30. La rivelazione

(Scusate se troverete errori appena concluderò la storia, farò un'accurata revisione di tutti i capitoli)

BEATRICE POV

«Buongiorno Dario, come stai?» chiedo entrando in camice, nella sua stanza

«Ora che ti vedo molto meglio» mormora, tenendosi stretto il punto in cui è stato ferito, «ho saputo che ti sei fidanzata»

Annuisco, «giá»

«Il tuo fidanzato è stato abbastanza convincente per non farmi avvicinare a te» replica, «sei fidanzata con un mafioso? Tu che odiavi ogni forma di male» tossisce, «non hai mai tollerato che tua madre stesse con un mafioso, perché hai sempre odiato la mafia»

«Dario con lui è diverso»

«Cosa è diverso? Sai chi mi ha sparato? Uomini che sono collegati proprio alla mafia, quella non era una semplice rapina, era un avvertimento per il mio capo»

Sgrano gli occhi, «s-sei sicuro?» balbetto.

Spero che Diego non c'entri nulla con tutto questo, altrimenti non glielo perdonerò mai.

«Sono fin troppo sicuro»

«Adesso riposati però, d'accordo?» mormoro uscendo dalla stanza

«Bea» mi chiama facendomi voltare, «il dottore mi ha detto che sei stata tu ad operarmi e che l'hai pregato di vegliare su di me, grazie»

Sorrido dolcemente e vado via.

Mi affretto ad andare nella mia stanza per poter vomitare nuovamente, Diego aveva ragione su tutto sul fatto che mi sarei sentita male.

Mi sono sgozzata come un animale è questo è il risultato, brava Bea. Davvero brava!

Dopo aver rimesso nuovamente, chiamo la mia segretaria, per dirle di portarmi qualcosa per l'intossicazione.

«Prego dottoressa» mormora Delia porgendomi delle pillole.

«Grazie mille Delia, puoi andare»

Afferro la borsa per prendere l'acqua ma talmente sono sbadata che la rovescio per terra.

Mi accascio per raccogliere tutte le cose che sono uscite quando vedo un pacco di pillole.

Cazzo!

Le pillole del 24h, e da un po' che non le prendo. Non sono abituata, ho dimenticato totalmente a prenderle.

Chiamo subito Delia, «mi dica»

«Sai che la dottoressa Grossi è qui?»

«L'ho appena vista arrivare»

Oh Camilla, sei la mia unica salvezza.

Corro al piano ginecologia per incontrare Camilla, «Cami mi devi aiutare»

«Bea, vieni nel mio ufficio»

«Cosa è successo?»

«Una cosa molto grave» mormoro facendo avanti e indietro nella stanza

«Bea calmati, dimmi tutto»

«La pillola, l'ho dimenticata da tanto tempo»

Mi guarda confusa, «che intendi? Sei malata?»

«Peggio» rispondi continuando a fare avanti e indietro per la stanza

Si mette una mano sulla bocca, «oh Santo Cielo Bea, mi dispiace. Di che malattia si tratta?» chiede correndo verso di me per abbracciarmi

«No Cami, nessuna malattia. Credo di essere incinta» confesso

Sgrana gli occhi, «vieni subito con me» mormora afferrandomi dal braccio per farmi sedere con le gambe aperte in una sedia di ginecologia.

Inizia a farmi l'ecografia, «che succede?» chiedo cercando di allungare il collo per vedere lo schermo, «non sono incinta, vero?»

Mi guarda e sorride, ed io tiro un sospiro di sollievo.

«Mi hai dato una grande notizia, se fossi stata incinta non avrei saputo come dirlo a Diego, bene fammi scendere allora»

Continua a sorridere, «Bea» sussurra, «sei incinta di due mesi e mezzo»

Sgrano gli occhi incredula.

Sta scherzando, vero?

Cioè avere un bambino è il mio sogno ma non ancora, avrei voluto più tempo.

«Guarda quanto è piccino» bofonchia girando lo schermo verso di me, «vuoi sentire il cuore?»

Annuisco.

Dopo un attimo si avvia il rumore più bello che abbia mai sentito in vita mia, il piccolo battito del mio bambino.

