Indossare i suoi vestiti per percepire calore, lui così incapace di esprimerlo.
Il vulcano delle sue emozioni crepitava eppure è spento da tempo e non sa come farle riaccendere.
Sa benissimo che non è colpa sua, né del tutto dell'altro.
È nato così e il tempo e i pesi che si è portato addosso hanno contribuito a forgiarlo in ciò che ora è: l'ombra sbiadita di un uomo sulla trentina che ha perso il calore anni fa e ora non sa se lo ritroverà mai più.
Il gelo lo avverti anche col sole a quaranta gradi se l'animo si è spento.

"Tutte le famiglie, anche quelle composte da una sola persona, sono infelici a modo loro", disse un grande autore secoli fa. 
Tadashi nella pace della propria stanza dal portone in legno color ossidiana dalle maniglie tonde e dorate mentre sbirciava da fuori, sul braccio una manciata di vestiti del proprio padrone si imbattè in un finestrone arcuato dalle vetrate colorate sentendosi un peccatore.
Chiuse sbattendo il portone e col cuore che batteva sembrando potesse fermarsi da un momento all'altro sentì quanto quella frase si adatasse  bene a quell'atmosfera.
La prima cosa che indossò è la sua felpa rossa per sentirsi abbracciato di nuovo con dolcezza da lui a cui ha detto sì sperando l'infelicità si placasse.
Immerso in quella piacevole sensazione non udì il cigolare della porta.
Solo una persona può aver capito cosa stava accadendo. Come si dice: il colpevole è sempre il maggiordomo.
Tadashi sobbalzò e si voltò piano dicendo:
«Ah, scusami. È qualcosa da idioti voler ricreare quell'atmosfera dopo anni.» Tadashi si prostrò in un inchino di scuse, le guance e il viso bollenti.
Ainosuke lo osserva con un cipiglio che Tadashi non sa interpretare bene.
"È arrabbiato perché ho indossato le sue cose senza dirglielo?"
Ainosuke si avvicinò a passo deciso verso di lui, lo prese per il braccio, gli fece fare una giravolta e lo abbracciò da dietro, prese il suo mento tra le dita e lo sollevò per baciarlo con foga.
Non possono più essere i due giovani di  dieci anni fa ma non è detto ogni tanto l'infelicità non possa rivelarsi una sfumatura nella loro felicità distorta.