29. Il risveglio
(Scusate se troverete errori appena concluderò la storia, farò un'accurata revisione di tutti i capitoli)
BEATRICE POV
Durante la notte ho avuto diversi incubi di Diego, che infliggeva dolore su quell'uomo.
Ciò che ha fatto quell'uomo merita la morte, ma non posso negare che vedere Diego in quello stato mi ha messo paura.
Ho quasi paura di lui.
Quella paura che avevo il primo giorno che l'ho incontrato, adesso è ritornata.
Com'è strano il destino.
Ha fatto incrociare il cammino di due sconosciuti totalmente diversi, li ha fatti diventare fratellastri e poi li ha fatti innamorare.
Io che salvo vite agli umani, e lui che le toglie.
Io voglio il benessere delle persone, e lui che li tortura.
Mi chiedo quante vite ho salvato, ma che in realtà non avrei dovuto, chissà se tra i tanti casi ci fossero assassini, stupratori o pedofili.
Il nostro lavoro non ci permette di giudicare dobbiamo solo salvare, per quel che possiamo, le vite.
Ci dobbiamo limitare solamente a quello.
Dopo ieri sera, Diego è venuto nel mio appartamento e abbiamo parlato per tutta la notte, abbiamo chiarito, ma non nego che ho ancora paura di lui.
Eppure mentre dorme sembra così sereno e tranquillo.
Oserei dire che sembra quasi un angelo puro.
Accarezzo lentamente i suoi capelli, guardandolo dormire beatamente e continuo a pensare se quell'uomo che ho visto ieri nel seminterrato sia lo stesso di colui che sta dormendo con me.
«Buongiorno» mormora dandomi un bacio nell'interno della mano.
«Buongiorno a te» rispondo sorridendo
«Svegliarmi accanto a te è come svegliarsi in paradiso» sogghigna assonnato.
«Invece svegliarsi con te e come essere nell'inferno, ti rendi conto che hai russato tutta la notte?»
Scrolla le spalle sorridendo, «che vuoi farci, l'inferno è la mia casa»
«Vado a preparare qualcosa da mangiare»
Mi afferra il braccio avvicinandomi più vicino a lui, «non andare, rimani con me»
«La colazione non si cucina da sola»
«Potremmo mangiarci a vicenda» sogghigna malizioso, sprofondando le sue labbra sulle mie.
Mi metto a cavalcioni su di lui, e mi soffermo sui suoi occhi.
In questo momento sono così luminosi e belli, emanano amore a tutte le ore.
Vorrei tanto che mantenesse queste iridi smeraldo, anziché grigie scuro.
«Ti amo» mormora mantenimento lo sguardo nei miei occhi azzurri.
Sorrido, «ti amo anche io»
«Ti desidero troppo Bea» sbotta iniziando a baciare il mio collo freneticamente.
I brividi mi assalgono, inizio a muovermi sopra il suo cazzo, facendomi sfuggire piccoli gemiti di piacere.
E dopo un risveglio con i fiocchi, entrambi ci dirigiamo in bagno, a fare una bella doccia fredda.
«Queste sarebbero uova?» mormora entrando in cucina, a petto nudo con un asciugamano attorno alla vita.
«Vuoi andare a vestirti? Da un momento all'altro potrebbe arrivare Maggie, non l'ho avvisata della tua presenza» mormoro nervosa.
«Saresti gelosa?» chiede compiaciuto
«Non sono gelosa, lo dico solo per non metterla in imbarazzo»
Dopo aver parlato con Maggie della mia relazione con Diego, nonostante non fosse tanto convinta, ci siamo dati degli orari per la casa per evitare dei momenti imbarazzanti.
«Bene, se non sei gelosa lascia che mi veda allora» mormora sedendosi a tavolo.
Continua a fissare le uova, non convinto, «non so se assaggiarle»
L'ho ammetto non hanno un bell'aspetto, per mia fortuna la maggior parte delle volte è Maggie a cucinare.
Sono un buon dottore non posso essere anche una buona cuoca, no? Ognuno ha il suo mestiere!
«Avranno anche un brutto aspetto, ma sono buone» mormoro prendendone un boccone.
La nausea assale la mia gola, corro subito in bagno a vomitare.
«Buone, vero?» chiede Diego, affacciandosi alla porta.
