Uno dei miei soliti incubi...

... Non capisco dove sono ma ciò che vedo attorno a me è nient'altro che nere montagne brulle ed accuminate, avvolte da nubi nere e fosche, mortifere. Le folate di vento sferzano il mio corpo, quasi lame taglienti che vogliano togliermi il respiro, a staffilate, lente e precise. In questo momento capisco dove sono e mi metto a gridare trovandomi appeso all'abisso delle Thangorodrim, ma nulla mi esce dalla gola fino a che non sento dietro di me una risata quasi amabile, ma che sa di mortale macchinazione e di divertita malignità.

"Per quale motivo ancora non vuoi piegarti? Che cos'è che ti lega così ardentemente alla Terra di Mezzo? Sono quasi trent'anni che te ne stai qui a dondolare sull'orlo della morte... Che sia forse qualche amore per una graziosa Eldar a dissuaderti dal morire? È questo? Eppure non ricordo che a Valinor spasimassi per alcuna di loro, anche se... Te ne stavi sempre con quel tuo cugino Fingon. Vuoi vedere che è a lui che si deve il tuo resistere qui? Eppure perché ancora tenti così ardentemente di sopravvivere?! Li hai traditi, lo sai bene, me lo hai rivelato! Cedi adesso e ti garantisco che non gli faremo alcun male! Resisti e giuro su Melkor ed Ungoliant che lo ucciderò e ti farò vedere mentre esala l'ultimo respiro! Sicuramente allora potremmo piegarti, Alto Re dei Noldor!" Ride la malvagia voce di Sauron.

Io invece grido con quanto fiato ho in corpo e... mi sveglio contorcendomi, tremando come una foglia. E' uno dei miei soliti incubi e nulla riesce a togliermi dalla mente quella mia trentennale prigionia, quelle torture che divertivano Sauron e quella successiva morte di Fingon che egli mi aveva promesso.

C'è un leggero spostamento d'aria nella mia nuova stanza da letto ed una sagoma scura si fa avanti per rivelarsi apprensiva man mano che la luce della luna lo sfiora... è Fingon.

"Ti ho sentito gridare... Pensavo che avresti avuto bisogno di... parlare un po'... con me." Dice lui incerto e forse un po' frastornato dal sonno, vista l'ora così tarda.

Io mi limito a mettermi a sedere sul quel letto fin troppo ampio e lo guardo con un terribile sentimento di tenerezza.

"Oh amore mio, non sai quanto sia bello vederti qui dopo tutte queste notti a fare incubi orrendi." Dico dolcemente.

Credo che a Fingon manchi il passo, perché sorride impercettibilmente e poi mi guarda apprensivo.

"Dai avanti, fammi spazio Maiti." Dice lui guardandomi direttamente.

Avampo non poco a quelle parole e rimango del tutto imbambolato.

"Non ho nessuna intenzione di metterti in imbarazzo, però ho pensato che... magari se ti fossi stato vicino, magari..." Dice agitato.

"Vieni, vieni." Dico allora spostandomi un poco e sorridendo come uno sciocco.

Fingon si infila sotto le coperte e mi abbraccia senza guardarmi.

"Desideravo abbracciarti così da molte ere, ma caspita come puzzi! Hai avuto proprio un incubo terribile!" Riesce a dire accarezzandomi sul petto.

"Scusa... se vuoi mi cambio subito, io..." Tento.

"No, no, altrimenti non avrò più il coraggio di stare abbracciato a te così in questo modo." Dice ancora senza guardarmi.

"Presumo tu voglia che ti racconti tutto." Dico.

"Può darsi che ti sia d'aiuto." Fa lui guardandomi per un attimo.

Gli passo un braccio dietro la schiena e prima di rispondergli me lo stringo.

Fingon di contraccambio mi fa allora il solletico, facendomi ridere come un matto. Io non posso essere da meno e rispondo superbamente.

"Ora elfetto fulvo, ti decidi a parlare?"

"Oh, va bene... Ho sognato di essere ancora appeso alle Thangorodrim e... Beh, non ho mai avuto il coraggio di dirtelo, anche perché come avrei potuto farlo? Mi sembrava che tacendo avrei potuto scongiurare le parole di Sauron." Ammetto.

"Che cosa c'entra Sauron ora? Che cosa ti ha fatto? Che cosa può aver giurato di farti?" Chiede lui infiammandosi di sdegno.

"Ha giurato che ti avrebbe ucciso sotto ai miei occhi e... così è stato davvero. Aveva capito che cosa provavo per te e così credeva che uccidendoti mi avrebbe spezzato. Certo non posso dire che non ci sia riuscito."

"Tremo ancora al pensiero del dolore che mi ha ucciso... ed ora mi fornisci un motivo ben più profondo di una morte in battaglia. In ogni caso sarà pure egoistico, ma tutte quelle atrocità che abbiamo sofferto non ci appartengono più, non sono più le nostre. Le Thangorodrim sono infrante ed inabissate nell'oceano, Sauron è definitivamente sconfitto e Morgoth è sorvegliato costantemente, mentre noi siamo qui a letto ad abbracciarci, che cosa vuoi di più?" Finalmente mi guarda in viso e si rigira tra le mani delle ciocche dei miei capelli.

Gli do un bacio allora sulla fronte e sogghigno.

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