scale. Quante mattine gli abitanti del palazzo, me compresa, piombavano fuori casa sul pianerottolo a causa dei ruzzoloni del ragazzo...

<<Deve mostrarmi un documento.>> porta le braccia dietro la schiena in tono risoluto lasciandomi interdetta a fissare a destra e a manca, per constatare che si stia effettivamente riferendo a me. <<Brian sai perfettamente quanti anni ho. Sai persino il giorno in cui sono nata.>> gli faccio presente con le sopracciglia che schizzano in su come a voler evidenziare ancora di più l'ovvio. <<Mi dispiace è la prassi>> ribatte ancora come un automa, sistemandosi il papillon e quel terribile gilet color vinaccia.

<<Brian!>> grido più forte di prima, non solo per sovrastare la musica, stampandomi in viso un espressione di fastidio mista alla collera del momento. Dumbo qui davanti, sobbalza leggermente scomponendosi dalla sua rigidità di barman scolastico (ruolo importantissimo e mediocre allo stesso tempo), sbuffa roteando gli occhi, ma alla fine si decide a versarmi quel fottuto champagne da due soldi nella flute. <<Grazie>> sbotto bruscamente afferrando quel bicchiere e rigirandomelo tra le mani. Adesso una domanda sorge spontanea nella mia mente dove paranoie e complotti sono all'ordine del giorno; come fanno a permettersi flute di cristallo, quando la segreteria non è nemmeno provvista di una fottuta fotocopiatrice?? Provo a darmi una risposta, con gli occhi fissi sulle bollicine dello champagne e un sopracciglio inarcato, ma poi decido di lasciar perdere quest'argomento e concedermi un sorso della bevanda. Proprio mentre il bordo vitreo del bicchiere sta per sfiorare le mie labbra piccole e leggermente carnose, qualcuno mi strappa via la flute lasciandomi letteralmente a bocca asciutta. 

<<Ehi!>>corrugo la fronte, con ancora la mano a mezz'aria, rivolgendo subito dopo uno sguardo carico di rabbia a Blake. <<Ridammelo>> dico saltellando per riprendermi la bevanda. Ma è tutto inutile quando si tratta di Blake -sono il più alto di tutti- Gray, che alza il braccio ancor più in alto pur di non farmi ottenere ciò che voglio. 

<<Sei irritante!>> mi arrendo, incrociando le braccia nude e distogliendo lo sguardo. <<E tu sei incinta!>> bisbiglia al mio orecchio per poi mollare quel bicchiere. <<Abbandoniamo questa stronzata prima che sia troppo tardi.>> soggiunge alla svelta interrompendo il vortice di pensieri che stava per prender possesso di me. <<Quelli sono pronti a sbranarti viva.>> con le mani sulle mie spalle mi spinge ad uscire dalla palestra. <<Aspetta la borsa e il cappotto sono rimasti al tavolo.>> mi fermo voltandomi verso di lui, iniziando a tormentare le mie dita. Il biondino sospira pesantemente. <<Tu inizia ad andare, li prendo io.>> mi indica l'uscita con una certa urgenza e senza perdere tempo esco dalla palestra percorrendo i corridoi deserti e meno illuminati di prima. Cammino velocemente, un po' per il timore che ha scaturito in me Blake, un po' perchè  l'atmosfera è diventata di colpo fredda e buia. Giusto un fascio di luce illumina il mio percorso che sprofonda nel silenzio spettrale. Mi sa tanto un film horror. Ad un tratto, però, queste preoccupazioni infondate assumono un certo non so chè di... fondato, poiché una persona che in questo contesto potremmo tranquillamente chiamare demone, attira la mia attenzione.

<<Te ne vai Romy?>> quella voce altezzosa e allo stesso tempo raccapricciante rimbomba nel corridoio e con essa lo scalpitio dei tacchi che vengono a contatto con il pavimento. Da quel suono riesco a sentirla sempre più vicina a me, riesco a sentire la sua presenza alle mie spalle. 

<<Si.>> mi volto con un sorriso facendo volteggiare i miei capelli, uno di quei sorrisi teneri di quando vorresti apparire dolce. In altre parole, un sorriso che supplica pietà.

<<Di già? La serata è appena cominciata>> a parlare adesso è Grayson che piomba di fronte a me, al fianco della mia arci nemica, da chissà dove, assieme a Valery. Insomma una perfetta imboscata. 

<<Ho da fare.>> rispondo secca iniziando a sentire la gola chiudersi. Ti prego, Romy, non cedere adesso. 

<<Sai, quando ci hai parlato del tuo matrimonio non ci hai detto la cosa più importante.>> comincia la brunetta avanzando di qualche passo verso di me, con le mani congiunte e le labbra arricciate in un'espressione pensierosa. <<Non ci hai detto che il tuo magnifico Josh ti ha mollata dopo averti tradita.>> aggiunge puntando i suoi occhi sadici, bramosi del mio sangue come squali, su di me.

<<Orso Romy, ci hai mentito.>> continua Grayson con un ghigno maledettamente malato. Le mie sopracciglia si incurvano verso l'alto, esprimendo la mia agitazione e il mio turbamento che ora come ora non riesco a nascondere in alcun modo. Sto sforzando tutti i miei muscoli facciali affinché nemmeno una lacrima strisci sul mio viso. 

Cerco di fare profondi respiri per far circolare un po' d'aria nei polmoni, che sembrano scoppiare, nascondendo la mano che prende a tremare. Poi, arriva Blake, reggendo con un braccio la pelliccia e la borsa e squadrando tutti con la mascella serrata e il solito sguardo indecifrabile che pian piano sto imparando a... decifrare. Sembrerebbe infastidito. 

