Fratello e sorella
I palazzi di Valmar sono avvolti come sempre in un'atmosfera di sogno e sembra ogni volta di sentire in sottofondo un vago intonare di musica, come se qualcuno nascosto in un angolo cantasse, cercando di farlo il più soffuso possibile. Tutti noi Eldar abbiamo da tempo immemore questa sensazione eppure non c'è nessuno che sia mai riuscito a cogliervi una singola parola in Valarin. Il saggio Rumil non fa che dire che non ci sia nessuna parola in questo canto, ma piuttosto che il messaggio segreto sia coglibile solo da coloro che hanno conosciuto il canto della visione di Eru Illuvatar, cioè Valar e Maiar. In ogni caso non è qualcosa che mette a disagio, anzi, è più una sensazione di tiepido sopore che precede il sonno e molti dicono che Melian è questo che ha insegnato a sua figlia Luthien e da ciò è derivato l'incanto con cui è riuscita ad addormentare Morgoth. Si dice che anche lui allora abbia per un attimo ricordato quel canto primigenio e che per questo sia stato nuovamente raffrenato nell'animo dall'Unico.
Invece il palazzo di Eonwe non l'ho mai visto e ciò che vediamo è ovviamente incredibile. A precederlo c'è un giardino decorato a ghirigori naturali, che racchiude al centro una fontana dalla forma fluida ed aggraziata, mentre l'edificio è di un brillante marmo lavorato a traforo, a motivi che paiono quasi aerei, con finti drappi che sono in grado di trarre in inganno sulla loro natura. Alle estremità della dimora ci sono due cupole panciute terminanti a punta affusolata, dalla copertura ad innumerevoli tegole dai colori variopinti, tutti sui toni chiari. Scendiamo con calma da cavallo e lascio il mio Haboel alle cure dei servitori della casa e poi aspetto che si occupino anche di quello di Finno, raggiungendo infine Eonwe assieme.
"Cosa ve ne pare?" Chiede l'araldo guardando beato la sua abitazione.
"È una meraviglia, come ogni dimora di Valmar." Commenta Finno e gli lascio volentieri la parola.
"Ti ringrazio! La Fontana è un progetto di tuo nonno Mahtan, Maedhros. Quando vi rivedrete, se sarà possibile, potresti chiedergli di mostrarti i progetti. È un buon disegnatore, non lo sapevi?" Chiede allegramente.
"Credo non abbia ancora avuto modo di raccontarmelo. Di certo questa è una cosa che lo rende orgoglioso, ne sono più che convinto. Ha sempre sognato di fare un'opera che potesse essere all'altezza della dimora di un Maiar, non osando arrischiarsi per quella di un Valar." Ammetto colpito.
"So che hai l'idea di diventare un artista, le notizie corrono quando le si affida ad Aule. Tuo nonno sarebbe ben in grado di aiutarti e certamente tua madre potrebbe insegnarti come meglio preparare gli strumenti, i supporti e le tecniche." Risponde Eonwe per poi avanzare verso l'entrata della sua dimora.
Finno allora mi guarda sorridente ed io non posso che distogliere per un attimo lo sguardo dal suo, mi sento in un certo qual modo imbarazzato. Finno sbuffa divertito e mi avvio assieme a lui, dopo avermi posto la sua mano sulla spalla.
L'androne di ingresso ha una forma semicircolare, quasi la metà di uno spicchio di un arancio. Quando siamo del tutto prossimi ecco che scorgiamo entrambi con stupore quella che ci sembra una statua, anche se è in realtà Ilmare, sorella di Eonwe ed ancella di Varda. Ella ci osserva con serietà, eppure non sembra lo faccia per accusarci di qualcosa, ma più semplicemente il suo sguardo imperscrutabile la rende famosa e quindi la risposta al suo osservarci non è che un garbato sorriso, in virtù anche e certamente della Valier che rappresenta. In sua assenza è lei che fa le sue veci e quindi ora è come se fossimo al cospetto di Manwe e Varda in persona, i Signori di tutta Arda.
