Ñolofinwë
Mio padre mi guarda ancora per un attimo, poi prende ad osservare con rinnovata curiosità i soprammobili della mia scrivania. Ho una piccola collezione di conchiglie ed alcune mi sono divertito ad impreziosirle con elementi d'oro e pietre preziose, prima ancora di partire per la Terra di Mezzo. Credo che mi stesse valutando, mio padre, ma al tempo stesso non volesse mettermi sotto pressione; beh almeno non più di quanto non fosse già nell'aria.
"Padre. Ci sarebbe qualcosa che vorrei che tu sapessi." Dice veloce, tutto d'un fiato.
Anche se ormai sono conscio del fatto che mio padre sa, ho il cuore che batte a mille e credo mi sarebbe balzato fuori se non mi fossi sbrigato.
Mio padre mi rivolge uno sguardo lungo, del tipo che solo lui sa fare. E' come se volesse scorgere nelle mie parole se sono sincero. Non so effettivamente perché mi guarda come un elfetto che sta combinando qualcosa di sbagliato. In fondo non è così e ne ho la certezza, eppure perché allora?
"Dimmi." Si limita a dire lui, alla fine.
"Ecco... non cambierò idea sull'argomento e non posso assolutamente legarmi ad una fanciulla Eldar, non con l'amore che sento per Maedhros!" Esclamo tutto d'un fiato per poi distogliere il mio sguardo dai suoi occhi.
Ecco, gliel'ho detto.
"Bene, finalmente lo sento direttamente anche da te. Siete tutti preoccupati del mio giudizio sull'argomento, come se mai avessi avuto sentore che la vostra amicizia fosse qualcosa di più di un semplice affiatamento. Ti ringrazio comunque per la tua franchezza, non sai da quanto tempo la stessi aspettando. Solo, potevi scegliere un altro momento, in cui avremmo avuto modo di parlarne più diffusamente, ma con la festa... cercherò di essere sintetico."
A quel punto mi prendo una sedia e mi ci siedo, sembrerà assurdo, ma mi sento le gambe tremanti e non voglio di certo darlo a vedere. Comunque, in tutta sincerità, avrei pensato ad una reazione un po' più... complessa. Che avessi fantasticato troppo, in tutto questo tempo?
"Allora, figlio. - Mio padre si piega in avanti, verso di me, poggiando le braccia sul tavolo. - Lo abbiamo sempre detto, Findekano. Nelle nostre vite siamo chiamati a fare svariate, quasi infinite scelte, alcune di esse ci caratterizzano, per così dire, anche se è inesatto e semplicistico a parer mio affermarlo. Nel caso specifico tu hai scelto, ed anche con un'evidente sicurezza. Di certo non tenterò in nessun modo di farti cambiare opinione, ma dovrai capire che dovrò abituarmici. Ovviamente per me non cambierà nulla nei tuoi confronti. Sei sempre Fingon e lo sappiamo entrambi. Non è cambiato nulla, se ci pensi. Maedhros condivide questi tuoi sentimenti, in ogni caso?" Disse sospirando, in fondo è difficile anche per lui parlarne. Sorrido.
"Non lo so padre, anche se... in passato era così anche per lui. Ora invece, beh, non ci siamo ancora parlati direttamente."
"E perché saresti ancora qui a rimurginare? Non capisco chi sia, dei due, a temere di più questa relazione."
In quel momento bussa mio fratello Argon.
"Padre, sei richiesto alla festa." Dice serio.
"Sì ragazzo, mi avranno tra un momento."
Argon allora richiude la porta, ma credo sia ancora lì dietro, in attesa.
"Fingon, ti dico solo questo, altrimenti i nostri ospiti faranno irruzione qui dentro! Non so perché temessi tanto il mio giudizio, per me puoi fare come meglio credi perché ti reputo sufficientemente saggio. Ti consiglio però di agire e non temporeggiare oltre. Sblocca la situazione, anche per Nerdanel. Vuole rivedere suo figlio, accidenti!"
Detto ciò esce dalla stanza, non prima di avermi dato un suo raro abbraccio.
"Davvero avevi timore di me?" Sorride ed esce, lasciandomi senza parole.
Allora mi alzo e prendo a guardarmi intorno. Sospirando mi dico che è andata molto bene e non posso chiedere di meglio. Mi sento appena più risollevato, eppure so che la strada è ancora lunga.
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