𝟯𝟮 | 𝗢𝗸𝗮𝘆? 𝗢𝗸𝗮𝘆.

Panico.
Panico, panico, panico.

È da quando mi sono svegliata, quindi da circa due ore, che continuo a pensare a cosa sia successo ieri sera.
E soprattutto al perché.

Io e James ci siamo baciati.
Certo, solo un bacio a stampo, ma è pur sempre un bacio.

E non mi sento emozionata o felice o altro, ma spaventata.
Ho paura che la nostra amicizia sia rovinata.

Ci conosciamo da troppo poco per poter provare qualcosa di diverso l'uno per l'altro, e non sappiamo nemmeno un granché di noi.

Quindi, sì, ho tremendamente paura.
Paura che le cose possano cambiare.
Paura di perderlo come amico.

Perché nonostante il poco tempo, è diventato una costante e uno dei miei migliori amici.

Mentre rifletto su come potrei uscire da questa situazione, mi preparo la seconda tazza di caffè della giornata, metto lo zucchero e continuo a girare il cucchiaino, assorta nei miei pensieri.

Cosa potrei fare?
Scappare in Messico? No, troppo prevedibile. Scappano tutti in Messico, che abbiano messo incinta la propria ragazza, che abbiano ucciso qualcuno o venduto droga ad un poliziotto sotto copertura.
Meglio andare in Tanzania? No, troppo sole. La mia pelle non mi permetterebbe di sopravvivere.
Forse sarebbe meglio la Foresta Amazzonica, però ci sono troppi insetti.
Che schifo gli insetti.

Scuoto la testa, rendendomi conto dell'assurdità dei miei pensieri, e decido di farmi coraggio.

Prendo il cellulare, cerco The Best, James si è salvato così, e lo chiamo.

Appena risponde vado dritta al punto, con la frase più temuta dall'umanità. «Dobbiamo parlare.»

C'è un attimo di silenzio, in cui sento il battito del mio cuore accelerare e rimbombare nella testa, prima che risponda. «Lo penso anche io. Sei da sola a casa?»

Sbatto le palpebre, confusa dalla domanda. «Sì, perché?»

«Un quarto d'ora e sono da te» e riaggancia.

Bah. Okay.

Poi rifletto sul tempo che ha detto... e a quel punto sputo il caffè.
Mi alzo di scatto dal tavolo, che dovrò pulire più tardi, e svuoto nel lavandino il rimasuglio di bevanda nella tazza, per poi riempirla d'acqua.
Corro su per le scale e mi fiondo in bagno, lavandomi la faccia e i denti, per poi correre in camera a vestirmi di fretta, con i primi vestiti puliti che trovo.
Appena ho fatto mi fiondo giù per le scale, è un miracolo che non mi si sia rotta l'osso del collo, e torno in cucina.
Bagno una spugna e pulisco il mio caffè sputato, e faccio in tempo ad asciugare prima di sentire il campanello suonare.

Oh Gesù, Giuseppe e Maria.
Fate che la nostra amicizia non finisca e non cambi.
Sarebbe strano non avere più James per casa quando gli dico che mi sto annoiando.
Non avrei più nessuno che mi rinfacci il mio rapporto di odio e sfiga con le porte.
Non avrei più il mio migliore amico.

Faccio un respiro profondo, ignoro il cuore che batte all'impazzata per l'ansia, e vado ad aprire la porta.

James mi rivolge un piccolo sorriso che in parte mi tranquillizza, e che ricambio con piacere, e lo faccio entrare in casa.


𝗝𝗔𝗠𝗘𝗦

Entro in casa e mi siedo sul divano, mettendomi comodo come se fossi a casa mia, dato che qua ci passo la maggior parte del tempo.

Non so come iniziare il discorso. Anzi, in realtà non so nemmeno cosa dire.
Spero tanto di non piacere a Brianna, o meglio, di non piacerle più di un amico, perché altrimenti le cose diventerebbero imbarazzanti, e mi dispiacerebbe ferirla perché non ricambio i suoi sentimenti.
Insomma, Brianna non è una ragazza che si lascia incantare da un bel faccino, a differenza di molte ragazze che ho conosciuto, e quindi questa è la prima volta che ho una migliore amica da cui, appunto, non cerco altro che amicizia.

E non voglio che tutto cambi.

Il bacio ha complicato tutto.
Non voglio che il nostro rapporto cambi, e l'unico modo per cui questo potrebbe succedere è che lei la pensi come me, altrimenti sarebbe tutto complicato e... imbarazzante.

Vedo che Brianna prende tempo, fa un respiro profondo, e inizia a parlare. «Dato che tutto questo è successo perché mi sono ubriacata, ma devi sapere che anche con le peggiori sbronze io riesco a ricordarmi ogni singolo dettaglio, vorrei iniziare a parlare io, anche se tecnicamente lo sto già facendo.»

Annuisco, ringraziandola per aver iniziato lei dato che non sapevo cosa dire, ma spaventato da quello che dirà e da quello che succederà.

«È vero che passiamo molto, anzi, moltissimo, tempo insieme, ma oggettivamente ci conosciamo davvero poco e da poco tempo per provare qualcosa l'uno per l'altro. Sei il mio migliore amico, James, e non voglio perderti. E non voglio che cambi qualcosa nel nostro rapporto. Certo, c'è stato il bacio, e okay che c'era pure l'alcol di mezzo, ma il bacio c'è stato e non possiamo cancellarlo, o dimenticarlo o ignorarlo. Ma possiamo, come dire, superarlo. Andare avanti.»

Riprende fiato, dato che ha parlato ininterrottamente. «Quindi io proporrei di rimanere amici. Migliori amici. Niente di più e niente di meno.»
Mi guarda, in ansia e in attesa di una mia reazione.

Sospiro di sollievo, felice come non mai di sapere che non cambierà niente, e faccio un sorrisone. «Bry, penso che non ti ho mai voluto così tanto bene come adesso. Non fraintendermi, mi trovo bene con te e adoro passare il tempo insieme, ma solo come amici. Sono d'accordo su quello che hai detto. Quindi direi di passare oltre al bacio e continuare la nostra amicizia. Senza imbarazzo e senza ripensamenti.»

Mi guarda un attimo dubbiosa. «Non lo stai dicendo solo perché ti ho detto che non mi piaci come qualcosa di più, vero?»

Rido. «No, Veronica.»

Lei sorride. «Siamo le prime persone sulla faccia della Terra ad essere felici di essere appena state friendzonate.»

Ridiamo insieme.

«Migliori amici. Okay?» Chiede, puntando il suo pugno contro di me ma tenendo il mignolo alzato.

Lo stringo con il mio mignolo, come si fanno i bambini quando litigano e poi fanno pace. «Okay.»

Mi butta un cuscino in faccia. «Bene, ora che abbiamo aperto i nostri cuori, è il momento di un film. Horror?»

«E che horror sia.»

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