Sixteen | Black Hermione

La convivenza di varie culture, lingue, religioni ed etnie nella Comunità Magica Mondiale ha sempre apportato un'enorme fonte di ricchezza che, da sempre ben custodita, ha incrementato la conoscenza magica in ogni ambito della vita.

Basti pensare alle dozzine di incantesimi ideate in segreto dalle persone di colore che, durante la discriminazione razziale degli U.S.A. negli anni Sessanta del Novecento, hanno rappresentato un atto di protesta e ribellione che, successivamente, sono state riconosciute come vere e proprie magie ad alto livello, studiate prima a Ilvermorny e, poi, successivamente, in ogni altra Scuola di Magia nel resto del mondo.

Per non parlare delle lingue native, - quali il latino, il greco e il sassone -, che, grazie alla presenza di studenti italiani, francesi, inglesi, tedeschi, spagnoli, albanesi, ucraini e così via, si fondono tra loro per sviluppare formule d'incantesimi sempre più elaborate ed efficaci.

Per questo, con il senno di poi, un'Hermione di colore risulta davvero un'idea intelligente, se si considera la prospettiva enorme che se ne ricava: quella di aprire la mente e le prospettive di tutti.

Com'è già stato constatato prima, nella Popolazione Magica non esiste un concetto di razzismo, e la gente non viene discriminata per il colore della pelle, bensì, nei casi d'estremismo (che, talvolta, ormai pochissime famiglie Purosangue adottano ancora), per lo stato di sangue.

Immagina: è il 1985, e Hermione ha cinque anni. Proviene da una società dove, nonostante i suoi genitori siano dei rispettosi e onesti membri della popolazione, ricevono occhiate diverse per strada. Una società dove suo padre, che non si premura mai di cambiarsi i pantaloni del pigiama quando l'accompagna al supermercato, riceve occhiate di sdegno dai commessi, che seguono tutti i suoi movimenti attentamente, mentre le madri stringono a loro i figli e i clienti controllano ansiosamente di avere ancora i portafogli nelle tasche.

Immagina un'Hermione che, con i suoi sette anni da poco compiuti, chiede il perché di questi atteggiamenti ai genitori. Quest'ultimi tentano di spiegarglielo.

Prova a immaginare: «Credono che siamo diversi da loro. Sai, alcune persone non capiscono ciò che differente da loro, e alcuni non ci provano nemmeno. A volte potrebbe capitarti che le persone siano crudeli con te perché sei diversa da loro. Non è giusto, e l'unica cosa che puoi fare è tentare di cambiare questa cosa.»

Fu da allora, che in Hermione nacque un desiderio infinito di conoscenza. Immagina la piccola bambina che, invece di giocare con i compagni delle elementari, legge e studia, perché vuole migliorarsi sempre di più e dimostrare al mondo che non c'è nulla di sbagliato in lei. Perché i suoi compagni guardano due bambole: una di colore e una bianca. E credono che quella bianca sia più bella, più intelligente.

Pensa a Hermione, ormai undicenne, che attraversa le stradine di Diagon Alley, il cuore pieno di gioia e speranza davanti alla prospettiva di trovare un mondo che finalmente l'accetti così com'è.

Poi, è sul treno, che saluta i suoi genitori dal finestrino. Da quando è lì, nessuno si è soffermato a guardarla. Nessuno l'ha squadrata come se valesse meno degli altri. Si sedie accanto a un ragazzino insicuro, timido, che ha perso il suo rospo. Si offre immediatamente di aiutarlo.

Riesci a vedere la sua gioia, il suo entusiasmo, quella notte di Halloween, quando, una volta smarrito il terrore per un incidente con un Troll, sente di aver finalmente trovato degli amici?

Ed eccola nel bagno delle ragazze, durante il suo primo anno, dove qualcuno, appena era entrata, aveva sussurrato la parola Sanguesporco. Non sa cosa significhi, ma ha abbastanza esperienza da intuirlo.

Fu così, che realizzò che le radice del razzismo fossero così profonde, che non erano solo i Babbani che cercavano di diffonderlo come un virus. Che non era solo contro i Babbani, che doveva cercare un antidoto.

Hermione è un'adulta, ora. E combatte le sue battaglie non solo nel Mondo Magico, ma anche in quello Babbano. Protesta, marcia, dice la sua. E non si arrende. Perché se vivere due realtà differenti le aveva insegnato qualcosa, era che non basta la magia, per salvare il mondo.






















































































Fatto il misfatto

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