13. Delusione e rabbia
(Scusate se troverete errori appena concluderò la storia, farò un'accurata revisione di tutti i capitoli)
BEATRICE POV
«Maggie fai attenzione» mormoro aiutandola a salire le scale, è completamente ubriaca.
«Questa è stata una mega festa, non sai quanto mi sono divertita» mormora, «quel ragazzo, Aleandro si chiama, vero? Oh, e così carino e gentile» continua, mentre apro la porta della sua camera.
Già, una super festa. Una festa in cui ho scoperto il mio fratellastro, colui che aveva appena confessato i suoi sentimenti per me, attaccato alla bocca di un'altra donna.
Appoggio lentamente Maggie sul suo letto, la aiuto a svestirsi, e poi mi dirigo in camera mia; ho bisogno di una doccia e di recuperare molte ore di sonno.
Entro in bagno e per poco non muoio dallo spavento: sul pavimento trovo Rafael dormiente.
«Rafael alzatii» mormoro piano, «dai su, cosa ci fai in camera mia?» dico cercando di alzarlo.
«Che festa! Una super festa» farfuglia, e capisco che anche lui è ubriaco.
Fantastico, sono diventata una baby sitter per alcolisti.
Apro l'acqua fredda e aggiungo un pò di bagnoschiuma nella vasca, cercando di far alzare Rafael per immergerlo così da svegliarlo dal suo stato di trance. Con il suo minimo aiuto, riesco a buttarlo in acqua ma, mi afferra il braccio facendomi cadere di soppiatto su di lui. Cerco più volte di rialzarmi, ma mi è quasi impossibile con lui sotto di me e con i miei piedi che scivolano a causa del sapone.
«Bea dobbiamo parlare» sento una voce che entra in bagno.
Diego è di fronte a me, con la mascella contratta e i pugni chiusi. I suoi occhi bruciano di fuoco ed emanano un aureola di oscurità.
«Che cazzo fai, e così che me la vuoi fare pagare? Scopandoti il mio migliore amico nella vasca?» urla afferrandomi dal braccio, facendomi uscire di soppiatto dalla vasca.
«Non è come pensi» mormoro infreddolita, «io... lui.. beh»
«Smettila di balbettare, non ho fatto altro che sentirmi una merda durante la serata. E tu che fai? Ti ritrovo in bagno con lui?»
In quel preciso instante i ricordi si raffievoliscono, lui con i jeans abbassati, l'oca con la bocca attaccata al suo cazzo, il suo volto eccitato.
Chiudo gli occhi e scuoto la testa, cercando di non pensarci, «chi sei tu per giudicare me? Ti sei dimenticato che ti ho visto con il cazzo attaccato alla bocca di un'altra? Vattene via» urlo disperata, colpendolo ripetutamente nel petto con le mani.
Mi afferra per le braccia e mi stringe in un abbraccio disperato, «non mi importa nulla di quella troia, mi importa di te» bisbiglia guardandomi dritta negli occhi. E potrei giurare di aver visto qualche lacrima uscire da essi.
Mi allontano subito da quell'abbraccio, «a me non importa nulla di te, non voglio più vederti. Esci» dico decisa con le lacrime agli occhi.
«Scordatelo, non ti lascerò da sola con lui» bofonchia infuriato.
«Cosa vuoi da me? Mi vuoi fare impazzire? Ascolta è meglio che ora te ne vai, perchè sto davvero perdendo la pazienza» minaccio, sbattendo l'indice contro il suo petto.
«Amici, amici miei. Non litigate, venite qui a navigare nelle mie acque» farfuglia Rafael, risvegliandosi dai suoi sogni.
«E' ubriaco?» chiede sbalordito.
Annuisco, «l'ho trovato disteso per terra, così ho pensato che un bel bagno lo avrebbe fatto riprendere»
Tira un sospiro di sollievo e annuisce, «va bene, me ne occupo io» mormora, «ritorno tra dieci minuti. Dobbiamo parlare»
Sospiro rassegnata ed entro in bagno. Mi lavo più in fretta che posso per paura che rientri in bagno e mi trova di nuovo nuda, mi avvolgo nell'accappatoio e indosso uno dei miei pigiama più sexy.
