Sarò sincero

"Ho anch'io qualcosa da dire, - Prende la parola nostra nonna Indis. - che può esservi di conforto. Non ho mai avuto dei rapporti lieti con mio figlio acquisito Feanor, eppure tu Maedhros, e tu Maglor, ma anche Amrod ed Amras, avete sempre avuto per me la considerazione di una vera e propria nonna e non posso che esservi grata."

Credo che questo commento sia stato gradito a Manwe, perché annuisce deciso assieme a Varda.

"Non avevo motivo per considerarvi diversamente. In fondo io, noi, non avevamo mai conosciuto nostra nonna Miriel se non attraverso le parole e le storie di Finwe." Dico.

Indis sorride, mentre Findis ed Irime concordano con me.

"Se tutto dovesse... Se ce ne sarà la possibilità potremmo andare comunque insieme a visitare Miriel. Da quando vostro nonno ha deciso di... rimanere a Mandos, passo molto tempo in sua compagnia." Ammette Indis con un poco di imbarazzo, forse teme di essere fuori luogo a parlarne proprio ora.

"Ne saremo molto grati." Ci ritroviamo a dire insieme io e Finno.

"Le vostre dichiarazioni sono state accolte. Chiedo a difensore ed accusa di porre le loro domande, se ve ne dovessero essere." Commenta Mandos.

"Vorrei chiedere questo, è da un'eternità che vorrei farlo in effetti. Dopo che Feanor creò i Silmarill, come si comportò egli con voi?" Domanda Elrond.

Prima di rispondere guardo i miei fratelli e sorrido mestamente mentre incrocio lo sguardo di Maglor. Ammetto di essere colpito dalla domanda ed anche un po' a disagio.

"È la prima volta che mi chiedi questo, è vero. Beh... Ricordo le parole di mio padre e... Non è facile riferire certe cose, dopo averlo preso come modello e seguito in tutta la sua pazzia. Ad essere davvero sincero non posso dire che non sia stato un padre, mentirei, soltanto... Avrebbe dovuto dare ascolto a mia madre invece che estraniarsene. Ricordo i suoi tentativi di farlo ragionare e più lei lo comprendeva, più lui se ne estraniava. Purtroppo in mio padre si era come acceso un fuoco, già allora, una brace che ha preso a consumarlo a poco a poco a partire dai sentimenti, fino a che non si è letteralmente incenerito, dissolto, accidenti a lui! Ho sempre sofferto per come trattò mia madre durante il loro ultimo incontro e nel tempo precedente. Ricordo i suoi occhi, che la guardavano come una nemica e io... non ho fatto nulla, nulla, se non passarle accanto e seguirlo. Ricordo ancora i suoi lamenti, sento perfettamente il suo vano tentativo di tenere con lei Amrod ed Amras, il disprezzo di mio padre per la disperazione di mia madre. Veramente quel giorno siamo stati, sono stato, un vile, eppure andandomene piangevo dentro di me... Non abbiamo fatto nulla, non siamo riusciti a fare nulla per evitare, o almeno alleviare questa tragedia. In ogni caso non credo avremmo fatto desistere Feanor dal suo proposito. Comunque, rispondendo alla tua domanda, un giorno ascoltai di nascosto un suo vaneggiamento. Credo fosse di fronte ai Silmarill perché coglievo la sua sagoma profilarsi davanti ad un caldo sfavillio di diamante. E disse questo, che ciò che aveva più a cuore erano tre cose: i Silmarill, che considerava dei figli frutto soltanto della sua creazione, suo padre Finwe, colui che aveva più a cuore, ed infine noi sette suoi figli. Eppure non fu questo a raggelarmi, ma ciò che disse dopo... Si sarebbe vendicato nel peggiore dei modi contro chiunque lo avesse separato dai Silmarill e da suo padre. Noi non eravamo importanti per lui, nemmeno mia madre e di certo non vorrei vendetta. Non sono ingelosito, ma esterrefatto. Prima dei Silmarill non era così, lui, amava davvero mia madre, noi ed anche i suoi fratelli. Eppure il suo comportamento non fu tutta colpa di Morgoth, ne dei Silmarill, perché quei viventi splendori non hanno il male in loro. Ne era del tutto ossessionato e più volte l'ho sentito mormorare "i miei tesori, i miei tesori..." era raggelante. Ora comprendo infine perché abbia voluto seguirlo, in cuor mio speravo che, recuperati i Silmarill, reincarnato Finwe e sconfitto Morgoth, la nostra tragedia familiare si sarebbe ricomposta e finalmente tutto sarebbe tornato come era un tempo. Ora so di non essere stato saggio, di non aver compreso che nulla sarebbe tornato come prima, che era tutto vano. Davanti a me non c'era altro che morte. Avrei dovuto lottare per ciò che rimaneva dei miei affetti, avrei dovuto restare qui e forse... avrei evitato molte morti."

"Oppure ne avresti impedite di meno." Dice Finno abbracciandomi, nascondendo il mio viso contro il suo petto, celando, cullando e rinfrancando il mio silenzio turbato.

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