Corollairë

Su Ezellohar soffia una placida brezza che accarezza i folti steli d'erba ricchi di fiori e risonanti del canto serale dei grilli campestri. Telperion e Laurelin muovono i loro rami scheletrici, o forse questa può dirsi un'illusione portata dal vento... In ogni caso le loro radici sono da sempre ben radicate e se anche non ci sono foglie, né fiori, né frutti, la linfa scorre sotto quelle dilanianti ferite sempre vive ed intenebrate che convivono con loro. Le lucciole prendono a danzarvi attorno come delle gemme preziose che hanno premura di quegli spogli e ritorti, nudi e tremanti rami rivolti verso le stelle. Ed ecco che giungono le falene dalla soffice peluria e dalle ali di burro, quasi desiderose di conversare con le loro compagne nel cielo. Quel loro dialogare segreto non è in alcun modo comprensibile ad Eldar ed Edain, ma ciò non equivale a dire che nessuno possa ascoltare con facilità quel canto soave, così colmo di dolcezza e di brevità, di profonda comprensione celata in quell'effimera danza silente. Ebbene i Valar per loro natura non c'è entità vivente con cui non possono dialogare, sia esso fiore o frutto, legno od alito di vento, spirito o anima vivente che sia, stella o palpitante gioiello. In un istante di sogno qualcosa perturba lievemente questa danza, per poi subito armonizzarsi a quel canto di vivace serenità. Un tenue palpito sfiora gli steli d'erba d'un argenteo brillio quasi un passo di danza, mentre una calda risata fa vibrare l'aere sereno ed in un attimo di sonno il Valar danzante Irmo Lorien si rivela ed assieme a lui incredibilmente c'è Estë sua consorte dall'eburneo viso. Ecco si intravvede anche Melian danzare, vestita di blu, mentre da un lato si palesano Mandos con bende fluenti sulle braccia, tenendo per mano Vairë capelli di seta, danzando assieme a lei al ritmo delle falene di suo fratello Irmo. Infine giunge Nienna, la terza sorella, le cui perlacee lacrime danno ristoro al terreno, generando fiori notturni brillanti di viola. Il suo sguardo è il più amabile si sia mai visto, colmo di un oceano infinito di comprensione commista a pietà e profondo ristoro, temprati dal rammarico per le cose non fatte del disegno di Eru, che ella ha comunque intravisto. Il lieve palpito alitante si fa appena più ventilato quando giunge anche Manwë Sulimo veleggiando dall'alto, per posarsi appena sull'erba del prato, poi ecco è il momento di Vana sempregiovane ed Oromë Aldaron, Tulkas il gaio e Nessa danzante, più veloce nella corsa di qualunque creatura vivente. Ecco quindi Ulmo a rendere l'aria appena più umida, mentre già la rugiada bagna gli steli, con al suo seguito persino Ossë musico ed Uinen sua sposa. Giungono allora anche Olorin ed Aiwendil e solo in quel momento avanza Yavanna Kementari dalle sue pasture, portando spighe di grano e quanti più fiori ed arbusti, foglie e frutti possibile. Forse però tutto ciò che è naturale sta tra queste sue braccia mentre manda soavi profumi per tutto il colle. I suoi neri capelli fluenti sfiorano il suolo e generano flora in un attimo, come anche l'incedere sicuro dei suoi eburnei piedi fa sbocciare fiori di un candore ed una varietà indescrivibile. Accanto a lei sta Aulë profilato di netto, quasi una solida montagna lavorata a colpi di scalpello, ma dalle mani sorprendentemente delicate; capaci di cimentarsi anche nel lavoro più fine e minuzioso. Poi ecco l'arrivo del vassallo di Manwë, Eonwë, ad annunciare cantando l'arrivo di Varda Elentari, regina delle stelle, rivelandosi di tra il baluginio degli astri. I suoi occhi di viola trasmettono il mistero delle stelle che ella stessa ha creato in epoche remote, mentre il suo sorriso è il più limpido ed il più luminoso di quello del fiore di Tilion, anche se nulla rivaleggia col fiore di Arien.

Tutta la potenza creatrice di Arda si è qui appena rivelata, ma i seggi del consesso non ci sono perché questo non è un giudizio, ma uno scambio su un nuovo tema di Eru che si è in questi giorni rivelato dopo tanto sopore, nel rischio di non manifestarsi mai. I Valar ed i Maiar si siedono semplicemente sul prato, circondando i due alberi, che gioiscono in cuor loro per quella così numerosa compagnia alla quale la loro solitudine non li ha abituati, tranne che per Nienna e Yavanna.

Le menti dei Valar e Maiar tutti si uniscono dopo essersi presi brevemente per mano. Allora perfino le falene tacciono il loro canto silente e le lucciole spengono il loro brillio, posandosi lievi sugli steli erbosi.

--------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------

Auguri Professore! Oggi avresti compiuto 129 anni... Grazie per tutte le meraviglie che ci hai donato 

Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top