«Sono felice per te»

«Cami, per favore non parlarne con nessuno per il momento»

«Non devi preoccuparti, tieni ho stampato la foto del tuo bimbo, dalla al tuo lui. Sono certa che sarà felicissimo»

Su questo non ho dubbi, Diego sarà al settimo Cielo.

Afferro l'ecografia e la tocco delicatamente.

«Leon devo uscire un attimo puoi badare anche nel mio reparto?» chiedo come una supplica

«Vau pure burlona»

«Sei il migliore» mormoro regalandogli un sorriso

Avvio una chiamata per Diego, devo vederlo il prima possibile.

-Come mai la mia piccola chiama nell'orario di lavoro?-

-Dobbiamo vederci subito-

-Bea cosa è successo? Qualcosa di brutto?-

-Dipende da come lo interpreterai tu-

-Cazzo, sto arrivando-

Aggancio e mi dirigo all'uscita dell'ospedale, mi siedo in una panchina aspettando l'arrivo di Diego

«Bea stai bene?»

«Dobbiamo parlare» dico seria

«L'hai scoperto?»

«Cosa?»

«Ho minacciato Dario di non avvicinarsi a te»

In quel momento mi vengono in mente le parole di Dario sulla rapina.

«Lo so, sei stato tu a fare la rapina? Mi ha detto che è stato un colpo di Mafia a farlo per dare un avvertimento al suo capo»

«Bea io non mi abbasso a chiedere il pizzo e poi quella zona è di Leonardi, credi davvero che avrei messo in pericolo la vita di centinaia di innocenti?»

Il mio cuore si allarga di gioia alle sue parole, così mi prendo di coraggio e gli racconto della gravidanza.

«Devi dirti un'altra cosa»

«Cos'altro è successo?»

«Sono incinta» sussurro piano che a stento lo sento io

«Non ho capito, se magari altri il timbro di voce»

Prendi la borsa e afferro l'ecografia per dargliela, «cosa e?»

«Apri»

«Che cosa è questo puntino?»

«Un bambino»

«Un bambino?» chiede inarcando il sopracciglio, «aspetta che bambino?»

«Un bambino, hai presente i neonati?»

Mi guarda confusa, «so cosa sono i bambini, ma cosa devo farci con questa?»

«E' tuo figlio o figlia» rispondo

Sgrana gli occhi, «t-u tu sei incinta?»

Annuisco, «mi dispiace, non sono abituata a prendere la pillola. Mi sono dimenticata, oggi mentre rovistavo nella borsa ho trovato il pacco pieno d ne mancavano solo cinque»

«Bea tu sei incinta» esulta, «Dio, grazie»

Mi prende in braccio facendomi girare, «incinta. Tu sei incinta»

Mi mette giù, «questo è il mio bambino» mormora accarezzando la foto.

Sorrido di cuore, «non sei arrabbiato?»

«Sono grato che ti sei dimenticata di prenderla, non sai quanto desideravo un bambino nostro, ma non sapevo se tu eri pronta»

«E siamo davvero pronti?»

«Bea io sono pronto ad iniziare questa nuova vita con te, tu lo sei?»

Non so rispondere a questa domanda.

Lo sono?

Sono pronta ad essere una mamma?

«Bea» mormora, vedendomi distratta «tu non sei pronta?»

«Sono pronta» sbotto, «sono pronta a diventare una famiglia con te Diego, lo sono» dico entusiasta.

Questo bambino cambierà la nostra vita.

Mi stringe forte a sé, baciandomi la fronte «non vedo l'ora» mormora continuando a baciarmi.

«Andiamo a dirlo hai nostri genitori?»

Tiro un sospiro di rassegnazione, «andiamo»

Saliamo in macchina e entrambi ci dirigiamo a casa sua, per parlare con i nostri.

Dopo secondi, minuti e ore di ansia gliel'ho abbiamo detto, erano tutti felici.

La mamma è Ginevra sono scoppiati persino a piangere insieme a me dall'emozione.

Tutti i cinque ci abbracciamo come una famiglia, una vera famiglia.

Una famiglia che io e la mamma non abbiamo mai avuto, a causa di quell'uomo che si fa chiamare papà.

Una famiglia che ho sempre negato sin dall'inizio perché erano mafiosi, ma che ora sono contenta di ciò che abbiamo creato.

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