5 Fratelli
"Sei pronto Maiti? Ti aspetta una giornata intensa." Mi dice Finno avvicinandosi dopo che Irissë se n'è andata.
"Inizio a preoccuparmi." Commento.
"No, non devi. Non oggi almeno." Dice.
"Mi vuoi dire che..." Faccio sbigottito.
"E chi lo sa." Ammette accarezzandomi la guancia.
Gli sono più alto di una spanna e mi fa ridere il fatto che si debba mettere sulle punte per accarezzarmi. Finno se ne accorge e mi da un pugno sul petto.
"Cerca di fare meno il simpatico." Dice
Allora mi affianca e continua: "Porgimi la destra, andiamo a braccetto."
Non posso che mettermi a ridere.
"Come posso farlo?" Chiedo.
"Dammela, non fare storie!" Esclama cordiale.
Gli do il braccio sospirando ed armeggiamo un po' prima di muoverci.
"Come mai vuoi che andiamo in giro così?"
"Beh, per sostenerti e poi... vorrei dare agli altri un'impressione di... cordiale intimità."
"Proprio con la destra monca?" Chiedo ancora.
"Sì, mi piace." Dice.
"Non ti deve piacere per forza." Commento.
"Già. Però è una parte di te ed io ho affetto per tutto ciò che tu sei. Non è questo l'amore?" Mi chiede.
Divampo a queste parole e non ho più repliche.
Finno ridacchia e finalmente usciamo dalla sua stanza.
Arrivati nel grande salone troviamo Dama Elenwë assieme a sua figlia Idril ed a Tuor, appena più prossimo a noi.
"Che la giornata vi sia propizia e lo spirito alto." Dice musicale la padrona di casa.
"Che la luce dei Valar sempre risplenda sui vostri volti, Dama Elenwë, Dama Idril." Dico.
"Non posso che unirmi allo stesso saluto." Dice Finno.
Non l'avrei mai detto, ma questo piacevole contatto mi trasmette conforto e mi sento a mio agio. Era da molto tempo che non mi sentivo così.
Riesco a sorridere e... lo fa anche Elenwë e perfino Idril, seppur con qualche riserba. Tuor ride allegro.
Procediamo ed arrivati all'esterno si fa avanti mio fratello Maglor, vestito di verde argento.
"Salve fratello. Ben trovati ad entrambi." Dice.
"Sta davvero per succedere quello che..." Chiedo.
"Non avere fretta. Lasciati andare, non pianificare." Commenta mio fratello.
"Va bene." Credo che Finno abbia avvertito il mio tremolio perché mi da delle pacche affettuose con la destra sulla mia monca.
Procediamo, con Maglor che ci segue appena più indietro, discosto.
Man mano che ci avviciniamo alla Grande Piazza, il luogo del nostro terribile giuramento, la Mindon Eldaliéva, la torre di nostro nonno Finwë, pare che voglia incombere su di me.
Ad aspettarci c'è Caranthir...
E' taciturno come sempre, più di sempre, e mi saluta con un cenno del capo. I suoi capelli sono più scuri e mossi di quelli di Fingon, gli occhi azzurro ghiaccio appena viola ed è vestito di un nero violaceo.
"Beh? Non hai nulla da dire al tuo fratellino dopo tutto questo tempo?" Gli dice Maglor.
"Era ora che arrivaste, ci avete messo un intero anno solare!" Risponde.
"Anch'io ti voglio bene fratello." Dico io.
Caranthir pare arrossire e sbuffa. Finno sorride divertito.
Procediamo ancora, con Maglor che non fa che punzecchiare Caranthir, dietro di me.
"E se non volesse vedermi?" Chiedo a Finno.
"Chi?" Chiede lui furbo.
"Lo sai chi... Avrei dovuto farle qualcosa." Ammetto agitato.
Raggiungiamo i piedi della Mindon, dove si trova l'antica dimora di Finwë e ad aspettarci ci sono i miei due Ambarussa preferiti. Il mio sorriso è affettuoso, mentre loro sembrano avere trentadue denti ciascuno.
"Ciao fratellino!" Esclamano in coro avvicinandosi.
Sono vestiti di arancione e cuoio, alla leggera, come se dovessero partecipare ad una battuta di caccia nei boschi di Oromë. Hanno davvero i capelli corti.
"Siete i miei due elfetti preferiti... Mi siete mancati." Dico dando delle pacche sulla spalla ad ognuno.
"Sei tu l'elfetto ora, Maiti." Commenta Finno.
Il nomignolo ha un effetto deflagratorio e tutti i miei fratelli scoppiano a ridere, tranne l'ombroso Caranthir.
"Questa me la paghi, Trecciolino." Dico.
Gli Ambarussa si tengono addirittura la pancia dal ridere... e poi sarei io il fratellino...
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