"Benvenuti nella nostra casa, nipoti di Finwe. Spero che mio fratello Eonwe vi abbia fatto da guida adeguata. Tende sempre ad eccedere troppo oltre il segno, come gli ribadisce spesso anche Manwe, ho parlato." Dice stentorea, eppure con appena una vena di divertimento.
"Grazie per essere contenta di rivedermi invece, sorella. Li lascio alle tue cure per ora, mi occupo del loro ristoro e poi... siate pronti." Detto ciò se ne va.
Ed io che volevo solo un comodo giaciglio per riposare!
"Lo avrete, non temete. Avete pensato alla stessa cosa nello stesso esatto momento. Siete molto in sintonia e non stento a crederlo, eppure... perché non avete dimostrato la stessa capacità al concilio? La mia Signora sa che ne siete capaci e si chiede quindi perchè non l'abbiate già fatto. Potrebbe esservi di deleterio alla lunga... Proprio ora non riuscite a moderare i vostri sentimenti? Ci si aspetta più resistenza da voi, Fingon il Valente."
Ci redarguisce lasciandoci senza parole.
"Ora seguitemi, avete bisogno di ristorarvi davvero... Stare troppo sotto lo sguardo di buona parte degli Eldar, di noi Maiar e Valar di Arda prosciuga di molte energie. E' capitato lo stesso a molti altri prima di voi, a partire da Fingolfin." Ammette lei.
"Anche mio padre?" Chiede Finno sorpreso, passandosi una mano fra i capelli.
"Certamente. Si è sottoposto al giudizio per ricongiurgersi con tua madre Anaire e la sua famiglia. Nonché poi per accogliere voi suoi figli, a partire da Argon, Aredhel ed infine tu. Per Turgon ci vorrà ancora qualche tempo..." Confessa.
"Oh, beh, avrei dovuto immaginarlo." Risponde lui.
"E' la verità." Concordo dandogli sostegno mentre seguiamo Ilmare in quegli ambienti colmi di arazzi di perle e diamanti simili a stelle, che brillano muovendosi nel cielo notturno a seconda dei giochi di Varda. Il pavimento è di un azzurro chiarissimo, ad imitazione dei moti delle onde del mare. In alto se ne stavano invece appollaiate delle aquile di bronzo dagli occhi di smeraldo. I nostri passi riecheggiano, mentre siamo sempre più vicini ad una zona dove c'è un gran viavai di inservienti.
"Mio fratello ha come sempre esagerato, ma spero ugualmente che possiate riposare e... sentitevi liberi di ritirarvi quando vorrete. Fidatevi delle mie parole. Prima però... La mia Signora desidera che tu abbia una visita, Fingon."
Restiamo entrambi sorpresi e ci guardiamo perplessi.
"Certamente. Dove dovremmo recarci?" Chiede lui incuriosito.
"No, la mia Signora ha chiesto espressamente che sia solo tu a partecipare all'incontro. Il tuo fidanzato è invitato a sedere al fianco mio e di Eonwe alla sua mensa."
Ilmare ci fissa con un incontestabile serietà, mentre noi non sappiamo che sgranare gli occhi ancora più di prima. Finno ed io ci guardiamo per un attimo e già preavverto che accadrà qualcosa, spero solo nulla di terribile.
"Io... Che cosa?' Chiede Fingon perplesso.
"Non temete, non vogliamo di certo separarvi, eppure così sarà più facile per entrambi. Certamente poi vi incontrerete di nuovo nella stanza che abbiamo predisposto per voi."
Questa separazione imprevista mi è inaspettatamente difficile. Mai avrei detto potessi davvero sentirmi così; non dico nulla, perchè mi sembra troppo stupido farlo, però... è la prima volta che ci separiamo da quando ci siamo ritrovati davvero. Ne sono preoccupato e... sento già la sua mancanza, accidenti!
Ilmare pare quasi sul punto di rivelare un fugace sorriso, eppure è talmente rapida questa sensazione che credo di essermi sbagliato.
"Non preoccuparti Finno, ci vedremo dopo. Ti aspetterò." Dico cercando di celare la tensione.
"Rasserenati anche tu allora... Tornerò di certo."
Detto ciò Finno mi bacia e poi segue Ilmare, mentre io entro nella sala sentendomi perso.
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top