25. Il famoso caffè
(Scusate se troverete errori appena concluderò la storia, farò un'accurata revisione di tutti i capitoli)
BEATRICE POV
Da quando io e Diego abbiamo litigato, sento un vuoto dentro di me che mi conduce in un abisso.
Ho detto delle parole dure, forse me ne pento, ma mi ha fatto stare molto male.
Ero arrabbiata, la rabbia ha parlato per me.
Ed ora ho una voglia di correre tra le sue braccia per dirgli quanto lo amo, per dirgli che insieme supereremo tutto.
Quando l'ho sentito parlare con Marianne, pensavo che volesse andare da lei per consolarsi del nostro litigio, per farmi un torto.
Non pensavo che il suo piano fosse incastrare Damiano.
Tutta questa questione mi sta facendo uscire fuori di testa, essere al centro di due nemici non era nel mio piano di "vita felice".
Oggi all'ospedale c'è meno movimento rispetto gli altri giorni, oltre alle visite mattutine dei pazienti e a qualche medicazione qua è là, la giornata è passata in fretta.
Non voglio tornare a casa, avrei preferito che oggi passasse più lentamente.
Mi chiedo se Dario sia già arrivato, abbiamo deciso con mamma di farlo rimanere lì da loro finché non si sistemerà; sarebbe meglio per tutti noi.
Non voglio ulteriormente fare arrabbiare Diego.
Se lo incontrassi non saprei come comportarmi, se fosse stato qualche mese fa, forse avrei tante cose da dirgli. Ma da quando ho incontrato Diego è cambiato tutto, lui mi fotte il cervello.
Decido di mandare un messaggio, sono impaziente di non sentirlo e vederlo da ieri.
BP: Possiamo parlare?
DM: Non penso ci sia altro da aggiungere dopo ieri sera
BP: Ero arrabbiata
DM: Mi hai detto che non c'è mai stato un noi, quindi di cosa vorresti parlare?
BP: Sto andando a casa, se vuoi parlare mi trovi li
DM: Dovrei venire a conoscere con il tuo ex?
BP: Lui non ci sarà, dormirà da voi. Ho deciso che fosse meglio così, ti aspetto a casa. Se poi però, decidi di voler incontrare il mio ex fai pure, non ti trattengo :P
DM: Sei proprio una stronza, arrivo
Sorrido al suo ultimo messaggio e inserisco il telefono in borsa, mi affretto ad uscire per arrivare il prima possibile a casa.
Sono così felice che venga, forse potremmo finalmente chiarire i nostri malintesi.
«Salve signorina mi manda il signor Diego» mormora un uomo davanti a me.
«Diego non mi ha detto nulla» mormoro diffidente, «e poi non ti ho mai visto»
«Sono Marco, mi hanno appena assunto come autista» mormora gentile.
Salgo in macchina con alcuni dubbi che balzano nella mia testa.
«Scusi dove stiamo andando? Questa non è la strada di casa mia» dico andando nel panico
«Il signor Diego ha cambiato destinazione, la porterò dove mi è stato chiesto» mormora infastidito.
«Per favore si può fermare?» dico, «voglio chiamare Diego» mormoro cercando di aprire lo sportello bloccato.
Qui c'è qualcosa che non va. Diego non avrebbe mai mandato un suo uomo per venire a prendermi e inoltre mi avrebbe avvisato del cambio di programma proprio per non farmi spaventare.
Prendo silenziosamente il telefono e avvio una chiamata per Diego di nascosto, spero tanto che risponda e che capisca che sono nei guai.
DIEGO POV
E ormai mezz'ora che adotto fuori dalla porta, forse si è incontrata con il suo ex.
Al solo pensiero, la rabbia irrompe subito nel mio sistema nervoso.
Ricevo una chiamata da parte sua che prendo a volo, spero non abbia rimandato il nostro incontro.
«Bea sono dietro la porta» mormoro, «Bea ci sei?» chiedo non udendo la sua voce.
«Non posso. Mi dia il telefono per favore» sento dire da una voce maschile.
E il suo ex? Cazzo, Bea.
Cosa stai combinando? Perché chiamarmi se è con il suo ex? Forse ha sbagliato?
«Scordatelo, fammi scendere subito da questa macchina. Non sei un uomo di Diego,vero?» sento urlare Beatrice.
E subito capisco.
Beatrice è in pericolo.
«Se solo oserai mandare un messaggio o chiamare sarai davvero nei guai, ti tengo d'occhio» dice l'uomo.
«Dove mi stai portando?»
