Ciò che ci ha salvato

Questa notte non c'è vento e tutto è immobile, come se ci si aspettasse qualcosa da noi che però non sarebbe venuto. Sento gli steli d'erba solleticarmi la pelle, sulle braccia, mentre i grilli sfregano quieti le loro zampette e le falene fluttuano sparse oscurando alle volte le stelle siderali, brillanti come diamanti di fuoco bianco. Non c'è nemmeno una nube questa sera ormai notte e sembra che i rami più alti degli alberi siano tutti ingioiellati da boccioli luminosi, pallida imitazione di Telperion e Laurelin. Ora che Valinor si è chiamata fuori dalla realtà visibile di Arda, le stelle si sono fatte un tantino più vicine e la loro luce mi riempie come se assistessi all'opera più stupefacente del mondo... beh, fuori dal mondo.

"Vedi Maglor, quei triangolini di stelle là in fondo?"

"Dove? Come faccio a vederti al buio?" Ride.

"La, quei tre triangolini a forma di treccia."

"Oh, ora lo vedo! Sai però che quella costellazione non... esiste?"

"Già, l'ho inventata per Fingon."

"Non ti facevo così sentimentale fratellino."

E mi da una gomitata.

"Quando ero appeso alle Thangorodrim, la vedevo ogni tanto, e mi dava forza."

"Oh beh, allora è senza dubbio una costellazione a tutti gli effetti. Bella storia Russandol, sapevo che anche in te scorreva una vena poetica, ma vedi di non superarmi."

"Mi farai mai sentire uno di questi tuo famosi componimenti?"

"Magari un giorno, ma non ora. Lasciami guardare le stelle dai."

Non parliamo più per un certo tempo ed i miei occhi vengono completamente attratti dal Valacirca, quelle stelle che hanno sempre irriso il male di Morgoth e da sempre sono il simbolo della gentile Signoria dei Valar, e di Varda soprattutto, su tutti i suoi consimili.

"Perché non hai voluto prendere la mano artificiale che ti aveva fatto nostro nonno? Era fatta con maestria e mi aveva garantito che non ti saresti nemmeno accorto di indossarla."

"Quindi ne eri al corrente?"

"Sì, eppure Mahtan era certo che non l'avresti presa..."

"Diciamo, fratello, che la mano che non ho mi serve da monito e poi... Mi sento più a mio agio senza, è stata una scelta sofferta fin dal taglio della mano, eppure da questo, e da Fingon, viene la mia salvezza. Non voglio permettermi di tornare come prima, il vecchio Maedhros non esiste più e c'è solo, a tutti gli effetti, quello nuovo."

"Sei giudizioso e sempre pronto a smentirti, se così si può dire. In effetti è vero che sei diventato più acuto, da quando Fingon ti ha salvato. Dovrò ringraziarlo ancora più di quanto non abbia già fatto e scusarmi per tanti disastri che abbiamo commesso."

"Se ci pensi, i Valar con noi hanno avuto più clemenza di quanto abbia fatto nostro padre, di quanto abbiamo fatto noi."

"Ricordati sempre che noi siamo diversi sia da nostro padre, che dai nostri fratelli, Celegorm e Curufin. Quando era il momento abbiamo avuto pietà di Elrond ed Elros. Nel mio caso dipende quasi tutto da loro e nel tuo... anche da Fingon, di nuovo."

"Pensa se non ci fosse stato. Che cosa avrei fatto dico io?"

"Saresti stato il solito zuccone."

"Grazie."

"Non fare complimenti, non ce n'è bisogno."

Detto ciò non parliamo oltre e ci addormentiamo dopo poco.

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