1
Passano le ore e la pioggia cade, continua a scendere dal cielo nella notte senza sosta.
Lui se ne sta seduto a inzupparsi i vestiti alla fermata dell'autobus.
Non ha le forze di guardare l'ora, ma di certo è passato anche l'ultimo trasporto.
La città è avvolta in un orribile silenzio rotto solo da gocce che cadono sui tetti, sull'asfalto, sulle macchine parcheggiate, sul suo cappuccio.
Le sue spalle sembrano quasi non riuscire più a reggere il peso dell'acqua, ma resta solido.
La speranza lo sostiene dritto, lo scalda e lo ripara dal vento e dalla pioggia, dalla paura.
Questa sua vecchia amica si fa strada dentro di lui silenziosa e occupa ogni spazio lasciato dalla sua ingenua speranza.
Vorrebbe alzare gli occhi, ma teme di incrociare lo sguardo che tanto cerca in qualcuno che non è lei.
Lei che è ovunque e pensando questo la paura e la speranza lottano nel suo stomaco vuoto.
All'improvviso le scarpe cominciano a scalpitare, le gambe le seguono e in un attimo si ritrova eretto.
Speranza sembra aver vinto la guerra, il meccanismo oliato si muove e lui comincia a correre.
L'asfalto di quella via lo riconosce per ogni volta che si sono incontrati e scorre sotto di lui velocemente.
Il cuore si sente trono con Speranza regnante, tutto in lui gioisce, balla e corre.
Non ha bisogno di controllare o ricordare, le suole sanno dove andare.
Il cielo frena le sue lacrime per osservarlo.
I numeri degli ingressi si susseguono rapidi, ne mancano così pochi prima della meta, persino gli dei solitamente imparziali ora premurosi lo aiutano a volare con i piedi.
Eccolo, il numero 329 si erge spettrale come l'epitaffio su una lapide, due gradini altri come monti lo separano dall'interruttore che come filo potrebbe ricucirgli l'anima.
Le mura si rianimano riconoscendolo, lo salutano e festeggiano come un fedele cane ama il padrone che varca la soglia di casa.
Lui allunga la mano, sfiora con le punte la plastica del campanello, ma poi Timore ritorna e colpisce la schiena di Speranza.
Il braccio si ritrae e la sua testa scende tra le pesanti spalle.
Forse era troppo vero, forse era solo impossibile.
"Jacopo?" La sua voce dice così tanto da riempire tutta la via, ma anche così poco da prosciugare tutta l'aria e risuonare come un tuono fra i palazzi e vibrare dentro di lui.
Speranza ancora vive e ora stringe saldamente la mano di Timore, insieme lo girano e subito la divina immagine di lei si riflette in lui.
Nasce Coraggio che schiude le labbra, ma Timore afferra la lingua, Speranza, allora, lotta per liberarla e ricominciano a combattere senza esclusione di colpi nella sua mente.
Coraggio, però, riempie i polmoni.
Tutto si quieta in sua attesa,Timore sorride e libera il muscolo prigioniero, Speranza freme, gli dei osservano silenziosi e le nubi di affollano per assistere.
"Dovevo vederti"
"Per dirmi cosa?"
Ora Coraggio gli accarezza il cuore che solleticato spinge l'aria fuori dai tronchi, risale la gola e permette alle labbra di lasciar uscire parole da lui tristemente mai pronunciate.
"ti amo"
Bạn đang đọc truyện trên: AzTruyen.Top