Six | Some Help
Nel momento in cui venne smistata in Grifondoro, si sentì da una parte entusiasta e dall'altra nervosa, perché era una Nata Babbana, e non era sicura di poter essere accettata lì. Ciò nonostante, tutti applaudivano e sorridevano, e lei non poté che fare lo stesso.
All'epoca, le venne assegnato un dormitorio maschile, e ciò non la turbò al principio. Fu durante il suo quarto anno, che iniziò a domandarsi se quel malessere interiore che provava non fosse dovuto da una semplice ansia o da un comune imbarazzo, bensì da qualcos'altro.
Quando realizzò d'essere una ragazza, si sentì come una rosa appena sbocciata davanti agli occhi del mondo. Lo comunicò ai suoi conoscenti quella stessa estate – mandò messaggi babbani e spedì vari gufi – e tutti furono felici per lei. Per giorni, le sue orecchie furono costantemente riempite dal suono del beep del cellulare e del picchiettare alla finestra.
Così, mise il piede sul primo gradino. Poi, su quello dopo. E dopo, ancora, sul successivo.
Poi, dopo l'estate, la fastidiosa vocina dentro la sua testa che continuava a dirle che a Hogwarts non sarebbe stata la stessa cosa, scomparve. Sussurrò un "grazie" ad ogni passo che faceva, mentre, sempre più velocemente, con un sorrisone stampato in volto, si avviava verso il dormitorio femminile, pronta ad affrontare il nuovo anno scolastico.
*
Aveva quindici anni quando accadde. Se l'era domandato per un po', ma non ne era mai stato sicuro. Non voleva definirsi un ragazzo, non ancora. Una parte di lui semplicemente non vedeva l'ora di uscire, perché lo sapeva, era quello che sentiva; l'altra parte di lui, invece, esitava, perché definirsi non gli sembrava ancora giusto.
Poi, avvenne.
Una notte, facendo ritorno da solo nel suo dormitorio, inciampò. Fu abbastanza svelto da permettere alle mani di parare la caduta, e, quando si destò, constatò che uno scalino si era inclinato abbastanza da farlo scivolare. Subito dopo, lo scalino oscillò leggermente, per poi tornare normale, come se niente fosse. Lì per lì, si limitò ad aggrottare le sopracciglia con fare confuso e poi se ne andò a letto. Tuttavia, l'incidente gli rimase impresso nella mente per giorni. E per settimane.
A distanza di molti giorni, mentre tentava di dormire e si rigirava nel letto, un pensiero gli si fece largo nella mente: lui non apparteneva al dormitorio femminile.
Non passò molto tempo prima che lo comunicò a tutti. Se avesse potuto, sarebbe salito sul tetto e l'avrebbe urlato con tutto il fiato che aveva in corpo, o avrebbe preso a svolazzare il suo nuovo nome su una bandiera.
Una sera, dopo essersi stabilito nel dormitorio maschile, mise un piede sul gradino del dormitorio femminile, e sorrise, in pace con sé stesso, quando la scala si trasformò in uno scivolo.
*
Loro avevano sempre saputo di non riuscire ad identificarsi in nessuno dei due generi. Non erano né un ragazzo, né una ragazza, ma non conoscevano le parole per esprimere ciò che provavano.
Fu solo dopo un po' di giorni ad Hogwarts, che impararano la parola "nonbinary", e realizzarono che difatti c'era una parola.
Decisero di non fare troppe cerimonie. Le persone di cui si fidavano lo sapevano, compresi alcuni professori. Ma non avevano un dormitorio separato solo per loro.
Fin quando...
Un giorno, avviandosi verso il dormitorio per prendere un paio di pergamene, la videro. Era una porta. Proprio in mezzo ai dormitori femminili e quelli maschili. Era comparsa così, al posto del solito muro divisorio. Chiesero ai loro amici se anche loro lo vedessero, ma nessun altro sapeva di cosa loro stavano parlando. Ma da quel giorno, ogni volta che dovevano andare in dormitorio, quella terza porta era lì.
L'anno dopo, durante il percorso d'orientamento che viene fatto ai primini, loro stavano mostrando ad alcuni ragazzini del gruppo dove si studiava, quando uno di loro chiese a cosa servisse la terza porta, quella tra il dormitorio femminile e quello maschile. Loro si bloccarono, e guardarono quel primino, che stava ricevendo strane occhiate dai suoi compagni.
L'aprirono insieme, il primino e loro. E si scoprì che c'era un altro dormitorio. I letti erano accuratamente sistemati, la luce del sole splendeva attraverso i vetri delle finestre, e l'intera stanza sembrava assolutamente accogliente. Il primino era estasiato, e anche loro si ritrovarono a sorridere. Entrambi si trasferirono lì il giorno seguente.
Dopo che vi si trasferirono, tutti gli altri riuscirono a vedere quella porta. E, lentamente, la stanza cominciò ad accogliere altre persone. Studenti di tutte le età presero a richiedere di stare lì, dai primini che sembravano entusiasti, agli studenti più grandi che avevano a lungo esitato.
*
Vedete, un aiuto, ad Hogwarts, verrà fornito a chiunque. Persino a coloro che non sanno ancora di volerlo.
Fatto il misfatto
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top