Prologo. Il Lago Mithrim

(Fingon) Mi sento profondamente tradito dal comportamento di Maedhros che assieme ai suoi fratelli e suo padre Feanor hanno dato fuoco alle navi-cigno a Losgar, impedendo a noi una più sicura traversata dell'oceano che porta alla Terra di Mezzo. Pensavo di conoscere Maedhros piuttosto bene e nutrivo la speranza che lui potesse essere diverso dal resto della sua famiglia. L'ira è in me straripante al pensiero che proprio lui, un Noldor così saggio, avesse acconsentito ad un simile tradimento. Eppure medito dubbioso, in quell'accampamento sulle sponde del lago Mithrim, mentre osservo furioso il bivacco dei miei cugini sulla sponda opposta. Mi hanno detto di come Maedhros sia stato catturato con l'inganno da Gothmog, Signore dei Balrog, uno degli esseri di fuoco abominevoli creati da poco da Morgoth che non ho ancora mai visti. Dicono sia stato ucciso eppure nessuno lo lamenta se non il solo Maglor, suo fratello appena minore di lui...

Poi ho udito una nuova inquietante, ma della cui verità non so se sperare o temere, o forse entrambe le cose assieme. Ho sentito sussurrare che sia ancora vivo, torturato quasi a morte, ma vivo! Mi domando furioso perché i suoi fratelli, i miei cugini, non facciano nulla. Era questa tutta l'unità che avevano tirato fuori come leoni infiammati ad Aman? Tutto qui l'ardore che ha maledetto tutti loro, finché Arda perdura? È stato tutto così vano... Ma vano non è certamente il valore della vita di Maedhros!

Se nessuno è disposto a rischiare per lui lo farò io stesso, per il nostro legame profondo e nascosto, per tutto quel tempo, per la gioia condivisa ad Aman.

Mi alzo dalla posizione prona e prendo risoluto ad avvicinarmi alla mia tenda, pronto a raccogliere le mie armi, un pugnale, una spada, un arco con frecce e la mia arpa. Quando il pomeriggio prende lentamente a calare, ecco che mi incammino ed evitando mio padre Fingolfin, esco dal territorio vigilato e mi avvio verso Angband senza sapere la mia meta finale.

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