Al Palazzo di Turgon

Fingon allora mi conduce oltre la fonte dove in effetti si dividono tre strade. Ognuna di esse corrisponde ai quartieri dei tre figli di Finwë, dove le nostre tre famiglie e quanti sono a noi, a loro fedeli risiedono.

E' per me in un certo qual modo strano non inoltrarmi nei quartieri dove si trova la mia casa per seguire invece quelli di Fingolfin. Come Fingon mi ha detto non ci rechiamo al palazzo dove abitava lui, che vedo ergersi alla mia destra, ma proseguiamo per raggiungere il palazzo di Turgon. Mi aspetto che sia chiuso e polveroso, eppure è aperto, luminoso e dal suo portale si propaga un tiepido profumo di pulito misto all'odore di lavanda. Noi allora entriamo e non credo ai miei occhi quando vedo chi se ne sta ad attenderci.

Su un'elegante sedia di legno argentato ornato di ametiste sta una Vanyar dall'incredibile beltà e compostezza, in un abito azzurro senza alcun tipo di ornamento. I suoi occhi sfavillano azzurri come il ghiaccio, eppure non trasmette freddezza, ma amabile serenità che si profonde dal suo sorriso. Ha capelli d'oro acconciati con pacata eleganza e contesti di piccole campanule viola. Non mi ci vuole altro per rendermi conto di trovarmi al cospetto di Elenwë la sposa di Turgon, che morì prima di raggiungere Arda nel ghiaccio stridente dell'Helcaraxë... Anche quella sua morte è venuta a causa nostra. Dovrei tentare di dire qualcosa, ma quali parole potrebbero risanare una morte così atroce? Non lo so...

Io allora mi sciolgo con una momentanea titubanza dalle nostre mani intrecciate e le faccio un inchino molto più profondo del consueto.

Arriva poi ad affiancarla un'altra fanciulla Elfica che aveva in sé la stirpe Noldor e l'alta Vanyar. I suoi eburnei piedi calcano le lastre del pavimento quasi in una danza ed i suoi occhi verdi sembravano dardeggiare smeraldini, eppure non ha alcuna traccia d'ira in sé, ma il fuoco terribile di chi ha visto il suo regno ed i suoi cari bruciare e soccombere. Indossa un abito verde chiaro decorato sui manicottoli da fogliette ricamate color verde scuro. Il suo sguardo guerriero mi scruta a fondo prima di ignorarmi per salutare Fingon. Di certo non la biasimo, soprattutto per quanto ho fatto a sua nuora Elwing... Le ho arrecato una paura così folle che sinceramente sarei convenuto con lei se mi avesse considerato un mostro, eppure non sono stato io colui che ha avuto pietà dei suoi nipoti? Avrei dovuto avere pietà anche di Elwing della stirpe di Beren e Luthien! E' stato terribilmente folle e nulla avrebbe potuto sanare le tremende atrocità che ho arrecato.

"Devo presumere tu sia Maedhros, sbaglio forse? In tutta sincerità conosco la tua nomea e non ti rende un tipo con cui parlare serenamente." Dice un giovane Edain... Che cosa?! No, dovevo essermi sbagliato, è un... Eldar?

"E tu, marito mio, ancora ti dimostri recalcitrante al nostro cerimoniale." Commenta Idril.

Elenwë sorride pacata.

E' un Eldar molto alto, dai corti capelli biondi ed un portamento guerriero ed occhi azzurro cupo di incredibile profondità.

"Perdonami Idril e chiedo perdono anche a lei regale Elenwë. La mia precedente natura Edain ha lasciato in me una certa frettolosità, eppure a volte credo che questo si possa definire un dono."

Io guardo Fingon con vivo stupore.

"Pensavi di aver visto tutto, vero Maitimo?" Commenta.

Ciò che mi è stato posto davanti sa per certo di mistero! Sapevo di Luthien, ma in fondo quel cambiamento di natura era più che motivato.... Ma questo?

C'è però un elemento in comune ed in fondo... se un Eldar poteva acquistare una natura Edain, perché non poteva accadere lo stesso all'inverso?

"La casa di Turgon vi da il benvenuto e vi accoglie. È già stato tutto predisposto per il vostro ristoro. Salute a te, Fingon, mio parente acquisito e... Salve Russandol, ringrazia tua madre se qui ti si ospita. Non ho nulla contro di te, ma conosco la tua fama di crudele uccisore. Eppure ho sempre intravisto in te dell'altro e per questo voglio darti fiducia." Fa Elenwë con autorità.

"Vale anche per me lo stesso, eppure non posso perdonarti le terribili sofferenze di Elwing. Anche se così doveva forse accadere le hai tolto i suoi figli, così come lo hai fatto a nostro figlio Earendil." Commenta Idril.

"Neanche io riesco a farlo... se questo può valere a qualcosa."

Ella mi guarda ancora a lungo, mentre Fingon porge il suo ringraziamento ad Elenwë per la sua ospitalità. Ho dimenticato quanto sia galante con tutti... Nonostante tutto sono felice che abbia scelto me, è la mia parte migliore, quella che mi ricorda com'ero prima del giuramento terribile e che... riesce ancora a vedermi per ciò che sono ed ero.

"Venite ora, seguitemi, vi mostrerò i vostri appartamenti." Fa Tuor incoraggiandoci, una volta che Fingon si è congedato.

"Ti ringrazio nobile Tuor, prima però permettimi di ringraziare la tua sposa Idril ed Elenwë per la loro ospitalità, che di certo non merito. Almeno non la merita la persona che ero, ma forse quella che sono... Giudicherete voi stesse. Sappiate comunque che vi ringrazio ancora per tutto.

"Come ho detto prima, dovrai ringraziare principalmente tua madre, Maedhros figlio di Nerdanel, figlio di Mahtan." Commenta Elenwë congedandoci.

Idril si limita a fissarmi, nonostante che Tuor cerchi di allietare la situazione. So in fondo che Idril mi sta esaminando nel profondo, interessata a scorgere quello che sono diventato, quello che sono davvero.

Fingon allora mi mette una mano sulla spalla e seguiamo con calma Tuor in quella dimora così elegante ed ariosa, limpida e azzurra, costellata di giardino segreti quasi la volta celeste con le stelle di Varda.

Raggiungiamo ben presto un giardino colmo di lavanda, quadrangolare e colonnato, su cui si apre una soleggiata ala del palazzo con le pareti esterne decorate a mosaici e conchiglie.

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