33. Piano in atto

DIEGO POV

«Dimmi ciò che sai di Leonardi» mormoro all'anziano uomo di fronte a me legato a una sedia con filo spinato, che punge ogni parte del suo corpo, ad ogni suo movimento brusco.

«La mia bella e inutile figlia e tra due fuochi potenti» brontola, «se avessi saputo prima il suo valore l'avrei venduta molto tempo fa a un ottimo prezzo»

Lo guardo disgustato dalle sue parole.

Come può un padre essere così crudele, dopo tutto il male che gli ha già fatto?

Afferro un ferro già molto caldo, posto nella stufetta alla mia sinistra, e mi avvicino a lui «sai che non mi piace che parlino così della mamma di mia figlia?» bofonchio serio ormai impaziente di sentire la voce di questo essere animalesco.

«E inoltre non mi piacciono gli uomini che puzzano di merda» mormoro toccando la sua spalla con il ferro caldo, facendolo trasalire dal dolore.

«Parli o subisci?»

«Parlo» mormora dolorante.

Pensavo avrebbe resistito ancora un po', ma si sa che un uomo che è sul punto di vendere la propria figlia per soldi, è un uomo senza palle. E lui di palle non ne ha.

«Bene, ti ascolto»

«Non so molto, solo che è ossessionato da mia figlia. In questi mesi l'ha sempre fatta pedonare, sa delle vostre uscite, delle visite dalla ginecologa, sa tutto. Mi ha mandato all'ospedale per rapire mia figlia e portarla da lui»

Lei è mia. E mai permetterò una cosa del genere. Mai!

«Cosa ci vorrebbe fare?»

Scrolla le spalle, «è solo innamorato, non gli farebbe mai del male. Conosco dai suoi occhi quell'amore che prova, proprio come lo vedo nei tuoi occhi»

Rido sarcastico, «cosa ne sai tu dell'amore? Se non sei riuscito ad amare nemmeno tua figlia?»

Sogghigna, «ti sbagli. Io ho amato un tempo, ma poi quell'amore mi ha spezzato le ali»

Lo guardo confuso, e prima che dica una parola lui mi precede, «ero innamorato di una donna, la sorella di Tiana»

Sgrano gli occhi, «hai tradito Tiana con sua sorella?» chiedo disgustato

«No, io prima di Tiana stavo con sua sorella» si blocca, «ma mi ha usato, ero un uomo ricco e di successo un tempo, lei voleva solo quello, fino a quando non ha trovato di meglio e mi ha gettato via. Sono stato molto male in quel tempo, ero capitato in brutti giri di giochi illegali e ho iniziato a bere e a sniffare»

La storia mi sta incuriosendo molto, «e poi?» dico con interesse

«Ho voluto vendicarmi, prendendomi la verginità della sua sorellina, l'unica persona che lei amava più di sé stessa»

Bea non mi ha mai parlato di sua zia, né tantomeno di questa storia.

«Ma è successo che Tiana è rimasta incinta, giusto?»

Annuisce, «giá» mormora, «non volevo un figlio, volevo solo vendetta ma è capitato e mi sono preso la mia responsabilità»

«Tutto ciò che gli hai fatto passare la chiami "responsabilità"?»

«Quando Bea era piccola io ero un padre più che presente, magari lei non se lo ricorda. Ma poi anche sua madre mi ha tradito, ed io non ci ho visto più. Mi è ritornato in mente la storia di Teresa, e così ho iniziato a trattare male la mia famiglia»

(TERESA "sorella di Tiana")

«Cosa c'entra Beatrice in tutto questo? Lei non ha colpa per essere nata»

«Il mio scopo è colpire Tiana, non Beatrice»

Metto subito fine a questo argomento, visto che mi sto leggermente innervosendo, «che fine ha fatto Teresa?»

Scrolla le spalle, «mai più rivista»

Annuisco alzandomi dalla sedia per uscire dal seminterrato, «mi lasci qui?» mormora facendomi voltare.

«Perchè hai qualche appuntamento?» sogghigno uscendo dalla stanza.

Avvio una chiamata a quattro persone: i miei migliori amici, per sapere se il piano sta andando bene.

-come vanno le cose?-

-Qui bene, ho tutto sotto controllo- mormora Rafael
Lui è appostato con alcuni uomini davanti la casa di Leonardi.