Gli farò vedere cosa ha perso.
Lo farò impazzire di gelosia, lo farò soffrire così tanto che rimpiangerà di essersi chiuso nella stanza con quella troia.
Sono sbalordita di me stessa, pochi giorni fa non mi sarei mai azzardata a comportarmi così e non avrei mai sparlato di una donna; questo mio nuovo carattere mi spaventa un pò.
La mia vita prima andava alla grande, ero una stronza che non calcolava nessun ragazzo che mi girasse attorno, ma ero anche gentile, anche con coloro che mi volevano fare del male di proposito, come i miei colleghi.
Il problema è che non ci facevo mai caso, ignoravo semplicemente, perchè non mi importava.
Invece ora, questa rabbia, la gelosia che provo nei suoi confronti, il fatto che voglia farmi sexy per lui... io non ero così, questo ragazzo mi sta cambiando radicalmente, e questa situazione non mi piace affatto.
DIEGO POV
Ritorno nella stanza di Bea e la trovo a disfare il letto, è messa nella posizione a 90 dandomi le spalle, con un pigiama sexy che fa intravedere il suo perizoma bianco e mette in risalto i suoi fianchi e il suo culo.
Mi fa uscire pazzo, la desidero troppo.
Metto una mano sul pacco per trattenerlo, «mi vuoi fare impazzire?» mormoro, facendola sussultare.
«Come sta Rafael?» chiede abbassandosi il pigiama sexy da morire.
«L'ho messo a dormire, starà bene domattina»
«Possiamo parlare?» chiedo avvicinandomi lentamente.
Annuisce dolcemente, «vieni»
BEATRICE POV
«Quando l'hai comprato?» chiede curioso, riferendosi al pigiama.
Scrollo le spalle, «in una boutique a Venezia» mormoro mentendo
Che i giochi abbiano inizio.
«Vedo che hai buon gusto nell'intimo» sogghigna divertito.
Quel maledetto sorriso, vorrei che se lo ingoiasse. Decido di continuare a giocare, così vedremo se avrà ancora quel sorriso odioso in faccia.
«In realtà me l'ha consigliato il mio ex» mormoro, «eravamo in vacanza solo noi due e me l'ha comprato» mento alla grande.
Non sono mai stata a Venezia nè tanto meno con il mio ragazzo. Ne ho avuto solo uno in vita mia, ma dopo l'esperienza con Tiago non sono più stata con nessuno. E' vergognoso dirlo ma a ventisei anni sono ancora vergine, ma io sono comunque felice di ciò.
Maggie dice che sono una ragazza troppo all'antica che mi dovrei divertire, ma come faccio dopo l'esperienza con Tiago?
I suoi occhi si iniettano di odio puro, e capisco di essere sulla buona strada per farlo impazzire letteralmente.
«Scherzi? Sei davanti a me con il pigiama del tuo ex? Non farmi innervosire Bea» sbraita, «hai dormito con lui con questo pigiama?»
Scrollo le spalle, «di cosa volevi parlarmi?» chiedo cambiando argomento, facendolo impazzire ancora di più.
«Ascoltami Bea, sono tanto tranquillo e non voglio innervosirmi quindi ora mi dici cosa hai fatto con il tuo ragazzo con questo pigiama addosso» mormora avvicinandosi di più a me.
«Non è affar tuo ciò che ho fatto»
«Bea sono al limite della pazienza»
«Ti rendi conto che stiamo parlando di uno stupido pigiama da tre ore? Dimmi di cosa volevi parlarmi e vai via, ho sonno» dico fredda.
Scatta dal letto facendo avanti e indietro ed io non posso fare altro che nascondere il sorriso che sbuca dalle mia labbra, per poter mantenere un profilo basso, da donna arrabbiata, delusa e seria.