Dalla sua voce posso capire quanto spaventata sia, continuo ad ascoltare la loro conversazione mentre corro di sotto verso Paolo.
Metto il muto al telefono, «chiama subito Aleandro, digli di rintracciare Bea. È un chiamata con me, deve fare in fretta»
Annuisce e si allontana telefonando.
«Dal mio capo, pare si sia preso una sbandata per te» mormora divertito.
Pezzo di merda. Damiano Leonardi, sarò la tua fine.
«Aleandro sta cercando la sua posizione, signore» mormora Paolo correndo verso di me, «mi ha anche detto che Marianne ci ha dato un indirizzo, non sappiamo se sia una trappola però»
«Andiamo» mormoro incazzato salendo in macchina.
Ti salverò piccola mia, lo farò.
E dopo non ti lascerò mai più, lo prometto.
Dall'altra parte non si sente udire più nulla, ma la chiamata è ancora accesa.
BEATRICE POV
Getto il telefono nascosto dietro il sedile, cercando di essere ancora in chiamata, così che mi possano rintracciare ed esco dalla macchina seguita da quest'uomo che mi ha sequestrata.
«Ciao splendore, spero che Marco non ti ha spaventata» mormora la vice più insopportabile del mondo.
«Cosa ci faccio qui?» chiedo arrabbiata.
«Non hai mai voluto prendere un caffè con me, così sono stato io a portarti dal caffè» bofonchia divertito.
«E mi hai portata qui solo per il caffè?» chiedo inarcando il sopracciglio.
Annuisce, «oer cos'altro altrimenti?»
«Bene, prendiamo questo caffè e facciamola finita»
Sogghigna malizioso, «prego, dopo di te» dice, facendo a modo suo il gentiluomo.
Entro in casa e rimango meravigliata, è davvero bella.
«Da questa parte» mormora, afferrandomi delicatamente dal braccio per farmi voltare a sinistra.
Arriviamo un un salotto enorme, addobbato con colori neutri, i divani sono color avorio e al centro dei divani di trova un tavolino in vetro, dove sono posti due caffè e qualche dolcino.
«Appena fatto» mormora riferendosi hai caffè.
Mi siedo educatamente, cercando di perdere tempo.
Spero che Diego arrivi il prima possibile, non resisterò ancora per molto.
«La tua casa è molto bella» dico mentre mi gusto il caffè dal sapore dolce ma che lascia un aroma amara in bocca.
Mi chiedo come sia possibile.
«Era dei miei genitori, io ho cambiato gli arredi»
Lo guardo confusa, «era?»
Annuisce, «i miei genitori sono morti tanti anni fa, a soli diciassette anni ho dovuto provvedere a tutto da solo fino ad arrivare fino a qui»
«Beh, hai fatto tanta strada»
«Giá, ma cosa sono i soldi quando manca la felicità?» chiede con un velo di tristezza.
In fondo, molto in fondo, non è il tipo spiegato di cui credevo. Forse anche lui, come Diego, ha un cuore.
Ha solo bisogno di qualcuno che faccia uscire il suo lato migliore, che lo faccia rinascere.
In altre circostanze lo aiuterei, ma in questo momento io non sono la persona adatta.
«Ti mancano?» chiedo
Inarca un sopracciglio, «i tuoi genitori intendo, ti mancano?» replico.
Annuisce.
«Come sono morti?» mi riprendo, «se posso chiedere e se ti senti di dirmelo. Non voglio aprire ferite che potrebbero fare male»
«Incidente stradale, hanno manomesso i freni. Era il mio compleanno, stavano venendo a prendermi da scuola» dice, «e poi mi e arrivata la notizia»
Sgrano gli occhi, «Damiano mi dispiace tanto» dico sincera.
«Già, da quando ho perso i miei genitori vedevo solo il nero in tutto... tu sei stata l'unica a farmi notare che attorno a me ci sono anche altri colori»
«I-io mi dispiace... beh... come puoi dire queste cose?» chiedo, «non mi conosci, ci siamo viste così poche volte»
«Bea a me è bastato un solo sguardo per capire ciò che volevo. Al tuo fidanzamento mi hai subito rapito, non riuscivo a toglierti dalla testa»
«Per me non è lo stesso, mi dispiace» dico sinceramente.
Annuisce, «chi lo sa, forse un domani potrà accadere qualcosa. Non ho mai perso la speranza» mormora, «inoltre volevo scusarmi per il bacio, ma non sono riuscito a resistere alla tentazione»
«Capo c'è un problema» mormora un uomo entrando nella stanza.
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