<<Che state facendo?>>

<<Oh ci sei anche tu.>> sbuffa Marleen. <<Non mi importa dirò quello che ho da dire.>> fa un gesto con la mano, enfatizzando il suo menefreghismo e la sua mancanza di scrupoli.

<<Sei una bugiarda Romy Williams>> sentenzia puntandomi un dito contro <<Cosa credevi di dimostrare con quella patetica storiella? Volevi convincerci che la nostra opinione su di te fosse del tutto errata?>> apre le braccia interrogativamente.

<<Marleen non credi di essere troppo cresciuta per continuare con questa stupida guerra, cosa cerchi di fare? Vuoi vederla crollare per dimenticare che lo stai facendo tu? Vuoi farla soffrire perchè non sopporti che lei possa essere felice e tu no?>> prorompe Blake vedendo i miei occhi farsi improvvisamente lucidi, non a causa delle parole amare che mi sta buttando addosso quest'arpia, ma per l'attacco di panico che cerco di reprimere. 

<<Stanne fuori Gray, non ti riguarda.>> lo ammonisce la brunetta senza staccare gli occhi da me. Caccio un respiro e mi avvicino di scatto alla stronza di fronte a me.

<<Ferisci quanto vuoi, ma non cambierà un cazzo. Io non crollerò.>> sputo con tono di sfida stringendo i denti e le mani che tremano. I suoi occhi, a mezzo metro da me, sembrano trattenere le fiamme. Con lo sguardo fisso sul mio sembra non accettare la mia affermazione, sembra che voglia vedermi crollare a tutti i costi. Poi, dopo svariati secondi in cui il suo volto gridava rabbia, almeno quanto il mio, un sorrisetto disinvolto prende a stendersi sulle sue labbra. Distoglie per un istante i suoi occhi castani per poi puntarli nuovamente su di me.

<<Come ci si sente dopo aver avuto l'ennesima delusione? Guardati Romy, non sei mai valsa per nessuno, nemmeno per la tua famiglia conti qualcosa se i tuoi fratelli non esitano a raccontarmi i tuoi segreti in cinque minuti.>> continua imperterrita la ragazza di fronte a me. 

<<Marleen lasciala in pace o giuro che la vita del cazzo che ti ritrovi peggiorerà ancora.>> minaccia il biondino avvicinandosi a noi, ma lei lo ignora. Per lei adesso, l'unico obiettivo e distruggermi.

<<Credevi che dopo il liceo tutti i tuoi sogni si sarebbero realizzati? Credevi che avresti trovato il vero amore e che avresti vissuto una vita perfetta?>> domanda con un finto broncio dispiaciuto facendomi increspare le sopracciglia confusa. <<Credevi che fosse il liceo il tuo problema?>> Continua Grayson accompagnando il suo commento con una risata del tutto fuori luogo. 

<<Povera piccola, si era innamorata.>> ridacchia Valery, appoggiandosi un dito sulla guancia colma di fondotinta, fard e tutta la fabbrica della kiko. <<Ha abbandonato il college per inseguire il suo principe azzurro per poi ritrovarsi sbattuta fuori di casa, perchè lui ha preferito una barista rifatta.>> 

Mi volto di scatto dando le spalle a tutti loro, mi porto una mano al petto provando a vincere quella terribile sensazione che mi sta rapendo. Eppure, niente mi è d'aiuto. Respiro a fatica con la bocca semiaperta e gli occhi lucidi. Ma chi prendo in giro? Io crollerò eccome.

<<Non sei abbastanza, questa è la verità. Né per tua madre, né per i tuoi fratelli, nemmeno per tuo marito lo sei stata o non si sarebbe trovato un rimpiazzo. Nemmeno per tuo padre...>> la voce velenosa e ripugnante di Marleen mi arriva all'orecchio in un sussurro, come un serpente. Graffiando sulle mie ferite, gettando benzina sul fuoco. Vuole vedermi a tutti i costi bruciare nel mio stesso odio, nella mia stessa rabbia. Vuole che io odi me stessa.

Il mio cuore batte velocissimo, il respiro diventa sempre più affannoso, la testa mi scoppia e fatico a rimanere in equilibrio. Le sue ultime parole, a malincuore, riescono a scalfirmi ancor di più rendendomi ancor più schiava dei ricordi e del dolore, facendo aumentare quell'orrida sensazione che si propaga in me. Pare che tutto si stia ripetendo, come se fossi ancora una stupida sedicenne che non riesce a tenere a bada le emozioni e Marleen ha colto l'occasione per buttarmi giù. Nessun buon proposito dura quando hai di fronte questi tre nemici: il passato, qualcuno che ti odia e la tua vulnerabilità. Una vulnerabilità proveniente da emozioni contrastanti e pericolose. Perchè corri un rischio ogni volta che provi un sentimento.

Dopo quelle parole, dopo che lei ha nominato mio padre l'unica cosa a cui penso è scappare, prima di essere colpita ancora. Perchè lei non demorde, il mio senso di colpa nemmeno e tutto quanto mi sta facendo impazzire. Devo andare via,  ma la testa gira, le mani e le gambe tremano e il mio respiro si accorcia sempre di più. Non riesco a formulare frasi decise e concrete, ma ci provo ugualmente.

<<Non riuscirai a farmi odiare me stessa>> esce fuori in un sussurro tra un respiro affannato e l'altro.

 Poi il buio.

04/08/2019


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