04. Un Altro Mondo

Durante la notte Magnus finì per svegliarsi di soprassalto, si guardò intorno nell'oscurità, e vide la porta della camera leggermente socchiusa, dallo spiraglio di luce notò un piccolo topolino che lo guardava come ad invitarlo a seguirlo, preso da una strana curiosità, il moro lasciò la comodità del proprio letto seguendo l'animaletto che lo condusse al piano inferiore della casa, fino al salottino dove era situata la piccola porta che tanto lo aveva deluso solo la mattina stessa, questa volta però quando il giovane la aprì essa non era più murata, al posto dei mattoni c'era uno strano tunnel dai colori sgargianti, preso da una forte curiosità il moro iniziò ad attraversare il suddetto tunnel fino ad arrivare ad aprire un altra porticina, che stranamente lo portava nuovamente al salotto.

La luce che proveniva dalla cucina però gli fece intendere che non si trattava dello stesso salotto da cui era arrivato, seguì la voce che canticchiava fino alla cucina e lì altro non vide se non il proprio fidanzato intento a cucinare, gli si avvicinò lentamente e, quando quest'ultimo notò la sua presenza, si voltò a guardarlo con un sorriso smagliante sul volto.

Ciò che però fece sobbalzare Magnus erano gli occhi del ragazzo che aveva davanti, erano infatti costituiti da due bottoni neri, nulla a che vedere con le gemme blu che aveva il suo Alexander, occhi così belli che lo avevano fatto innamorare fin dal primo momento in cui si era soffermato a guardarli.

"Finalmente sei qui, ti stavo aspettando"

Sorrise il giovane avvicinandosi a lui abbracciandolo e baciandolo a fior di labbra col sorriso sempre stampato sul volto, il moro però si retrasse alle sue braccia guardandolo sconvolto.

"Chi sei tu?"

"Sono il tuo altro Fidanzato tesoro"

Ridacchió il corvino guardandolo, il ragazzo era tremendamente confuso da quella così strana situazione.

"Altro fidanzato?... Ma... Non è possibile! Il mio unico fidanzato non ha q-quei bo-bo..."

"Bottoni? Bellissimi, non trovi? Ma basta parlare di questo, su avanti siediti"

Magnus si ritrovò ben presto seduto al tavolo imbandito delle più deliziose leccornie, pollo al forno e patate, pannocchie, purè di patate, era un anno che non vedeva così tanto buon cibo, il suo intento di approfondire quella strana situazione allora sfumó nel nulla, al suo posto arrivò una grande fame che venne subito soddisfatta da tutto ciò che gli passava fra le mani.

Finita la più che soddisfacente cena il giovane lo fece alzare e, tenendolo per mano, lo condusse al piano superiore fino alla stanza padronale, al posto delle mura sfoglie e vecchie, c'erano delle pareti colorate di un Borgogna scuro ed elegante, il letto era gigantesco e le lenzuola in seta ricoperte da dei petali di rosa, il moro vide il corvino avvicinarsi a lui lentamente trascinandolo nel letto con se, tirandoselo addosso.

Con le mani esplorava il suo corpo e per un istante, ma solo un istante, Magnus pensò di lasciarsi andare a quelle carezze, a quei baci che tanto gli erano mancati, e avrebbe davvero tanto voluto possedere quel corpo che sembrava essere del tutto uguale a quello del suo amato compagno, ma il suo cuore gli impose di fermarsi, così si allontanò dal giovane guardandolo con aria di scuse.

"I-io emm... Sono... Sono stanco"

Alexander, se così poteva definirlo, si imbronciò ma lo lasciò fare, gli prese però la mano irritata dalla quercia velenosa e ne baciò il palmo con dolcezza prima di lasciare che Magnus si  stendesse sotto le coperte, il ragazzo si insinuò fra le sue braccia lasciandosi coccolare, e finalmente, dopo mesi, il moro si addormentò sereno.

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Cupido 

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