Tin-tin-ta Ta-tin, Tin-to-ta Ti-tin

Prendo a sentire un ritmico martellare come di piccoli arnesi e strumenti di lavoro. Quel ritmo non è proprio monotono, ma sempre nuovo e vivace. Maedhros sorride a questo suono e mi guarda con una sorprendente allegria, come se gli avessero fatto una sorpresa gradita. Mi sfiora la mano, come per coinvolgermi, e mi ritrovo a sorridergli di rimando, forse un po' scioccamente. Se ci avessero visto le nostre casate... Ci si aspetterebbe ancora da noi quell'ardore guerriero, eppure tutti avrebbero convenuto che quegli abiti che avevamo indossato erano limitanti rispetto a ciò che siamo davvero. Eru non ci ha fatti per la guerra, non primariamente almeno.

"Credo tu abbia ragione Fingon, eppure nessuno di noi è mai riuscito a cogliere appieno i suoi propositi. In ogni caso apprezzo la tua riflessione." Commenta colpita Yavanna.

Che imbarazzo! Maedhros mi guarda incuriosito, ma non dice nulla, ci sarebbe stato tempo in seguito....

La Valier si ferma sulla soglia di una grande piccola fucina, che già manda bagliori alle pareti, uniti ad un caldo tepore via via crescente, man mano che ci si avvicina.

"Cuore mio d'oro, ci sono dei Noldor per te. Fingon figlio di Fingolfin figlio di Finwë e Maedhros figlio di... come desideri... Nerdanel figlia di Mahtan." Dice Yavanna riguardando Maedhros.

Aulë ha dei lineamenti che possono certo dirsi spigolosi, irsuti, e si dice fra noi che le montagne, sue piccole grandi virginee figlie, giochino ad imitare il suo sembiante, mentre i loro compagni sono i venti, figli di Manwe. I suoi capelli ricciuti, delle varie tonalità del castano, sono raccolti dietro la nuca e trattenuti stretti, perché non gli si mettano in mezzo al lavoro. La barba è altrettanto ricciuta, colma di gingilli di metalli di vari colori, perline, legni neri e pietre preziose. Il tutto non da un aspetto scomposto, ma di un'aspra armonia. Le sue mani sono grandi ed in quel momento si ferma dal suo lavoro minuto e ci guarda posando i suoi infinitamente minuscoli strumenti. I suoi occhi dorati si posano su di noi, per un attimo di una durezza vulcanica, ma poi sorride mostrando limpidi denti che paiono levigati da innumerevoli e millenarie onde che si sono rinfrante su una scogliera. La sua risata è molto calorosa, simile al fragore di una slavina montana, man mano che si avvicina a noi.

"Che gioia vederti qui, mio caro Maedhros!" Esclama lui dandogli pacche sulle spalle.

Vedo Maedhros irrigidirsi e posso sentire il peso d'acciaio di quelle grandi manate che si abbattono su di lui.

Yavanna rimane a fissarli a lungo, poi mi sorride appena e se ne va.

"Salve anche a te Fingon." Fa la cavernosa voce del Vala e temo di fare la stessa fine di Maedhros.

Aulë ride allora di cuore e credo mi abbia sentito.

"Eccome se l'ho fatto!" E mi da ugualmente una pacca. E' meno forte di quanto avrei pensato, anche se Maedhros pare dolorante.

"Era da un po' che attendevo il vostro arrivo e temevo di aver frainteso la tua rinuncia alla mano che ti avevo creato. Grazie Fingon, per avermelo portato qui." Fa lui.

"In realtà non ho dovuto fare nulla. Soltanto una piccola spinta, appena prima dell'arrivo."

"Bene, bene! Venite forza, voglio mostrarvi alcune delle creazioni che vi siete persi, magari qualcuna può esservi utile. Se così fosse prendetele pure, senza farvi problemi, come sempre!"

Io e Maedhros siamo stupiti da quel trattamento che ci sta riservando. Ci saremmo aspettati una reazione... diversa. Un discorso, qualcosa, una grave e meritata strigliata... nulla.

"Davvero volete questo da me? Non credo che ce ne sia bisogno. Riguardo a te, Fingon, ho poco da dire... Avrei molte cose invece per il tuo compagno Maedhros, ma dovrà ricordarsi di ringraziare Melian se ho deciso di non dargli la strigliata che merita." Dice il Vala senza guardarsi in dietro, dandoci le spalle.

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