«Ci ho dormito Diego. Ho dormito con il mio ragazzo e indossavo questo pigiama» sbotto, «ora per favore, smettila di camminare da una parte all'altra e dimmi ciò di cui vuoi parlare»
«Toglitelo» sbraita, «togli il pigiama. Sono certo che le impronte delle sue sporche mani saranno ancora li, ti ha toccata vero?» mugola furioso, «Bea toglilo, lo vado a bruciare»
Lo guardo confusa, «tu sei fuori di testa. Sai che esiste la lavatrice?»
«Non mi importa toglitelo e indossane un'altro»
«Non posso la maggior parte dei miei pigiami sono ancora da Maggie, quelli che ho qui sono stati comperati tutti da lui» sbotto nascondendo un sorriso.
«Oh, piccola mia. Non preoccuparti te la trovo io una soluzione, tu aspetta qui» mormora sfrecciando verso la porta.
«Ecco, tieni» mormora, «indossa questa» replica passandomi una maglietta da uomo, la sua suppongo.
«Non c'è bisogno» sbotto
«Bea, Santo Cielo mi fai impazzire. E poi passava la sua vita comprando dei pigiami?» mormora esausto, «dimmi il nome del tuo ex ragazzo»
«Te lo puoi scordare e comunque sì, sai dormivamo assieme, voleva che indossassi qualcosa di suo» sbotto nervosa, «adesso hai intenzione di parlarmi di stasera?»
«Va bene senti lasciamo stare, altrimenti faccio scoppiare una guerra. Ritornerò e brucerò tutti i tuoi pigiama, puoi starne certa»
«Basta. Perché sei qui?»
Il suo sguardo si incupisce, «mi dispisce Bea, ma dopo che ho visto la mano di Rafael quasi sul tuo culo non ci ho visto più. Non potevo nemmeno fare niente, non potevo venire e staccargli la mano dal braccio. Così ho iniziato a bere, poi mi sono sentito male e Marianne mi ha portato nel bagno di quella stanza per vomitare» prende una pausa, «poi è successo tutto così in fretta. Lei mi ha abbassato i pantaloni senza il mio consenso, e io non sono riuscito a fermarla. Pensavo solo a te, al baciamano di quel verme, alle mani di Rafael sul tuo corpo, agli sguardi che ci lanciavamo. Eri sempre nei miei pensieri; posso solo dirti che immaginavo la tua bocca attorno al mio cazzo, non quella di Marianne. Forse è proprio per questo che mi sono lasciato andare, perchè stavo immaginando te, so che non è una scusa per ciò che ho fatto, ho sbagliato e l'ho ammetto» mormora, «puoi perdonarmi?»
Mi ero completamente dimenticata della mano di Rafael sul mio fondoschiena, speravo che Diego non l'avesse notato, visto che io l'ho subito tolta, ma a quanto pare mi sbagliavo.
Rimango immobile, con le mutandine fracide sotto il velo che mi ritrovo per pigiama, stringo forte le gambe per evitare che se ne accorga.
«Non posso» dico fredda, «mi hai ferita»
«Anche tu mi hai ferito baciando Rafael sotto il mio sguardo. Quel bacio doveva essere mio»
«Dici sul serio? Il mio è stato un semplice bacio, tu hai fatto di peggio. E per la cronaca io ho preso l'iniziativa del bacio ma mi sono subito fermata perchè volevo che fossi tu a baciarmi, è stato Rafael ad afferrarmi il viso e baciarmi»
Sgrana gli occhi furioso, «bene, vado a spaccargli la faccia» urla sfrecciando verso la porta.
Scatto dal letto e mi metto davanti a lui, «non lo fare. Non ti azzardare. E' stata colpa mia, io gli ho dato la speranza di quel bacio e lui ha preso l'occasione»
«Hai detto che tu ti sei fermata ma lui ti ha comunque baciata, credi che farò finta di niente?»
«Se farai qualcosa a Rafael, non ti perdonerò mai. E il tuo migliore amico, e come un fratello per te, non posso permetterti di fare una tale sciocchezza» sbotto, «e ora vieni, dobbiamo parlare di Damiano»
«Ooh, siete diventati così tanto amici da chiamarlo per nome? Fantastico, proprio fantastico» sbotta furioso, sedendosi al mio fianco.
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