-Qui non tanto, abbiamo perso di vista i suoi uomini- mormora Thomas
Sbatto i pugni sulla porta in metallo, spaccandomi le nocche, -cazzo Thomas, come avete fatto?-

-Non preoccuparti, stiamo cercando dappertutto-
Mentre Thomas sta tenendo sotto controllo i cantieri di quel bastardo scortato dai miei uomini.

-Aleandro?- mormoro, non sentendo la sua voce, -come va li?-
Aleandro invece è andato in missione nella sua azienda con i miei uomini.

-Fratello, sono qui. Credo che qui ci sia un po' di movimento, dovresti venire-

-Arrivo subito, mandami un messaggio di dove siete nascosti- mormoro, -Rafael e Thomas voi rimanete hai vostri posti- aggancio e mi precipito in macchina, seguito da altre quattro macchine con quattro uomini in ogni auto.

Per sicurezza ho fatto mettere due uomini all'entrata dell'ospedale e altri due davanti la porta di Beatrice, se quel bastardo ci ha provato una volta lo farà una seconda volta.

Dopo venti minuti arrivo davanti l'azienda Leonard's Jobs, mi avvicino indiscreto verso il nascondiglio di Aleandro, una volta raggiunto mi accovaccio per terra per non farmi vedere.

«Lui è qui» mormora Aleandro ancor prima che parlassi

«Da quanto tempo?»

«E' appena arrivato, credo che abbia una riunione»

«Sei riuscito a capire entro quando potrebbe finire?»

Annuisce, «un ora circa, stanotte abbiamo messo dei piccolissimi registratori all'entrata, durante il cambio di guardia, ascoltiamo ciò che dicono da qui» mormora alzando un auricolare collegata al telefono.

«Abbiamo poco tempo» mormoro nervoso

Aleandro mi guarda e mi rivolge un lieve sorriso, «non preoccuparti, lo prenderemo»

«Hai pensato alle macchine?» chiedo

«Ovvio, tutte le ruote bucate eccetto la sua, in cui abbiamo messo anche un microchip, in caso non riusciamo a prenderlo»

«Si accorgerà che c'è qualcosa che non va» mormoro

«Abbiamo pensato anche a quello, abbiamo bucato le ruote con ago, ci è voluto un po' per farlo entrare ma c'è l'abbiamo fatta»

«Logico, molto logico» mormoro, «le ruote si sgonfieranno a poco a poco fino a fermarsi, e quello sarà il nostro momento»

«In caso contrario faremo piazza pulita, sai che non vedo l'ora di impugnare una pistola per uccidere, è da troppo tempo che non lo faccio» sogghigna divertito.

«Beh, che il gioco abbia inizio» rido, mando un messaggio a Rafael e Thomas di venire da noi e poi spengo il telefono.

Dopo anche l'arrivo di Rafael è Thomas riunisco tutti gli uomini, «E' già passata mezz'ora, la riunione sta per finire, teniamoci pronti» dico a tutti gli uomini qui presenti.

Tutti annuiscono impugnando la loro pistola, sistemandosi nelle rispettive macchine, anch'io salgo in macchina con Rafael, «al mio via partiamo» mormoro dal walkie-talkie presente in macchina, in modo che tutti mi sentano.

In ogni macchina ho fatto mettere un walkie-talkie, perche può servire per ogni evenienza, tipo oggi.

La maggior parte rispondono con un 'ok capo'.

Poco dopo vediamo uscire Leonardi dall'azienda per salire in macchina, avvio subito la geolocalizzazione dal mio telefono, per tracciare ogni suo movimento è stata un idea fantastica applicare una microchip nella sua macchina, dovrò dare una ricompensa a Aleandro.

Due minuti dopo parte seguito dai suoi scagnozzi, «ora» urlo dal walkie-talkie partendo indiscreto dietro la filata di macchine, guidate dagli uomini di Leonardi.

Prendiamo una strada secondaria e pian piano le loro macchine iniziano a perdere il controllo, dovuto alle ruote scoppie.

Tutte le macchine si fermano, tutte tranne quella di Leonardi che, è troppo impegnato per accorgersi che dietro di esso non ci sono più i suoi uomini, bensì ci sono io.

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