Mi asciugo la bocca con la mano, dopo aver vomitato anche l'anima e mi alzo per lavarmi i denti e la faccia, «non fare lo stronzo»
«Andiamo a fare colazione fuori?»
Annuisco, «sarebbe meglio»
«Bea sono in casa» sento udire da lontano. Maggie è arrivata!
Afferro per il braccio Diego e lo catapulto nella mia stanza per farlo cambiare, «ti avevo detto che sarebbe arrivata, e se ti vedesse così? Cambiati subito» sbotto arrabbiata, uscendo dalla stanza
«Le hai fatte tu?» chiede rivolgendosi alle uova.
Santo Cielo, stamattina si sono messi tutto d'accordo per prendere in giro le mie doti culinarie.
Annuisco abbassando lo sguardo, vergognandomi del disastro che ho fatto sia con le uova e sia con la cucina.
La vedo afferrare un boccone, «no!» urlo cercando di fermarla, ma è troppo tardi.
Le mie uova sono già nella sua bocca, «sono molto buone, tralasciando l'aspetto» mormora prendendomi in giro.
Sgrano gli occhi, «sono buone?» chiedo sbalordita
Mi guarda confusa, «si, cosa c'è di strano?»
«Appena le ho messe in bocca sono andata a vomitare»
Scoppia a ridere, «sono buone, hai fatto di peggio»
Mi prendi di coraggio e le assaggio nuovamente, tanto non ho più nulla da vomitare «mh hai ragione, mi sono venute proprio buone»
«Ah ah, allora perché hai vomitato?» chiede inarcando il sopracciglio.
Scrollo le spalle, «non so» mormoro sgozzandomi di uova, dal nulla mi è venuta così tanta fame che mi mangerei anche il tavolo.
«Bea eccomi» mormora Diego alle nostre spalle, spalancando gli occhi.
«Perché ti stai sgozzando così? Sembra che non mangi da dieci anni»
«Ti ricordi che tutto ciò che avevo nella pancia l'ho vomitato due minuti fa»
«Andiamo a fare colazione al bar» sbotta divertito
Annuisco.
Prendo la borsa e il telefono e ci dirigiamo fuori dall'appartamento
«Ah Maggie» sbotta Diego, «buongiorno cara» continua, beccandosi uno sguardo da cerbiatto arrabbiato da Maggie.
«Bea» urla, «non vorrai lasciarmi qui a pulire la cucina da sola?»
«Anch'io ti voglio bene Maggie un bacio» rispondo scappando via.
Saliamo in macchina e andiamo al bar vicino l'ospedale, «Bea ti sei sgozzata di uova e ora hai mangiato due cornetti, ti senti bene?» chiede Diego sbalordito
«Mai stata meglio. Sai che mi piacciono tanto i cornetti»
«Ti sentirai male con tutto questo cibo»
«Sono una dottoressa mi curerò da sola»
Sogghigna malizioso, «mh, e dimmi dottoressa puoi curare anche me? Ho tanto dolore»
«Oh poverino, dove hai dolore?»
«Proprio qui» mormora, facendo il labbruccio, indicandomi le labbra con l'indice.
«Potrei scriverti una pomatina in due giorni il dolore scomparirà» rispondi scherzando
«Non c'è una cura più veloce?»
«Certo che c'è, vieni» dico dandogli un bacio a stampo, «è passato?»
«Purtroppo no, forse devi riprovare»
Mi avvicino nuovamente alle sue labbra appoggiando le mie, per donargli un'altro bacio a stampo, ma quando sto per allontanarmi mi afferra da dietro il collo baciandomi nuovamente.
La sua lingua vuole l'accesso alla mia, gliela concedo e ci divoriamo le labbra.
Ci stacchiamo alla suoneria del mio telefono che mi informa che qualcuno mi sta chiamando.
-Leon dimmi-
-Bea, il tuo amico si è svegliato-
-Grazie mille sei unico, a dopo-
Stacco la chiamata e mi volto verso Diego, «unico? Davvero?» chiede
«Non fare il geloso, devi andare» mormoro dandogli un bacio a stampo per poi scappare
«E comunque io non sono geloso» sento urlare da dietro
Mi volto e sorrido mandandogli un bacio volante, poi mi affretto ad entrare all'ospedale per fare visita a Dario.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top