Tirion
Haboel sta al passo con il grigio pezzato di Fingon, che ha tutt'altro carattere del suo ed evita puntualmente ogni tentativo di giocare che lui gli offre. Sembra un bimbo con un fratello maggiore, od un genitore!
Maglor invece ogni tanto ci canta qualcosa, ma l'umore di fondo è assorto seppure lieto. Ormai gran parte del viaggio di ritorno si è compiuto e già riesco ad intravvedere Valimar al di là degli alberi spogli ed anneriti di Telperion e Laurelin sulla collina di Ezellohar.
"Maedhros andiamo dagli alberi." Dice Fingon.
Io acconsento senza problemi e so che da lì sarebbe iniziato il mio percorso di espiazione.
Quando arriviamo rimango colpito da come quegli alberi così un tempo luminosi siano stati dilaniati dalle spire e dagli aculei di Ungoliant. Avvicinandomi vedo con vivo sgomento che in tutte queste ere nulla è cambiato di loro e pare ancora che quel ragno di terribile atrore abbia appena staccato il suo avido morso per poi fuggirsene assieme a Morgoth e gettarci tutti nel buio smarriti. Accarezzo la loro delicata corteccia nei pochi punti che sono rimasti incolumi e privi di piaghe e mi pare che si muovanoo appena, o forse è soltanto la lieve brezza che spira là sopra?
Mio padre avrebbe dovuto acconsentire alle preghiere di Yavanna invece di spingerci tutti ad assecondarlo nel fare del male ad Eldar innocenti! Eppure ormai a cosa può valere la mia saggezza? Si è tutto compiuto e non possiamo più salvare nessuno, è una tale disfatta!
"Credo che non serva che ti dica perché siamo qui, no?" Chiede Fingon venendomi accanto.
"Non volevi che meditassi ancora sulla scelta sbagliata di mio padre?" Chiedo forse un po' troppo scontrosamente.
"In realtà non è propriamente così. Da qui si può dire che sia iniziata la disfatta della tua casata ed in fondo di tutti i tre rami di Finwë. Ora invece da qui inizierà il tuo riscatto o per meglio dire riprenderemo ciò che abbiamo sospeso nel momento in cui abbiamo deciso di abbandonare Aman. Tu lo hai fatto per tuo padre, ma io l'ho fatto per te. Ora non crucciarti e proseguiamo."
Rimontati allora a cavallo proseguiamo alla volta di Tirion. Man mano che ci avviciniamo ecco le Pelori aprirsi nel mezzo e lo splendore delle nostre dimore mi riempie di nostalgia e trattengo queste emozioni nel mio animo, quasi cercando di farne un ricordo indelebile. Ecco sovrastare su tutto la Mindon Eldalieva, la grande torre di guardia appresso alle dimore di mio nonno Finwë. Le strade lavorate con polvere di diamanti rilucono, mentre ripercorro con lo sguardo il percorso che mi porta alla Grande Piazza, dove per la prima volta pronunciammo quel vano giuramento di mio padre. Ecco scorgo anche Galathilion, il figlio di Telperion, l'Albero Bianco, figlio minore di Yavanna. Tutto questo è circondato da altre innumerevoli torri, tutte bianche, ma ai due lati della città si apre il crepaccio delle Pelori che sovrasta ognuna. Arrivati ai piedi della collina Fingon ci fa scendere, mentre lo fa anche lui, ed avvicinandosi a noi annuncia:
"Ci salutiamo Maglor, per ora, mentre noi due ci avvieremo a piedi."
"E i cavalli?" Chiedo frastornato.
"Me ne occuperò io, siamo già d'accordo fratellino." Dice Maglor guardandomi.
Allora mi avvicino, ci stringiamo forte e lui mi batte una mano sulla schiena.
"Vai fratello e realizza la tua strada, riscattaci se puoi, in ogni caso ci rivedremo presto." Dice lui quasi commosso.
"In che senso?" Chiedo dubbioso.
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